Il nuovo piano strategico

Snam mette in campo 12,4 miliardi di investimenti al 2029, sicurezza energetica e transizione verso il Net Zero le priorità

Sostenibilità e innovazione continuano a essere le leve strategiche per supportare l’ambizione di Snam a diventare un operatore energetico multi-molecola leader a livello paneuropeo. Guardando anche oltre l’arco di piano, il gruppo prevede opportunità di investimento fino a 14,7 miliardi di euro che portano gli investimenti totali previsti nell’orizzonte 2025-2034 a circa 27 miliardi di euro. Gli investimenti in transizione energetica crescono del 25%. E mentre dagli Usa arriva lo stop al Green Deal, per l’ad Venier sulla transizione non si tornerà indietro

 

22 Gen 2025 di Maria Cristina Carlini

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Snam mette in campo 12,4 miliardi di investimenti al 2029, sicurezza energetica e transizione verso il Net Zero le priorità

STEFANO VENIER AD SNAM

Snam vara il nuovo piano strategico 2025-2029 puntando sulla sicurezza energetica e sulla transizione Net Zero. E per questo mette in campo la cifra record di 12,4 miliardi di euro – il più alto ammontare della sua storia – sulla scia degli interventi adottati in risposta alla crisi energetica  del 2022. il gruppo arriva all’appuntamento del nuovo piano, approvato dal cda, dopo aver triplicato negli ultimi anni a triplicato la capacità di rigassificazione e aumentato la flessibilità del sistema di stoccaggio e ora l’acquisizione degli asset di Edison Stoccaggio, prevista entro il primo trimestre del 2025, e il completamento della Linea Adriatica entro il 2027 contribuiranno a costruire un sistema energetico resiliente, flessibile e sostenibile in Italia e in Europa, consolidando la leadership di Snam lungo l’intera catena del valore midstream. Inoltre, guardando anche oltre l’orizzonte del piano, tra il 2030 e il 2034, Snam prevede opportunità di investimento fino a 14,7 miliardi di euro, che si aggiungono ai 12,4 miliardi,  portando gli investimenti totali previsti nell’orizzonte 2025-2034 a circa 27 miliardi di euro.

“Siamo in un momento cruciale per il settore energetico, in cui le crescenti incertezze e la volatilità dei prezzi richiedono sistemi resilienti in grado di resistere agli shock geopolitici e allo stesso tempo consentire la transizione verso il Net Zero in modo sostenibile per tutti”, ha detto Stefano Venier, amministratore delegato di Snam. “Investiremo 12,4 miliardi di euro per un’infrastruttura paneuropea in grado di gestire molecole tradizionali e decarbonizzate come gas naturale, biometano, idrogeno e CO₂, garantendo sicurezza e sostenibilità e soddisfacendo al contempo l’evoluzione della domanda energetica. Realizzeremo la nostra ambition creando valore per tutti gli stakeholder, attraverso due leve strategiche: sostenibilità e innovazione”. Intanto, ad oggi, “gli stoccaggi di gas italiani sono al 68%, siamo leggermente sopra la media europea e ci dà un vantaggio rispetto agli altri Paesi europei”.

Investimenti per 10,9 miliardi per lo sviluppo delle infrastrutture gas

Il nuovo piano prevede, dunque, investimenti totali per 12,4 miliardi di euro, al netto di circa 1 miliardo di finanziamenti pubblici, con un incremento dell’8% rispetto al piano precedente. I due pilastri sono gli investimenti in infrastrutture gas lungo l’intera catena del valore midstream e gli investimenti nel business della  transizione energetica, che segnano un incremento del 25%. Nel dettaglio, una parte consistente degli investimenti, 10,9 miliardi di euro (rispetto ai 10,3 miliardi di euro del piano precedente), è dedicata allo sviluppo sostenibile delle infrastrutture gas: 8 miliardi di euro (rispetto ai 7,4 miliardi del piano precedente) sonomdestinati a progetti legati al trasporto, tra cui il completamento della Linea Adriatica, la sostituzione di circa 850 chilometri di condotte con standard hydrogen-ready, tre stazioni di compressione dual-fuel e progetti di collegamento degli impianti di biometano; 2 miliardi di euro (rispetto agli 1,4 miliardi del piano precedente) per l’ampliamento e il potenziamento dei siti di stoccaggio, l’installazione di tre stazioni di compressione dual-fuel e gli investimenti relativi agli asset di Edison Stoccaggio, la cui acquisizione dovrebbe essere finalizzata nel primo trimestre del 2025, previa approvazione dell’Antitrust; 0,9 miliardi di euro (rispetto agli 1,5 miliardi del piano precedente) sono destinati al commissioning della FSRU di Ravenna e alla costruzione di infrastrutture small-scale a Panigaglia e Pignataro.

