REPORT SULLA RICOSTRUZIONE

Sisma, nel 2024 COMPLETATI 11mila cantieri in Centro Italia

“Cambio di passo, c’è vita nel cratere”, dice il commissario alla ricostruzione Guido Castelli. I cantieri autorizzati sono ventimila, incremento del 16% delle erogazioni di Cassa depositi e prestiti ai privati

11 luglio

11 Lug 2024 di Giusy Iorlano

Condividi:
Sisma, nel 2024 COMPLETATI 11mila cantieri in Centro Italia

Ventimila cantieri autorizzati, oltre 11 mila completati, il 95% delle opere pubbliche avviato col 66% degli interventi in progettazione, tra cui tante chiese e scuole, un incremento del 16,6% delle erogazioni di Cassa depositi e prestiti per gli interventi privati, e il trend è in forte crescita. E poi sempre meno persone che vivono nelle ‘casette’: sono 11.182 famiglie, meno delle 12.319 dello scorso anno e delle 14.211 del 2022. “C’è vita nel cratere” ha detto il commissario straordinario alla ricostruzione post-sisma 2016 Guido Castelli, snocciolando i numeri del Rapporto aggiornato al maggio 2024 presentato mercoledì 10 luglio a Palazzo Chigi.

Ecco i principali dati emersi dal Rapporto sulla ricostruzione sisma 2016

Capitolo ricostruzione pubblica

La programmazione post-sisma 2016 prevede 3.509 interventi, per un valore complessivo di 4,2 miliardi. Complessivamente, è stato avviato il 95% delle opere programmate, il 66% delle quali è in fase di progettazione (il 25% di questi progetti è già stato approvato), il 16% vede i lavori già in corso e il 12% completati. Si tratta di un progresso significativo. All’inizio del 2023 quasi il 50% degli interventi erano da avviare, ora restano da sbloccare il 5% delle opere. I progetti approvati sono passati dal 3% al 25%. I dati mostrano infatti una distribuzione particolarmente avanzata delle pratiche, sia sul fronte della progettazione, ma anche su quello dei lavori; quest’ultima fase, infatti, riguarda il 28% del totale interventi, di cui il 12% conclusi. L’andamento dei dati dell’ultimo anno indica la possibilità che nei prossimi sei mesi di avviare procedure di gara e lavori per oltre un quarto della dell’intera ricostruzione pubblica.

Un’accelerazione nella progettazione delle opere pubbliche che lo stesso commissario Castelli ammette sia stata resa possibile grazie a una collaborazione con i comuni, le regioni coinvolte e a una “governance multilivello. A cui si aggiunge il sostegno del governo con atti come i decreti ricostruzione e Coesione per snellire le procedure, promuovere il rilancio dell’area e contrastare lo spopolamento”. Neanche a dirlo alla complessità normativa si è aggiunta una difficile congiuntura di mercato: l’inflazione ei prezzi schizzata verso l’alto, soprattutto nel settore dell’edilizia, “evidenziata dalle notevoli richieste di incremento fondi rispetto agli importi stabiliti nelle vecchie programmazioni – si legge nella relazione del commissario – hanno portato a degli aumenti che hanno raggiunto percentuali anche del 25-30%. Il lavoro che abbiamo avviato in questo 2024 ha dovuto accompagnarsi alla messa in ordine degli effetti prodotti dalla bolla inflattiva e dalla grave crisi che il Superbonus ha prodotto sugli equilibri di bilancio, richiedendo una necessaria e progressiva uscita da questo”.

Impatto del Superbonus sulla Ricostruzione

Il Superbonus 110% non ha mancato di far sentire i propri effetti anche nelle aree terremotate introducendo una concorrenza che ha sfavorito (e rallentato) la ricostruzione post-sisma, favorendo interventi più semplici e remunerativi in altre zone del Paese. “Tuttavia, nel breve periodo – sottolinea Castelli – ha consentito ai cittadini coinvolti nella ricostruzione di poter sostenere gli accolli, cioè l’aumento delle spese causato dall’inflazione nel settore edile che ha fatto aumentare i prezzi delle materie prime e delle lavorazioni”.

