IL DL AMBIENTE IN SENATO
Pendenti 1.811 Via. Integrazioni in due mesi, iter brevi a più impianti
Secondo Confindustria, occorre un’estensione del perimetro dei progetti inclusi nelle semplificazioni, ricomprendendo tra gli altri anche quelli di autoconsumo industriale, quelli in aree idonee, quelli di energy e gas release, i progetti per il repowering degli esistenti, gli offshore da 250 megawatt, quelli in possesso requisiti previsti dal Pnrr e quelli per il pompaggio idroelettrico
 
		
	IN SINTESI
Più impianti da autorizzare in via (anzi, Via) breve, più tempo per presentare i nuovi documenti, più aree idonee. E’ cominciato l’iter del decreto Ambiente in Senato (i relatori sono Roberto Rosso – Fi, Simona Petrucci – Fdi e Manfredi Potenti – Lega). Il testo normativo che, nell’ambito del pacchetto Mase per semplificare gli iter autorizzativi degli impianti rinnovabili e ridefinire le aree ad essi destinate, punta a velocizzare le cosiddette procedure Via. Il primo giorno di audizioni si è consumato ieri in Commissione VIII mentre per l’11 novembre è fissato il termine per presentare gli emendamenti. Tante le richieste pervenute dalle associazioni delle imprese audite.
Le richieste di Confindustria, dalle aree idonee alla governance del Mit
Partendo da Confindustria, sentita tramite Marco Ravazzolo, direttore dell’area Politiche per l’Ambiente, l’Energia e la Mobilità, la necessità principale è quella di estendere il perimetro degli impianti da autorizzare con iter semplificato, includendo anche quelli di autoconsumo industriale, quelli nelle aree idonee (tra le quali, inoltre, vanno inclusi i siti contaminati da risanare), quelli di Energy release, le procedure Gas release e i progetti per il repowering degli impianti esistenti. Ma dovrebbero essere inclusi anche gli impianti offshore da 250 megawatt, quelli in possesso requisiti previsti dal Pnrr e quelli per il pompaggio idroelettrico “che svolgono funzioni essenziali nei periodi di bassa domanda”. Intervenendo anche sui criteri di priorità, secondo Ravazzolo vanno messi in prima filagli impianti che, per la loro realizzazione, “richiedono una durata inferiore ad un anno”, mentre sta ai privati valutare i parametri di sostenibilità tecnica ed economica dei parchi rinnovabili. Quanto alla governance delle procedure, Confindustria ha chiesto invece di concentrare al massimo il ruolo del Mit.
“Sottolineiamo – ha aggiunto Ravazzolo sulla prima disposizione – la possibilità di cogliere la semplificazione introdotta dall’articolo 1 nel procedimento sull’energia elettrica da fonti rinnovabili per puntare maggiormente sul disaccoppiamento dei prezzi dell’energia prodotta da fonti rinnovabili da quella prodotta dalle fonti fossili, in modo da continuare il percorso per la decarbonizzazione rendendo più competitive le imprese italiane sfruttando il canale accelerato di autorizzazione per gli impianti di una determinata soglia”.
Per Italia Solare vanno distinte le aree d’impianto da quelle di rete
Tornando sul tema già lamentato da Anev alcune settimane fa, “sulla dichiarazione della disponibilità di superficie il problema è la genericità, perché noi distinguiamo tra l’area di impianto e l’area delle opere di rete. Chiediamo di eliminare il comma 2 dell’articolo 1 mantenendo l’attuale regolamentazione. Se non fosse possibile chiediamo che si riferisca solo all’area dell’impianto”. A dirlo, Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia solare. “Ci spiace dover segnalare che molti provvedimenti vengono redatti senza un preventivo controllo che sarebbe auspicabile. Si rischia che un vero ed efficace testo unico sui procedimenti di interesse delle rinnovabili non veda mai la luce, perché ricordo che poche settimane fa eravamo qui in un’audizione sul Testo unico”. Che, intanto, attende il parere dalla Conferenza Unificata convocata per domani.
Quanto agli ordini di priorità, per Viscontini “sarebbe importante dare priorità agli impianti che hanno già la rete disponibile” e in generale vanno individuati più precisamente i criteri in base alla rilevanza ai fini dell’attuazione del Pnrr, all’affidabilità e sostenibilità tecnica ed economica, agli impianti da idrogeno verde e impianti da fonti rinnovabili e alle modifiche per il rifacimento, il potenziamento o integrazione solare.
