La giornata

Luigi Sbarra nuovo sottosegretario con la delega per il Sud: “Un onore”

  • Lavoro, Calderone: per la sicurezza in tempi brevi libereremo altri 700 milioni
  • Istat: nei primi tre mesi +141 mila occupati (+0,6%) e +16 mila disoccupati (+1%) rispetto a fine 2024
  • Bce, de Guindos: le preoccupazioni si sono spostate dall’inflazione alla crescita
  • Milano-Cortina, Bankitalia: in Lombardia investimenti di quasi 2,4 miliardi di euro

12 Giu 2025

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IN SINTESI

Nuovo ingresso nel governo Meloni: l’ex segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, è il  nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio per il Sud. Si è tenuta ieri, a Palazzo Chigi, la cerimonia di giuramento con la quale la premier, Giorgia Meloni, ha conferito la delega per le politiche del Sud che aveva mantenuto dopo che Raffaele Fitto, nell’autunno 2024, aveva lasciato il governo per andare a ricoprire il ruolo di vicepresidente esecutivo della Commissione europea. “Ringrazio il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per la fiducia accordata e per questo importante riconoscimento. È per me un onore servire le Istituzioni; il mio impegno sarà massimo per contribuire al rafforzamento dei processi di crescita, sviluppo, coesione e occupazione nel Mezzogiorno”, sono le prime dichiarazioni del neosottosegretario. “Negli ultimi anni, grazie all’azione del Governo Meloni, il Sud – ha sottolineato –  ha conosciuto significativi segnali di ripresa economica, sociale e occupazionale. È ora fondamentale consolidare questa traiettoria, colmando i divari storici e valorizzando le opportunità disponibili, a partire dalle risorse del PNRR, dagli Accordi di Coesione sottoscritti con tutte le regioni meridionali e dall’attuazione della ZES Unica. Le priorità restano il rilancio degli investimenti pubblici e privati, il potenziamento delle infrastrutture, della sanità, delle PMI, della legalità, della formazione e dell’istruzione. Su questi fronti il Governo ha dimostrato un impegno concreto, con l’obiettivo di fare del Mezzogiorno un’area strategica a livello industriale, energetico e commerciale, proiettata nel contesto euro-mediterraneo”.

Sbarra, che entra nel governo come “indipendente”, ha guidato la Cisl fino allo scorso febbraio quando ha lasciato, secondo quanto prevede lo statuto della confederazione, per sopraggiunti limiti di età. Sbarra, calabrese, ha 65 anni, ha cominciato la sua carriera sindacale nella federazione dei braccianti della Cisl. Negli anni della sua segreteria, la strada della Cisl si è separata da quella di Cgil e Uil. Con il governo Meloni, il sindacato guidato da Sbarra ha mantenuto un approccio dialogante, di apertura al confronto anche nei momenti più complessi in cui le altre due confederazioni rompevano con l’esecutivo fino a proclamare lo sciopero generale. Un forte feeling evidente e tangibile, quello tra Sbarra e la premier, che ha fatto pensare, già nei mesi scorsi, a un possibile futuro politico di Sbarra. All’ex numero uno della Cisl ieri sono arrivati molti messaggi di auguri e di buon lavoro dai partiti della maggioranza. Ma c’è anche chi come Avs ha detto che su questa nomina “ci avrebbe scommesso”; chi come Chiara Appendino del M5S ha parlato di “premio fedeltà a chi trita i diritti dei lavoratori”. Dal Pd viene sottolineato che Sbarra entra in un governo antimeridionalista. Ma soprattutto, secondo il deputato Arturo Scotto, “ora forse è più chiaro il motivo per cuii si schierò con forza per il no al salario minimo”.

 

Via libera del Cdm a dl Fisco e misure per crisi industriali

Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto fisco. Il provvedimento, ha spiegato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, “tratta alcune tematiche che nello specifico riguardano il lavoro autonomo e le imprese. “Innanzitutto si fa chiarezza per la tracciabilità dei pagamenti per le spese di viaggio, vitto e alloggio: la manovra aveva previsto che a fronte di queste spese venissero usati strumenti tracciabili; è chiaro che c’è una maggiore complessità quando il lavoratore autonomo o l’imprenditore o il dipendente si trova all’estero e quindi dal 2025 gli strumenti tracciabili saranno obbligatori ai fini della deducibilità e ai fini della tassazione per il lavoratore solo se sostenuti in Italia. Se all’estero – ha aggiunto – non ci sarà la necessità di usare spese tracciabili”.  Via libera in Consiglio dei ministri anche  al decreto-legge che introduce misure urgenti relative a crisi industriali. Il provvedimento prevede lo stanziamento di 200 milioni di euro in favore di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, al fine di garantire la continuità produttiva e mettere in sicurezza gli impianti. Inoltre, si semplificano le norme in materia di impianti per la produzione del preridotto e quelle sugli investimenti negli stabilimenti di interesse strategico nazionale. In questo ambito, per gli investimenti di valore superiore ai 50 milioni di euro, localizzati all’interno delle aree industriali ex Ilva o nelle aree esterne purché correlati alla funzionalità dello stabilimento, si prevede la possibilità per l’investitore di richiedere e godere della disciplina acceleratoria e di semplificazione relativa ai ”programmi di investimento di interesse strategico nazionale” (art. 13 del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104), che prevede la nomina di un Commissario straordinario di Governo per la tempestiva realizzazione del programma e un procedimento in deroga di autorizzazione unica.

Lavoro, Calderone: per la sicurezza in tempi brevi libereremo altri 700 milioni

“Sono abituata a chiedermi sempre se ho fatto abbastanza e se posso fare di piu’. Sono certa, con il supporto del Parlamento, di poter fare di piu’ e meglio”. Ad affermarlo è stata la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, nell’Aula della Camera per le comunicazioni sulla sicurezza del lavoro. Il ministro, che era intervenuta anche in Senato nei giorni scorsi sullo stesso tema. “Voglio assumere l’impegno ad utilizzare tutte le risorse che abbiamo a disposizione per migliorare l’incisivita’ della nostra azione di vigilanza, per destinare le risorse che riusciamo a mettere a disposizione per migliorare la presa anche su fenomeni distorsivi del mercato del lavoro, e anche per indirizzare le azioni di tutela e di salvaguardia delle persone”. E ha annunciato: “L’articolo 14 bis del decreto legislativo 81 del 2008, che prevede le comunicazioni del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali sul tema della salute della sicurezza nei luoghi di lavoro, e’ un’occasione importante, indica anche, ma non avrebbe potuto fare diversamente che bisogna individuare quali sono le strategie che si possono fare a invarianza di bilancio, il mio obiettivo invece, cosi’ come quello del Governo e’ nei prossimi tempi, in tempi molto brevi, liberare altri del 700 milioni da mettere, 650 piu’ 50, da mettere a disposizione di queste politiche”.

