Porto di Fiumicino, il sì della Via: piano da 600 milioni

13 Nov 2025 di Giusy Iorlano

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Porto di Fiumicino, il sì della Via: piano da 600 milioni

Via libera alla valutazione di impatto ambientale per il nuovo porto turistico-crocieristico di Fiumicino – Isola Sacra. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di concerto con il Ministero della Cultura, ha firmato il decreto che sancisce la compatibilità ambientale del progetto presentato dal Comune di Fiumicino. Il provvedimento conclude un iter tecnico e amministrativo durato due anni, segnando un passaggio decisivo per l’avvio di una delle opere marittime più significative nel panorama infrastrutturale italiano.

Un provvedimento, questo, che certifica la compatibilità ambientale del progetto presentato dal Comune di Fiumicino. Nel decreto, infatti, sottoscritto dal direttore generale del Mase Gianluigi Nocco e dal soprintendente speciale Pnrr Fabrizio Magani, si legge che l’intervento “non comporta impatti ambientali significativi” e che “le criticità residue sono state valutate e mitigate nell’ambito del progetto stesso”.

Una conclusione che arriva dopo mesi di analisi e con 17 condizioni ambientali poste dalla Commissione tecnica, tra cui approfondimenti specifici sui sedimenti marini e sulla gestione dei materiali di dragaggio. Anche il Ministero della Cultura ha espresso parere positivo, ma con ulteriori 11 prescrizioni a tutela del paesaggio e del patrimonio archeologico.

Con la firma del decreto, il Mase ha autorizzato anche l’immersione in mare del materiale derivante dalle operazioni di escavo, in conformità con l’articolo 109 del decreto legislativo 152/2006, e ha riconosciuto la conformità del piano preliminare per l’utilizzo delle terre e rocce da scavo, nel rispetto delle prescrizioni tecniche e delle norme ambientali. Ora può partire la fase operativa del progetto che tra l’altro, è inserito fra gli interventi per il Giubileo.

Il piano dei lavori e le aree coinvolte

La realizzazione del porto sarà, in particolare, articolata in tre fasi operative per una durata complessiva stimata di circa nove anni.

Nella prima fase, della durata di otto mesi, è prevista la sistemazione dell’approdo al Molo Traiano, la ristrutturazione del Faro e la creazione di una piattaforma dedicata all’accoglienza dei passeggeri.

La seconda fase, che rappresenta il cuore dell’intervento e avrà una durata di ventotto mesi, comprenderà la costruzione dei moli Traiano, Claudio e Adriano, oltre alla realizzazione del bacino della Marina e delle operazioni di dragaggio.

L’ultima fase, della durata di due anni, prevede infine la costruzione di una struttura alberghiera che completerà il complesso portuale, configurando l’area come un vero e proprio polo turistico e ricettivo.

Il progetto interessa un’area di notevole valore ambientale, che include diversi siti sottoposti a tutela, tra cui Macchia Grande di Focene, Isola Sacra, Lago di Traiano e Secche di Tor Paterno, appartenenti alla rete Natura 2000. La valutazione di incidenza, condotta a livello II, ha stabilito che l’intervento non compromette l’integrità dei siti e che le misure di mitigazione previste garantiscono la salvaguardia degli ecosistemi locali. Il decreto subordina comunque l’autorizzazione al rispetto rigoroso delle condizioni ambientali indicate nei pareri del Ministero della Cultura, della Regione Lazio e della Commissione Tecnica Pnrr-Pniec. Le attività di verifica e monitoraggio saranno coordinate dal Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con la Soprintendenza speciale Pnrr e con gli enti territoriali competenti. La validità del provvedimento è fissata in nove anni, al termine dei quali, in assenza di proroga, sarà necessaria una nuova valutazione ambientale.

Il progetto industriale di Fiumicino Waterfront

Anche la società Fiumicino Waterfront  (società facente capo al gruppo Royal Caribbean e partecipata da Icon Infrastructure), titolare della concessione demaniale dell’area in località Isola Sacra, ha comunicato la pubblicazione del decreto Via sottolineando che con un “investimento complessivo di circa 600 milioni di euro, il progetto è destinato a diventare nei prossimi anni una delle infrastrutture turistiche più innovative e sostenibili del Mediterraneo”, ha commentato Galliano Di Marco, amministratore delegato della società. “Si tratta di un’iniziativa che coniuga sviluppo infrastrutturale e rigenerazione urbana, a beneficio dell’economia regionale, della comunità locale e della tutela ambientale”, ha aggiunto.

