La giornata

Ue, CONTRO-DAZI dal 15 aprile. Von der Leyen: “Pronti a negoziare”

  • Con i dazi a picco i mercati globali, in Europa in fumo 760 miliardi
  • Meloni cancella tutti gli impegni e convoca un vertice a Palazzo Chigi
  • Imprese preoccupate: risposta ferma ma negoziare
  • Bankitalia: diminuisce a marzo l’indice eurocoin, pesa il calo del clima di fiducia
  • Marcegaglia e Nova Marine Carriers danno vita alla newco Nasce NovaMar Logistic

03 Apr 2025

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IN SINTESI

La Ue prepara le contromosse ai dazi imposti dall’Amministrazione Trump ma lascia aperta la porta del dialogo. Nel day after, dopo l’annuncio arrivato da Washington, è arrivata ieri la reazione europea. Prima a parlare è stata la presidente, Ursula von der Leyen, in missione in Uzbekistan. “Voglio dire una cosa. So che molti di voi si sentono delusi dal nostro più vecchio alleato. Dobbiamo prepararci all’impatto che avremo inevitabilmente. Ma l’Ue ha tutto ciò di cui ha bisogno per superare la tempesta. E l’unità è la nostra forza. Noi saremo sempre dalla parte di chi si vede i propri diritti danneggiati”, ha detto parlando a Samarcanda, dove si svolge il primo vertice tra Ue e Asia Centrale. “Seguiremo con attenzione anche gli effetti indiretti che queste tariffe potrebbero avere, perché non possiamo assorbire la sovraccapacità globale né accettare il dumping sul nostro mercato. Come europei promuoveremo e difenderemo sempre i nostri interessi e valori. E difenderemo sempre l’Europa”, ha sottolineato Von der Leyen, spiegando tuttavia come “c’è una strada alternativa: non è troppo tardi per affrontare le preoccupazioni attraverso i negoziati. Per questo il nostro commissario per il Commercio, Maros Šefčovič, è costantemente impegnato con le sue controparti statunitensi. Lavoreremo per ridurre le barriere, non per aumentarle. Passiamo dal confronto al negoziato. Non sembra esserci ordine nel disordine. Non c’è un percorso chiaro attraverso la complessità e il caos che si sta creando quando tutti i partner commerciali degli Stati Uniti vengono colpiti. Negli ultimi ottant’anni, il commercio tra Europa e Usa ha creato milioni di posti di lavoro”.

Le prime mosse concrete sono attese per metà aprile. “Ci sono contromisure in arrivo in risposta ai dazi sull’alluminio e l’acciaio annunciati il 12 marzo” dall’amministrazione Trump: “la decisione avverrà in comitologia, (una procedura speciale in sede Ue), e i Paesi saranno chiamati a votare il 9 aprile”, hanno fatto sapere fonti Ue, precisando che a seguito del voto – a maggioranza qualificata – i primi controdazi potranno entrare in vigore il 15 aprile, seguiti poi da una seconda tranche di misure il 15 maggio. “Eravamo pronti il 12 marzo, siamo pronti ora. C’è ancora qualche consultazione in corso e poi procederemo”, hanno ribadito le stesse fonti, precisando che “la ritorsione rifletterà” gli input ricevuti dai governi nazionali.

Ma tra le risposte della Ue non ci sono solo i controdazi. Abbiamo delle opzioni da mettere in atto, delle misure di ritorsione che non siano misure tariffarie”, ha spiegato ieri un alto funzionario europeo. “Abbiamo molte possibili risposte e non toglieremo nulla dal tavolo oggi”. Negoziati, contromisure e diversificazione: sono i tre assi su cui si muove l’Europa. “I negoziati sono al primo posto”, sottolineano fonti Ue, ribadendo l’impegno a “trovare una soluzione” di fronte a sovrattasse giudicate “illegali e ingiustificate”, con l’obiettivo di ridurle. Accanto al dialogo ci saranno però le contromisure. “Stiamo rispondendo per proteggere le nostre aziende, i nostri lavoratori e i nostri consumatori. Questa è la nostra prima priorità. La rappresaglia non è una punizione fine a se stessa, è uno strumento per raggiungere un obiettivo”, hanno spiegato le stesse fonti, precisando che l’Ue “non sta cercando l’escalation, ma vuole negoziare da una posizione di forza”. Il terzo asse è la diversificazione.

Intanto, si fanno i conti sul possibile impatto dei nuovi dazi sul Pil. Secondo fonti Ue, è “abbastanza chiaro che sarà negativo”, ma si sta ancora “cercando di elaborare un modello” per la stima. Quanto invece al costo dei dazi totali Usa per i singoli Paesi Ue, “le catene di approvvigionamento sono così interconnesse nell’Ue, che non ha molto senso fare quel tipo di ripartizione teorica di quanto esattamente i dazi” peseranno. Non si può, insomma, fare una mera ripartizione partendo dalle statistiche commerciali dei Paesi”. Sull’altra sponda dell’oceano, “il totale dei dazi che gli Usa sono destinati a riscuotere sulle esportazioni Ue è di poco superiore a 81 miliardi”, tra i dazi su auto, acciaio alluminio e i nuovi dazi ‘reciproci’ annunciati ieri. “E’ evidentemente un balzo enorme. Le nostre cifre dicono che si tratta di circa 290 miliardi di euro di esportazioni Ue con i dazi teorici del 20% da applicare dagli Usa” con le nuove tariffe. “Sono circa 58 miliardi di dazi extra che applicherebbero sulle esportazioni Ue. Il 70% delle nostre esportazioni, verso gli Usa sarebbe colpito da tariffe”.

