La giornata

Tensione nel governo su Santanché ma SILENZIO in Cdm

  • Cdp: via libera al Piano Esg 2025-2027, confermato l’impegno sulla sostenibilità
  • Inchiesta sull’urbanistica: primo processo a Milano, in otto rinviati a giudizio
  • Unioncamere: nel 2024 aperture di imprese in crescita ma le chiusure accelerano, per le costruzioni oltre 10.600 imprese in più
  • Aspi: conclusa con successo la riapertura dei due sustainability linked bond da 500 milioni di euro
  • Edilizia: Report Mercato Unico, burocrazia rallenta settore
  • Nel 2024 record per solare fotovoltaico in Europa: ha prodotto più elettricità del carbone

23 Gen 2025

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C’era una grande attesa per la riunione del Consiglio dei ministri  di ieri pomeriggio e di certo non per le questioni all’ordine del giorno. L’attesa era tutta centrata sui possibili sviluppi del caso del  ministro del Turismo Daniela Santanchè, da giorni nell’occhio del ciclone per il rinvio a giudizio per il reato di falso in bilancio. Il consiglio dei ministri era presieduto dalla premier Giorgia Meloni e alla riunione partecipava Santanchè. Dopo giorni di grande gelo, ci si aspettava, dunque, un segnale che lasciasse, almeno, intravvedere una possibile svolta. Ma sulla vicenda ha regnato il silenzio anche sono circolati rumors, non confermati, di un faccia a faccia tra Meloni e Santanchè prima del Consiglio dei ministri. Ministri presenti alla riunione lampo, durata appena 20 minuti, hanno riferito, infatti, che del caso Santanchè non se ne è parlato neanche informalmente. Continua così la guerra di nervi. La ministra, tornata a Milano dopo il Cdm, va avanti, conferma la sua agenda e oggi sarà presente all’inaugurazione del Motor Bike, a Verona Fiere. Poi ci sarà la missione in Arabia Saudita dove si recherà anche Meloni, ma le due agende non prevedono che chi si incrocino.

Inchiesta sull’ urbanistica: primo processo a Milano, otto rinviati a giudizio

Otto persone, tra imprenditori, progettisti e tecnici, ma anche funzionari e dirigenti o ex diregenti dello Sportello unico dell’Edilizia e della Direzione urbanistica del Comune di Milano, sono stati mandati a processo per abuso edilizio e lottizzazione abusiva per la realizzazione della Torre Milano, un grattacielo residenziale di 24 piani in via Stresa. A deciderlo è stata la gup di Milano Teresa De Pascale accogliendo la richiesta della Procura. Il caso è il primo a finire a processo dei molti trattati dai pm milanesi nell’ambito delle indagini sull’urbanistica milanese. Torre Milano, il grattacielo di 82 metri per 24 piani di via Stresa 22, affacciato su piazza Carbonari, è stato autorizzato con una Scia come “ristrutturazione edilizia” dopo la totale demolizione e ricostruzione dei due edifici precedenti, rispettivamente da 2 e 3 piani. Il dibattimento – il primo che parte dalle circa 20 inchieste su urbanistica e cantieri della città aperte negli ultimi due anni e mezzo – si celebrerà davanti ai giudici della settima sezione penale.

Cdp: via libera al Piano Esg 2025-2027, confermato l’impegno sulla sostenibilità

Il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti conferma il proprio impegno sul fronte della sostenibilità con un nuovo Piano ESG 2025-2027, che delinea aree d’intervento e obiettivi pienamente integrati con quanto previsto per il prossimo triennio dal Piano Strategico di CDP. Gli impegni approvati dal Consiglio di Amministrazione di CDP, presieduto da Giovanni Gorno Tempini, su proposta dell’amministratore delegato e direttore generale Dario Scannapieco, interessano il Gruppo e sono frutto del confronto continuo di Cassa Depositi e Prestiti con i propri interlocutori, dell’adeguamento alle evoluzioni normative, nonché di una profonda riflessione improntata su equilibrio e pragmaticità. La capacità di essere al fianco delle imprese e delle Pubbliche Amministrazioni anche sui temi di sostenibilità e innovazione contraddistingue il nuovo Piano ESG, con cui si mette a disposizione un ampio ventaglio di strumenti e di competenze qualificate in grado di sostenere il percorso del Paesemverso una transizione giusta. I contenuti del Piano saranno tra i temi trattati a Milano il prossimo 30 gennaio, in occasione della terza edizione del Forum Multistakeholder, l’appuntamento annuale del Gruppo CDP dedicato all’ascolto e al dialogo con gli stakeholder sulle sfide dello sviluppo sostenibile.