Istat: nei primi tre mesi +141 mila occupati (+0,6%) e +16 mila disoccupati (+1%) rispetto a fine 2024

Nel primo trimestre 2025, l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, è aumentato dell’1,0% rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% nei confronti del primo trimestre 2024. Nello stesso periodo il Pil è cresciuto dello 0,3% in termini congiunturali e dello 0,7% in termini tendenziali. Il numero di occupati aumenta di 141 mila unità (+0,6%) rispetto al quarto trimestre 2024, a seguito della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+143 mila, +0,9%) e degli indipendenti (+18 mila, +0,3%) che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine (-20 mila, -0,8%); aumenta anche il numero di disoccupati (+16 mila, +1,0% in tre mesi), mentre diminuisce quello degli inattivi di 15-64 anni (-157 mila, -1,3%). Tale dinamica si riflette nell’aumento del tasso di occupazione che sale al 62,7% (+0,4 punti in tre mesi), nella stabilità di quello di disoccupazione, invariato al 6,1%, e nel calo del tasso di inattività che scende al 33,1% (-0,4 punti). Nei dati provvisori di aprile 2025, rispetto al mese precedente, la stabilità del numero di occupati e del relativo tasso si associa alla diminuzione del tasso di disoccupazione (-0,2 punti) e al lieve aumento di quello di inattività 15-64 anni (+0,1 punti). E’ quanto rileva l’Istat nel rapporto sul mercato del lavoro nel primo trimestre 2025. Nel confronto tendenziale continua la crescita del numero di occupati (+432 mila, +1,8% in un anno), dovuta all’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato (+4,0%) che si contrappone al calo dei dipendenti a termine (-6,7%) e degli indipendenti (-0,4%); diminuisce il numero di disoccupati (-217 mila in un anno, -11,0%) e, dopo due trimestri di crescita, torna a ridursi quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-95 mila, -0,8%). Simile la dinamica per i tassi: rispetto al primo trimestre 2024, si rileva un aumento del tasso di occupazione (+0,9 punti) e un calo nei tassi di disoccupazione e di inattività (rispettivamente -0,9 e -0,3 punti).

Dal lato delle imprese, in termini congiunturali le posizioni lavorative dipendenti mostrano una dinamica positiva, in lieve miglioramento rispetto al trimestre precedente, con un aumento dello 0,6% sia nel totale sia nella componente a tempo pieno e dello 0,5% in quella a tempo parziale. Anche su base tendenziale la crescita risulta la stessa per il totale e la componente full time (+1,9%) e più contenuto in quella part time (+1,6%). Le ore lavorate per dipendente aumentano in termini congiunturali (+0,3%) e diminuiscono in termini tendenziali (-0,8%); il ricorso alla cassa integrazione scende a 7,8 ore ogni mille ore lavorate (-0,1 ore). Il tasso dei posti vacanti scende all’1,9%, diminuendo di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e di 0,3 punti percentuali in quello tendenziale. Il costo del lavoro per Unità di lavoro equivalente a tempo pieno (Ula), su base congiunturale, registra un aumento più deciso, pari all’1,5%, rispetto al trimestre precedente, sia nella componente delle retribuzioni (+1,3%) sia soprattutto in quella dei contributi sociali (+2,2%). Su base annua, la crescita del costo del lavoro si attesta al 4,6%, quale effetto del forte aumento di entrambe le componenti (retribuzioni +4,1% e contributi sociali +6,3%). La significativa crescita del costo del lavoro deriva, da un lato, dal proseguimento dei miglioramenti retributivi guidati dai rinnovi contrattuali e, dall’altro, dall’esaurimento degli effetti di alcune agevolazioni contributive.

“I dati diffusi oggi dall’Istat registrano una crescita dell’occupazione, ma persistono l’emarginazione di donne e giovani, il precariato e il divario Nord-Sud, tre grandi piaghe del nostro sistema lavoro su cui i vari Governi che si sono succeduti, non hanno mai dato risposte”, commenta la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese. “Le donne inattive per motivi familiari sono oltre 3 milioni, pari al 94,6% del totale degli inattivi per tale causa. Una patologia – ha aggiunto Veronese – ormai cronica per la quale mancano misure strutturali da parte della politica, soprattutto in tema di offerta di servizi. Persiste anche un tasso di occupazione femminile più basso di quello maschile del 17,5% e una predominanza del part-time tra le lavoratrici”. “La crescita dell’occupazione, poi – ha precisato la segretaria – si concentra esclusivamente nelle classi più alte di età e non coinvolge i giovani. Aumenta, inoltre, il lavoro a chiamata e la somministrazione, forme contrattuali precarie e instabili. Infine, nel Mezzogiorno, il tasso di occupazione si conferma il più basso d’Italia ed ancora di più lo è quello della componente femminile che vede circa solo 38 donne su 100 occupate. Continueremo a contrastare diseguaglianze e squilibri del nostro mercato del lavoro rivendicando interventi concreti per un’occupazione piena, inclusiva, stabile per tutte e tutti”.

Bce, de Guindos: le preoccupazioni si sono spostate dall’inflazione alla crescita

Le preoccupazioni si sono spostate dall’elevata inflazione alla lenta crescita”. Lo afferma il vicepresidente della Bce Luis De Guindos nell’intervento alla Conferenza annuale congiunta della Commissione europea e della Banca centrale europea sull’integrazione finanziaria europea a Bruxelles. « È probabile che l’inaffidabilità e l’imprevedibilità persistano per anni a venire, rendendo l’incertezza una caratteristica distintiva che non sarà superata a breve. Questa incertezza si estende oltre il commercio, ad altri ambiti come la politica monetaria, fiscale o di sicurezza nazionale”, ha sottolineato De Guindos secondo il quale “il recente profondo cambiamento nella politica economica statunitense e nel sistema multilaterale basato su regole ha rappresentato un importante campanello d’allarme per l’Europa. Il modello di globalizzazione è destinato a cambiare significativamente e a lasciare il posto a una maggiore frammentazione economica su scala globale”. Sempre ieri,  un’altra esponente della Bce, Isabel Schnabel, componente del board, ha ribadito, come aveva detto una settimana fa la presidente Christine Lagarde, che l’attuale ciclo di politica monetaria “sta giungendo alla conclusione perché il tasso di inflazione a medio termine si sta stabilizzando attorno al target”.

Milano-Cortina, Bankitalia: in Lombardia investimenti di quasi 2,4 miliardi di euro

Gli investimenti sul territorio lombardo connessi con le Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026 ammontano a un totale complessivo di quasi 2,4 miliardi di euro, finanziati prevalentemente con fondi statali e regionali (rispettivamente 56% e 19%). Complessivamente, oltre che dai progetti connessi ai Giochi, gli investimenti pubblici in Lombardia nel 2024 sono stati sostenuti dalle risorse del Pnrr per interventi da realizzare nella regione, pari a quasi 14 miliardi di euro. E’ quanto emerge dal rapporto “L’Economia della Lombardia” elaborato da Banca d’Italia. Secondo il rapporto, il piano nazionale per le opere olimpiche prevede la realizzazione di 40 progetti in Lombardia, per complessivi 1,5 miliardi (di cui il 43% degli importi delle opere previste nei territori coinvolti dai Giochi). La Regione, attraverso il Piano Lombardia, individua interventi aggiuntivi per oltre 500 milioni, ai quali si aggiungono tre progetti gestiti da soggetti privati (piu’ di 300 milioni stimati). Considerando la tipologia di interventi, il 25% delle risorse complessive e’ destinato alla realizzazione o all’ampliamento degli impianti, sportivi e non, strettamente legati all’evento, il 45% al miglioramento delle infrastrutture stradali per l’accesso alle sedi di svolgimento delle gare e il restante 30% al potenziamento della mobilita’ ferroviaria. In base a elaborazioni di Banca d’Italia sui dati di fonte Anac, a fine febbraio erano state bandite 300 gare collegate alle Olimpiadi, per un ammontare complessivo di quasi 750 milioni di euro. Secondo i dati pubblicati dalla Societa’ Infrastrutture Milano Cortina e dalla Regione Lombardia, a fine maggio i cantieri avviati o conclusi riguardavano 35 progetti, circa la meta’ di quelli finanziati con risorse pubbliche.