Con i dazi a picco i mercati globali, in Europa in fumo 760 miliardi

Il ciclone dazi si è abbattuto i mercati globali. In picchiata l’Europa, dove l’Euro Stoxx 600 brucia oltre 760 miliardi. A Milano il Ftse Mib chiude in calo del 3,6% tornando ai minimi da quasi due mesi, pagando un conto da 26 miliardi di euro. Male anche i principali indici di Wall Street: solo sull’S&P 500 sono andati in fumo nelle prime due ore di contrattazione 2mila miliardi di dollari.

Meloni cancella tutti gli impegni e convoca un vertice a Palazzo Chigi

Giornata di grande tensione e riflessione per il Governo italiano. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annullato gli impegni previsti ieri in agenda, in modo da poter concentrare la propria attività sulle azioni da intraprendere in seguito all’introduzione di nuovi dazi da parte del Governo degli Stati Uniti. A Palazzo Chigi si è tenuto un vertice convocato dalla premier al quale hanno partecipato oltre ai vice Matteo Salvini e Antonio Tajani (collegato da Bruxelles), i ministri Giancarlo Giorgetti (Economia), Francesco Lollobrigida (Agricoltura), Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy) e Tommaso Foti (Affari europei e Pnrr). A Bruxelles, Tajani ha incontrato il Commissario Europeo con delega al commercio, Maroš Šefčovič, per discutere delle recenti decisioni dell’amministrazione statunitense in materia commerciale. Nel corso dell’incontro, «i due hanno convenuto sulla necessità di mantenere un approccio fermo ma basato sul dialogo, volto ad evitare un’ulteriore escalation sul fronte commerciale».  Salvini, invece, ha denunciato i  ‘troppi limiti dell’Ue’,  Salvini si è confrontato con il gruppo economico della Lega, ribadendo che se gli Stati Uniti hanno deciso di tutelare le proprie imprese, è necessario che l’Italia continui a difendere con determinazione il proprio interesse nazionale anche alla luce dei troppi limiti dell’Europa.

Imprese preoccupate: risposta ferma ma negoziare

Grande preoccupazione delle imprese italiane per l’impatto dei nuovi dazi americani.  Per Confcommercio, “i dazi hanno contenuti ben peggiori delle attese e al di là della sproporzione tra dazi e deficit delle partite correnti (meno di sei decimi di punto del PIL USA nei confronti dell’Europa), non si tratta tanto del livello delle nuove tasse, quanto, soprattutto, dell’implicito ed esteso attacco al funzionamento dell’Unione in materia di sussidi pubblici, politiche anti-inquinamento, proprietà intellettuale, equa tassazione dei redditi e imposte indirette, tutti temi confusamente identificati con l’etichetta di barriere non tariffarie. La strategia di risposta europea non può che incardinarsi su alcuni precisi pilastri. Negoziazione ferma ma ragionevole con la controparte, politica monetaria espansiva, intensificazione dei processi di riduzione della burocrazia interna e per rendere più coesa l’Europa in termini di unione bancaria e mercato dei capitali, per fare confluire l’eccesso di risparmio verso investimenti che la rendano più competitiva”. “Siamo preoccupati dalle conseguenze che l’introduzione dei dazi americani potrebbe determinare sul nostro sistema produttivo e in particolare su artigiani, micro e piccole imprese italiane, sempre più internazionalizzati”, avverte la Cna.  “Le nostre esportazioni verso gli Usa valgono 67 miliardi – calcola la confederazione – di cui otto miliardi la farmaceutica e poco meno l’agroalimentare. Ma sono tutti i prodotti simbolo del Made in Italy, dalla moda all’arredamento, dalla meccanica alla componentistica, a rischiare grosso per questa imposizione e per la eventuale guerra commerciale che potrebbe innescare. Oltre tutto aggravata da turbolenze geopolitiche mondiali quali non si vedevano da lungo tempo. Auspichiamo che questa prova muscolare dell’amministrazione americana sia finalizzata a ridiscutere i rapporti commerciali tra Usa ed Europa” e “speriamo perciò in una rapida mossa del governo italiano nell’ambito della sua autonoma ‘business diplomacy’ nonché in una maggiore ragionevolezza del presidente Donald Trump e del suo staff”. Ma “se invece la prova di forza di Washington dovesse proseguire senza tentennamenti – è la posizione della confederazione – allora l’Unione europea dovrebbe agire in maniera coesa nei confronti degli Stati Uniti cercando di attutire i colpi della politica americana aprendo una nuova stagione negoziale ma tenendo ben presente l’irrigidimento degli Usa verso l’Europa”. Per il presidente di Legacoop, Simone Gamberini,  “è indispensabile e urgente che le istituzioni europee si impegnino ad intensificare il dialogo con Washington per giungere ad una soluzione diplomatica e negoziale, evitando lo scoppio di una guerra commerciale i cui effetti sarebbero gravi per le nostre economie, ma anche per quella statunitense”. “Le nuove misure tariffarie imposte dall’amministrazione Trump -sottolinea Gamberini- colpiranno duramente l’economia europea e, naturalmente, quella italiana. I dazi su prodotti simbolo del Made in Italy, in particolare quelli delle filiere del vino, dei formaggi DOP, dell’olio d’oliva, dell’ortofrutta, rischiano di compromettere la competitività delle nostre imprese, con gravi ripercussioni su esportazioni, occupazione e crescita economica”.