Gli investimenti per la transizione energetica passano da 1,2 a 1,5 miliardi

Gli investimenti nei business della transizione energetica ammontano a 1,5 miliardi di euro (rispetto agli 1,2 miliardi di euro del piano precedente). Cinquecentro milioni di euro sono destinati alla Carbon Capture and Storage (900 milioni di euro al lordo dei finanziamenti pubblici). La CCS si sta affermando come una delle tecnologie più efficaci per decarbonizzare i settori industriali ad alta intensità energetica e ad elevate emissioni di carbonio. Circa 500 milioni di euro saranno investiti nell’arco del Piano per sviluppare il trasporto di CO2 a livello nazionale e l’infrastruttura di stoccaggio a Ravenna, in partnership con Eni. Si tratta di un progetto fondamentale per la decarbonizzazione delle industrie italiane hard-to-abate, con l’obiettivo di sviluppare il più grande hub offshore multimodale open access di CO2 nell’area del Mediterraneo, con una capacità stimata a vita intera fino a 500 milioni di tonnellate. Le attività di iniezione sono iniziate lo scorso agosto con ottime performance. Nei prossimi anni, la Fase 2 espanderà la capacità su scala industriale entro il 2028-2032 per raggiungere fino a 4 tonnellate di CO₂ all’anno, allineandosi al Piano Nazionale Energia e Clima italiano (PNIEC). L’investimento netto sarà suddiviso in circa 200 milioni di euro per l’iniezione e lo stoccaggio di CO2 e 300 milioni di euro per la rete nazionale dedicata. La decisione finale di investimento sarà presa entro la fine del 2026, a condizione che i rendimenti siano adeguati e che i quadri normativi e legislativi siano favorevoli. Il progetto mira a generare ricavi negli ultimi anni di Piano.

Sono previsti investimenti pari a 380 milioni di euro nel segmento italiano del SoutH2 Corridor, una pipeline dedicata al trasporto di idrogeno. L’iniziativa è stata inserita nei Progetti di Interesse Comune (PCI) dell’Unione Europea e nella Global Gateways List. Il segmento italiano del SoutH2 Corridor si estenderà per 2.300 chilometri e l’inizio delle operazioni è previsto dopo il 2030. Il progetto, che ha ottenuto il supporto di istituzioni e aziende lungo l’intera catena del valore, coinvolge altri tre TSO europei: le austriache TAG e GCA e la tedesca bayernets, facendo leva sulla collaborazione con SeaCorridor per l’interconnessione con il Nord Africa. Essendo uno dei corridoi chiave per l’idrogeno verso la Germania e attualmente il più avanzato nello sviluppo dell’idrogeno in Europa, il progetto è considerato il più efficiente in termini di costi grazie all’ampio riutilizzo delle dorsali esistenti (tra il 60% e il 70%).

Inoltre, nel business del biometano sono previsti 270 milioni di euro (350 milioni di euro al lordo dei finanziamenti pubblici). In questo settore,  Snam sta progredendo nel suo duplice ruolo: promuovere e ottimizzare l’integrazione in rete degli impianti di biometano, come richiesto dall’autorità di regolazione, e creare una solida piattaforma di produzione con circa 40 MW di impianti di biometano e biogas operativi alla fine del 2024 attraverso la controllata Bioenerys. L’investimento sarà dedicato alla riconversione degli impianti e all’espansione della capacità a 78 MW entro il 2027, sfruttando il quadro di incentivi esistente. La piattaforma si concentra sullo sviluppo delle materie prime agricole e sull’ottimizzazione delle materie prime di scarto, con una presenza di primo piano nel Nord Italia e impianti selezionati in altre regioni. Il piano prevede il deconsolidamento di tale attività entro la fine del 2027, in accordo con le disposizioni dell’ARERA. Una fetta di 250 milioni andrà all’efficienza energetica dove Snam opera attraverso la sua controllata B Corp Renovit, di cui detiene il 60%, tra i primi cinque operatori del mercato. Negli ultimi anni, Renovit ha generato circa 2 miliardi di euro in progetti di riqualificazione profonda facendo leva sugli incentivi fiscali; 0,8 miliardi di euro di crediti fiscali connessi al cosiddetto Superecobonus saranno utilizzati entro il 2027.

