Il cambio della guardia

Sbarra lascia, arriva Fumarola. Dialogo, confronto, AUTONOMIA rimangono le parole d’ordine della Cisl. E forte è la sintonia con Meloni

Dopo quattro anni, l’addio del segretario generale uscente per raggiunti limiti di età. L’eredità è una confederazione diventata un interlocutore privilegiato del Governo Meloni. Parlando all’assemblea dei delegati, è stata la stessa premier a riconoscere i valori cardine che la Cisl rivendica anche a costo delle rotture di questi anni con Cgil e Uil. E all’insegna della continuità prende oggi il timone Daniela Fumarola: per lei la sfida di dimostrare la neutralità della Cisl rispetto alla politica e ai governi.

 

11 Feb 2025 di Maria Cristina Carlini

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Sbarra lascia, arriva Fumarola. Dialogo, confronto, AUTONOMIA rimangono le parole d’ordine della Cisl. E forte è la sintonia con Meloni

LUIGI SBARRA SG CISL, DANIELA FUMAROLA SEGRETARIA GENERALE AGGIUNTA CISL

Dialogo, confronto, autonomia, valutazione dei risultati ottenuti e, sulla base di questi, decidere – o meno –  le iniziative da mettere in campo, insieme – se possibile – o rimanendo – il più delle volte –  da soli sulle proprie posizioni. Sempre senza pregiudizi e contrapposizioni ideologiche. Nelle acque tumultuose di questi anni, è questa la rotta che la Cisl ha voluto mantenere, senza deroghe e cedimenti,, dettata da quello che è il suo dna: quello un sindacato che scommette sul cambiamento per governarlo con strumenti nuovi, come la partecipazione, e lasciando dietro di sé quelle che considera battaglie di retroguardia e anacronistiche. Nel momento più sentito e cruciale nella vita di un’organizzazione, qual è il cambio al vertice, è questa la Cisl che Luigi Sbarra (in uscita per sopraggiunti limiti di età) consegna a Daniela Fumarola, che oggi il Consiglio generale eleggerà segretaria generale. Un passaggio di testimone, sicuramente, all’insegna della più totale continuità. Come, all’insegna della continuità, Sbarra aveva preso le redini da AnnaMaria Furlan. E, ieri, l’orgogliosa rivendicazione di questi principi cardine dell’azione sindacale cislina è stata al centro dell’assemblea dei quadri e dei delegati della confederazione e  ha avuto il grande riconoscimento e apprezzamento della  premier Giorgia Meloni.

Il suo intervento all’Auditorium della Conciliazione è stato scandito da numerosi e calorosi applausi, non certo di circostanza come era avvenuto altrove (ad esempio, al congresso della Cgil). E se questi  sono efficaci strumenti per misurare il feeling e la sintonia, allora va subito detto che il risultato ieri ha raggiunto punte altissime. Ma oltre agli applausi, la sintonia si è espressa nei gesti (anche Meloni si è unita al lungo applauso che la platea ha tributato a Sbarra) e soprattutto nelle parole.  E’ nella Cisl e nella persona dello stesso Sbarra che la presidente del Consiglio ha detto di avere “l’interlocutore franco, determinato, onesto”, l’interlocutore privilegiato del Governo. “Quando Luigi Sbarra dice che se l’Italia vuole guardare al presente e al futuro, allora deve lasciarsi alle spalle un Novecento caratterizzato da pregiudizi, antagonismo e furore ideologico, lui l’ha fatto – ha detto Meloni – e così facendo io penso che abbia aiutato molto i lavoratori perché il governo lo ha sempre ascoltato con grande rispetto”. Un messaggio netto rivolto a Cgil e Uil che contro il governo Meloni hanno proclamato due scioperi generali, senza la Cisl.

