CITTA' E SOSTENIBILITA'
Zanetti: per gli incentivi fiscali altri due anni di purgatorio, arriva Conto termico 3.0. De Felice: imprese prudenti sugli investimenti perché le agevolazioni arrivano tardi o in tempi incerti
Città sempre più sostenibili grazie anche agli incentivi. Ma qual è il loro futuro tra le sfide nazionali e gli scenari europei?
Un ruolo chiave lo gioca, neanche a dirlo, l’incertezza delle politiche del governo e delle istituzioni europee a partire da quello che accadrà con la fine del Pnrr.
Ne è convinto Gregorio De Felice, Head of Research e Chief Economist di Intesa Sanpaolo, che ha preso parte a un panel dedicato proprio agli incentivi nel corso della terza giornata di ‘Città nel Futuro 2030-2050’, l’appuntamento dedicato alle buone pratiche di trasformazione urbana ospitato al MAXXI di Roma.
“Le imprese restano molto prudenti dal lato investimenti perchè gli incentivi arrivano tardi o non si sa quando, motivo per cui gli investimenti non arrivano. Per gli operatori, dunque, questa sicurezza è molto importante. Se c’è l’attesa di uno stimolo, di un incentivo, di un supporto si ferma tutto nell’attesa di tale incentivo. Questo è quello che è successo nel 2024 e parte del 2025”.
La situazione sta, però, cambiando. “L’ultimo dato sugli investimenti è leggermente positivo, abbiamo tanto da spendere grazie al Pnrr che scade tra meno di un anno e per il settore delle costruzioni la previsione è divisa in due: più cauta sul mondo del residenziale, anche per effetto rimbalzo del Superbonus ed altri tipi di incentivi, e con molto spazio per opere infrastrutturali collegate al Pnrr”, sottolinea De Felice.
Un sistema degli incentivi che oggi sembra ancora non riuscire a stimolare gli interventi, con livelli di intensità troppo bassi per innescare un vero e proprio cambiamento. Da parte sua il Ministero dell’economia si trincera dietro l’elevato costo degli incentivi e la difficoltà di mantenerli nel quadro attuale, che rischia di diventare paralizzante. In questo senso ben venga un uso efficace della garanzia pubblica per l’attivazione del Fondo nazionale per l’efficienza energetica, rivolto a tutte le imprese, le Esco e gli enti della Pubblica Amministrazione che vogliono fare investimenti in questo ambito. Per l’efficienza energetica un sistema di incentivi potrebbe, infatti, rappresentare un passo in avanti concreto e meno oneroso per il bilancio pubblico, ma più efficace per favorire l’accesso al credito.
“I tempi non sono maturi, ma stanno maturando”, sottolinea nel corso del suo intervento Enrico Zanetti, revisore legale, ex viceministro all’Economia e alle Finanze e oggi consigliere del ministro Giorgetti. “Per la transizione energetica il 2026 e il 2027 sono anni ancora di transizione, forse quest’ultimo potrebbe non esserlo perchè ci sono tematiche elettorali che potrebbero attivare una maggiore voglia di fare qualcosa. Anche perchè sono gli ultimi due anni su cui si scaricano pesantemente sul bilancio gli effetti della fase del Superbonus. Inoltre, entrerà in vigore l’incentivo ‘Conto Termico 3.0’ che è una misura molto interessante con le sue dotazioni storiche che restano tali e che, quindi, probabilmente si riveleranno insufficienti, ma è impensabile pretendere che vengano aumentate dal governo con la pochezza di spazi di finanza pubblica”, conclude il commercialista.