Dazi, Confcooperative: A rischio 70mila posti di lavoro e il 25% dell’export verso gli USA. Autogoal UE: barriere interne tagliano produttività del 7%

«I dazi americani mettono a rischio 70.000 posti di lavoro e 18 miliardi di euro di produzione, vale a dire 1/4 del totale del nostro export verso gli Stati Uniti». Lo dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, commentando il Focus Censis Confcooperative “L’Italia stretta tra dazi e dipendenza strategica” che quantifica il rischio di impatto occupazionale ed economico della guerra commerciale scatenata da Donald Trump. «Bisogna lavorare su due fronti. Da un lato l’azione diplomatica che è l’unica che possa sciogliere questo nodo. Dall’altra – continua Gardini – occorre un lavoro incessante di governo, istituzioni e imprese per aprire nuovi mercati, con la consapevolezza che quello statunitense non è né facile né veloce da sostituire». «Senza sminuire l’impatto di questa guerra commerciale, i dazi di Trump sono la pagliuzza rispetto alla trave che l’Europa ha negli occhi, ma che continua a non vedere. Le barriere interne all’Unione Europea ci costano il 7% di produttività. Un’Europa che continua a fare autogoal – aggiunge Gardini – perché manca una visione politica ed economica di sistema. Anche se non lo sono si tratta di dazi interni tra ostacoli burocratici e normativi che pesano per il 44% sugli scambi di beni e per il 110% sui servizi come segnalato da Mario Draghi e dalla premier Giorgia Meloni». «L’assenza di un mercato pienamente integrato rende l’Europa più fragile. Secondo la Bce, quando uno shock colpisce un singolo Paese dell’eurozona – conclude Gardini – deve essere assorbito per il 70% dallo stato membro, negli Stati Uniti solo per il 25% per il singolo stato federale. La recente crisi energetica ne è l’esempio più evidente: i prezzi dell’elettricità sono schizzati in modo disomogeneo tra i vari Paesi, dimostrando l’urgenza di una politica energetica comune».

Scioperi, la relazione del Garante: nel 2024 1.080 astensioni collettive, in lieve calo sul 2024 (-49)

‘Nel 2024, i dati complessivi sull’andamento del conflitto rivelano una lieve diminuzione del ricorso allo sciopero rispetto all’anno precedente, pur mantenendosi su una soglia elevata’. Lo dice la Relazione annuale della Commissione di garanzia sugli scioperi sull’attivita’ svolta nel 2024, illustrata questa mattina alla Camera dalla presidente Paola Bellocchi. ‘Le astensioni collettive effettuate – precisa la relazione – sono state 1.080 (1,129 nel 2023)’. Oltre l’80% degli scioperi proclamati ed effettuati – ha evidenziato il Garante – hanno una dimensione locale, se non addirittura aziendale: su questi micro-conflitti, gli sforzi della Commissione si sono concentrati sul rigoroso rispetto degli strumenti di prevenzione previsti dalla legge, particolarmente utili per la composizione di tali vertenze’. La Regione con il maggior numero di giornate di sciopero e’ la Lombardia (82), seguita da Lazio e Campania (65 ciascuna) e dall’Emilia Romagna (58).

In coda alla classifica Valle d’Aosta (2 scioperi) e Basilicata (4). ‘Certamente si tratta di un dato elevato – commenta il Garante – considerato anche il potere vulnerante che lo sciopero conserva ancora nel settore dei servizi pubblici. Anche se in Italia si sciopera sempre meno che negli altri Paesi europei, le agitazioni si concentrano sui servizi pubblici piu’ vulneranti e soprattutto nel settore dei trasporti, dove il panorama sindacale appare frammentato, turbolento e ad alto tasso di conflittualita’, ed e’ forse questo il motivo per cui la percezione e’ che si scioperi tanto’. Quanto alla segnalazione preventiva per eventuali illegittimita’, la Commissione e’ intervenuta 391 volte, alle quali sono seguite 289 revoche di azioni di sciopero e 77 adeguamenti, con un tasso di osservanza delle regole pari al 94 per cento. ‘L’elevato tasso di osservanza delle regole spiega la bassa percentuale di apertura di procedimenti di valutazione del comportamento che, nel 2024, sono stati 26 dei quali 16 si sono conclusi con una valutazione negativa e conseguente applicazione delle sanzioni’, ha osservato Bellocchi. La Relazione evidenzia inoltre un aumento degli scioperi generali nazionali (17, rispetto agli 11 del 2023), che hanno interessato complessivamente 8 giornate. Quattro di questi sono stati proclamati autonomamente da varie organizzazioni (Cub e Sgb, Cgil e Uil, Cobas, Adl Cobas, Sial Cobas, Clap ed USI) per l’unica giornata del 29 novembre 2024. ‘Su tale tipologia di sciopero e sull’ampio utilizzo di esso, con le incisive deroghe alle normative previste nei singoli servizi pubblici, e’ in corso una riflessione interna al Collegio’, informa il Garante, il quale, osservando la crescita del numero degli scioperi generali e le basse percentuali di adesioni, ritiene che ci sia ‘l’esigenza di una revisione della disciplina vigente, per migliorarne l’applicazione e rafforzarne l’effettivita’: la necessita’ di riconsiderare l’equilibrio fissato dalla Commissione oltre vent’anni fa nasce, in particolare, dal rilievo ‘di sistema’ che lo sciopero generale riveste nella gestione della legge n.146 nella sua interezza’.

Appalti, Cgil: incontri positivi con europarlamentari sulla riforma della direttiva

“Positivi i primi incontri con gli Europarlamentari italiani della Commissione Mercato interno per la revisione della direttiva appalti. Anche nell’incontro di ieri con l’on. Stefano Cavedagna (FdI), Cgil Cisl e Uil hanno sottolineato l’importanza di eliminare i subappalti a cascata e limitarli a quelli specialistici”. Ad affermarlo è Alessandro Genovesi, responsabile appalti della Cgil Nazionale. Inoltre, prosegue il dirigente sindacale “è stata espressa la necessità di selezionare le imprese in base a struttura ed affidabilità, anche per la legalità, di stabilizzare il lavoro negli appalti con clausole sociali chiare, e che i lavori/servizi in house non debbano essere visti come terreno di allargamento del mercato”.  “Infine – conclude Genovesi – anche con l’on. Cavedagna abbiamo condiviso l’importanza di mantenere, nei prossimi mesi, uno scambio di informazioni e proposte per arrivare ad una discussione nell’Europarlamento che permetta un avanzamento delle tutele negli appalti pubblici”.

