Città in scena
A Viterbo all’ultimo miglio il polo direzionale dell’ex gasometro. Al palo il nuovo ospedale di Latina. La corsa a ostacoli della rigenerazione urbana
Vecchi edifici di archeologia industriale che diventano poli direzionali e culturali o che si trasformano in quartieri smart e parchi urbani; ospedali immersi nel verde; interventi che ricuciono le ferite nel cuore delle città. Progetti vicini al traguardo, in via di realizzazione e progetti fermi sulla carta. Ancora una volta, Città in scena, il festival della Rigenerazione Urbana , organizzato dall’Ance e dall’associazione Mecenate 90, apre lo scrigno ricco di progetti che vogliono cambiare nel profondo le città – grandi, medie o piccole che siano – ma anche pieno di problemi e criticità legate al quadro normativo, alle risorse finanziare in campo, alla macchina amministrativa e burocratica. Si fa presto, insomma, a dire rigenerazione urbana. E l’ulteriore conferma è il quadro di luci ma anche con molte ombre quello che ha tratteggiato il terzo appuntamento del 2025 di Città in Scena che ha fatto tappa, ieri, a Latina, presso il museo Cambellotti.
Tra i progetti presentati ieri – tutti concentrati nel Lazio – i casi emblematici che rappresentano questa complessità sono quelli di Latina e Viterbo. Il capoluogo pontino, per il quale si avvicina l’appuntamento del centenario della sua fondazione nel 2032, vede come una chimera il nuovo ospedale. Il progetto c’è: è quello realizzato dall’Ance Latina, donato alla Regione Lazio nel 2020, che prevedeva un partenariato pubblico privato. Sono passati cinque anni ma il progetto il cui valore si attesta in torno ai 400 milioni di euro, è rimasto lettera morta. Quali sono i tempi? “Chiedetelo alla politica”, ha risposto il presidente regionale dell’Ordine degli Ingegneri, Giovanni Andrea Pol, che ha presentato il progetto. I render proiettati mostrano una struttura moderna ed efficiente da realizzare su un terreno nel Comune di Latina (località Borgo Piave), di proprietà della Regione Lazio e già destinato per i servizi sanitari. Una struttura immersa nel verde, con un grande atrio vetrato, un punto di accesso accogliente: una sorta di “agorà”, come è stata definita, con anche servizi di ristorazione e commerciale. Sono previsti 690 posti letto, compresi 40 per l’università; 12 sale operatorie più 2 dedicate alla ostetricia e ginecologia, oltre alla terapia intensiva neonatale. Nel piano interrato sono previsti un tunnel finalizzato all’ingresso del paziente con elicottero direttamente in pronto soccorso e anche un’area parcheggio in grado di essere, alla necessità, trasformata in area per la gestione per le emergenze come terremoti, epidemie. Nessun parcheggio all’esterno dove il passaggio è destinato solo ad ambulanze e taxi. Tutto fermo, dunque, nulla si è mosso negli ultimi cinque anni. In compenso, sempre a Latina, procede la rigenerazione dello storico quartiere Nicolosi Trezzotti con interventi finanziati con i fondi del Pnrr per un importo complessivo di 12 milioni e 300mila euro.
Un ex gasometro che diventa un polo direzionale e culturale: è, invece, questa l’operazione di rigenerazione urbana tutta privata realizzata a Viterbo. Si tratta del recupero di un’ampia area all’interno della cinta muraria medievale e, quindi, nel centro storico a pochi passi dal Palazzo dei Papi, simbolo del capoluogo della Tuscia. L’operazione restituisce al cuore della città la porzione di territorio dove insisteva l’ex gasometro, insediato nel 1872 ma che poi con la chiusura a metà degli anni ‘70 è diventato un luogo di abbandono e degrado. Il mancato utilizzo e la mancata manutenzione hanno causato, infatti, il collasso e il crollo di molti degli edifici esistenti. L’operazione ha preso il via nel 2011 con l’acquisto da parte di Unindustria dell’area di proprietà della società Camuzzi. Il progetto di rigenerazione urbana è nato da una ben precisa scelta compiuta dalla conferenza dei servizi che escluse un impiego residenziale optando invece per un centro direzionale con spazi verdi ad uso pubblico. Nel 2015 sono iniziati i lavori di recupero che hanno consentito a partire da fine 2020 di collocare gli uffici di Unindustria ed Ance Viterbo. Si può dire, come ha spiegato il progettista, l’architetto Gianni Cesarini, che i lavori siano completati praticamente al 90%. Manca però l’ultimo miglio, cioè quella parte sempre ad uso direzionale, che si trova a ridosso delle mura: si tratta di interventi di restauro sottoposti a vincolo. “Ci sono problemi con la Sovrintendenza, si procede a stop and go”, ha detto Cesarini. Ora si punta a marzo 2026 ma, nonostante tutto, si può dire che sia “una scommessa vinta”. C’è un edificio che, forse, più di tutti è il simbolo di questa rigenerazione urbana: è il ‘cilindro’ del gasometeoora è diventato un auditorium, un nuovo polo culturale di Viterbo che si apre al pubblico per eventi e manifestazioni . La funzione degli edifici ad uso direzionale consente la possibilità di far vivere l’intera zona con un flusso di pubblico per i servizi specifici ma anche i comuni cittadini che possono fruire una zona dall’alta valenza storica per la presenza delle prime testimonianze delle mura medievali. L’ammontare complessivo dell’investimento è di 4-5 milioni di euro, interamente di natura privata.
