La giornata
Panetta: l’area euro rallenta. Upb taglia il Pil e “vede” la STAGNAZIONE
- Rfi lancia una gara a 1,3 miliardi di euro per la manutenzione e potenziamento della rete
- Il progetto di cattura della Co2 di Saipem e del Gruppo Hera selezionato per ricevere 24 milioni di finanziamento Ue
- Rigenerazione Urbana: Invel Real Estate ottiene un prestito di 34 milioni per un progetto a Roma
IN SINTESI
Ci sono stati “miglioramenti” sul fronte dell’inflazione ma nell’area euro l’economia sta rallentando e si sta indebolendo. A sottolinearlo è stato il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, parlando ieri, a Washington, ai ‘Governors Talks -Reviving Europe: the role of monetary policy in a new era”. “E’ chiaro che abbiamo assistito a un miglioramento del panorama dell’inflazione nell’area euro. L’inflazione è scesa e ora siamo al di sotto dell’obiettivo. Questo – ha avvertito Panetta – potrebbe essere temporaneo perchè ci saranno alcuni alti e bassi ma è chiaro che l’economia dell’eurozona si sta disinflazionando. Ma l’economia reale si sta indebolendo”. E a dimostrarlo molto chiaramente stanno gli indicatori anticipatori, gli indicatori di fiducia. Negli ultimi due anni l’economia “è cresciuta molto poco e il contributo della domanda interna è stato molto limitato. Siamo cresciuti grazie allo stimolo proveniente dalla domanda estera ma ora anche questa si sta indebolendo. Quindi, penso che ci sia una combinazione di bassa inflazione, crescita debole e chiaramente ciò favorisce un ulteriore allentamento dei nostri standard di politica monetaria” ma, ha puntualizzato Panetta, “non mi avventurerò qui nell’analisi di quanto basso dovrebbero scendere”. E, ha aggiunto, la prospettiva di un tasso neutrale è ancora lontana e non si può escludere che si scenda sotto un tasso di interesse neutrale. “In ogni caso è troppo presto per dirlo”, ha aggiunto Panetta.
Sul fronte italiano, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio taglia la stime di crescita dell’economia italiana nel 2024 e prevede un aumento del Pil dello 0,8%, due decimi di punto in meno di quanto previsto in occasione dell’esercizio di validazione delle previsioni del Piano Strutturale di Bilancio. Una revisione ascrivibile al peggioramento della variazione acquisita per il 2024, desumibile dai dati trimestrali recentemente pubblicati dall’Istat. Lo prevede la Nota Congiunturale dell’Upb che ufficializza quanto la presidente Lilia Cavallari aveva anticipato nel corso di un’audizione sul Psb in Parlamento sulla limatura di 0,2 punti alla luce dei nuovi dati dell’Istat. Gli indicatori congiunturali tempestivi disponibili non concordano su una chiara evoluzione della fase ciclica. Sulla base dei modelli dell’Upb, nel terzo trimestre il Pil sarebbe variato in misura contenuta, all’interno di un intervallo tra il -0,1 e lo 0,2 per cento per cui c’è una probabilità non trascurabile che abbia sostanzialmente ristagnato; l’attività resta frenata dalla debolezza del settore manifatturiero e sono incerte le prospettive per l’edilizia. I rischi delle previsioni per l’economia italiana sono complessivamente orientati al ribasso. Nel breve termine pesa la persistente debolezza dell’industria, in particolare del comparto manifatturiero, oltre all’incertezza sulle prospettive dell’edilizia, anche a seguito del venir meno degli incentivi sugli investimenti residenziali. Per i prossimi anni, i rischi sono principalmente riconducibili alle ricadute economiche delle guerre in corso e delle tensioni geopolitiche che frenano gli scambi internazionali; in ambito nazionale, come ripetutamente sottolineato dall’Upb, sarà cruciale il ritmo di avanzamento delle opere previste dal Pnrr. L’economia italiana negli ultimi trimestri ha registrato, rileva l’Upb, una crescita congiunturale di pochi decimi di punto, simile a quelle dell’area dell’euro. In primavera il Pil del nostro Paese è cresciuto dello 0,2 per cento, spinto dai consumi (privati e pubblici) e dalle scorte, mentre la domanda estera netta ha inciso negativamente. L’inflazione è scesa in settembre al di sotto del punto percentuale e si mantiene nettamente inferiore a quella dell’area dell’euro; oramai quasi il 60 per cento dei prezzi