Cassa Geometri, Diego Buono riconfermato presidente, è il suo terzo mandato

Il Consiglio d’Amministrazione di Cassa Geometri, riunitosi oggi presso la sede della Cassa a Palazzo Corrodi a Roma, ha riconfermato Diego Buono come Presidente di Cassa Geometri. Si tratta del terzo mandato consecutivo per Diego Buono che sarà valido fino al 2029. Nella stessa seduta è stato rieletto Vice Presidente Renato Ferrari. Eletti, oggi, anche i membri della Giunta Esecutiva composta, oltre che dal Presidente e dal Vice Presidente, dai consiglieri Francesca Muolo, Gianni Bruni e Ilario Tesio. Diego Buono è iscritto all’Albo professionale dei Geometri di Napoli dal 1994. Nel corso degli anni ha ricoperto numerosi incarichi di rilievo: dal 2007 al 2017 è stato Presidente del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Napoli; dal 2010 è Vice presidente della Cassa Italiana di Previdenza e Assistenza dei Geometri affiancando, dal 2014 al 2017, anche la carica di Vice Presidente della Fondazione Geometri Italiani, di cui è stato Presidente dal 2017 al 2020 e dal 2024 ancora oggi in carica. Dal 2013 al 2017 è stato membro del Consiglio di Amministrazione di Quaestio Holding S.A. e di Quaestio Capital Management SGR S.p.A. Dal 2019 è membro del CdA di F2i SGR, uno dei principali gestori italiani di fondi infrastrutturali. “Sono orgoglioso di essere stato confermato alla guida di Cassa Geometri – dichiara Diego Buono – È un incarico di assoluta responsabilità che affronto con determinazione e spirito di servizio, per garantire un sostegno sempre maggiore agli iscritti e il rafforzamento delle prestazioni guardando alla sostenibilità dell’Ente. In un momento storico in cui il geometra riveste un ruolo sempre più strategico nella transizione ecologica, rigenerazione urbana e sviluppo sostenibile del Paese, il nostro impegno sarà rivolto a rafforzare ulteriormente il sistema di welfare della categoria, rendendolo sempre più sostenibile, inclusivo e vicino ai bisogni reali dei professionisti”.

Genova, Mit: nessuna proroga per lo SkyMetro, il progetto dovrà essere appaltato entro il prossimo 31 dicembre

Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non ha mai espresso disponibilità a concedere ulteriori proroghe: il progetto deve essere appaltato entro il prossimo 31 dicembre. E’ la precisazione “doverosa” che giunge dal Mit in riferimento alle dichiarazioni rilasciate ieri dalla sindaca di Genova, Silvia Salis sul progetto dello Skymetro. “La risposta fornita ieri nel corso del question time in Commissione trasporti alla Camera è stata chiara: l’iter autorizzativo è definito, le scadenze sono fissate, e non esiste l’ipotesi di una proroga ulteriore. Ogni altra interpretazione è destituita di fondamento e rischia di generare confusione. Eventuali ritardi, rispetto agli iter autorizzativi concordati col Comune di Genova, rischiano di portare a un definanziamento anticipato al fine di poter utilizzare le risorse in altre città. Il Mit confida, quindi, in un chiarimento a breve per capire se il Comune è ancora interessato all’opera. Nel qual caso, chiediamo che si esprima con urgenza per poter utilizzare al meglio le risorse”.

 

Porti, Salvini firma la nomia di Pisano a commissario straordinario del porto di La Spezia

Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha firmato il decreto di nomina di Bruno Pisano come Commissario Straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, per i porti di La Spezia e Marina di Carrara. La nomina è stata formalizzata in conformità con le procedure previste dalla normativa vigente, a decorrere dal 16 giugno 2025. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti esprime gratitudine al Commissario uscente, ing. Federica Montaresi, per il lavoro svolto e augura buon lavoro al nuovo Commissario, che si troverà a fronteggiare sfide fondamentali per lo sviluppo dell’intero sistema portuale del Mar Ligure Orientale.

Oggi primo appuntamento alla Biennale di Venezia per Fondamentale – La Filiera delle Costruzioni, parte il ciclo di incontri del progetto di ricerca Construction Futures

Fondamentale – La Filiera delle Costruzioni presenta, oggi venerdì 13 giugno, alle 11,30 il primo appuntamento del ciclo di incontri nell’ambito di CONSTRUCTION FUTURES Research Lab, progetto di ricerca che riunisce tre progetti partecipanti alla 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia: Machine Mosaic di Daniela Rus, Co-Poiesis di Philip F. Yuan e Bin He, A Robot’s Dream di Gramazio Kohler Research, ETH Zurich – MESH  e Studio Armin Linke. Il ciclo di incontri sarà dedicato alla sperimentazione di robotica e intelligenza artificiale nell’edilizia. Fondamentale – La Filiera delle Costruzioni è l’unione che rappresenta i protagonisti del settore edile, imprese e sindacati dei lavoratori: Ance, Anaepa Confartigianato Edilizia, Cna Costruzioni, Fiae Casartigiani, Claai, Confapi Aniem, Agci Produzione e Lavoro, Confcooperative Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione e Servizi, FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil, insieme a Formedil e Sanedil. Dodici sigle insieme per la prima volta con l’obiettivo comune di affrontare temi cruciali per l’economia e la società, alimentando il motore di un cambiamento che pone al centro innovazione e sostenibilità, formazione e sicurezza, lavoro e crescita, regolarità e legalità. Con CONSTRUCTION FUTURES Research Lab, per la prima volta il mondo delle costruzioni entra da protagonista in uno dei templi dell’architettura mondiale. Supportato da Fondamentale e realizzato con la collaborazione di alcuni prestigiosi atenei internazionali, il progetto di ricerca intende riflettere su come l’intelligenza artificiale possa offrire strumenti e soluzioni per migliorare efficienza, sicurezza e sostenibilità nel settore delle costruzioni, rispondendo alle grandi trasformazioni che caratterizzano l’epoca attuale, dal cambiamento climatico alle grandi migrazioni che impattano sulle comunità e sulle città, fino alla straordinaria evoluzione tecnologica che sembra determinare un cambio di paradigma culturale.

CONSTRUCTION FUTURES Research Lab è articolato in tre parti: una sezione espositiva, un progetto di studi e un ciclo di cinque incontri tematici. La sezione espositiva è pienamente inserita nel percorso della 19. Mostra Internazionale di Architettura dal titolo Intelligens. Natural. Artificial. Collective. a cura di Carlo Ratti, ed è basata su tre progetti realizzati in collaborazione con tre prestigiosi atenei internazionali: Politecnico di Zurigo, Politecnico di Shangai e MIT di Boston. Tuffarsi in CONSTRUCTION FUTURES Research Lab significa immergersi nel futuro prossimo venturo, e sperimentare soluzioni concrete rappresentate dai robot umanoidi in grado di svolgere lavori ad alto rischio o attività usuranti, contribuendo ad aumentare il livello di sicurezza. Le tre installazioni sono Machine Mosaic di Daniela Rus (MIT Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory), Co-Poiesis di Philip F. Yuan e Bin He (Politecnico di Shangai) e A Robot’s Dream di Gramazio Kohler Research, ETH Zurich – MESH  e Studio Armin Linke. Il progetto di studi si presenta come un vero e proprio laboratorio interno agli spazi espositivi della Biennale Architettura 2025, dove ricercatori delle tre università che hanno realizzato le installazioni con i robot sperimenteranno con ricercatori di altrettante università italiane, tra cui il Politecnico di Torino, nuove possibili applicazioni dei robot in un ambito edile.