Unioncamere: nel 2024 aperture di imprese in crescita ma le chiusure accelerano, per le costruzioni oltre 10.600 imprese in più

Alla fine del 2024 l’anagrafe delle imprese italiane registra un bilancio positivo, con un saldo tra aperture e chiusure che si attesta a +36.856 unità nei dodici mesi da poco conclusi. Alle 322.835 iscrizioni di nuove attività economiche hanno fatto eco 285.979 cessazioni di attività esistenti, per un tasso di crescita della base imprenditoriale che si attesta a +0,62% (contro +0,70% del 2023). Le dinamiche demografiche del sistema produttivo fanno tuttavia emergere segnali di difficoltà in particolare sul fronte del ritmo delle aperture di nuove imprese, segnato da uno dei tassi di natalità più contenuti degli ultimi 20 anni (peggio si è fatto solo negli anni del Covid) e dell’ampliarsi del fenomeno delle “culle” vuote in un numero crescente di comuni italiani. Nel 2024, infatti, i registri anagrafici delle imprese hanno registrato uno “zero” nei territori di 478 Comuni, contro i 374 di dieci anni prima e i 212 del 2004. Queste alcune delle evidenze che emergono dai dati Movimprese sull’andamento della demografia delle imprese nel 2024, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio. A livello settoriale, il saldo positivo del 2024 riflette dinamiche eterogenee tra i vari comparti. Oltre l’80% della crescita annuale (29mila imprese) si concentra in soli tre macro-settori: attività professionali scientifiche e tecniche (+10.845 imprese, pari ad un tasso di crescita del 4,40% su base annua), costruzioni (10.636 imprese in più, corrispondenti ad una crescita dell’1,27%), alloggio e ristorazione (+8.125, pari a +1,78%). In modo quasi speculare, altri tre grandi comparti hanno pesato in senso negativo sul saldo con una riduzione apprezzabile del proprio perimetro imprenditoriale: commercio (10.129 imprese in meno, pari al -0,72% contro lo 0,60% in meno del 2023), agricoltura, silvicoltura e pesca (-7.457, pari al -1,06% e in linea con l’anno precedente) e attività manifatturiere (- 4.137 -0,81% contro -056% del 2023). Dal punto di vista territoriale i dati Movimprese mostrano segnali di crescita in tutte le quattro macro-ripartizioni geografiche del Paese, anche se ovunque con dinamiche più attenuate rispetto al 2023. In termini assoluti il contributo più significativo al saldo annuale è venuto dal Mezzogiorno (+13.684 imprese); in termini relativi la componente più dinamica è stata l’area del Centro-Italia (+0,80%) sostenuta dalla spinta decisiva del Lazio (+1,63%). Complessivamente, 15 regioni italiane hanno chiuso l’anno con un saldo positivo (erano 17 nel 2023). In termini di forme organizzative, alla fine del 2024 il tessuto imprenditoriale italiano appare rafforzato grazie alla significativa espansione delle imprese costituite in forma societaria, cresciute del 3,25% rispetto al 2023 (+60mila unità). Questo progresso avviene a scapito delle altre forme organizzative, il cui numero si si è complessivamente ridotto di oltre 24mila unità (meno 14mila le società di persone, meno 10mila le imprese individuali).

Aspi: conclusa con successo la riapertura dei due sustainability linked bond da 500 milioni di euro

Autostrade per l’Italia ha concluso con successo la riapertura dei due prestiti obbligazionari Sustainability-Linked emessi a febbraio 2024 con scadenza 8 e 12 anni, con un collocamento aggiuntivo (‘Tap Issue’) per un importo complessivo pari a 500 milioni di euro. La domanda da parte di investitori istituzionali è stata pari a 4 volte l’offerta. I titoli sono stati collocati ad un prezzo di emissione che consente complessivamente un miglioramento di circa 14 punti base rispetto ai termini delle emissioni di febbraio 2024. I proventi del collocamento odierno sono destinati ad aumentare la liquidità a supporto del piano di investimenti di ASPI per una rete autostradale sempre più moderna, sicura e sostenibile oltre che per finalità societarie generali.I titoli saranno quotati presso il mercato regolamentato della Borsa Irlandese (Euronext Dublin) e saranno presenti sulla piattaforma Luxembourg Green Exchange (LGX). In linea con gli impegni presentati nel Sustainability-Linked Financing Framework, gli interessi dei nuovi prestiti obbligazionari sono legati al raggiungimento di specifici obiettivi di medio e lungo periodo relativi alla riduzione di emissioni di gas serra oltre all’installazione di punti di ricarica per veicoli elettrici lungo la rete autostradale. L’operazione di collocamento è stata curata da Banca Akros, Barclays, BPER Banca, BNP Paribas, CaixaBank, IMI-Intesa Sanpaolo, ING, Mediobanca, Morgan Stanley, UniCredit (B&D) come joint bookrunners.

