LA STRATEGIA
Digitale, Ue punta a LEADERSHIP nella quantistica al 2030. I cinque punti
Ad oggi, però, si registrano ancora parecchi ritardi a livello comunitario. Dal tradurre le capacità di innovazione e il potenziale futuro in concrete opportunità di mercato, alla frammentazione delle strategie e delle tabelle di marcia tra gli Stati membri. Molto, poi, passera dall’attrazione di ingenti investimenti tanto pubblici quanto privati per rinvigorire la competitività tecnologica rispetto agli altri big mondiali.
IN SINTESI
La strada verso la leadership è lunga ma l’orizzonte è già visibile. L’Europa vuole arrivare al top nel settore quantistico, cioè nel comparto delle tecnologie applicabili in tanti rami del digitale quali la crittografia e l’intelligenza artificiale. Ecco perché la strategia presentata ieri dalla Commissione Ue è un passo chiave. Sono cinque i pilastri del piano: ricerca e innovazione; infrastrutture; filiera industriale; tecnologie e competenze. Tutti ambiti su cui intervenire in maniera profonda perché se da un lato già oggi il Vecchio Continente domina nella ricerca, dall’altro si registrano profondi ritardi: nel tradurre le capacità comunitarie di innovazione e il potenziale futuro in concrete opportunità di mercato, nella frammentazione delle strategie e delle tabelle di marcia tra gli Stati membri.
Le cinque strade
La roadmap chiamata “Quantum Europe” serve quindi a trasformare l’Europa in una potenza quantistica, promuovendo un ecosistema quantistico resiliente e sovrano, che alimenti la crescita delle startup e trasformi la scienza rivoluzionaria in applicazioni pronte per il mercato, mantenendo al contempo la sua leadership scientifica. Guardando da vicino le cinque aree sopra citate: nel campo della ricerca e innovazione l’obiettivo è consolidare l’eccellenza in tutta Europa per essere leader nella scienza quantistica e nella sua trasformazione industriale. Servirà poi promuovere lo sviluppo di hub infrastrutturali scalabili e coordinati per supportare la produzione, la progettazione e lo sviluppo delle applicazioni. Quindi, rafforzare l’ecosistema quantistico attraverso investimenti in startup e scaleup, proteggendo le catene di fornitura e l’industrializzazione delle tecnologie quantistiche. Ancora, avanzare sulle tecnologie quantistiche spaziali e a duplice uso (sicurezza e difesa) per favorire l’integrazione di capacità quantistiche sicure e sovrane nelle strategie spaziali, di sicurezza e di difesa dell’Europa. Infine, sulle competenze quantistiche: creare una forza lavoro diversificata e di livello mondiale attraverso un’istruzione coordinata, la formazione e la mobilità dei talenti in tutta l’Ue.
Sul tavolo ci sono queste idee: avvio dell’iniziativa di ricerca e innovazione Quantum Europe per sostenere la ricerca di base e sviluppare applicazioni in settori pubblici e industriali chiave; creazione di un centro di progettazione quantistica e di sei linee pilota per chip quantistici, con un finanziamento pubblico fino a 50 milioni di euro, per trasformare prototipi scientifici in prodotti realizzabili; avvio di un centro pilota per l’Internet quantistico europeo; espansione della rete di cluster di competenze quantistiche in tutta l’UE e istituzione della European Quantum Skills Academy nel 2026; definizione di una tabella di marcia per la tecnologia quantistica nello spazio con l’Agenzia Spaziale Europea e contributo alla roadmap tecnologica europea per gli armamenti.
Insomma, serve correre dopo i moniti messi nero su bianco già nel celebre rapporto Draghi dello scorso anno secondo cui sono e saranno cruciali i nuovi investimenti privati, attualmente limitati nel settore rispetto ad altre potenze economiche come Stati Uniti e Cina; così come limitata è la capacità europea di convertire la ricerca nelle tecnologie per il mercato. Infatti, dice il rapporto Draghi, cinque delle prime dieci aziende tecnologiche a livello globale in termini di investimenti nel settore quantistico hanno sede negli Usa e quattro in Cina, nessuna invece ha sede in Ue. Le società europee attirano solo il 5% dei finanziamenti privati globali nella tecnologia quantistica, rispetto alla quota del 50% attirata dalle aziende Usa.
Tutte le applicazioni della quantistica
Alla strategia presentata ieri seguirà una legge sulla tecnologia quantistica che verrà proposta entro la fine dell’anno, ha detto Bruxelles. Ricordando che il settore quantistico sarà sempre più centrale perché le tecnologie che utilizzano questa meccanica, cioè questa branca della fisica che studia il comportamento della materia e dell’energia alle scale più piccole, come atomi e particelle, svolgono compiti che sono irrisolvibili o altamente inefficienti per le tecnologie tradizionali. Le principali aree delle tecnologie quantistiche includono l’informatica e la simulazione quantistica, il rilevamento quantistico e la comunicazione quantistica. Insomma, si tratta di tecnologie trasformeranno e rivoluzioneranno settori che vanno dall’informatica, all’assistenza sanitaria, alla sicurezza informatica e alla mobilita’, fino alle previsioni climatiche. I computer quantistici potrebbero risolvere compiti che sono al di fuori della portata anche dei piùpotenti sistemi di calcolo ad alte prestazioni oggi disponibili, per capirci.
Ancora, nella vita di tutti i giorni, ha ricordato ieri la Commissione, la tecnologia quantistica potrebbe consentire diagnosi precoci attraverso sensori di imaging, accelerare lo sviluppo di farmaci, migliorare la crittografia per la sicurezza dei dati e le comunicazioni ultra-sicure, ottimizzare la logistica e i trasporti, migliorare i sistemi di navigazione e offrire un sistema di allerta precoce in caso di terremoti attraverso la mappatura del sottosuolo. La tecnologia quantistica ha un forte potenziale a duplice uso, rendendola un settore vitale per le applicazioni in ambito di difesa e sicurezza nazionale.
Gli scenari: 150 miliardi al 2040
Bruxelles è attesa quindi da un’altra sfida da non fallire verso il prossimo decennio. Continuare a essere leader “solo” nella ricerca quantistica non basta più, così come non basta essere sede di tantissime startup. Occorre svoltare sulla commercializzazione: negli ultimi cinque anni sono già stati impegnati oltre 11 miliardi di euro di finanziamenti pubblici (Ue e nazionali), di cui quasi 2 miliardi di euro provenienti dalla sola Ue investiti nelle tecnologie quantistiche. Secondo le previsioni comunitarie la strategia Ue potrebbe stimolare la crescita di un’industria europea ‘deeptech’ con un valore globale di oltre 150 miliardi di euro entro il 2040.
Ecco perché serve attirare nuovi finanziamenti pubblici e privati, inclusa la fornitura di garanzie per ridurre i rischi per gli investitori. Che devono arrivare ma non scappare.