mostra incrementi sotto il 2,0 per cento. L’occupazione a tempo indeterminato continua ad aumentare, il tasso di disoccupazione si riduce e i salari reali cominciano a recuperare parte della perdita di potere d’acquisto accumulata nello scorso biennio. La spesa per consumi infatti risale lentamente in quanto le famiglie sono molto prudenti e il tasso di risparmio ha superato il 10 per cento. L’indicatore dell’Upb sulle tensioni nel mercato del credito, basato sullo squilibrio tra la domanda e l’offerta, prospetta una sostanziale stabilità nei trimestri primaverili ed estivi, dopo il forte miglioramento osservato nei mesi precedenti. Si delinea una stabilizzazione anche per il mercato dei mutui. Gli investimenti in abitazioni frenano, ma aumentano altre componenti dell’accumulazione. Le esportazioni si sono indebolite dell’1,2 per cento nel secondo trimestre, proseguendo il trend osservato nel periodo precedente, mentre sul fronte dell’attività industriale la produzione è diminuita di 3 punti nei primi 8 mesi. Le prospettive non accennano a migliorare nel breve termine, il clima di fiducia delle imprese manifatturiere è sui minimi degli ultimi tre anni. Nel periodo estivo l’incertezza misurata dall’indice dell’UPB è rimasta pressoché invariata, con un lieve peggioramento per le imprese ed un leggero miglioramento per le famiglie.
Rfi lancia una gara a 1,3 miliardi di euro per la manutenzione e potenziamento della rete
Rete Ferroviaria Italiana, società del Gruppo FS Italiane, ha indetto una gara da circa 1,3 miliardi di euro per l’esecuzione di un programma di interventi di manutenzione sistematica dell’armamento ferroviario su tutto il territorio nazionale. La procedura rientra nel più ampio piano di investimenti di Rfi per attività di manutenzione finalizzate a innalzare gli standard di affidabilità della rete. L’Accordo Quadro ha una durata di tre anni. La gara è suddivisa in 15 lotti, corrispondenti al numero delle direzioni territoriali di Rfi. I lavori consisteranno in interventi diffusi di rinnovo di binari e traverse, nella sostituzione di massicciate e scambi. Le attività di ammodernamento garantiranno un incremento dell’affidabilità dell’infrastruttura e un miglioramento del servizio di trasporto su ferro. È di circa 9 miliardi di euro il valore economico degli investimenti per il 2024, mentre ammonta a 3,5 miliardi di euro l’investimento medio annuo destinato a interventi di manutenzione sulla propria rete.
Il progetto di cattura della Co2 di Saipem e del Gruppo Hera selezionato per ricevere 24 milioni di finanziamento Ue
Catturare l’anidride carbonica in uscita dai camini dei termovalorizzatori, per poi stoccarla nei giacimenti di gas naturale esauriti, abbattendo così in modo significativo le emissioni degli impianti, contribuendo alla decarbonizzazione dei territori. È l’obiettivo del progetto all’avanguardia presso il termovalorizzatore di Ferrara – proposto dal Gruppo Hera, soggetto capofila, in collaborazione con Saipem – che è stato selezionato per ricevere i finanziamenti previsti dal quarto bando per progetti mid-scale dell’Eu Innovation Fund. Una volta che l’assegnazione sarà definitiva, l’importo destinato a questo progetto di cattura delle emissioni di Co2 sarà di quasi 24 milioni di euro. Questo progetto industriale di cattura della Co2 è il primo in Italia pensato per essere applicato ai termovalorizzatori e tra i primi in Europa. Prevede l’applicazione di BluenzymeTm, soluzione proprietaria e modulare di Saipem basata su “Co2 Solutions”, una innovativa tecnologia enzimatica per la cattura dell’anidride carbonica nei processi industriali di piccoli e medi emettitori. L’iniziativa è stata selezionata dalle autorità europee in funzione dell’alto livello di innovatività e per la potenziale replicabilità su altri impianti di termovalorizzazione e in altri settori industriali hard to abate in Italia e, più in generale, in Europa. I Fondi Europei copriranno una quota significativa dei 53 milioni di euro previsti per la realizzazione dell’impianto per la cattura della Co2. Ferme restando le opportunità derivanti dall’evoluzione del contesto normativo, l’operatività dell’impianto è ipotizzata per il 2028. Il progetto abbatterà