Edilizia: Report Mercato Unico, burocrazia rallenta settore

“I settori dei servizi, come l’edilizia e il commercio al dettaglio, sono economicamente importanti, ma hanno un rendimento al di sotto del potenziale. L’offerta di nuove abitazioni e la ristrutturazione del patrimonio edilizio europeo sono rallentate da un contesto normativo e amministrativo complesso, con grandi divergenze non solo tra gli Stati membri, ma anche all’interno degli stessi, che limitano la fornitura di servizi di costruzione a livello transfrontaliero”. Questo un passaggio della bozza di relazione annuale sul mercato unico e la competitività 2025 che dovrebbe accompagnare la Strategia sulla competitività (Competitiveness compass), attesa per la prossima settimana. Per la Commissione “altri esempi sono le restrizioni sulle operazioni quotidiane di vendita al dettaglio, che ostacolano in modo significativo il miglioramento delle prestazioni del settore del commercio al dettaglio più efficiente, con effetti di ricaduta lungo la catena di fornitura e su consumatori”.

Nel 2024 record per il solare fotovoltaico in Europa: ha prodotto più elettricità del carbone

Nel 2024 per la prima volta il solare fotovoltaico in Europa ha prodotto più elettricità (11%) del carbone (10%), mentre l’eolico (17%) ha generato più elettricità’ del gas (16%) per il secondo anno consecutivo, con un risparmio di 59mld di euro di importazioni. Secondo l’European Electricity Review pubblicata oggi da Ember, l’elettricità prodotta bruciando gas nell’Ue e’ diminuita per il quinto anno consecutivo e la generazione di elettricità da fonti fossili e’ scesa al minimo storico. A pesare la forte crescita del solare, unita alla ripresa dell’idroelettrico, che hanno portato la quota delle rinnovabili nell’anno appena concluso a quasi la metà della produzione di energia elettrica dell’Ue (47%). I combustibili fossili hanno generato il 29% dell’elettricità, mentre solo cinque anni fa, nel 2019, fornivano il 39% dell’elettricità dell’Ue, contro il 34% delle fonti rinnovabili.

In Italia, la produzione da solare fotovoltaico, secondo l’European Electricity Review, ha raggiunto un massimo storico del 14%, mentre solo il 2% dell’elettricità italiana è stata prodotta bruciando carbone. Sebbene la produzione delle centrali termoelettriche a gas italiane sia diminuita per il terzo anno consecutivo, l’Italia rimane di gran lunga il maggior produttore di elettricità da gas tra i paesi dell’Unione e europea e l’importanza del gas nel mix di generazione elettrica è al 44%.

‘Mantenere la crescita dell’eolico e del solare aiuterà a proteggere i consumatori italiani dagli shock dei prezzi sul mercato globale del gas’, spiega Beatrice Petrovich, analista senior di Ember. Senza la nuova capacità di produzione eolica e solare installata negli ultimi cinque anni, secondo la stima, l’Ue avrebbe importato 92mld di metri cubi in piu’ di gas fossile e 55mln di tonnellate in piu’ di carbone, con un costo aggiuntivo di 59mld di euro. Nel caso dell’Italia, senza i nuovi impianti solari ed eolici installati tra la fine del 2019 e il 2024, sarebbe stata necessaria l’importazione di 4mld di metri cubi in più di gas fossile e 5mln di tonnellate in più di carbone, per un costo aggiuntivo di 3,3mld di euro.

