RIGENERAZIONE

A Scafati il Demanio va a caccia di privati per RIQUALIFICARE l’ex Polverificio Borbonico

Un accordo per valorizzare un complesso di edifici sorti in provincia di Salerno a partire dal 1851 per produrre polvere da sparo e poi riconvertito in manifattura tabacchi. I 154 mila metri quadrati di fabbrica voluta da re Ferdinando II di Borbone sono al centro di una intesa per attrarre investitori privati nell’area archeologica più famosa al mondo, quella di Pompei, che è a ridosso. L’accordo è stato sottoscritto da Agenzia del Demanio, Regione Campania, Ente Parco Regionale del Bacino Idrografico del Fiume Sarno e Università degli Studi di Salerno.

27 Gen 2025 di Giusy Iorlano

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A Scafati il Demanio va a caccia di privati per RIQUALIFICARE l’ex Polverificio Borbonico

Un’operazione tra storia e futuro: è quella di riqualificazione e rigenerazione dell’ex Polverificio di Scafati, in provincia di Salerno, messa in campo dall’Agenzia del Demanio per riportare alla luce un compendio dello Stato di grande valore storico-artistico che confina con il Parco Archeologico di Pompei.

E per poter avviare questo nuovo progetto di sviluppo l’istituto del direttore Alessandra dal Verme chiama a raccolta, a partire dalle fasi progettuali, imprenditori e investitori privati interessati ad operazioni di partenariato nell’area archeologica. Area che “per dimensioni, posizione e vocazione architettonica, culturale e agricola, ha tutti gli elementi per poter avviare un progetto di sviluppo che ne valorizzi le potenzialità turistiche, culturali e sociali”, sottolinea l’Agenzia.

L’accordo è stato sottoscritto il 27 gennaio dal direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme, dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dal presidente dell’Ente parco regionale del Bacino Idrografico del fiume Sarno, Vincenzo Marrazzo e dal rettore dell’Università degli Studi di Salerno, Vincenzo Loia.

L’avviso aperto di consultazione di mercato è già stato pubblicato sul sito www.pompeiisites.org di cui l’Ente parco archeologico di Pompei è il soggetto proponente, nell’ambito del partenariato pubblico-privato, per raccogliere anche da imprenditori e investitori italiani e internazionali proposte per un piano di rigenerazione complessiva dell’area. La documentazione richiesta dovrà essere sottoscritta digitalmente e inoltrata all’indirizzo di posta elettronica certificata: pa-pompei@pec.cultura.gov.it, entro le ore 12 del 28/03/2025.

Il sito storico

L’area oggetto del programma di rigenerazione è di circa 15 ettari ed è occupata da numerosi edifici di diverse epoche (circa 29 mila mq coperti, 173 mila metri cubi di volumetrie complessive tra le parti storiche da preservare e quelle più moderne suscettibili anche di nuove riconfigurazioni) inseriti all’interno di un’area verde, che ne costituisce il parco, caratterizzata da due viali di rigogliosi platani e verdeggianti tratti secondari. Un sito ricco, insomma, immerso nella storia, che risulta un vero capolavoro di archeologia industriale. Edificato da Ferdinando II di Borbone, penultimo re di Napoli, a partire dal 1851, sostituì la Real Fabbrica di Polveri e Nitri di Torre Annunziata nella produzione di polvere da sparo, grazie anche alla posizione favorevole, prossima al Canale Conte di Sarno e ad un suo derivato il Canale Bottaro, e allo stesso tempo  abbastanza lontano dal centro di Scafati da evitare pericoli per la popolazione in caso di incidenti esplosivi.

Sul Sarno allora navigavano già le navi che trasportavano le balle di cotone e di robbia, coltivata nell’agro nocerino, alle industrie tessili inglesi e svizzere fondate all’inizio del secolo. Colpito dallo sviluppo di queste industrie, che aveva trasformato Scafati in una piccola Manchester, il colonnello Alessandro Nunziante decise di trasferire il vecchio polverificio da Torre alle sponde del fiume, in prossimità del porto di Castellamare di Stabia. La progettazione del nuovo impianto fu affidata all’architetto Luigi Manzella e ad alcuni esperti chimici che suggerirono al progettista la forma e gli accorgimenti per rendere sicuro i laboratori. Con l’Unità d’Italia il Polverificio dopo pochi anni cambiò destinazione per essere trasformato in Istituto Sperimentale per il Tabacco: una coltivazione che rese famosa in tutto il mondo Scafati per la produzione dei sigari toscani Garibaldi. Ed ebbe una lunga vita edilizia fino al 1980, quando tutta la struttura fu abbandonata a seguito dei danni del terremoto.

All’interno del complesso è possibile distinguere diversi edifici di rilievo storico e monumentale, databili tra il 1852 e il 1880 e circondati dall’antico muro di cinta; tra essi un corpo principale nel lato occidentale, a carattere amministrativo residenziale, attuale sede museale del Comune di Scafati, l’adiacente Cappella di Santa Barbara, l’ingresso monumentale all’area esplosiva, di cui si conserva il cancello originario in ghisa, e i padiglioni del laboratorio chimico e delle officine del Polverificio.

L’intesa

Il complesso si trova al centro di un’area, unica per storia, memoria e bellezza paesaggistica, sulla quale transitano ogni anno milioni di visitatori – si contano 4 milioni per il Parco archeologico di Pompei e 2 milioni per il Santuario mariano. L’obiettivo dell’accordo è palese: far aumentare significativamente questi numeri grazie alla riqualificazione dell’ex Polverificio di Scafati – in consegna al Parco Archeologico di Pompei dal 2016 – già avviata con primi interventi di bonifica, restauro degli edifici e recupero del monumentale doppio filare di platani che attraversa longitudinalmente il complesso.

L’intesa, che segue un accordo firmato nel marzo 2024 dall’Agenzia del Demanio e dal Parco Archeologico di Pompei, anche con la disponibilità e collaborazione dell’amministrazione Comunale di Scafati, impegna le parti ad “avviare iniziative che favoriscano la creazione di un ecosistema a carattere culturale, restituendo al territorio una vocazione complessiva di attrattore per un turismo culturale e sostenibile che accresca le potenzialità di sviluppo dell’intera area”, sottolinea il Demanio. Un Tavolo Tecnico coordinerà le attività “per la buona riuscita degli interventi e delle strategie di sviluppo”.

Oggi, informa sempre il Demanio, il sito è già utilizzato per fiere di settore e accoglie un progetto di agricoltura sociale, che vede impegnati giovani del territorio nella coltivazione e produzione di prodotti della terra. Dunque, un grande spazio verde urbano, pubblico e accessibile alla comunità e alle famiglie del territorio, che assieme agli edifici si presta a essere trasformato in un Parco tematico green con strutture turistico-ricettive, laboratori per la ricerca sulla sostenibilità ambientale, spazi destinati ad attività agroalimentari, culturali ed esperienziali in connessione con l’area archeologica di Pompei.

Domanda di partecipazione

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