Bankitalia: diminuisce a marzo l’indice eurocoin, pesa il calo del clima di fiducia

Diminuisce a marzo l’indice euro coin, che passa a 0,25 da 0,43 in febbraio .Sul calo dell’indicatore hanno inciso il peggioramento dei climi di fiducia dei consumatori e l’indebolimento degli indicatori qualitativi sui servizi. Euro-coin, sviluppato dalla Banca d’Italia, fornisce in tempo reale una stima sintetica del quadro congiunturale corrente nell’area dell’euro, esprimendo tale indicazione in termini di tasso di crescita trimestrale del Pil depurato dalle componenti più erratiche (stagionalità, errori di misura e volatilità di breve periodo).  Euro-coin precede di alcuni mesi la pubblicazione del dato ufficiale sulla crescita trimestrale del PIL dell’area dell’euro da parte di Eurostat e ne anticipa il segnale al netto delle componenti erratiche e
di breve periodo.

Marcegaglia e Nova Marine Carriers danno vita alla newco Nasce NovaMar Logistic

Nasce NovaMar Logistic, newco di diritto maltese, che mette insieme due eccellenze imprenditoriali: Marcegaglia, leader nello scenario siderurgico nazionale e internazionale, e Nova Marine Carriers, gruppo armatoriale italo-svizzero, con una flotta di oltre 100 navi tra proprietà e gestione. La newco è stata promossa e sviluppata da OD Shipping, broker storico del Gruppo Marcegaglia. L’operazione si è chiusa ieri pomeriggio con la firma di Antonio ed Emma Marcegaglia, entrambi a capo dell’impresa di famiglia; di Vincenzo Romeo, Ceo del Gruppo Nova Marine Carriers e di Mario Bernacca, Ceo di OD Shipping. La neocostituita NovaMar Logistic assumerà la gestione della M/n Sider Luck, 26’300 dwt, nave che opererà sulle rotte del cabotaggio europeo, collegando i porti di approvvigionamento delle materie prime con gli stabilimenti industriali del Gruppo Marcegaglia di Ravenna, Fos-sur-Mer e non solo. “Con l’ingresso in questa newco, rafforziamo la collaborazione con un nostro fornitore storico, il Gruppo Nova Marine, in un comparto, quello del trasporto marittimo, che è strategico per la competitività del siderurgico. I conflitti in atto, l’instabilità geopolitica, uniti al crescente protezionismo spingono a trovare soluzioni creative e strutturate per salvaguardare le proprie catene di approvvigionamento e con esse, la propria competitività”, dichiara Antonio Marcegaglia, presidente e Ceo Marcegaglia Steel. “NovaMar Logistic rappresenta per il gruppo Nova Marine il consolidamento strategico di una partnership ultradecennale con il Gruppo Marcegaglia di cui siamo estremamente orgogliosi e che evidenzia la sintesi tra due realtà che, nonostante le dimensioni rispettivamente acquisite, hanno mantenuto una solida leadership familiare” dichiara Vincenzo Romeo, Ceo del Gruppo Nova Marine. “Si tratta di un progetto non nuovo, sperimentato con successo in passato che si muove in ottica di sostenibilità ed efficienza. Questa stessa nave è stata già usata per il trasporto di oltre 700mila tonnellate di acciaio, garantendo una drastica riduzione dell’impatto ambientale rispetto a navi più piccole e un alleggerimento del traffico terreste. Un esempio di utilizzo strategico di autostrada del mare in chiave green” dichiara Mario Bernacca, Ceo di Od shipping.

Snam: conclusa in sicurezza la stagione invernale, stoccaggi al 42%

Si è conclusa in sicurezza la stagione invernale per gli stoccaggi Snam. L’anno termico 2024/25 si è concluso il 31 marzo 2025con un livello di riempimento degli stoccaggi italiani che, nonostante una domanda nazionale di gas che nei primi tre mesi del 2025 ha superato dell’8% quella riferita allo stesso periodo dell’anno scorso, è pari a circa il 42%, superiore al livello medio di riempimento degli stoccaggi europei, pari al 34%. In particolare, la stagione di erogazione si è chiusa con una giacenza residua al 31 marzo 2025 pari a circa 3 miliardi di metri cubi, che sommati alla riserva strategica raggiungono una giacenza complessiva di 7,9 miliardi di metri cubi. A seguito della pubblicazione del Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica in data 27 marzo 2025 e della deliberazione ARERA 150/2025/R/gas in data 3 aprile 2025, Snam ha avviato le procedure per il conferimento ad asta della capacità di stoccaggio disponibile per l’anno termico 2025/26 con la pubblicazione del calendario dei conferimenti, disponibile al seguente link.  Per garantire agli operatori di mercato un congruo anticipo per la presentazione delle offerte, a partire dal prossimo 7 aprile e nei successivi due giorni, 8 aprile e 9 aprile 2025, saranno effettuate le procedure per il conferimento dei servizi di modulazione uniforme pluriennale, di modulazione di punta e di modulazione uniforme stagionale. Nelle procedure ad asta saranno resi disponibili per il conferimento circa 10 miliardi di metri cubi (1 miliardo di metri cubi per il servizio uniforme pluriennale, circa 6,5 miliardi di metri cubi per il servizio di punta, circa 2,3 miliardi di metri cubi per il servizio uniforme e circa 0,2 miliardi di metri cubi per il servizio a punte costanti/“fast cycle”), cui va aggiunta la capacità di spazio già conferita per l’anno termico 2025/26 pari a circa 3,6 miliardi di metri cubi. Dato il livello delle attuali giacenze, inferiore a quello registrato il 31 marzo dell’anno scorso (42% a fronte del 58,4% dello scorso anno), dovranno essere iniettati negli stoccaggi italiani circa 9,4 miliardi di metri cubi per raggiungere l’obiettivo minimo di riempimento del 90%, come da misura attuativa del Regolamento UE 2022/1032 sugli obblighi di stoccaggio. In quest’ottica, sono previsti meccanismi di incentivazione al riempimento a favore degli operatori di mercato attraverso il riconoscimento del differenziale, se negativo, tra il prezzo atteso del gas nella prossima stagione invernale e quello della stagione estiva. Continuano ad essere resi disponibili i prodotti di iniezione giornaliera, settimanale e mensile a completamento dell’offerta dei servizi per gli operatori di mercato.