completamente le emissioni di Co2 del termovalorizzatore di Ferrara. La cattura della CO2 è una leva di decarbonizzazione fondamentale per i termovalorizzatori e, per il momento, l’impianto Herambiente di Ferrara è stato individuato come quello più adatto. Il progetto consentirà, infatti, di catturare il 90% circa delle emissioni di una delle due linee del termovalorizzatore, ovvero 64 mila tonnellate di Co2 all’anno (equivalente alle emissioni annuali di circa 37 mila automobili), che costituiscono la totalità della CO2 emessa, rendendo quindi sostenibile l’intera produzione di energia ottenuta dalla termovalorizzazione dei rifiuti indifferenziati. La rimanente quota di Co2 emessa dall’impianto, infatti, è di natura biogenica e quindi neutrale dal punto di vista ambientale. La Co2 catturata verrà trasportata tramite condotta e stoccata nei giacimenti di gas esauriti dell’alto Adriatico. Il nuovo impianto di cattura della Co2 garantirà alti standard di sicurezza e innovazione, consentendo anche di massimizzare l’efficienza energetica. Sarà infatti totalmente green, perché sfrutterà energia elettrica da fonti rinnovabili, cioè prodotta sia dal termovalorizzatore stesso sia dal calore fornito da fonte geotermica convogliato tramite la rete di teleriscaldamento della multiutility. Il processo di cattura enzimatica, a basso impatto ambientale, può essere infatti alimentato proprio da calore a bassa temperatura, come quello geotermico. Saranno quindi evitate ulteriori emissioni di Co2. Con questa iniziativa il Gruppo Hera, una delle principali multiutility italiane, ribadisce il proprio impegno per favorire e supportare la transizione ecologica dei territori serviti, grazie all’ampia dotazione impiantistica e il know how maturato nei diversi settori di attività. Si conferma quindi pioniere nel perseguimento della neutralità carbonica, tema centrale nella propria strategia: questo progetto rappresenta, infatti, una delle principali leve interne previste dal Piano di transizione climatica del Gruppo Hera finalizzate alla riduzione delle emissioni con l’obiettivo di raggiungere il Net Zero al 2050. Su 4,4 miliardi di investimenti previsti dal Gruppo Hera nel piano industriale nel periodo 2023-2027, più del 30% sono destinati a progetti per favorire la decarbonizzazione. “Abbiamo ottenuto il punteggio più alto nel bando europeo dell’Innovation Fund: questo conferma il carattere assolutamente innovativo di questa iniziativa. È un traguardo molto importante, che ci vede pionieri in Italia con questa soluzione su scala industriale di cattura della Co2 applicata ai termovalorizzatori. Come leader della filiera ambiente, andiamo a tracciare la strada dell’innovazione in questo ambito, facendo leva su investimenti e competenze. Si tratta di una tecnologia sicura e replicabile su altri impianti in Italia e all’estero, che associa le attività di economia circolare volte al recupero della materia con i processi di decarbonizzazione. Con questa soluzione, in un settore importante come quello del trattamento dei rifiuti e della generazione dell’energia, allunghiamo la vita degli impianti aumentandone la resilienza. Questa tecnologia rientra tra le principali leve interne per la riduzione delle emissioni di Scopo 1 previste dal nostro Piano di transizione climatica. Siamo il primo player del settore multiutility in Italia e tra i primi in Europa a dichiarare l’obiettivo Net Zero al 2050 su tutti e tre gli Scopi: essendo fortemente radicati sui territori che serviamo, sentiamo infatti più di ogni altra azienda la necessità di creare valore, favorendo uno sviluppo sostenibile delle comunità e accrescendo la resilienza dei nostri asset con la leva abilitante delle nuove tecnologie”, ha dichiarato Orazio Iacono, amministratore delegato del Gruppo Hera. “Il riconoscimento da parte dell’Eu Innovation Fund conferma l’elevato livello di innovazione della tecnologia BluenzymeTm di Saipem per la decarbonizzazione dei piccoli e medi emettitori nei settori hard to abate con un progetto unico a livello italiano ed europeo che rafforza il ruolo della nostra azienda nell’accompagnare i propri clienti nel percorso verso la carbon neutrality”, ha dichiarato Alessandro Puliti, Ceo di Saipem.
