I 60 anni dell'Autostrada del Sole

Tomasi: la RIGENERAZIONE della rete autostradale è un must, nel 2024 record di investimenti a 2 miliardi

Il sessantesimo anniversario del taglio del nastro di un’opera che ha rivoluzionato la mobilità del Paese diventa per Aspi la nuova ripartenza dopo la tragedia del Ponte Morandi. L’amministratore delegato del gruppo indica i nuovi obiettivi e le priorità da perseguire accelerando sugli investimenti per una mobilità sostenibile. Serve però “un quadro di certezza delle regole” per poter programmare e attuare nel tempo un piano di investimenti di lungo periodo. Entro la fine dell’anno sarà presentato un nuovo piano industriale, mentre è al vaglio del ministero delle Infrastrutture il piano economico finanziario contenente gli investimenti fino al 2038. Fra le novità anche un nuovo logo per Aspi.

06 Ott 2024 di Maria Cristina Carlini

Condividi:
Tomasi: la RIGENERAZIONE della rete autostradale è un must, nel 2024 record di investimenti a 2 miliardi

MEETING DI RIMINI 2024

È stato un miracolo nel miracolo italiano. Il 4 ottobre del 1964 veniva inaugurata l’Autostrada del Sole, realizzata in soli otto anni e consegnata tre mesi prima della scadenza. Sessanta anni dopo, è facile tracciare un bilancio di quello che l’A1, con i suoi 800 chilometri d’asfalto che si snodano da Milano a Napoli, ha rappresentato per il Paese accompagnandolo in tutte le fasi della sua storia, dagli anni del boom in cui è stata costruita agli anni più recenti segnati dalla pandemia. Più complesso e arduo è, invece, guardare al futuro. Ma è proprio verso il futuro che si proietta ora Autostrade per l’Italia e un compleanno così importante è diventato, soprattutto, il ‘battesimo’ del nuovo corso intrapreso dal gruppo dopo la tragedia del Ponte Morandi. Una rotta chiara che l’amministratore delegato, Roberto Tomasi, ha voluto indicare parlando di investimenti e nuove sfide, in evento del gruppo per celebrare i 60 anni, venerdì scorso a Roma, il cui titolo, non a caso, era “Una storia che guarda al futuro. Dai 60 anni dell’Autostrada del Sole alla rete del domani”.

Il 2024 dei record: 2 miliardi di investimenti e 50 miliardi di km percorsi

Innanzitutto, il compleanno dell’A1 cade in un anno di record. “Il 2024 è l’anno del record di traffico nella storia del Paese: con quasi 50 miliardi di chilometri percorsi, abbiamo superato il record del 2007, soprattutto grazie al contributo del traffico pesante. In 60 anni il traffico è aumentato di quasi il 500%”, ha detto Tomasi. Record anche per gli investimenti, con “i due miliardi messi a terra in dodici mesi” per opere di ammodernamento e potenziamento della rete.

Ora, davanti ci sono “sfide non ordinarie”, ha sottolineato Tomasi. L’A1 è “un’opera ardita e geniale”, ha detto Tomasi citando le parole pronunciate dall’allora Presidente del Consiglio, Aldo Moro, in occasione dell’inaugurazione dell’ autostrada . “L’arditezza non è solo coraggio, è immaginare un futuro diverso. Ora dobbiamo avere la stessa arditezza per immaginare il futuro che vogliamo dare ai nostri figli. Non si fa in poco tempo, bisogna ricostruire le competenze. Con i nuovi azionisti Cassa Depositi e Presti e i fondi internazionali dobbiamo ricostruire un grande gruppo industriale”.

Il cuore di questa strategia è la rigenerazione della rete. “È il primo problema che dobbiamo affrontare e lo dobbiamo fare mantenendo i livelli di traffico in crescita. È come un’operazione a cuore aperto. Dobbiamo investire su questa modalità non andando a impattare sul traffico. La credibilità che dobbiamo mettere è  quella di accelerare le trasformazioni della mobilità. “Il tempo è poco e dobbiamo  rendere i sistemi più performanti. La rigenerazione è un must”, ha insistito Tomasi. “C’è la necessità di immaginare l’ingegneria della rigenerazione nella quale mettere le intelligenze migliori”.