Ma, appunto, ribadiscono a Via Po, proprio perchè le decisioni non sono aprioristiche in virtù di schieramenti prestabiliti a favore di questo o quel governo ma maturano sulla base di quanto si ottiene ai tavoli negoziali, a Meloni non è stata riservata un’attenzione particolare. Anche con il Governo Draghi la Cisl ha deciso di non unirsi ai due scioperi generali proclamati da Cgil e Uil  (tra l’altro, è da ricordare che l’ultimo sciopero generale unitario risale al 2013 contro la manovra del governo Letta). Come nel caso dell’ultima legge di bilancio, i risultati ottenuti sono stati considerati positivi dalla Cisl  ( dal taglio strutturale del cuneo fiscale e contributivo al rinnovo dei contratti del pubblico impiego) e di qui la conseguente decisione di non scioperare. Ecco, dunque, la cartina di tornasole della linea della coerenza, neutralità e autonomia rivendicata e riaffermata dalla Cisl. Come dire, la sintonia con Meloni è un punto d’arrivo e non un punto di partenza.

E’ poi nelle geometrie variabili dei rapporti tra le tre confederazioni, che negli anni si sono costituiti e trasformati, che si coglie la cifra della segreteria Sbarra. Se in passato si era consolidato l’asse Cisl-Uil, ora invece il fronte vede schierate insieme Cgil e Uil mentre la Cisl procede in solitario, anche se non sono mancate alcune iniziative unitarie  e, soprattutto, le federazioni di categoria sembrano marciare più compatte. Dopo questi ultimi anni di fratture e profonde distanze, è arduo capire e prevedere come queste faglie nel mondo confederale possano in qualche modo ricomporsi. Tanto più che ci sono altri solchi aperti. Il tema più caldo è quello della legge sulla partecipazione, fortemente voluta da Sbarra. “Al termine del confronto nelle commissioni Lavoro – Finanze alla Camera, è stato consegnato un testo per la discussione in Aula che conferma l’impostazione ed i principi della nostra proposta di legge preservando tutte le articolazioni della partecipazione: gestionale, organizzativa, economico-finanziaria e consultiva”, ha ricordato ieri Sbarra appellandosi a una  “convergenza bipartisan”. Poi l’attacco al numero uno della Cgil, Maurizio Landini – non nominato – e alle sue “parole grottesche” sulla partecipazione. “Ho provato a darmi qualche spiegazione. La prima: non si è nemmeno letto il testo. Ma non voglio crederci. Seconda ipotesi: si è pregiudizialmente contrari all’idea della corresponsabilità dei lavoratori nelle scelte aziendali. Ci sta, ognuno è libero di avere la sua opinione. Certo, con buona pace di Di Vittorio, che era di altro avviso”. Oltre alla firma separata dei contratti del pubblico impiego, altro fronte caldo è quello del referendum del Jobs Act, di cui la Cisl non ne chiede l’abolizione (non avendo neanche scioperato contro il Governo Renzi).

Ora la palla passa a Daniela Fumarola che di Sbarra è stata segretaria generale aggiunta negli ultimi due anni. A lei ha fatto capo l’organizzazione della Cisl. “Signora delle tessere”, dunque, con 170 mila iscritti in più tra i lavoratori attivi e anche della raccolta di firme, 400 mila firme in due mesi per la legge sulla partecipazione. Classe 1966 con una laurea in Scienze sociologich, Fumarola è la prima donna meridionale al vertice della Cisl ed è stata appoggiata da tutte le grandi strutture del Nord. Con Sbarra condivide un passato nella Fai. Dopo avere guidato la Cisl Puglia-Basilicata, è approdata nel 2020 alla segreteria della Cisl nazionale. E Fumarola ha subito rilanciato sulla partecipazione, “Siamo qui a dare forza e coraggio alla partecipazione – ha dichiarato – il coraggio che ci ha trasmesso il nostro segretario generale Gigi Sbarra, quando ci ha proposto di mobilitarci già a maggio 2020 nel nostro XIX Congresso per fare in modo che finalmente l’articolo 46 della Costituzione italiana potesse trovare piena applicazione”. A Fumarola il compito di portare avanti la linea dell’autonomia dalla politica e dai governi, dimostrando che non si firmano cambiali in bianco, anche se si è interlocutori privilegiati.

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