Lavoro
Sulla sicurezza RIPARTE il dialogo tra Confindustria e sindacati
Un lungo incontro tra il presidente di Confindustria Orsini e i leader di Cgil, Cisl e Uil ha fatto ripartire il dialogo sui temi della sicurezza sul lavoro. Un confronto che ha toccato altri importanti temi come quello delle politiche industriale e dei contratti, a cominciare dalla vertenza dei metalmeccanici, e che ora proseguirà nelle prossime settimane. Intanto, la Cgil ha lanciato una nuova iniziativa sul tema degli appalti e dei diritti.
IN SINTESI
E’ un’agenda tutta da riempire e un percorso tutto da definire ma sulla sicurezza sul lavoro sembra esserci un nuovo inizio nelle relazioni tra Confindustria e sindacati. Dopo un anno, il dialogo, infatti, riparte. E’ questo l’esito di un lungo incontro che si è svolto ieri tra il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Daniela Fumarola e PierPaolo Bombardieri. Due ore e mezza di confronto, presso la Foresteria dell’organizzazione degli industriali a Roma, che al centro ha visto il tema della sicurezza sul lavoro ma anche il tentativo di rimettere sul giusto binario la trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, dopo lo sciopero della scorsa settimana e l’incontro, sabato scorso, al ministero del Lavoro. Le dichiarazioni rilasciate al termine dell’incontro sono improntate a un clima di apertura. Tutta da dimostrare e verificare sul campo, s’intende. Orsini ha parlato di “giornata positiva”, in cui “si è discusso di moltissimi temi di interesse delle imprese e dei lavoratori” e “ovviamente il capitolo numero uno è la salute e la sicurezza, che è interesse di tutti e che per noi è al centro”. E’ stato questo il primo tavolo unitario tra le parti dall’insediamento di Orsini. “Abbiamo bisogno di fare prevenzione sugli incidenti sul lavoro – ha spiegato – che per noi è fondamentale. Altro tema per noi fondamentale sono le politiche industriali del nostro Paese. Non solo, abbiamo parlato anche di Europa, di dazi, abbiamo parlato di moltissimi argomenti inerenti la crescita di questo Paese, le relazioni industriali che sono al centro di questo capitolo”. Dunque il confronto è stato “positivo”, soprattutto perché “era tanto tempo che non ci si incontrava tutti insieme”. Ora, ha concluso, “sui temi che oggi abbiamo trovato in comune, quindi come dicevo prima politiche industriali, salute, sicurezza, relazioni industriali, costruiremo un percorso di incontri proprio per analizzare tutti i temi che sono condivisi tra tutti noi”.
“Era un anno che non c’era questo incontro, quindi si è sicuramente riattivato un confronto che dovremmo adesso esplicitare sui vari argomenti che abbiamo discusso», ha detto Landini. «Dovremmo affrontare i temi che erano stati affrontati dentro gli accordi interconfederali che sono in vigore, a partire dal patto della fabbrica, per quello che ci riguarda nessuno escluso e in questo senso vuol dire parlare di salute e sicurezza, di relazioni industriali, di politiche industriali, ma anche di condizioni di lavoro e di diritti sostanzialmente delle persone e su questo verificheremo nei prossimi giorni quelle che sono le concrete azioni che ripristinino anche le trattative ai tavoli in cui sono state interrotte», ha detto Landini. «Sicuramente il tema della salute e della sicurezza ha un elemento di centralità, ma il tema della salute e sicurezza porta con sé il tema degli appalti, porta con sé il tema delle relazioni industriali e quindi della rappresentanza e allo stesso tempo naturalmente c’è il tema del rinnovo dei contratti e della questione salariale», ha continuato Landini, concludendo che «l’importante non era come si parte, l’importante è dove si arriva e che cosa si produce perché abbiamo bisogno di portare a casa dei risultati per le persone che rappresentiamo».
“‘Nelle prossime settimane affronteremo insieme un’agenda che deve assolutamente vederci insieme – ribadisce – Insieme perché ne ha bisogno il mondo del lavoro, lavoratori e imprese, ne ha bisogno il paese e noi vogliamo come Cisl dare il nostro contributo come sindacato responsabile, così come abbiamo sempre detto”, ha detto Fumarola. “Magari se si fosse svolto prima sarebbe stato meglio, però è stato un incontro assolutamente positivo”, ha, a sua volta, rimarcato Bombardieri. “Penso che le parti sociali debbano dare un contributo propositivo a questo Paese e quindi abbiamo parlato e trattato tutti gli argomenti che riguardano i lavoratori, le aziende e il futuro di questo Paese. Si è parlato intanto di sicurezza sul lavoro – ha spiegato – che è la priorità per tutti. Muore ancora troppa gente, quindi anche noi stiamo facendo uno sforzo per capire cosa si può fare in più, ognuno per la propria parte ovviamente. Poi si è parlato di relazioni industriali, tanti temi, tante cose che sono rimaste appese in questi anni da rivedere, da adeguare al mondo che è cambiato. E si è parlato anche di politiche industriali”.