Entro l’anno il nuovo piano industriale

Ora, continua Tomasi, “vogliamo accelerare nei prossimi mesi. Stiamo scrivendo un nuovo piano industriale che presenteremo in consiglio entro l’anno. L’ambizione è quella di porre nuovi obiettivi e misurarci nella loro realizzazione”. E, soprattutto, ha assicurato Tomasi, quello di Aspi è uno sguardo lungo: con il Pnrr “sembra che la linea sia al 2926, noi siamo un gruppo che guarda oltre il 2026. Dobbiamo avere il coraggio di guardare oltre il 2026 con tutte le competenze finanziarie e ingegneristiche”.

“Certezza di regole per la pianificazione di lungo termine”

C’è la sfida di intervenire sui punti più delicati della rete, sui nodi di Milano, Genova, Bologna, Firenze, ormai saturi che vanno potenziati e quella della mobilità sostenibile in un Paese, come l’Italia, dove il trasporto su gomma rimane “strategico, il modo più facile per spostarsi”.  Conditio sine qua non per realizzare questi piani di lungo termine è la certezza delle regole. “E’ un sistema che si autofinanzia. Abbiamo i pedaggi più bassi d’Europa. Il sistema ha bisogno di regole e pianificazione di lungo termine”, dice Tomasi. Il Pef, il Piano economico -finanziario, che prevede 36 miliardi di investimenti al 2038, è ora all’esame del ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Metà degli investimenti sono destinati alla trasformazione della rete, l’altra metà al potenziamento degli assi di penetrazione nelle grandi città.

Dopo il Ponte Morandi tra discontinuità e trasformazione

La data più traumatica nella storia di Aspi è il 14 agosto del 2018. Quella tragedia è stata ricordata nelle celebrazioni dei 60 anni dell’Autostrada del Sole. L’ha ricordata la presidente del gruppo, Elisabetta Oliveri: da quel “disorientamento profondo è partito un percorso di trasformazione per far ritrovare al gruppo il suo purpose e consentire di diventare leader della mobilità sostenibile”. Un percorso all’insegna della “discontinuità” segnata anche dall’ingresso dei nuovi azionisti. Tomasi ha voluto ricordare come “dopo la tragedia del Ponte Morandi, l’azienda era divisa tra chi diceva noi non c’entriamo e noi c’entriamo e spetta a noi cambiare l’immagine dell’azienda. All’inizio pochi hanno avuto questo coraggio ma è stata la scelta giusta, il coraggio di assumersi le responsabilità e portare avanti l’azienda”.

Un nuovo logo per Aspi

A segnare il cambio di passo e la ripartenza di Aspi, è anche il nuovo logo della società che vuole rappresentare la complessità della rete gestita dal gruppo, la sua connessione con i territori e con il futuro pronto ad accogliere una infrastruttura digitalizzata e sostenibile.

La “regina viarum”: in 60 anni +460% di traffico

L’A1 ha rivoluzionato la mobilità del Paese. Se prima servivano due giorni di viaggio da Nord a Sud , attraverso la capitale, i tempi di percorrenza si sono ridotti a sei ore e, tuttora, rimane l’arteria pulsante dell’intero sistema nazionale. La sua centralità e la raccontano anche i numeri. Il traffico della A1 in sessant’anni è cresciuto del 460% e con esso si è potenziato il suo tracciato: solo negli ultimi venti anni sono stati realizzati 195 km di ampliamenti di cui 45 fuori sede, rappresentati in particolar modo dalla Variante di Valico e dal nuovo tratto con la galleria Santa Lucia.  Un impegno che in A1 procede con nuovi lavori di ampliamento di Aspi per ulteriori 60 km, che attualmente interessano principalmente il territorio toscano: nel tratto tra Barberino e Calenzano – dove procedono i lavori di riqualificazione del tracciato originario, che restituiranno 4 corsie di marcia in direzione Bologna- e nel tratto tra Firenze sud e Incisa, dove è in corso lo scavo della nuova galleria di San Donato. In totale la somma di investimenti e manutenzioni dal 2020 solo per l’A1 è pari a circa 2,3 Mld di euro. L’Autostrada del Sole cammina anche di pari passo con lo sviluppo digitale della mobilità, dotandosi di tecnologie che migliorano l’esperienza di viaggio e la sicurezza secondo i principi della sostenibilità: solo per citarne alcuni, dai 100 km di smart road predisposti, fino al grande piano di installazione di 15.000 apparecchi di luci a led, senza dimenticare i 48 milioni di metri quadrati di asfalto drenante posato.

Argomenti

Argomenti

Accedi