Il ciclo di cinque incontri tematici, ideato e curato da Daniele Pittèri in collaborazione con l’Osservatorio Ethos LUISS Business School, nella cornice del GENS Public Programme della Biennale Architettura 2025, intende indagare implicazioni, relazioni, opportunità e pericoli che i tre tipi di intelligenza (Natural, Artificial, Collective) hanno nel grande ambito del costruire, anche di fronte alle grandi sfide e ai potenziali cambiamenti che ci aspettano nell’immediato futuro. L’idea di fondo parte dalla constatazione che fra tutte le attività umane quella del costruire non solo è una delle più antiche, ma è anche quella in cui continuativamente i tre tipi di intelligenza hanno sempre interagito. Oggi,  presso lo Speakers’ Corner alle Corderie dell’Arsenale si potrà assistere
al primo incontro, dal titolo Artificiale Collettivo, che spazierà dalle intelligenze collettive e condivise, alla storia delle grandi cattedrali gotiche fino alla complessa architettura dei formicai. Intervengono, moderati da Sebastiano Maffettone (Direttore dell’Osservatorio Ethos LUISS Business School): Mario Rasetti (Professore Emerito di Fisica Teorica, Politecnico di Torino), Giuseppe Italiano (Professore di Computer Science, Direttore Ai4Society – Università Luiss Guido Carli), Antonello Marotta (Professore di progettazione, Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica, Università degli Studi di Sassari), Donato A. Grasso (Professore Zoologia generale, Etoecologia e Sociobiologia, Università di Parma), Maura Gancitano (Filosofa, fondatrice di Tlon). La giornata termina con un dialogo di sintesi e conclusioni fra Elena Lovera (Presidente di Formedil) e Luigi Serio (Professore aggiunto di Economia e gestione delle imprese alla Cattolica di Milano).

Formedil Italia, ente che si occupa di formazione edile e sicurezza nel lavoro, sarà presente al primo evento pubblico di CONSTRUCTION FUTURES Research Lab con l’intero sistema di 117 scuole edili di tutto il territorio nazionale, portando il proprio contributo all’interno del percorso condiviso dalla filiera, nell’ambito delle due giornate di incontri sul tema “Formiamo il futuro”, in programma presso JW Marriot Venice Resort all’Isola delle Rose di Venezia non solo il 13 giugno, ma anche nella giornata precedente del 12, dedicata al confronto interno della rete nazionale su temi come transizione digitale, sostenibilità, sicurezza e intelligenza collettiva, con gli interventi, tra gli altri, di Matteo del Giudice (PhD Innovation Technology – Politecnico di Torino), Maura Gancitano (Filosofa, fondatrice di Tlon) e Daniele Pitteri (Manager culturale). Gli incontri proseguiranno in autunno nelle seguenti date: 25 settembre (Naturale Artificiale), 16 ottobre (Le intelligenze per governare le trasformazioni delle città), 5 novembre (Il rapporto Uomo Macchina) e 21 novembre (Le intelligenze al servizio del patrimonio).

 

Polizze Cat Nat, Liverani (Ania): non sono una tassa occulta, serve una riflessione sulla protezione delle case, coperto solo il 6%

I rischi catastrofali – come alluvioni, tempeste, incendi e ondate di calore – sono in aumento per frequenza e intensità a causa del cambiamento climatico e permane un rischio sismico che va tenuto costantemente sotto controllo. Nel 2024, le perdite globali da eventi naturali sono state pari a 320 miliardi di dollari, di cui solo 140 miliardi assicurati. Anche in Italia il 2024 ha confermato l’elevata esposizione del territorio, pur con danni assicurati inferiori rispetto a quelli del 2023″. A sottolinearlo è stato il presidente dell’Ania, Giovanni Liverani, nel corso di un’audizione al Senato presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo “Nonostante il 93,9% dei comuni italiani sia a rischio frane, alluvioni o erosione costiera e il 40% degli edifici si trovi in zone sismiche medio-alte, la copertura assicurativa è ancora molto bassa: solo il 6% delle famiglie e il 5% delle imprese è protetto. A soffrire maggiormente sono le micro, piccole e medie imprese, che costituiscono l’ossatura del tessuto produttivo italiano”. Ora, “l’introduzione dell’obbligo assicurativo contro le calamità naturali per le imprese con la Legge di Bilancio 2024 è stata tuttavia una risposta importante e coraggiosa da parte delle Istituzioni. Il settore assicurativo si è prontamente attivato, predisponendo le soluzioni previste dalla norma e registrando nei primi mesi del 2025 una crescita delle richieste di copertura”.

“Le polizze offerte – ha spiegato Liverani – sono caratterizzate da costi contenuti – poche centinaia di euro all’anno per le micro e piccole imprese – e con un perimetro di copertura uguale per tutte, facilitando il confronto e stimolando la concorrenza tra le compagnie. L’obbligatorietà favorirà lo svilupparsi della mutualità, che è il pilastro tecnico ed economico del sistema assicurativo che consente di mantenere i costi delle coperture a livelli molto accessibili, redistribuendo equamente il rischio e rafforzando la resilienza collettiva. La competizione di prezzo tra le compagnie farà il resto”. Inoltre, “l’Ania ha avviato iniziative concrete per accompagnare il percorso: una guida rapida per le imprese, la creazione di un tavolo tecnico con stakeholder attivo dal 17 aprile, la
predisposizione di un pool di mercato per l’accesso alla riassicurazione anche da parte delle piccole e medie imprese di assicurazione e una serie di iniziative volte a irrobustire la capacità di reazione delle imprese in caso di eventi estremi”. Ma il presidente di Ania ha voluto rimarcare un “messaggio chiaro”:  ” l’assicurazione non è una tassa occulta, ma uno scudo di protezione utile e lasciatemi dire a volte necessario. In questo contesto, e utilizzando lo strumento della delega contenuta nella Legge Ricostruzione, è fondamentale aprire una riflessione approfondita su come arrivare a proteggere il patrimonio immobiliare anche delle abitazioni residenziali. Infatti, benché la casa rappresenti una componente rilevantissima della ricchezza delle famiglie italiane e circa l’80% dei concittadini abitino in una casa di proprietà o in usufrutto, la percentuale degli immobili coperti da assicurazione per i rischi di calamità naturale è solo del 6%. Un evento naturale di impatto rilevante, in questo caso, non sarebbe soltanto di grande portata per il tessuto economico e produttivo ma, in assenza di adeguate coperture finalizzate alla riparazione e ricostruzione, determinerebbe una profonda crisi di natura sociale. Le esperienze di alcuni grandi Paesi esteri segnalano percentuali di copertura molto più elevate e indicano alcune soluzioni di natura assicurativa e riassicurativa percorribili per favorire a costi ragionevoli la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare degli italiani”.

Energia, Jorgensen: per le famiglie un euro speso in efficienza energetica fa risparmiare 12 euro