Il nuovo, sottolinea la titolare della concessione, porto avrà una funzione primaria di marina per yacht di grandi dimensioni, ma ospiterà anche un attracco per una nave da crociera, a disposizione di tutte le compagnie. L’obiettivo è rafforzare l’attrattività del litorale romano e integrare Fiumicino nella rete delle destinazioni del turismo nautico internazionale. Il progetto include inoltre la realizzazione di un parco pubblico, di un hotel di standard internazionale e di aree dedicate ai servizi per diportisti, passeggeri e visitatori, configurandosi come un vero distretto del mare.

Dal punto di vista economico, i dati forniti dalla società delineano un impatto significativo: secondo le stime di Fiumicino Waterfront, il contributo al Pil italiano sarà di oltre 500 milioni di euro nella fase di costruzione e di circa 400 milioni l’anno nella successiva fase operativa. Anche l’impatto occupazionale sarà rilevante: si prevedono 2 mila posti di lavoro all’anno durante i quattro anni del cantiere e oltre 5 mila occupati stabili nella gestione del porto una volta operativo.

Un altro elemento centrale riguarda la mobilità locale. L’azienda ha confermato il proprio impegno a collaborare al miglioramento della viabilità dell’Isola Sacra, partecipando alla realizzazione delle opere di compensazione necessarie, individuate dal Comune di Fiumicino in accordo con altri soggetti pubblici e privati. Tali interventi saranno oggetto di pianificazione all’interno del “Tavolo della Viabilità”, istituito lo scorso marzo e coordinato dal sindaco di Fiumicino, che vede la partecipazione di Regione Lazio, Anas, Ferrovie dello Stato Italiane, Città Metropolitana di Roma, Aeroporti di Roma e altri enti interessati.

Le perplessità dei comitati

Nonostante il via libera del Mase il progetto continua a dividere l’opinione pubblica locale. Il Comitato dei Tavoli di Porto, che riunisce le realtà contrarie alla realizzazione, ha espresso forte preoccupazione per l’impatto che un’opera di tale portata potrebbe avere su un territorio ritenuto fragile dal punto di vista ambientale e idrogeologico. “È stata ignorata la fragilità del territorio: la mobilitazione continua”.

Secondo i rappresentanti del comitato, il nuovo porto crocieristico “potrebbe cambiare per sempre il volto del litorale romano”, con conseguenze sull’equilibrio ambientale e sulla qualità della vita delle comunità locali. “Il decreto dichiara il progetto compatibile dal punto di vista ambientale, autorizzando perfino l’immersione in mare dei materiali di dragaggio, ma ignora l’enorme impatto su quattro aree protette della Rete Natura 2000:  Isola Sacra, Macchia Grande di Focene, Lago di Traiano e Secche di Tor Paterno – afferma il portavoce David Di Bianco –. Tutte zone già fragili, minacciate da consumo di suolo, erosione costiera e inquinamento marino”.

Secondo Di Bianco, l’approvazione dell’opera rappresenta “un passo nella direzione opposta rispetto agli impegni assunti per contrastare la crisi climatica: più navi, più consumo energetico, più inquinamento”. Il Comitato sottolinea inoltre che la Soprintendenza speciale del Ministero della Cultura non ha ancora rilasciato l’autorizzazione paesaggistica, evidenziando alcune lacune procedurali che, a loro avviso, renderebbero la Via non pienamente legittima. “Dietro la retorica della valorizzazione turistica – conclude il Comitato – si nasconde un progetto che porterà anni di cantieri, colate di cemento e aumento del traffico, con pesanti ripercussioni su aria, acqua e paesaggio”.

I comitati promettono di proseguire le mobilitazioni già avviate nelle ultime settimane e di ricorrere in tutte le sedi possibili per chiedere una revisione del progetto, ribadendo la necessità di un piano di sviluppo alternativo, più sostenibile e rispettoso delle caratteristiche naturali del territorio costiero.

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