Energia, Elgin arriva in Italia con un piano da oltre 3GW entro il 2030

Elgin, leader europeo nel settore delle energie rinnovabili, annuncia il suo ingresso ufficiale nel mercato italiano con una partnership con Rinascita Holding, gruppo specializzato nella realizzazione di sistemi di accumulo energetico, per lo sviluppo di un progetto BESS da 200 MW in Umbria del valore di circa 250 milioni di euro. L’obiettivo ègarantire la stabilità della rete e aumentare la quantità di energia rinnovabile nell’Italia centrale. Questa operazione fa seguito alla partnership strategica di Elgin con Copenhagen Infrastructure Partners (CIP), realizzata nel 2024, che ha visto CIP acquisire una quota di maggioranza in Elgin al fine di accelerare la crescita dell’azienda nei nuovi mercati e in quelli esistenti. Il gruppo, con progetti attivi in Germania, Inghilterra e Irlanda, conferma così il proprio percorso di espansione, puntando a sviluppare oltre 3 GW in Italia entro il 2030. Le principali aree di investimento si concentreranno sullo sviluppo di impianti agrivoltaici e sistemi di accumulo di energia (BESS) in co-locazione, oltre ai tradizionali progetti solari e BESS indipendenti. “L’espansione in Italia è una tappa naturale per Elgin”, ha dichiarato Ronan Kilduff, CEO di Elgin. “Il Paese è il secondo produttore di energia solare in Europa ed è chiaro il suo impegno verso il raggiungimento degli obiettivi di energia pulita, al quale contribuiremo non solo mettendo in campo competenze tecniche e investimenti, ma anche avviando partnership locali nel rispetto dei territori e delle regioni in cui operiamo. Puntando su tecnologie innovative come l’Agri-PV e lo stoccaggio su larga scala, crediamo di poter sostenere le ambizioni dell’Italia in materia di energie rinnovabili in modo che venga valorizzato e protetto anche il suo patrimonio agricolo”. Nei prossimi mesi, Elgin prevede di effettuare nuove assunzioni per la sua sede di Roma nei settori sviluppo, operation, legale e tecnico, con l’obiettivo di far crescere il team fino a oltre 15 persone.

A2A introduce la termografia aerea per controlli più puntuali della rete di teleriscaldamento

Per migliorare ulteriormente il monitoraggio della rete di teleriscaldamento di Milano, A2A, attraverso la controllata A2A Calore e Servizi, ha introdotto la termografia aerea. Si tratta, spiega una nota, di una tecnologia avanzata che consente di effettuare controlli puntuali anche nelle aree meno accessibili dai mezzi a terra. L’attivita’ principale si e’ svolta nelle scorse notti, mentre alcune operazioni residue saranno completate nelle prossime settimane. Nel dettaglio consente di ricostruire una mappa termica della rete, individuando quei picchi di calore che possono rappresentare delle perdite cosi’ da pianificare in maniera precisa le manutenzioni necessarie. La termografia aerea e’ stata realizzata da DarkWaveThermo in collaborazione con DigiSky, aziende con una lunga esperienza nelle indagini termografiche e nei rilievi aerei, gia’ sperimentata anche in precedenti ispezioni a Torino, Brescia e Verona. Le riprese sono state effettuate nelle ore notturne per ridurre l’interferenza dovuta al traffico stradale e rendere maggiormente distinguibili le anomalie termiche, dal momento che le temperature ambientali serali/notturne sono inferiori rispetto alle temperature ambientali diurne. Un progetto che conferma Milano come modello nazionale per il teleriscaldamento, grazie all’adozione di soluzioni innovative e sostenibili: oggi, la rete cittadina si estende per 390 km e serve oltre 248.000 appartamenti equivalenti.