“Per le industrie, ogni euro speso in efficienza energetica si traduce in media in 4 euro di risparmio, e lo fa in pochi anni. Per le famiglie il risparmio ancora maggiore: in media, un euro speso in efficienza energetica si traduce in 12 euro di risparmi. Il potenziale quindi è elevato”. Lo ha dichiarato il commissario Ue per l’Energia, Dan Jorgensen, partecipando alla decima Conferenza annuale dell’Aie sull’efficienza energetica. “L’efficienza energetica ha una grande potenziale per il risparmio. Sulle politiche energetiche i Paesi europei, e non solo, devono affrontare delle sfide, le più importanti delle quali sono l’accessibilità e la convenienza. Ci sono centinaia di migliaia di persone al mondo che non hanno accesso all’energia pulita. Abbiamo imprese che faticano a competere e a crescere perché le bollette energetiche sono troppo alte”. Lo ha dichiarato il commissario Ue per l’Energia, Dan Jorgensen, partecipando alla decima Conferenza annuale dell’Aie sull’efficienza energetica. “Per molti Paesi in Europa – ha aggiunto Jorgensen – le politiche energetiche sono anche una questione di sicurezza. Come possiamo combattere la povertà energetica? Naturalmente l’efficienza energetica dev’essere al centro dei nostri sforzi. Potremmo pensare che la povertà energetica riguardi solo i Paesi in via di sviluppo, ma in Europa un cittadino su dieci è a rischio di povertà energetica. Lo scorso inverno 47 milioni di persone non sono riuscite a riscaldare adeguatamente le proprie case. Questo è un qualcosa su cui dobbiamo intervenire. Così come dobbiamo agire per sviluppare nuove energie rinnovabili, che sono più economiche. Tutto questo richiede investimenti, ma sono investimenti che ripagano, e ripagano rapidamente”.
“Il cambiamento climatico è la sfida più grande che stiamo affrontando. E’ vero, in Europa è in atto una guerra, ma presto arriverà la pace. E’ in corso una guerra economica, ma presto si stabilizzerà. Invece, sfortunatamente, il cambiamento climatico continuerà ad essere la sfida più grande per il resto della nostra vita. E non è un qualcosa che avverrà in futuro, è già qui, e ha già avuto conseguenze catastrofiche: alluvioni, siccità, incendi, la gente sta morendo. Il nostro imperativo è quindi di affrontare questa sfida, dobbiamo fare di più”. Lo ha dichiarato il commissario Ue per l’Energia, Dan Jorgensen, partecipando alla decima Conferenza annuale dell’Aie sull’efficienza energetica.

Jorgensen ha anche annunciato che l’Unione Europea sta preparando un pacchetto di misure per migliorare il risparmio energetico dei data center. “Proporrò un pacchetto per l’efficienza energetica dei data center”, ha dichiarato. I data center rappresentano il 3% della domanda di elettricità dell’Ue, ma si prevede che il loro consumo aumenterà rapidamente nel prossimo decennio a causa dell’espansione dell’intelligenza artificiale.

L’Ue pianifica misure di risparmio energetico per i data center

L’Unione Europea sta preparando un pacchetto di misure per migliorare il risparmio energetico dei data center. Lo ha affermato il commissario europeo per l’energia. “Proporrò un pacchetto per l’efficienza energetica dei data center”, ha dichiarato il commissario europeo per l’energia Dan Jorgensen durante una conferenza a Bruxelles.I data center rappresentano il 3% della domanda di elettricità dell’Ue, ma si prevede che il loro consumo aumenterà rapidamente nel prossimo decennio a causa dell’espansione dell’intelligenza artificiale.

Rinnovabili, Cna scrive a Urso: servono proroga e semplificazione per gli incentivi all’autoproduzione

La CNA ha scritto al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per segnalare alcune criticità in merito alla procedura per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili destinati all’autoconsumo per i quali sono stati stanziati 320 milioni. Da una rilevazione effettuata sul territorio emerge un volume di domande molto limitato nonostante una capillare campagna informativa realizzata dalla Confederazione. Nella lettera al Ministro Urso, CNA individua alcune cause, in particolare l’obbligo di asseverazione della documentazione da parte di un professionista mentre, ad esempio, i vari bandi regionali per misure analoghe risultano più semplici in quanto lasciano completamente alla responsabilità dell’impresa la dimostrazione dei requisiti richiesti. Altra criticità è la scarsa reperibilità di pannelli Made in EU che assicurano un punteggio maggiore nella valutazione del programma di investimento. Inoltre, CNA propone di consentire la cumulabilità degli incentivi per l’autoproduzione con quelli previsti per le Comunità energetiche. Per favorire il tiraggio dello strumento semplificando la procedura si rende pertanto necessaria una congrua proroga dei termini per la presentazione delle domande rispetto alla data del 17 giugno.

Fincantieri firma con l’indonesiana Pmm un accordo di collaborazione per lo sviluppo di tecnologie avanzate per la protezione del dominio subacqueo

In occasione della fiera Indo Defence Expo & Forum in corso a Giacarta, Fincantieri e PT PRIMA MAJU MAPAN (PMM), società indonesiana specializzata in sistemi di comunicazione, sorveglianza e integrazione elettronica, con consolidate capacità a supporto di programmi marittimi e di difesa, hanno sottoscritto un Accordo di Collaborazione Tecnica che punta a sviluppare soluzioni per fronteggiare le nuove sfide subacquee non convenzionali e proteggere le infrastrutture critiche sottomarine (quali cavi e condotte), nonché asset strategici come basi navali, porti e impianti offshore. L’accordo è stato firmato da Mauro Manzini, Vice President Sales della Divisione Navi Militari di Fincantieri, e Adrianus Prima Manggala, Amministratore delegato di PMM. Questa iniziativa rappresenta un passo strategico verso il rafforzamento della sovranità tecnologica dell’Indonesia in ambito subacqueo, con un forte coinvolgimento dell’industria locale. L’Indonesia è un Paese chiave per Fincantieri, che ha già siglato la vendita di due fregate PPA alla Marina Indonesiana, consolidando il rapporto di collaborazione con il Ministero della Difesa nazionale. Il Sud-Est Asiatico rappresenta una regione strategica per Fincantieri, dove il Gruppo intende consolidare la propria presenza attraverso partnership di lungo periodo e soluzioni marittime avanzate.

L’intesa getta le basi per una cooperazione finalizzata allo sviluppo e all’implementazione di tecnologie avanzate per la protezione del dominio subacqueo. Fincantieri, uno dei principali gruppi cantieristici al mondo e partner industriale di riferimento per le marine italiana e statunitense, apporta un’esperienza senza pari nelle piattaforme navali di superficie e subacquee ad alta tecnologia, contribuendo a programmi nei Paesi alleati e partner. Il Gruppo vanta una lunga tradizione nella costruzione di sottomarini, con oltre 180 unità realizzate a partire dal primo Novecento a oggi, e un ruolo di primo piano nel Polo Nazionale della Subacquea. PMM, attore rilevante nel panorama industriale indonesiano, vanta un solido track record nella progettazione, integrazione e supporto di sistemi elettronici e di sorveglianza. Questa collaborazione segna, dunque, un passo concreto verso la creazione di un’alleanza industriale duratura nella protezione subacquea, unendo competenze globali ed eccellenze locali.

Cybersecurity, In Italia nel 2024 più attacchi e minacce più sofisticate. Pubblicato di TIM e Cyber Security Foundation.

Nel corso del 2024, le minacce informatiche che hanno colpito l’Italia si sono fatte più numerose, più sofisticate e, soprattutto, più mirate. È il quadro che emerge dal primo Cyber Security Report pubblicato da TIM e dalla Cyber Security Foundation, la prima fondazione no profit in Italia sul mondo cibernetico. Un’indagine che fotografa l’evoluzione degli attacchi digitali in Italia, analizzando in particolare due fenomeni in forte crescita: gli attacchi DDoS e quelli ransomware. Gli attacchi DDoS – che puntano a bloccare l’accesso a siti e servizi online sovraccaricandoli con richieste simultanee – sono aumentati del 36% rispetto all’anno precedente. La media è stata di 18 eventi al giorno, ma non è solo il numero a impressionare: quasi 4 attacchi su 10 hanno superato i 20 Gbps di intensità, un livello che rende più difficile sia il rilevamento che la difesa. Si è assistito anche a un’evoluzione nelle modalità d’esecuzione, con attacchi multipli che colpiscono contemporaneamente più punti della stessa organizzazione – siti, reti, dispositivi – rendendo inadeguate molte delle contromisure tradizionali. È significativo notare come questi attacchi abbiano interessato sempre di più anche la Pubblica Amministrazione, la cui esposizione è passata dall’1% al 42% del totale in un solo anno, segno di un cambio di strategia da parte degli attori malevoli e di un contesto geopolitico sempre più instabile.