1811 procedimenti di Via, Pnrr e Pniec pendenti in commissione speciale
“Oggi abbiamo 1811 provvedimenti di Via, Pnrr e Pniec pendenti dinnanzi alla commissione speciale. Accogliamo positivamente la misura ma riteniamo sia necessario apportare alcuni correttivi”, ha avvertito anche Filippo Fontana, portavoce di Alleanza per il fotovoltaico. “Chiediamo la sincronizzazione dei pareri e certezza tempistiche, i criteri di priorità dovrebbero essere rispettati anche dal Mic per evitare ritardi nei procedimenti, accade spesso che Mic e Mase non lavorino simultaneamente sugli stessi progetti”. Inoltre, per Apf va raddoppiato da 30 a 60 giorni il termine per le integrazioni documentali “per rispondere in modo adeguato a richieste sempre più complesse”. Così come va fissato a due mesi il termine “per il dm che dovrà introdurre i criteri di priorità” e “il rispetto dei termini procedimentali anche per tutti i progetti fotovoltaici, agrivoltaici, estendendo la garanzia finora destinata ai progetti finanziati dal Pnrr”. Sempre riguardo alla certezza dei tempi, Fontana ha chiesto “in riferimento al Pua, l’introduzione di un obbligo per tutte le Amministrazioni di esprimere pareri entro i termini di legge”.
Ancora, sulle priorità, “andrebbe rivista la soglia di potenza, attualmente fissata a 50 megawatt, perché già da 30 megawatt sono progetti di grande taglia”. Infine, “i progetti riconducibili allo stesso proponente e riconducibili allo stesso punto di connessione” vanno “trattati unitariamente”.
Rifiuti, i geologi e Unirima: Via prioritaria anche per impianti di recupero. Utilitalia chiede la tracciabilità
Un’altra estensione richiesta per i progetti prioritari arriva dal Consiglio nazionale dei geologi. “Il dl dà priorità alle Via per grandi impianti delle rinnovabili, sarebbe utile estenderla ai progetti di impianti per il recupero dei rifiuti, soprattutto nell’ambito dell’economia circolare”, ha fatto presente il consigliere Rudi Ruggeri. “Questo incentivo potrebbe snellire le procedure per gli impianti di riciclaggio di materiali speciali e supportare un’industria di recupero di metalli e rifiuti edilizi per cui potrebbe essere un emendamento che migliorerebbe l’articolato”.
Sempre in materia di rifiuti, “rispetto a uno strumento importante che condividiamo come quello del Rentri, della tracciabilità dei rifiuti, data la complessità dell’introduzione di questo nuovo sistema, siamo a proporre che il periodo di iscrizione al Rentri per il primo scaglione di imprese (che gestiscono fasi di smaltimento e trasporto) sia esteso di 4 mesi e quindi non si limiti alle prime settimane dell’anno, ma che si possa arrivare fino ad aprile”. A chiederlo è Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia. Aggiungendo poi di “chiarire il perimetro di esclusione dall’obbligo di formulario per il trasporto dei rifiuti urbani, in particolare per le fasi che precedono l’ingresso al primo impianto di trattamento”.

“Attualmente – ha fatto notare anche Francesco Sicilia, direttore generale di Unirima – quando un impianto di recupero introduce novità tecnologiche volte a efficientare i processi spesso queste si configurano come varianti sostanziali e quindi può accadere che le imprese acquistino macchinari e poi l’autorizzazione superi i mesi o gli anni con le conseguenze che si possono immaginare. Ridurre le pratiche burocratiche che servono quando un impianto viene efficientato riteniamo possa essere una via da perseguire”, ha aggiunto Sicilia. Ne va della competitività delle imprese e dell’export per il settore.
Intanto, inaugurando la nuova edizione di Ecomondo a Rimini, il ministro Pichetto ha ricordato che stiamo crescendo con le rinnovabili. L’aver superato la produzione di energia da fonti fossili nel primo semestre del 2024 è un dato rilevante. Stiamo crescendo con l’eolico e il fotovoltaico, stiamo rinnovando le concessioni del geotermico”. Ma per velocizzare gli iter autorizzativi degli impianti green, “dobbiamo arrivare a un modello decisionale molto più rapido, anche se con la massima trasparenza”. Anche dall’Europa è arrivato un messaggio simile: “Da 4 anni da a 7 anni per l’eolico, 3 anni per il solare, 10 anni per l’off shore è inaccettabile e dobbiamo fare meglio”. A dirlo è stato Dan Jorgensen, commissario designato all’Energia e alla casa, durante l’audizione di conferma al Parlamento Ue, rispondendo a una domanda sulla necessità di accelerare le procedure. Il commissario designato ha quindi specificato che la velocizzazione deve essere fatta nel rispetto dell’ambiente.
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