Terna, al via la sfida sociale con i progetti della Fondazione

Terna, il gestore della rete elettrica di trasmissione nazionale, in linea con quanto previsto dal Piano di Sostenibilità relativamente alla creazione di valore condiviso, presenta la Fondazione Terna, costituita con l’obiettivo di valorizzare la dimensione di responsabilità sociale del Gruppo, per favorire una maggiore inclusione attraverso un accesso diffuso al mondo dell’energia in termini di conoscenza, consapevolezza e opportunità di lavoro.
“La Fondazione Terna che oggi presentiamo è la testimonianza di un nostro convincimento: la transizione energetica non può e non deve essere solo una sfida tecnologica, ma anche una sfida sociale. Per questo motivo abbiamo scelto di adottare progetti in grado di produrre impatti tangibili e misurabili, facendo leva sulle nostre professionalità e sull’esperienza dei partner che ci affiancheranno nella realizzazione degli interventi. Siamo convinti che il progetto di innovazione sociale della Fondazione permetterà di rafforzare il nostro legame con le comunità”, ha affermato Igor De Biasio, Presidente di Terna e della Fondazione. “Nel 2024, in occasione della presentazione del Piano Industriale alla comunità finanziaria, avevamo dichiarato il nostro impegno nei confronti del Paese per un futuro più sostenibile. La Fondazione Terna, con i suoi progetti, conferma e valorizza il nostro approccio socialmente responsabile. Abbiamo individuato una strada da percorrere per sostenere gli individui e le loro famiglie in questa fase di cambiamento e nuove opportunità. La Fondazione Terna vuole favorire la crescita professionale e materiale, attraverso la diffusione della cultura energetica, con azioni di contrasto alla povertà energetica, e nel rispetto delle condizioni di pari opportunità nell’accesso al nostro settore”, ha dichiarato Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, e Presidente Onorario della Fondazione.
Al fine di realizzare una transizione energetica che sia anche equa e inclusiva (la “Just Transition”), la Fondazione Terna ha avviato le proprie attività su tre principali aree di intervento, tutte riconducibili a un obiettivo generale di inclusione sociale: la diffusione di una cultura energetica, promuovendone l’alfabetizzazione anche attraverso iniziative educative che coinvolgano le generazioni più giovani; il contrasto alla povertà energetica; la definizione di programmi che favoriscano l’accesso al mercato del lavoro e a nuove opportunità professionali nel settore dell’energia.
In linea con questo obiettivo prioritario, la Fondazione Terna ha effettuato un’analisi preliminare del contesto sociale italiano, individuando negli indicatori che ne misurano gli ambiti più critici – ovvero la povertà assoluta, la povertà educativa e la povertà energetica – le categorie sociali da mettere al centro delle proprie iniziative. La Fondazione sta avviando alcuni progetti che considerano le esigenze dei beneficiari, tra i quali minori, persone a rischio di esclusione sociale o in condizioni di conclamata fragilità, al fine di calibrare interventi utili e raggiungere risultati concreti e duraturi nel tempo. Per la realizzazione di queste iniziative la Fondazione, in una logica di coprogettazione, ha stretto partnership con organizzazioni di comprovata esperienza ed affidabilità, da tempo focalizzate su tali tematiche. L’impegno a operare in coerenza con i valori del Gruppo coinvolge gli organi della Fondazione Terna. Alla struttura della Governance, che vede Igor De Biasio e Giuseppina Di Foggia, rispettivamente in
qualità di Presidente e Presidente Onorario, si affianca il Comitato Scientifico composto da tre eccellenze italiane: Padre Paolo Benanti, francescano del Terzo Ordine Regolare, professore e teologo, si occupa di etica, bioetica ed etica delle tecnologie; Simona Onori, professoressa associata di Scienza e ingegneria energetica presso l’Università di Stanford e direttrice dello Stanford Energy Control Lab; Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano. La costituzione della Fondazione Terna ha visto, sin dai primi passi, la forte partecipazione dell’intero Gruppo. L’azienda ha promosso, infatti, una consultazione della popolazione aziendale, attraverso una survey interna, per conoscerne il punto di vista circa l’impegno nel sociale, gli indirizzi strategici e gli ambiti di intervento della Fondazione. Le indicazioni emerse dalla consultazione sono state tenute in considerazione durante la fase di definizione dei progetti da realizzare.

Energia, Invimit SGR S.p.A. lancia il progetto REgenera Verde con un impianto fotovoltaico da 194KW su Caserma Romagnoli a Roma

Invimit SGR., società 100% Mef che si occupa di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, avvia “REgenera verde”, un’iniziativa per migliorare le prestazioni energetiche degli immobili in locazione alla Pubblica Amministrazione. Il primo progetto prevede l’installazione di un impianto fotovoltaico che verrà realizzato sul lastrico solare della Caserma Romagnoli di Roma, attualmente locata ai Vigili del Fuoco. Come si legge sull’avviso pubblicato dalla SGR, si tratterà di un impianto – utilizzato con la formula del noleggio operativo – con una superficie di 1000mq e capace di produrre 194 KWp. È possibile presentare offerte concorrenti – che siano migliorative sulla potenza energetica prodotta e/o sui servizi di efficientamento offerti – entro il prossimo 30 aprile. “REgenera verde” è un progetto tematico, orientato alla riqualificazione e all’efficientamento energetico, il cui obiettivo è creare opportunità di partnership pubblico- privato al fine di raggiungere l’obiettivo di Invimit SGR S.p.A. di una rigenerazione del patrimonio immobiliare pubblico che includa il risparmio energetico e la riduzione dell’impatto ambientale degli edifici in uso.

Energia, Assistal: “politica industriale concreta e condivisione con le imprese unica strada per raggiungere gli obiettivi della transizione”

Assistal, l’associazione di Confindustria che rappresenta le ESCo, le imprese di servizi energetici, di facility management e di manutenzione e gestione di impianti tecnologici, ha organizzato ieri un convegno dal titolo “La climatizzazione degli edifici pubblici. Il ruolo delle pompe di calore”, all’interno della Fiera Heat Pump Technologies in corso a Milano. “Assistal – ha dichiarato il direttore generale  Giancarlo Ricciardi – chiede con forza una politica industriale concreta per il settore della transizione energetica. Più progettualità a medio termine e condivisione con gli operatori per dare la possibilità alle imprese di partecipare alla scrittura delle regole, perché sono le prime a doverle applicare. Una linea d’intervento possibile è quella di concentrarci sul parco edilizio pubblico, in particolare su edifici ad alta intensità energetica come ospedali e scuole, per ottenere risultati significativi in termini di riduzione dei consumi e di pari passo delle emissioni. In dieci anni abbiamo riqualificato il 2% del patrimonio pubblico, rispetto al 3% previsto. Con la metodologia attuale è impossibile intervenire su oltre 14 mila edifici pubblici, con un impegno finanziario nel breve termine di decine di miliardi di euro. La strada è ricorrere a finanziamenti pubblici strutturati e anche alla compartecipazione delle imprese, favorendo i contratti di partenariato pubblico privato quali modelli flessibili, in gran parte sostenuti finanziariamente dalle aziende e con un ritorno in qualità di infrastrutture e servizi per la collettività.” Al convegno sono intervenuti: Mauro Donnini, Responsabile Area Tecnica area ASSISTAL; Maurizio Pieve, Ricercatore ENEA, Delegato italiano nel Technical Collaboration Programme sulle Heat Pumping Technologies dell’International Energy Agency (IEA); Manuela Maliardo, Technical Manager conto termico GSE; Silvano Bocci, Technical & Proposal Director ENGIE Italia; Mauro Gardetto, Technical & Operation Manager di North West Zone Siram Veolia; Marco Schiariti, Energy Efficiency Engineering Control & Monitoring Edison Next.