Anche il ransomware – la tecnica che consiste nel bloccare o criptare dati sensibili per poi chiedere un riscatto – continua a rappresentare una minaccia concreta. Con 146 casi ufficialmente rilevati nel 2024, l’Italia è il secondo Paese dell’Unione Europea più colpito. A essere presi di mira sono stati soprattutto i settori più vitali per l’economia: il 58% degli attacchi ha interessato il mondo dei servizi, mentre un altro 26% ha riguardato la manifattura. Una delle cause dell’espansione del fenomeno è la diffusione del cosiddetto Ransomware-as-a-Service: gruppi criminali che sviluppano software malevoli e li mettono a disposizione di altri soggetti, ampliando la platea degli attaccanti anche a chi ha meno competenze tecniche.

Il rapporto dedica ampio spazio anche alle nuove tecnologie che stanno cambiando il volto della cybersecurity. L’intelligenza artificiale, ad esempio, è già oggi un’arma a doppio taglio: da un lato, consente una difesa più rapida e proattiva grazie alla capacità di rilevare anomalie e automatizzare le risposte agli incidenti; dall’altro, viene utilizzata dagli stessi aggressori per rendere più credibili le campagne di phishing, creare contenuti manipolati (come i deepfake) o progettare attacchi più mirati e difficili da intercettare. In parallelo, anche il contesto normativo europeo si sta adeguando: nel 2024 sono entrate in vigore nuove direttive e regolamenti – tra cui la NIS2, il Cyber Resilience Act e il Digital Operational Resilience Act (DORA) – che impongono standard più elevati per la sicurezza delle infrastrutture digitali e responsabilizzano maggiormente anche le piccole e medie imprese, spesso meno attrezzate. Il report è stato presentato ieri mattina alla Camera dei Deputati alla presenza delle istituzioni e di numerosi operatori ed esperti di cyber e sicurezza digitale.

Eolico, Togni (Anev): 75,5% italiani favorevole.  Meno ostacoli per gli iter

“Avvicinare i tempi previsti dalle normative ai tempi reali di autorizzazione degli impianti è la priorità da seguire e per farlo servono risorse in qualità e quantità adeguate alla sfida. Rendere poi più semplice lo sviluppo dell’eolico è doveroso e significa rimuovere ostacoli che oggi rallentano una delle soluzioni più efficaci per affrontare la crisi climatica, economica ed energetica. Non si tratta solo di modificare regole o procedure, ma di compiere una scelta strategica per il futuro del Paese. Oggi, l’energia eolica rappresenta una delle fonti rinnovabili più mature, sostenibili e competitive, ma è ancora frenata da iter autorizzativi complessi e tempi troppo lunghi per il loro rilascio. Snellire questi processi e potenziare gli uffici pubblici significa accelerare concretamente la transizione energetica, contribuire in modo diretto al raggiungimento degli obiettivi climatici europei e, soprattutto, generare un impatto positivo per famiglie e imprese, attraverso una riduzione strutturale dei costi in bolletta. In un momento in cui la sicurezza energetica e l’indipendenza dalle fonti fossili sono priorità strategiche, dare slancio all’eolico è una risposta concreta, efficace e non più rinviabile”.
“Il leitmotiv è avvicinare alla realtà quello che le autorizzazioni sulla carta prevedono. Uno dei soggetti che hanno permesso la semplificazione è il Gse. Abbiamo organizzato un’indagine demografica e social. Il risultato generale mostra che il 75,5% degli intervistati è favorevole all’eolico. In particolare, tra i lati positivi ci sono il fatto che sia un’energia pulita, rinnovabile e utile per la sicurezza. Dovremo lavorare sul deturpamento del paesaggio, uno dei motivi che muove più del 43% dei contrari. L’aspetto interessante dal punto di vista demoscopico è che il consenso è salito rispetto a 10 anni fa, fino ad oltre il 90% in termini assoluti, un elemento positivo. L’accettabilità dell’eolico appare maggiore rispetto al fotovoltaico. L’aspetto interessante riguarda i social, dove il livello di accettabilità scende in maniera significativa, un dato abbastanza normale ma importante. La parola nucleare è largamente prevalente sui social. C’è un’attenzione crescente verso le rinnovabili. Ribadiamo la necessità di mettere insieme gli elementi di salvaguardia rispetto alle iniziative in essere sulla saturazione”, ha affermato Simone Togni, presidente di Anev, nel corso dell’evento “Semplificare l’eolico per accelerare la transizione energetica e ridurre i costi in bolletta”, organizzato da Anev.
“La semplificazione si colloca in un contesto storico di difficoltà crescente. Abbiamo investito molto nel confronto con tutti gli investitori, la partita della transizione. Ci troviamo ad affrontare problematiche di dimensioni, dobbiamo assegnare molti più bandi. L’altro tema è la riduzione dei costi in bolletta. L’autoconsumo permette di avere un impatto favorevole in questo senso. Spostando il mix a favore delle rinnovabili conseguiremo questo risultato anche a livello Paese, diventando più sostenibili e competitivi. Siamo in un fase di fermento, arrivano tante domande per il Fer X, stiamo chiudendo varie misure legate al Pnrr, ma anche gli strumenti del futuro. Strumenti che possono orientare la progettualità degli operatori ed accelerarla. Dobbiamo creare lo spazio per eolico e fotovoltaico. Alcune Regioni mostrano un’inversione di rotta rispetto al passato”, ha affermato Luca Barberis, Direttore Fonti Rinnovabili GSE nel corso dell’evento “Semplificare l’eolico per accelerare la transizione energetica e ridurre i costi in bolletta”, organizzato da Anev.

Ambientalisti: da riscrivere le norme per le aree idonee per l’eolico

Legambiente, Greenpeace e Wwf chiedono norme per semplificare la costruzione di impianti rinnovabili al convegno dell’Anev “Semplificare l’eolico per accelerare la transizione energetica e ridurre i costi in bolletta”. Il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, in una nota dichiara: “siamo in un momento decisivo per la transizione energetica in Italia. Dopo l’importante sentenza del Tar Lazio sul ricorso di Anev, che aspettavamo con grande impazienza, speriamo che il Paese impari, d’ora in poi, dai tanti errori fatti”. Ciafani chiede che “il Mase riscriva in tempi brevi il decreto sulle aree idonee e semplifichi davvero gli iter normativi per la realizzazione degli impianti, a partire dai progetti di repowering”. “Per ridurre strutturalmente la dipendenza dal gas – che è quella che costa in termini ambientali e sulla bolletta – l’unica via certa è quella delle rinnovabili e l’eolico” aggiunge il direttore di Greenpeace, Giuseppe Onufrio. “Le norme sulle ‘aree idonee’ vanno riscritte per sviluppare questa fonte e non per ostacolarla, il repowering dell’esistente – con minori pale di maggior potenza, va autorizzato in modo rapido e certo”, continua Onufrio. Mentre per la climate and energy officer del Wwf. Silvia Lazzari, “le incertezze e i continui mutamenti regolatori stanno generando un effetto paralizzante nel settore delle rinnovabili” e serve con urgenza “un quadro normativo stabile, coerente e chiaro”.