Rigenerazione Urbana: Invel Real Estate ottiene un prestito di 34 milioni per un progetto a Roma
Invel Real Estate, primario operatore nel mercato sud-europeo del private equity, ha ottenuto un prestito di 34 milioni di euro da Banco Bpm. Il finanziamento è finalizzato, in particolare, alla riqualificazione di un immobile cielo-terra sito in Roma e alla realizzazione di un complesso residenziale che comprenderà 150 appartamenti, per un valore di circa 80 milioni di euro. Il progetto di rigenerazione urbana si trova in Via Paolo di Dono 223, in un vivace contesto residenziale, commerciale e direzionale nel cuore del quartiere Eur Serafico. Invel ha acquisito l’immobile nel marzo 2024, tramite un Fia neocostituito e gestito da DeaCapital Real Estate Sgr Spa, denominato “Juniper”, realizzando un’ulteriore operazione nell’ambito della strategia di investimento immobiliare opportunistica per la sua serie di fondi flagship. Il progetto, incentrato sulla rigenerazione urbana e improntato a principi Esg, punta a raggiungere una delle migliori certificazioni internazionali di sostenibilità ambientale. Invel collaborerà con Redbrick e Savills, che agiranno rispettivamente come development manager e consulente commerciale, per offrire un prodotto residenziale moderno e di alta qualità, garantendo gli standard abitativi più elevati. Il complesso residenziale, denominato “Dono – Domus Nova” e sarà commercializzato da Savills, comprenderà 150 appartamenti e una gamma di servizi, tra cui una reception, spazi di co-working, palestra e solarium. I residenti potranno anche usufruire di un parco privato all’aperto di 2.000 mq, dotato di un’area giochi per bambini e aree per cani. I lavori di riqualificazione sono già iniziati e le attività di marketing per la vendita degli appartamenti inizieranno nell’ultimo trimestre del 2024.
Ddl Concorrenza, 60 emendamenti inammissibili. Voti previsti la prossima settimana
Sono circa 60 gli emendamenti presentati al ddl Concorrenza dichiarati inammissibili. Secondo quanto comunicato dal presidente della commissione Attività produttive della Camera Alberto Gusmeroli (Lega), la prossima settimana si dovrebbe iniziare a votare le proposte di modifica. Inizialmente, le proposte di modifica presentate erano 455 in totale, di cui 109 a firma Pd, 56 da Fratelli d’Italia, 53 dalla Lega, 52 da Forza Italia e 10 da Noi Moderati. A seguire, gli altri emendamenti sono stati depositati da Avs (47), M5s (44), Azione (32), Italia viva (24), Gruppo misto (11), Minoranze linguistiche (11) e +Europa (6).
Tra le proposte di modifica scartate, quelle della maggioranza che prevedevano che le grandi multinazionali che forniscono servizi e contenuti online (Ott) paghino un equo compenso per contribuire allo sviluppo e al mantenimento delle infrastrutture di rete.
Auto elettriche, i punti di ricarica pubblici italiani superano quota 60.000. “Cambiare strategia sul Pnrr”
Prosegue l’espansione della rete italiana di colonnine per le auto elettriche, ma per il definitivo salto di qualità serve ora una stretta collaborazione tra Istituzioni e industria per sfruttare a pieno le risorse del Pnrr. Al 30 settembre i punti di ricarica a uso pubblico installati nella Penisola sono 60.339, in aumento di 13.111 unità nei 12 mesi e di 9.661 unità dall’inizio dell’anno (+3.347 nell’ultimo trimestre).
“La crescita della rete è un’ottima notizia e denota il grande impegno degli operatori per dotare l’Italia di un’infrastruttura altamente strategica, essenziale per non perdere il contatto con gli altri grandi Paesi europei, nonostante il ritardo accumulato in termini di parco circolante elettrico”, commenta il presidente di Motus-E, Fabio Pressi. “In un contesto in profonda evoluzione, in cui l’industria ha più che mai bisogno di certezze per pianificare gli investimenti, la rete di ricarica rappresenta un punto di partenza decisivo, a cui auspichiamo vengano affiancati quanto prima gli incentivi programmatici alla domanda di veicoli preannunciati dal Mimit nel Tavolo Automotive di agosto”, aggiunge Pressi, che sottolinea poi la centralità del Pnrr a coronamento di un approccio multidisciplinare indispensabile per supportare le filiere protagoniste di questa transizione tecnologica. “Le criticità pratiche nell’utilizzo dei fondi PNRR rischiano di vanificare l’enorme potenziale di uno strumento in grado di moltiplicare le colonnine super veloci sul territorio italiano, specialmente al Sud e nelle cosiddette aree a fallimento di mercato, dove è indispensabile lavorare sulla capillarità della rete. Come Motus-E siamo a completa disposizione delle Istituzioni per individuare insieme tutte le possibili soluzioni alle problematiche emerse”, conclude Pressi.