Il commissario Jørgensen in Azerbaigian per rafforzare la cooperazione energetica

Il Commissario per l’Energia e l’edilizia abitativa, Dan Jørgensen , sarà domani a Baku per ribadire il partenariato strategico in campo energetico tra l’UE e l’Azerbaigian. Parteciperà all’11 ° incontro ministeriale del Consiglio consultivo del corridoio meridionale del gas e al 3° incontro ministeriale del Consiglio consultivo per l’energia verde . Il Commissario Jørgensen interverrà alla sessione inaugurale del Southern Gas Corridor e parteciperà alla sessione ministeriale, insieme ai rappresentanti dei governi partner, delle istituzioni e delle aziende. L’incontro sarà un’opportunità fondamentale per discutere dell’espansione della capacità del Southern Gas Corridor. Il gasdotto rappresenta una rotta cruciale per la diversificazione dell’approvvigionamento di gas per l’UE e i paesi limitrofi, mentre cerchiamo di eliminare completamente le forniture russe. La cooperazione nel campo delle energie rinnovabili e dell’abbattimento delle emissioni di metano sarà un tema di spicco anche nella visita del Commissario Jørgensen in Azerbaigian. Il Green Energy Advisory Council discuterà degli sforzi nei settori dell’efficienza energetica e dello sviluppo delle energie rinnovabili in tutta la regione. Il Commissario parteciperà anche a un incontro con i Ministri azero, georgiano, rumeno, ungherese e bulgaro per fare il punto sull’accordo sul corridoio energetico verde. Sarà inoltre co-presidente di una tavola rotonda commerciale UE-Azerbaigian sullo sviluppo dell’energia eolica offshore nel Mar Caspio insieme al Ministro dell’Energia azero, Parviz Shahbazov.

Durante il suo viaggio verso Baku, oggi (ieri,ndr) il Commissario farà tappa ad Ankara, in Turchia, per incontrare il Ministro dell’Energia e delle Risorse naturali, Alparslan Bayraktar.

Energia: Il Parlamento europeo adotta la strategia a sostegno delle industrie ad alta intensità energetica

I deputati europei hanno chiesto misure per rafforzare la competitività delle industrie ad alta intensità energetica e aiutarle nella transizione verso processi industriali più puliti. Le industrie ad alta intensità energetica, come quelle chimiche, siderurgiche, della carta, del cemento e del vetro, sono fondamentali per l’economia dell’UE e per gli sforzi di decarbonizzazione, hanno affermato i deputati europei nella risoluzione adottata giovedì per alzata di mano. Queste industrie sono fondamentali per l’occupazione e l’autonomia strategica europea, ma devono affrontare sfide importati per compiere la transizione a tecnologie più pulite, dicono i deputati. Nella risoluzione viene sottolineata la necessità di una transizione economicamente sostenibile attraverso l’utilizzo di diverse tecnologie, con l’elettrificazione (la sostituzione di fonti di energia fossili con l’elettricità derivata da fonti rinnovabili) come strategia chiave per ridurre i costi energetici ed evitare un effetto di dipendenza da infrastrutture legate a combustibili (carbon lock-in, in inglese).
I deputati Ue identificano diversi ostacoli alla competitività industriale dell’UE, tra cui il divario dei prezzi energetici con i concorrenti globali e la volatilità dei prezzi dei combustibili fossili. Ad ostacolare ulteriormente i progressi, specialmente per le piccole e medie imprese, vi sono gli oneri normativi e i meccanismi di finanziamento complessi. Inoltre, il Sistema di scambio di quote di emissioni (ETS) è inoltre sotto pressione a causa delle fluttuazioni del mercato e dell’uso disomogeneo dei ricavi tra gli Stati membri, il che ha l’effetto di ostacolare il suo sostengo della decarbonizzazione industriale.
Per affrontare le suddette sfide, i deputati chiedono un rilascio più rapido delle autorizzazioni per i progetti di energia pulita, l’attuazione della legislazione sulla progettazione del mercato dell’energia elettrica, un sistema energetico più integrato e maggiori investimenti nelle infrastrutture della rete. Si dovrebbero esplorare ulteriori modalità per dissociare i prezzi dei combustibili fossili dai prezzi dell’energia elettrica. Inoltre, i deputati chiedono di anticipare al 2025 l’analisi dei mercati a breve termine, al fine di prendere in considerazione opzioni alternative di assetto del mercato. Regole semplificate e la disponibilità di materie prime critiche e secondarie sono essenziali per attrarre investimenti privati e sostenere la decarbonizzazione, riducendo al contempo le nostre dipendenze da altri paesi, aggiungono i deputati.
Nella risoluzione viene inoltre evidenziata la necessità di affrontare la concorrenza globale sleale attraverso l’implementazione corretta del meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera (CBAM) e la creazione di mercati leader per i prodotti puliti europei. I deputati vogliono infine sostenere i lavoratori e le regioni coinvolte nel processo, garantendo che l’industria dell’UE rimanga competitiva a livello globale pur decarbonizzandola.
“Non abbiamo tempo da perdere: dobbiamo agire per garantire che l’industria europea possa resistere e per tutelare i posti di lavoro. L’innovazione tecnologica necessaria per accelerare la decarbonizzazione delle industrie ad alta intensità energetica richiede investimenti, che l’UE ha la responsabilità di sostenerli con risorse pubbliche”, ha dichiarato il relatore Giorgio Gori (S&D, IT). “Nel frattempo, queste industrie devono essere protette dal dumping, dai dazi, dalla concorrenza sleale e dalla sovraccapacità sovvenzionata di altri paesi, per prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e la fuga delle imprese dall’Europa.”

