ERA IN MANUTENZIONE DA APRILE

Il rigassificatore di Livorno RIPARTE, già allocata tutta la capacità al ’26-’27

L’impianto Olt è allocato a 22km dalla costa tra Livorno e Pisa e tratta 5 miliardi di metri cubi all’anno di gas per una capacità di stoccaggio di oltre 137mila m3. Il 2024 dovrebbe essere l’ultimo anno vero per le importazioni dell’Italia dalla Russia ma ancora oggi continuiamo a importare un 2% residuo. Il gas liquefatto è una fonte di approvvigionamento che ha acquisito negli anni della nuova guerra russa all’Ucraina un ruolo centrale per riempire le scorte per l’inverno

27 Nov 2024

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La nave rigassificatrice Fsru Toscana, ormeggiata a 22km largo tra Livorno e Pisa, ha ripreso a funzionare. Un’ottima notizia nel contesto di autonomia e gestione dei flussi di gas in entrata per l’Italia. A comunicarlo, ieri, la società che gestisce l’impianto Olt Offshore Lng Toscana dopo il periodo di manutenzione programmato durato da aprile a novembre.

Il terminale – ricorda la nota della società – può ricevere carichi fino a 173.250 m3 (165.000 m3 con un 5% di tolleranza operativa sullo scaricato) e, grazie al sistema di correzione dell’indice di Wobbe, Gnl proveniente pressoché da tutti gli impianti di liquefazione, garantendo, al contempo, ai propri utenti e al sistema un’elevata flessibilità di immissione in rete. Un’altra importante notizia è che la capacità di rigassificazione è attualmente allocata al 100%, fino all’Anno Termico 2026/2027.

Fsru Toscana rigassifica 5 miliardi di standard metri cubi all’anno per una capacità di stoccaggio di oltre 137mila m3, sarà interessante capire – una volta elaborati e acquisiti i dati ufficiali – quanto ha pesato questa assenza in gran parte del 2024. Oggi, però, l’Italia conta su diversi partner extra-russi per l’approvvigionamento di gas. Dall’Algeria agli Stati Uniti al Qatar. Gli stoccaggi sono da tempo sopra la quota rassicurante del 90%, utile ad affrontare in sicurezza la stagione invernale. Il 2024 dovrebbe essere l’ultimo anno di importazione da Mosca, attualmente ancora a quota 2%. Intanto, lo stop di forniture annunciato pochi giorni fa dal colosso Gazprom alla società austriaca Omv non ha creato gli scossoni che si temevano in Europa, se non nuove oscillazioni di prezzo. Dal primo gennaio 2025 non sarà più in vigore l’accordo russo-ucraino per il transito di gas dall’ex Unione Sovietica al Vecchio Continente.

Red. Diac

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