Per l’area del cratere l’uscita dal sistema Superbonus 110% è stata prevista in maniera ‘soft’ fino al 31 dicembre 2025, con un plafond di 330 milioni di euro per il 2024, monitorato dalla struttura commissariale, “per garantire continuità alla ricostruzione privata che utilizza il Superbonus insieme ai contributi di ricostruzione. Nell’ottica di un monitoraggio efficace e trasparente, è stata quindi aggiornata la piattaforma Gedisi, in modo tale da intercettare correttamente i fondi richiesti tramite sconto in fattura o cessione del credito”.

Prendendo in esame la panoramica generale: dal 30 marzo del 2024 sono state 225 le richieste di contributo (rcr) legate all’utilizzo del Superbonus 110% nella ricostruzione privata, legate all’opzione di cessione del credito e sconto in fattura, con importi richiesti di oltre 85,5 milioni di euro. A queste si aggiungono 13 domande di Superbonus rafforzato per un valore di 36 milioni pervenute durante il periodo di conversione in legge del DL 39/2024 e quindi prima dell’eliminazione di questa fattispecie. Al 30 giugno 2024 sono pervenute complessivamente 238 domande per un valore di 121,5 milioni di euro.

“Considerando che comunque le spese delle agevolazioni del Superbonus potranno essere effettuate non oltre il 31/12/2025 e che i tempi della ricostruzione post sisma hanno un orizzonte temporale maggiore – ha sottolineato il Commissario – stiamo studiando un doveroso adeguamento dei costi parametrici della ricostruzione sulle spese di mercato, al fine di evitare un rallentamento o fermo dei processi della ricostruzione, quando le agevolazioni del Superbonus non saranno più fruibili”.

Il capitolo ricostruzione privata

I dati di Cassa depositi e Prestiti confermano, sottolinea l’Ufficio commissariale, il consolidamento di quel ‘cambio di passo’ avvenuto nel 2023. Nei primi cinque mesi del 2024, infatti, le erogazioni hanno fatto registrare un +16,64% rispetto allo stesso periodo del 2023 e un +41,71% rispetto a quanto era stato registrato nel 2022. La tendenza di questi ultimi mesi conferma dunque l’accelerazione impressa lo scorso anno, quando le liquidazioni erano aumentate del +37% rispetto al 2022 e del +73% in rapporto al 2021.

In termini assoluti, al 31 maggio 2024, Cdp ha erogato un totale di 4,414 miliardi di euro per la ricostruzione privata e, mentre nel solo 2023 la cifra era stata pari a 1,364 miliardi (un terzo del totale), nell’ultimo biennio (giugno 2022 – maggio 2024) è stato erogato oltre il 57% dell’intero ammontare (2,5 miliardi di euro).

Le richieste di contributo per la ricostruzione presentate da soggetti privati per immobili residenziali o produttivi danneggiati sono 31.177, su un totale di circa 50 mila stimate, per un valore complessivo di 13 miliardi e 746 milioni di euro. Di queste, 19.899 richieste sono state approvate dagli Uffici Speciali per la ricostruzione (circa il 64% del totale), con una concessione di circa 8,5 miliardi di euro e la liquidazione di 4,5 miliardi di euro. Nel corso dell’ultimo biennio, sono state più di 8 mila le richieste di contributo presentate, corrispondente a oltre il 25% del totale.

 

 

Next Appennino

E poi ci sono anche gli 1,78 miliardi del NextAppennino, il programma complementare al Pnrr per l’innovazione e il rilancio ad ampio raggio che va oltre mura e borghi crollati e si compone di due misure. L’assegnazione di oltre 1 miliardo di euro per la Macro Misura A “ha permesso, nell’ultimo anno, di avanzare rapidamente nei lavori di ripristino e miglioramento delle opere pubbliche, aggiornando positivamente i numeri del monitoraggio avvenuto a fine 2023 – si legge nel rapporto – oltre il 28% delle erogazioni sono state indirizzate ai soggetti attuatori. Allo stesso modo, per quanto riguarda la Macro Misura B, fino ad oggi, le erogazioni hanno raggiunto il 22% delle risorse finanziate”.

“Noi – ha concluso il commissario Castelli – vogliamo un Appennino contemporaneo, geloso della tradizione ma nel contempo capace di agganciare la modernità. Attraverso la ricostruzione post sisma stiamo affrontando una questione nazionale: un Centro Italia rigenerato diventa presidio essenziale anche per mitigare gli effetti della crisi climatica, e solo un Appennino ripopolato può contrastare il rischio idrogeologico”.

Argomenti

Argomenti

Accedi