Pa, Zangrillo inaugura il corso di alta formazione su leadership e performance

“La vera sfida, oggi, è quella di passare da una gestione “amministrativa” delle persone a una “strategica” basata sulle competenze e orientata al conseguimento dei risultati e alla valutazione del merito”. Ad affermarlo è stato il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, inaugurando il ciclo di sei appuntamenti promossi dal Dipartimento della Funzione pubblica e realizzati da Formez Pa in qualità di soggetto attuatore, su ‘Le competenze di leadership per la valutazione della performance’.Tutti gli eventi si svolgeranno in presenza. Il corso, rivolto ai dirigenti delle pubbliche amministrazioni centrali e territoriali, è stato già sperimentato dal personale del Dipartimento della Funzione pubblica ed è presente, con alcuni moduli specifici, anche sulla piattaforma Syllabus, il portale dedicato al rafforzamento delle competenze. Il primo incontro si è svolto questa mattina alla Scuola Ufficiali Arma dei Carabinieri “Ugo De Carolis”, e va a rafforzare quell’intesa siglata a dicembre scorso tra il Dipartimento della Funzione pubblica e l’Arma dei Carabinieri, con l’obiettivo di sviluppare iniziative formative reciproche. “La grande partecipazione dei nostri dirigenti all’evento di oggi rende evidente quanto sia necessario rinsaldare sempre di più la sinergia con tutti gli attori coinvolti”, continua il titolare della Funzione pubblica. Così si vuole dare avvio al percorso di concreta attuazione del disegno di legge approvato di recente dal Consiglio dei ministri. L’obiettivo è quello di migliorare il sistema di misurazione e valutazione della performance a cui agganciare percorsi di carriera e di crescita basati sul merito. “Non esiste cambiamento culturale senza formazione continua. Mancanza di formazione significa cristallizzazione delle conoscenze, una lacuna gravissima che impedirebbe alle nostre amministrazioni di dotarsi di quei profili professionali altamente qualificati di cui ogni processo di
sviluppo necessita”, ha sottolineato Zangrillo. Grazie alle iniziative messe in campo la formazione dei dipendenti pubblici è passata, in poco tempo, da una media di appena 6 a 24 ore annue. Con la direttiva firmata dal ministro Zangrillo, lo scorso gennaio, l’obiettivo è quello di raggiungere almeno 40 ore all’anno. E questo per fare in modo che la formazione diventi un obiettivo di performance concreto e misurabile responsabilizzando, prima di tutto, i dirigenti. Il corso si inserisce nel quadro più ampio delle attività promosse dal Dipartimento della Funzione pubblica, tra le quali: il potenziamento di Syllabus, la piattaforma che eroga corsi di formazione e che oggi conta quasi 8500 amministrazioni iscritte e 280mila dipendenti che hanno iniziato i percorsi formativi; il rilancio dei Poli formativi territoriali in collaborazione con la Scuola nazionale dell’amministrazione, le Regioni, le Università e tutti gli enti territoriali coinvolti; il progetto PerForma PA, finanziato con 20 milioni di euro, che supporta le Pubbliche amministrazioni nella realizzazione e gestione di percorsi formativi efficaci e promuove lo scambio e la diffusione di buone pratiche.

Consob, il bilancio dell’Arbitro delle controversie finanziarie: 165 milioni di euro rientri nelle tasche dei risparmiatori in 8 anni

Centosessantacinque milioni di euro rientrati in otto anni nelle tasche dei risparmiatori che dal 2017 ad oggi si sono rivolti all’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), l’organismo istituito presso la Consob per la risoluzione stragiudiziale delle dispute tra gli intermediari e i loro clienti.
È uno dei dati centrali della Relazione annuale dell’Acf nel 2024, presentata ieri in Consob a Roma da Gianpaolo Eduardo Barbuzzi, presidente dell’Arbitro. Dall’inizio dell’attività, nel 2017, i circa 12.000 risparmiatori che hanno scelto di affidarsi all’Arbitro hanno visto riconoscersi rimborsi pari in media a 20,6 milioni di euro all’anno. Dai risultati emerge, tra l’altro, la crescita della rilevanza economica delle richieste di risarcimento sottoposte all’Acf. Per la prima volta il valore medio delle istanze dei risparmiatori ha raggiunto la cifra record di oltre 70.000 euro. Al tempo stesso la Relazione evidenzia che, nonostante la piena gratuità prevista per i ricorsi all’Arbitro, è in aumento nel 2024 (al 68,2% dal 60% del 2023) la percentuale di chi preferisce farsi assistere da un legale. Più in dettaglio: dopo anni in cui le pronunce dell’Arbitro hanno accolto in massima parte (in media nel 63% dei casi) le istanze dei risparmiatori, il 2024 ha visto scendere questo dato al 49,7%. In calo anche l’importo medio dei rimborsi riconosciuti (9,4 milioni dai 13,3 dell’anno precedente). Stabile il numero dei ricorsi (961), pressoché invariato rispetto al 2023, ma dimezzato rispetto al picco dei quasi 2000 ricorsi, registrato fra il 2017 e il 2018. La tendenza espressa da questi dati è riconducibile al superamento della fase emergenziale che ha caratterizzato i vari episodi di “risparmio tradito” legati alle crisi bancarie degli ultimi anni. Con ciò il ruolo dell’Arbitro tende a trovare una sua funzione fisiologica dopo le patologie del passato. Resta molto elevato (92,5%) il tasso di esecuzione volontaria delle decisioni dell’Acf da parte degli intermediari, posto che le pronunce dell’Acf non hanno carattere di cogenza. Positivo (+44,4%) anche l’incremento dei casi di estinzione anticipata dei procedimenti a seguito di accordi tra le parti (179 nel 2024 contro i 124 del 2023).