“Il biometano – ha rilevato Venier nel corso della presentazione del piano –  è risultato meno profittevole di quanto ci aspettassimo 4-5 anni fa, e questo per due motivi: il primo è legato alla produzione di biometano dai rifiuti organici. In Italia la situazione è meno profittevole a causa delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti organici, e questo è dovuto ad una sovrabbondanza che abbiamo nel mercato”.

Venier: “non credo si tornerà indietro sulla transizione”

Sulla partita della transizione energetica, al centro dei riflettori con l’addio del Green Deal da parte dell’amministrazione Trump, l’ad Venier sottolinea come gli eventi e le dichiarazioni vadano lette “con un attimo di distacco, perché un conto sono le dichiarazioni e un conto poi sono gli atti conseguenti”. “Il numero di concessioni di drilling date da Biden nel suo periodo di amministrazione è stato largamente superiore a quello che aveva concesso Trump nel suo mandato precedente. Questo solo per cercare di leggere certi aspetti con un minimo di distacco e un minimo di pragmatismo”, ha osservato. “Pragmatismo che sta caratterizzando la lettura degli eventi in maniera abbastanza generalizzata anche in Europa, quindi io non credo che ci troveremo di fronte a scelte del tipo abbandoniamo tutto, azzeriamo tutto, ritorniamo a dieci anni fa. La consapevolezza sul tema di dover affrontare un processo di decarbonizzazione credo che sia abbastanza condivisa da tutti. Il tema diventa con che modalità, con che passo, con che scelte”, ha sottolineato

Per la Rab prevista crescita del 6,4% annuo, ebitda + 5%, utile netto adjusted +4,5%

A supportare gli investimenti del piano, sta una solida performance economico- finanziaria nel periodo 2024-2029.  Nell’orizzonte del Piano, si prevede che i seguenti indicatori registrino i tassi di crescita medi annui (CAGR). Per la RAB viene indicato un incremento 6,4% (rispetto al >6% del precedente piano) grazie a nuovi investimenti, all’effetto dell’inflazione e all’integrazione di asset come Edison Stoccaggio, la FSRU di Ravenna e gli asset CCS; per l’ebitdasi prevede un incremento medio annuo del 5,0% (rispetto al 7,4% del precedente piano) grazie soprattutto alla crescita della RAB, a una maggiore efficienza nei costi, alla riduzione del WACC, al deconsolidamento del business del biometano e ai primi contributi della rete CCS. Tali fattori contribuiranno alla crescita prevista dell’ebitda di Gruppo a circa 3,51 miliardi di euro al 2029, al netto del business del biometano, con 80 milioni di euro provenienti dalle attività di transizione energetica. Per l’utile netto adjusted la crescita media annua si attesta al 4,5% (rispetto al 4% del precedente piano) grazie all’aumento dell’ebitda e dei contributi della società partecipate, parzialmente compensato dall’aumento delle spese di ammortamento e finanziarie. L’indebitamento netto è previsto in aumento a circa 21,2 miliardi di euro connesso al piano di investimenti da 12,4 miliardi di euro e al pagamento dei dividendi.

“Strategica la nave rigassificatrice di Piombino, dialoghiamo con Governo sul suo spostamento”

Passando in rassegna i diversi dossier aperti, Venier ha sottolineato come la nave rigassificatrice di Piombino abbia dimostrato “la sua strategicità» come del resto dimostra il fatto che «ha venduto tutta la sua capacità per i prossimi 20 anni». “Il sistema italiano ha bisogno di questa nave per soddisfare i propri fabbisogni e mantiene il ruolo strategico», per questo, per quanto riguarda il dibattito sul suo trasferimento da Piombino a Vado Ligure, «definiremo con le autorità competenti le soluzioni per garantire strategicità del ruolo che ha avuto sin qui. Nel nostro budget sono stati inseriti i costi stimati per lo spostamento della nave». Poi, «tempistica, location e modalità, li andremo ad approfondire con i rappresentanti competenti, anche del governo».

 

 

 

 

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