LA STRATEGIA DI ROMA CAPITALE

Zanchini: il piano definitivo contro il cambiamento climatico

Via libera al documento. Quattro priorità per preparare Roma ad affrontare gli impatti sempre più “frequenti e intensi ” dovuti al cambiamento climatico: piogge intense e alluvioni che mettono a rischio quartieri e infrastrutture; sicurezza degli approvvigionamenti idrici in uno scenario di riduzione delle precipitazioni e con periodi più lunghi di siccità; adattamento dei quartieri alle crescenti temperature con conseguenze sulla salute delle persone; impatti sul litorale costiero dei processi di erosione e di fenomeni di piogge e trombe d’aria sempre più violenti, in uno scenario di innalzamento del livello del mare.

16 Gen 2025 di Giusy Iorlano

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Quattro priorità per preparare Roma ad affrontare gli impatti sempre più “frequenti e intensi ” dovuti al cambiamento climatico. Piogge intense e alluvioni che mettono a rischio quartieri e infrastrutture; sicurezza degli approvvigionamenti idrici in uno scenario di riduzione delle precipitazioni e con periodi più lunghi di siccità; adattamento dei quartieri alle crescenti temperature con conseguenze sulla salute delle persone; impatti sul litorale costiero dei processi di erosione e di fenomeni di piogge e trombe d’aria sempre più violenti, in uno scenario di innalzamento del livello del mare. E’ questa la prima “strategia di adattamento climatico di Roma Capitale” approvata dal Comune di Roma, la prima della città, che individua priorità, obiettivi e misure per preparare la Capitale agli impatti sempre più frequenti e intensi dovuti ai cambiamenti già in atto e adattare il territorio agli impatti prevedibili come conseguenza degli scenari climatici e degli impatti che potranno avvenire al 2050.

La proposta era stata presentata il 23 gennaio del 2024. In questi mesi il documento è stato oggetto di una ampia consultazione pubblica.

Edoardo Zanchini

“Abbiamo portato avanti un anno di lavoro che ha visto il coinvolgimento di tutti gli enti scientifici e di ricerca per ricostruire gli impatti in corso e i rischi per il territorio di Roma, i dati meteoclimatici e la valutazione degli scenari futuri di cambiamento climatico – spiega a DiarioDiac Edoardo Zanchini, capo dell’ufficio di scopo Clima del gabinetto del sindaco Roberto Gualtieri – In questi mesi il documento è stato oggetto di un’ampia consultazione pubblica, che ha visto riunioni con i diversi stakeholder e soggetti interessati, economici, ambientali e sociali, e anche la presentazione di osservazioni da parte di cittadini e associazioni. Da questi confronti – ha sottolineato l’architetto – sono emerse fondamentalmente due cose: la prima è che c’è una vera diffusa preoccupazione su quello che è oramai diventato un tema non più solo da addetti ai lavori, ma molto trasversale, che va dai cittadini alle imprese. C’è dunque una crescita di consapevolezza enorme sul tema e la volontà di partecipare ed essere informati su scelte che riguardano così da vicino la sicurezza e la vivibilità urbana. La seconda cosa è che ci siamo impegnati ogni anno a dare riscontro su quelle che sono le quattro priorità che abbiamo individuato per restituire alla città quanto si sta realizzando, con informazioni sugli interventi e le misure in corso per rispondere alle priorità e agli obiettivi individuati”.

Le priorità per il 2025

In particolare in questo 2025 per Zanchini sono due le priorità principali individuate: il dissesto idrogeologico e quello delle ondate di calore, “visto che la prossima sarà l’estate del Giubileo. Il campo di approccio, d’altronde, già si può vedere nelle nuove piazze del Giubileo inaugurate nella Capitale”.

Con gli esempi non serve andare neanche troppo lontano. A piazza dei Cinquecento alla stazione Termini, inaugurata solo due giorni fa, già sono state previste Nature-Based Solutions con finalità primarie di adattamento proprio per contrastare le ondate di calore. Il progetto prevede un arboreto che ombreggia la piazza, con 300 alberi, in grado di rispondere alle esigenze delle varie stagioni. Ancora, alcune parti della piazza sono state previste permeabili con manti erbosi per generare ambiti naturali e di completa ritenzione delle acque piovane, e consentirà la protezione della calura estiva della città. E poi, ancora, il progetto prevede un’attenzione particolare al riuso delle acque e all’impatto delle precipitazioni.

O ancora, c’è Piazza San Giovanni in Laterano che sarà riqualificata attraverso soluzioni e materiali capaci di ridurre l’effetto isola di calore urbana dello spazio e un vantaggio di gestione sostenibile delle acque piovane che vengono recuperate. È, inoltre, prevista una nuova pavimentazione caratterizzata da un diverso schema geometrico, con specchi d’acqua e fontane, parti a prato. Insomma, a Roma le strategie sono partite.

I numeri della Capitale

A Roma il rischio zero non esiste. La dimensione della vulnerabilità su cui intervenire è “impressionante” se si guardano i numeri: sono quasi 400mila le persone che vivono in aree a rischio idrogeologico, con circa 145mila persone in aree soggette ad esondazioni dirette dei corsi d’acqua e circa 245mila in zone interessate da potenziali fenomeni di flash flood (alluvioni lampo). Mentre l’analisi integrata della vulnerabilità ambientale e di quella sociale mette in evidenza come il 9% della popolazione residente a Roma viva in quartieri a rischio in periodi di prolungate ondate di calore, in particolare nell’area ad Est. Il non intervento aumenterebbe le disuguaglianze sociali e avrebbe impatti negativi sull’economia di Roma. Intervenire in queste aree sarà una delle priorità della strategia di adattamento, dove tenere assieme gli obiettivi di mitigazione –miglioramento dell’isolamento termico attraverso interventi di efficienza energetica e installazione di fonti rinnovabili – e di adattamento dei quartieri per ridurre l’effetto isola di calore urbana.

Non solo. Le analisi degli impatti in corso e le indicazioni che arrivano dalle analisi e dagli scenari dei cambiamenti climatici mettono in evidenza come ci siano altre due questioni prioritarie da affrontare, nel territorio di Roma, per ridurre i rischi degli spazi urbani, degli ecosistemi, del tessuto sociale e economico: la sicurezza degli approvvigionamenti idrici, in uno scenario di più lunghi periodi di siccità e l’intensificarsi di impatti sul litorale costiero, dai processi di erosione costiera, agli impatti di mareggiate e trombe d’aria, in uno scenario di innalzamento del livello del mare.

Sebbene la città abbia una rete idrica con basse perdite e stia investendo per migliorarne la gestione, è fondamentale ridurre il consumo di acqua sorgiva e incentivare il risparmio idrico. Ciò può avvenire promuovendo l’uso dell’acqua piovana e depurata, così come favorendo pratiche di gestione più sostenibile in vari settori, tra cui l’agricoltura e l’industria. Infine, il litorale romano, minacciato dall’erosione e dall’innalzamento del livello del mare.

Per effetto dei processi erosivi e dell’occupazione delle aree di spiaggia e delle aree dunali che hanno interessato il litorale romano, la superficie di spiaggia emersa è scesa da circa 159 km2 del 2000 a 95 km2 del 2020. E questa tendenza alla perdita di superficie di spiaggia è a tutt’oggi ancora in atto. Non solo, alcuni tratti costieri sono a rischio di inondazioni o salinizzazione, come la foce del fiume Tevere e alcune aree di retro duna a Sud dell’abitato di Torvaianica, rendendo necessarie misure di protezione dell’area.

 

 

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