Ance Liguria, Elena Musso alla presidenza dei Giovani Imprenditori

Una specializzazione nel project management, e un ruolo front-line nel campo delle infrastrutture in particolare nella città di Genova, una laurea col massimo dei voti, lode e dignità di stampa in ingegneria e architettura edile conseguita presso l’Università di Genova e una grande passione per il tennis. È con questo identikit che Elena Musso ha assunto la carica di presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Edili di Ance Liguria. Nel segno di una forte presenza femminile anche ai vertici associativi, Elena Musso, votata dal consiglio direttivo del Gruppo Giovani, succede infatti a Caterina Viziano. Il neopresidente ha provveduto a nominare i vicepresidenti nelle persone di Sara Scipioni e Roberto Marino.

Confcommercio, Marco Barbieri nominato nuovo segretario generale

Il consiglio di Confcommercio-Imprese per l’Italia, su proposta del presidente Carlo Sangalli, ha nominato Marco Barbieri nuovo segretario generale di Confcommercio Lo annuncia Confcommercio in una notra nella quale Sangalli e il Consiglio di Confcommercio esprimono il più sincero ringraziamento a Luigi Taranto per l’impegno, la dedizione e la competenza con cui ha ricoperto in questi anni il ruolo di segretario generale. Nato a Vizzolo Predabissi (Milano) Barbieri, 49 anni, è segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza dal settembre 2016. Prima di approdare in Confcommercio a Milano è stato segretario generale della Confcommercio di Lodi dal 2003 al 2008. Barbieri fa parte del Comitato sostenitori della Fondazione Caritas Ambrosiana ed è componente del Consiglio di amministrazione CFMT (Centro formazione management terziario) e del Consiglio di amministrazione di QUAS (Cassa di assistenza sanitaria quadri). Sposato e padre di quattro figli, Barbieri è laureato in Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano con Master di specializzazione in diritto del lavoro. Il Consiglio – conclude la nota – su indicazione del presidente Sangalli, ha inoltre confermato i seguenti vice presidenti: Lino Enrico Stoppani (vicario) con delega all’amministrazione, Pier Andrea Chevallard con delega all’innovazione e multicanalità, Loretta Credaro con delega alla finanza e assicurazioni, Giovanni Da Pozzo con delega all’organizzazione e Unioni regionali, Patrizia Di Dio con delega alla legalità e sicurezza, Riccardo Garosci con delega all’internazionalizzazione, Mauro Lusetti con delega al CCNL, Manfred Pinzger con delega all’attrattività e turismo Donatella Prampolini con delega al fisco e bilancio, Pasquale Russo con delega alle politiche infrastrutturali. Il Consiglio ha, inoltre, proceduto alla nomina di Matteo Musacci nuovo vice presidente con delega alle politiche per il passaggio generazionale e start up.

Roma Capitale: giunta, no pubblico interesse progetto Roma Nuoto per Flaminio

Con una delibera votata all’unanimita’ dalla Giunta, Roma Capitale ha approvato il mancato riconoscimento del pubblico interesse per il progetto di fattibilita’ sullo Stadio Flaminio presentato da Costruzioni Civili e Commerciali S.p.A., in qualita’ di mandataria del R.T.I. costituito con la Rubner Holzbau e la Roma Nuoto. Tra le considerazioni a fondamento della delibera di Giunta si legge: ‘La proposta non restituisce alla citta’ la funzione primaria per la quale la struttura e’ stata progettata, quella di Stadio; non valorizza la vocazione di ‘grande impianto sportivo’ in grado di ospitare manifestazioni sportive nazionali e internazionali; depotenzia le potenzialita’ dello stadio quale polo attrattore culturale’.

Inoltre: ‘La proposta depotenzia le funzionalita’ dello Stadio in virtu’ della riduzione del numero dei posti, dai 42 mila originari a 7500, e dell’introduzione di funzioni di carattere commerciale’ con una rete ‘costituita da una struttura di vendita di 2.500 metri quadrati ed altre aree di vendita’.

Da grande stadio d’interesse nazionale, il Flaminio sarebbe stato trasformato in ‘un impianto polifunzionale’ con una ‘pluridisciplinarita’ delle attivita’ sportive previste, le quali, peraltro non arricchiscono l’offerta sportiva del quadrante territoriale di riferimento’, uno dei piu’ forniti di Roma in termini di strutture e servizi per lo sport: una preziosa eredita’ delle Olimpiadi del 1960.

Per lo stadio Flaminio sono due i progetti in gara: quello di Roma Nuoto e quello della S.s Lazio.

 

Maria Cristina Carlini

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