La Cgil lancia la campagna “I diritti non si appaltano”
Landini ha sottolineato come il tema della sicurezza sul lavoro porta con sè il tema degli appalti. Prima dell’incontro ieri pomeriggio con Orsini, ieri mattina la Cgil ha presentato “I diritti non si appaltano”: una campagna nazionale di comunicazione, in sette diverse lingue, per il lavoro dignitoso, contro lo sfruttamento e i falsi appalti. Un’iniziativa che ha visto la partecipazione del segretario generale Maurizio Landini, del responsabile appalti Alessandro Genovesi e del responsabile legalità Alessio Festi. Per l’occasione la redazione di Collettiva ha realizzato un longform, che oltre a contenere i materiali della campagna di comunicazione, racconta, con l’ausilio di dati, video, podcast e articoli, diverse storie, denunce e buone pratiche sul mondo degli appalti.
L’iniziativa si rivolge a diversi milioni di lavoratrici e lavoratori, in particolare ad una parte dei circa 3 mln di persone che secondo l’Istat svolgono lavori in modo irregolare e ad una parte degli oltre 5,7 mln di dipendenti e lavoratori autonomi che sono classificati a basso reddito, spesso impiegati proprio nella catena degli appalti e subappalti. Tra gli obiettivi: contrastare lo sfruttamento, il lavoro nero e gli appalti irregolari, bloccare l’abuso di appalti e subappalti, impedire il dumping contrattuale e la concorrenza sleale, spesso causa di infortuni e morti sul lavoro. L’approfondimento giornalistico racconta di importanti risultati ottenuti, nei settori pubblici e privati, grazie alla contrattazione d’anticipo e alla sottoscrizione di protocolli e accordi. È il caso del protocollo sugli appalti per il Giubileo di Roma 2025, delle esperienze Italpizza, Giuliani Arredamenti, Mondo Convenienza, Esselunga, il distretto della pelletteria di Firenze, Cremonini, solo per citarne alcuni. Inoltre, gli appalti, come dimostrano inchieste e processi, sono terreno di conquista e affari per la criminalità organizzata e le mafie, e a pagarne le conseguenze sono proprio i lavoratori. La Cgil, con un’operazione di monitoraggio, ha seguito 37 processi nei quali si è costituita parte civile, ed è evidente come negli appalti il meccanismo di infiltrazione sia quasi sempre presente. Alcuni esempi riportati: l’infiltrazione camorristica nella sanità partenopea, le inchieste “Dirty Job” in Abruzzo, “Keu” in Toscana, “Taurus” in Veneto, “Aemilia” in Emilia Romagna e i tanti processi successivi nella stessa Regione per l’infiltrazione ‘ndranghetistica negli appalti in svariati settori economici. “Coerentemente con la battaglia portata avanti attraverso i referendum e per valorizzare la forza dei 12 milioni di Sì, lanciamo la campagna ‘I diritti non si appaltano’. Vogliamo aprire – afferma la Cgil – una nuova stagione di vertenze collettive e individuali, ma anche di contrattazione preventiva e modelli organizzativi virtuosi, capaci di bloccare sul nascere le pratiche distorsive e promuovere uno sviluppo economico equo, inclusivo e sostenibile”.
“Quello che stiamo facendo è non solo in continuità con la battaglia fatta con il referendum, ma serve anche a costruire un metodo per produrre un cambiamento nel nostro modo di agire. Questo significa fare in modo che non ci siano singole vertenze tra loro staccate, ma creare una grande vertenza che metta al centro gli appalti”, ha detto Landini. Questa iniziativa “è un’iniziativa in cui crediamo molto” e che si pone in “continuità con la battaglia che la Cgil sta facendo negli ultimi anni”, rafforzando i diritti di informazione e con le piattaforme contrattuali in campo: “c’è una grande attenzione al tema degli appalti”, ha detto Genovesi. “C’è in campo un modello sindacale che è quello della contrattazione inclusiva che si rivolge ai lavoratori sfruttati, ai lavoratori degli appalti per organizzarli con i lavoratori e i sindacati forti e renderli soggetti ma in un rapporto sinergico con l’impresa madre. Dove c’è sfruttamento e illegalità dobbiamo generalizzare le vertenze che ci sono per regolarizzare questi lavoratori, farli assumere dal committente e internalizzare le attività”, ha sottolineato Genovesi.