Inwit, 25 milioni di impatto sul Piemonte

“Sono circa 25 milioni di euro i benefici economici indiretti e indotti generati da INWIT in Piemonte nel 2024, e corrispondono a oltre 260 i posti di lavoro sostenuti sul territorio. Le nostre infrastrutture digitali e multi-operatore sono dunque indispensabili per abilitare un modello di sviluppo sostenibile, dove connettività e innovazione digitale si traducono in attenzione ai bisogni dei cittadini e del territorio, pari opportunità e minore impatto ambientale”. Queste le dichiarazioni di Michelangelo Suigo Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di INWIT, durante la prima tappa a Torino dello Smart City Tour, il nuovo percorso di divulgazione e confronto sui temi del digitale, dell’innovazione e delle città del presente e del futuro lanciato da INWIT in collaborazione con Fondazione Italia Digitale. “Siamo orgogliosi di dare il via allo ‘Smart City Tour’ in Piemonte e a Torino, esempi virtuosi di digitalizzazione. In questo territorio abbiamo oltre 2.000 torri, infrastrutture digitali e multi-operatore capillari e distribuite e sistemi di coperture dedicate indoor DAS: asset condivisi, efficienti e sostenibili che abilitano un ecosistema digitale anche grazie ai nuovi investimenti previsti nel piano industriale. La collaborazione istituzionale mostrata oggi da tutti i protagonisti presenti (Comune, Regione, Città metropolitana, GTT e altri) è un elemento imprescindibile per la riuscita dei progetti smart city e smart rural. La sinergia pubblico-privato è decisiva per abilitare la digitalizzazione delle città e dei servizi che quotidianamente utilizziamo attraverso i nostri dispositivi. In tal senso mettiamo a disposizione la nostra esperienza, competenza e gli investimenti per sviluppare progetti smart come ‘Roma 5G’ che stiamo realizzando con la società del Gruppo INWIT, ‘Smart City Roma”, ha aggiunto Michelangelo Suigo. “Con lo Smart City Tour intendiamo coinvolgere i vari stakeholder nel percorso di abilitazione digitale delle principali città italiane. Grazie al nostro ecosistema di infrastrutture digitali multi-operatore, indoor e outdoor, ovvero oltre 25mila torri di telecomunicazione e 650 sistemi di copertura multi-operatore per location indoor DAS (Distributed Antena System), soddisfiamo il fabbisogno crescente di connettività e di soluzioni smart garantendo uno sviluppo più efficiente lungo tutta la catena del valore”, ha concluso Suigo.

Energia, Iea: l’80% dei leader aziendali sostiene l’efficienza per la competitività

L’efficienza energetica non si limita a generare risparmi energetici e riduzioni delle emissioni: può anche migliorare la competitività di paesi e aziende. Dall’aumento della redditività alla creazione di posti di lavoro, l’efficienza energetica aiuta le aziende a competere in un contesto di costi elevati, domanda crescente e crescenti pressioni commerciali. Nel contesto globale odierno, l’efficienza energetica non è solo una questione di politica energetica, ma anche di politica economica. E’ quanto si legge nel rapporto Iea presentato in occasione della conferenza globale a Bruxelles. Oggi le industrie mondiali possono produrre quasi il 20% di valore in più per una data quantità di energia rispetto a vent’anni fa. Questo progresso ha prodotto benefici significativi a livello nazionale. Dal 2000, i paesi del G20 hanno raddoppiato la loro produzione economica derivante da industria e servizi, consumando solo il 60% di energia in più, con guadagni di efficienza che si sono tradotti in risparmi cumulativi equivalenti all’intero consumo di energia primaria dell’India. Tuttavia, il recente rallentamento globale dei progressi in termini di efficienza industriale rischia di indebolire la competitività delle imprese. Il settore industriale è responsabile di circa l’80% della crescita della domanda globale di energia dal 2019, eppure la sua intensità energetica è rimasta sostanzialmente invariata nello stesso periodo.
Esiste un significativo potenziale inutilizzato a livello aziendale, e non solo nell’industria pesante o di grandi dimensioni. Il consumo energetico degli impianti che producono prodotti identici o simili varia notevolmente. Nei paesi dell’Aie, se tutte le aziende raggiungessero i consumi energetici delle aziende meno energivore nei rispettivi sottosettori, i costi energetici potrebbero essere ridotti fino a circa 600 miliardi di dollari. Questa opportunità non è presente solo nell’industria pesante, ma anche in quella leggera che costituisce la spina dorsale di molte economie, rappresentando collettivamente la metà del valore aggiunto industriale globale e due terzi dei posti di lavoro. Nel frattempo, la produzione di tecnologie per l’efficienza energetica rappresenta una nuova opportunità. Gli investimenti globali nell’efficienza energetica continuano ad accelerare, aumentando del 150% dal 2015. Indicatori in crescita, dalla capacità produttiva agli investimenti in Ricerca e Sviluppo, segnalano una crescita continua del mercato. Le aziende che si posizionano come produttori, oltre che come utilizzatori, di tecnologie per l’efficienza energetica sono destinate a guadagnare quote di mercato in un momento cruciale.
Sebbene i leader del settore riconoscano i vantaggi competitivi dell’efficienza energetica, necessitano di aiuto per superare gli ostacoli all’azione. In un’indagine dell’IEA condotta su 1.000 aziende in tutto il mondo, circa l’80% dei leader del settore afferma che l’efficienza è fondamentale per la propria competitività. Tuttavia, gli intervistati indicano di incontrare ostacoli all’attuazione di misure più significative, tra cui costi iniziali elevati e insufficiente capacità di manodopera.
Un approccio politico rinnovato può porre l’efficienza energetica al centro della strategia industriale. Con un’attenzione maggiore alle PMI e all’industria leggera, oltre che all’industria pesante, i decisori politici hanno l’opportunità di sfruttare le migliori politiche di efficienza energetica non solo per risparmiare energia, ma anche per raggiungere obiettivi economici più ampi, come il miglioramento della produttività, la crescita delle economie locali e la creazione e la salvaguardia di posti di lavoro.

Ddl Ia, la robotica incluso tra i settore da sviluppare

Negli ambiti in cui promuovere lo sviluppo e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale sarà inclusa la “robotica”. Lo prevede un emendamento al ddl in materia di intelligenza artificiale presentato da Forza Italia e approvato dalle commissioni Trasporti e Attività produttive della Camera. La norma, a prima firma del deputato Luca Squeri, puntava a correggere la disposizione originaria. Forza Italia, infatti, contestava l’esclusione della robotica come ambito strategico considerandolo “un limite da correggere, dato il suo legame strutturale con l’intelligenza artificiale in contesti industriali e applicativi”. Le commissioni Trasporti e Attività produttive della Camera hanno approvato l’emendamento soppressivo del Governo al ddl in materia di intelligenza artificiale con cui si elimina dal testo la norma secondo cui “i sistemi di intelligenza artificiale destinati all’uso in ambito pubblico, fatta eccezione per quelli impiegati all’estero nell’ambito di operazioni militari, devono essere installati su server ubicati nel territorio nazionale, al fine di garantire la sovranità e la sicurezza dei dati sensibili dei cittadini”. Identici emendamenti erano stati depositati anche da Pd e Azione.

 

 

Maria Cristina Carlini

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