A Città in Scena Latina sono stati presentati anche altri interventi di rinascita e trasformazione, sia pubblici che privati, che Diac Diario intende narrare, che mostrano come spazi, aree e quartieri degradati o sotto utilizzati possono riacquistare valore sociale, economico e culturale. A partire dal Progetto di rigenerazione del Waterfront della città di Formia ‘’La passeggiata di Cicerone’’, dell’ex fabbrica Mistral di Sermoneta, alla ristrutturazione e allestimento dei padiglioni dell’ex Mattatoio di Testaccio a Roma, presentato da Paolo Buzzetti, past president di Ance, e da Umberto Marroni, delegato del sindaco di Roma. Un’operazione che farà dell’area il più grande centro culturale italiano e uno dei cinque più grandi d’Europa, che sarà praticamente al centro di Roma, a differenza di quanto avviene in altre città europee. Il Padiglione 9d , che è stato presentato, ospiterà la Casa della Fotografia. L’inaugurazione è fissata per il 18 dicembre prossimo. Il sindaco di Gaeta, Cristian Leccese, ha presentato il progetto per la rigenerazione dell’ex vetreria Avir (raccontato da Diac nello scorso luglio), per un investimento di 100 milioni di euro.
“Con Città in scena stiamo scoprendo sempre di più la grande vivacità in atto nelle città medie, capaci di avviare tante iniziative di rigenerazione coinvolgendo il tessuto economico e la società civile”, ha affermato la presidente di Ance, Federica Brancaccio. “Una vocazione ad attrarre investimenti, attività produttive e servizi che va valorizzata e che diventa ancora più significativa in questo momento storico, in cui i grandi centri faticano a dare risposte alle esigenze dei cittadini, a partire dall’emergenza abitativa. Ma, ancora una volta, i riflettori del dibattito si sono puntati sul ddl sulla Rigenerazione Urbana in discussione al Senato. “Bisogna ragionare se è meglio di niente ma ci siamo anche un po’ seccati di accettare qualcosa perché è meglio di niente. Si era raggiunto un punto di mediazione, poi sono arrivati emendamenti dei ministri e la situazione si è complicata”, ha rimarcato Brancaccio che invoca “il coraggio di riscrivere una legge che è del 1942″.”Non vogliamo demolire il grandissimo lavoro fatto ma se pensiamo che è stata tolta la leva delle agevolazioni fiscali, allora vuol dire che la rigenerazione urbana non si fa”. Critiche condivise dal presidente di Mecenate 90 Ledo Prato: “c’è il tema delle risorse importante ma c’è anche un problema di governance”, ha detto. Tracciando il bilancio della giornata, Prato ha parlato di conferme e di smentite. “Le conferme che abbiamo avuto sono, diciamo, il lavoro che abbiamo fatto in questi tre anni. Abbiamo visto progetti che sono rimasti purtroppo sulla carta, nel senso che non si sono realizzati e ormai trascorso anche un po’ di tempo e che in alcuni casi hanno il ‘limite’ di essere , interventi puntuali, cioè su un bene solo ancorché questo magari è esteso su una porzione ampia, come nel caso dell’ex mattatoio. Oggi abbiamo avuto anche la conferma che i progetti di rigenerazione urbana non devono essere necessariamente progetti complessi, che riguardano strutture fisiche importanti, come nel caso della Passeggiata di Cicerone a Formia“. Poi ci sono le smentite , come quella del luogo comune che “ le città sono in ritardo, che le imprese non sono all’altezza. Invece anche le piccole città si sono impegnate”.
“Per agevolare la rigenerazione urbana delle nostre città attraverso il recupero del nostro enorme patrimonio abbiamo bisogno di una vera semplificazione delle norme, ormai stratificate e non adatte alle esigenze che cambiano – ha dichiarato il presidente di Ance Roma – Acer, Antonio Ciucci – servono poi capacità amministrativa e risorse, da una parte investimenti pubblici, dall’altra risorse private, e in mezzo il partenariato pubblico-privato, leve tutte indispensabili per poter realizzare efficacemente i progetti”. “La tappa ospitata oggi a Latina ha rappresentato un importante momento di confronto sul futuro delle nostre aree urbane e sul ruolo che la rigenerazione può avere per lo sviluppo dei territori – ha sottolineato il presidente di Ance Latina, Pierantonio Palluzzi – rigenerazione che deve fondarsi su una visione ampia e condivisa, superando frammentazioni normative e competizioni tra istituzioni e mettendo in campo collaborazione, regole chiare e coraggio”