Tornando ai numeri, il tasso dei punti di ricarica in attesa di connessione risulta in lieve calo al 17,8%, valore che tuttavia testimonia ancora una volta l’importanza di velocizzare le procedure autorizzative e di un maggiore coinvolgimento dei tanti soggetti chiamati in causa nel corso dell’iter. I punti di ricarica sulle autostrade si attestano intanto al 30 settembre a 1.057 unità (dalle 851 del settembre 2023 e le 310 del settembre 2022), di cui l’86% è di tipo veloce in corrente continua e il 64% supera i 150 kW di potenza. Il 42% delle aree di servizio autostradali è dotato già di infrastrutture per la ricarica. La classifica delle Regioni con più punti di ricarica continua a vedere la Lombardia davanti a tutti (11.687 punti di ricarica, +3.593 negli ultimi 12 mesi), seguita da Lazio (6.217 punti, +1.659 nei 12 mesi), Piemonte (6.035 punti, +1.322 nei 12 mesi), Veneto (5.690 punti, +1.126 nei 12 mesi) ed Emilia-Romagna (4.946, +896 nei 12 mesi). Tra le Province, Roma conserva il primo posto per punti di ricarica installati (4.919 punti, +1.346 nei 12 mesi), seguita da Milano (3.999 punti, +1.295 nei 12 mesi), Napoli (2.879 punti, +236 nei 12 mesi), Torino (2.751 punti, +659 nei 12 mesi) e Brescia (1.764 punti, +518 nei 12 mesi).
L’Ue investe 4,8mld di entrate Ets in progetti innovativi net zero. 23 quelli italiani
La Commissione ha selezionato 85 progetti innovativi a zero emissioni nette per ricevere 4,8 miliardi di euro in sovvenzioni dal Fondo per l’innovazione, contribuendo a mettere in atto tecnologie pulite all’avanguardia in tutta Europa. Per la prima volta, nell’ambito dell’invito a presentare proposte 2023 sono aggiudicati progetti di diversa scala (grandi, medie e piccole dimensioni, insieme a progetti pilota) e incentrati sulla produzione di tecnologie pulite. Si tratta del valore più elevato dall’inizio del Fondo per l’innovazione nel 2020, con un aumento dell’importo totale del sostegno a 12 miliardi di euro e un aumento del 70 % del numero di progetti. I progetti selezionati sono dislocati in 18 paesi: Belgio, Danimarca, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia (23), Ungheria, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Finlandia, Svezia e Norvegia. Coprono una vasta gamma di settori delle seguenti categorie: industrie ad alta intensità energetica, energie rinnovabili, stoccaggio di energia, gestione industriale del carbonio, mobilità a zero emissioni nette (comprese quelle marittime e aeronautiche) ed edifici.
I progetti selezionati dovrebbero entrare in funzione prima del 2030 e nei primi dieci anni di attività dovrebbero ridurre le emissioni di circa 476 milioni di tonnellate di Co2 equivalente. Ciò contribuirà agli obiettivi europei di decarbonizzazione, riducendo le emissioni dei settori particolarmente difficili da decarbonizzare, rafforzando la capacità di produzione industriale europea e rafforzando la leadership tecnologica e la resilienza della catena di approvvigionamento dell’Europa. I candidati prescelti dovranno firmare le convenzioni di sovvenzione con l’Agenzia esecutiva europea per ilclima, l’infrastruttura e l’ambiente (Cinea) nel primo trimestre del 2025. Oltre agli 85 progetti selezionati oggi per il finanziamento, altri progetti promettenti ma non sufficientemente maturi riceveranno assistenza allo sviluppo di progetti dalla Banca europea per gli investimenti. Per la prima volta, tutti i 149 progetti che hanno ottenuto un punteggio superiore alle soglie di valutazione del Fondo per l’innovazione (compresi 64 progetti non finanziati) ricevono il marchio Step, il nuovo marchio di qualità dell’Ue da assegnare a progetti di alta qualità che contribuiscono agli obiettivi della piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (Step).
Red. Diac