Pa: Zangrillo incontra la “Comunità di pratica” dei responsabili HR, al centro la nuova direttiva sulla formazione

Il ministro per la Pubblica Amministrazione,  Paolo Zangrillo, ha incontrato ieri la “comunità di pratica” composta dai responsabili delle risorse umane e della formazione delle amministrazioni pubbliche centrali, delle regioni, delle province autonome e dei comuni capoluogo di provincia. Un incontro che rientra nel percorso di confronto avviato da Zangrillo nel 2023, finalizzato a rendere la “comunità di pratica” un punto di riferimento stabile per favorire lo scambio di iniziative, la condivisione di soluzioni organizzative e l’analisi dei fabbisogni formativi a tutti i livelli della PA. Al centro della discussione, la nuova Direttiva sulla formazione, emanata da Zangrillo la scorsa settimana che rappresenta un tassello fondamentale per il rafforzamento delle competenze del personale pubblico. “La Direttiva – ha spiegato  – è un atto concreto che trasforma la formazione in una leva strategica: non solo per migliorare le competenze tecniche ma anche per favorire lo sviluppo delle soft skill e di quelle legate alla transizione digitale, contribuendo così alla crescita del Paese attraverso la modernizzazione del settore pubblico. Fino al 2022 i dipendenti pubblici ricevevano in media appena 6 ore di formazione all’anno, oggi, grazie alle iniziative promosse dal Dipartimento della funzione pubblica siamo arrivati a una media di 24 ore. Con la nuova direttiva abbiamo fissato l’obiettivo di 40 ore, specificando che questo target è un obiettivo di performance, concreto e misurabile”.

Viene promossa l’implementazione di sistemi di monitoraggio e valutazione per misurare l’impatto effettivo della formazione sulle performance organizzative, e il coinvolgimento attivo dei dirigenti, chiamati a promuovere, con senso di responsabilità, percorsi formativi legati agli obiettivi strategici delle diverse amministrazioni. Nel corso dell’incontro, è stata inoltre ribadita la centralità degli strumenti e dei percorsi di formazione promossi dal Dipartimento della funzione pubblica. A partire della piattaforma Syllabus che dalla sua messa online, nel marzo 2023, conta circa 7.800 pubbliche amministrazioni aderenti, poco meno di mezzo milione di dipendenti registrati e 370 mila dipendenti che stanno seguendo i
corsi o hanno completato i percorsi formativi. Una piattaforma che, nel primo quadrimestre 2025, vedrà la pubblicazione di ulteriori 10 corsi sulla leadership e le competenze per la transizione digitale, ecologica e amministrativa, per un totale di 100 ore di formazione fruibile gratuitamente da tutti i dipendenti. A supporto delle iniziative volte al rafforzamento delle competenze anche i Poli Formativi Territoriali, istituiti in collaborazione con la Scuola Nazionale dell’Amministrazione, le Regioni e le Università, per garantire un accesso capillare alla formazione specialistica in tutto il territorio nazionale, oltre allo stanziamento di 20 milioni di euro erogati, grazie al progetto “PerFormaPA” direttamente alle amministrazioni per finanziare percorsi professionalizzanti.

Caro energia, Confcommercio: nel 2024 aumenti record per imprese del terziario di mercato: +80% per il gas e +52% per l’elettricità rispetto al 2019

Si aggrava l’impatto del caro energia sulle imprese del terziario di mercato italiane. Secondo i dati dell’Osservatorio energia di Confcommercio, infatti, nel 2024 la spesa per energia elettrica è aumentata del 51,9% rispetto al 2019, quella del gas dell’80% con punte vicino al 100%. Per la bolletta elettrica le categorie più penalizzate sono gli alberghi e i grandi negozi, con incrementi del 53,8%, seguono gli alimentari che pagano il 50% in più. Per il gas, i maggiori rincari si registrano per gli alberghi (+96,7%), i ristoranti (+88%) e i grandi negozi (+86%). E’ dunque urgente l’avvio di tavoli operativi con le Istituzioni per la definizione congiunta di soluzioni e strategie immediate per arginare il problema dei costi dell’energia e contrastare le speculazioni e le concentrazioni di profitti: è quanto emerge dall’ultima rilevazione dell’Osservatorio Confcommercio Energia. Sono dati che – prosegue la nota – nonostante l’impegno delle imprese a intraprendere buone pratiche green per l’abbattimento dei costi (-1,5% dei consumi di energia elettrica e – 18% dei consumi di gas nel 2024 rispetto al 2019), non rassicurano rispetto ai timori di una nuova crisi energetica. Secondo Confcommercio, soluzioni come l’oculata scelta del fornitore di energia e il ricorso a interventi di efficienza energetica sono necessarie ma non sufficienti ad arginare il problema dei costi energetici. In una fase così delicata dal punto di vista geopolitico e di conseguente instabilità degli andamenti di mercato, occorre agire sia a livello nazionale che europeo per individuare misure strutturali che permettano di rispondere
reattivamente alle oscillazioni dei prezzi. Tra le misure da mettere in campo nell’immediato: tetto al prezzo del gas che si attesti sui 50-60 €/MWh, prezzo unico dell’elettricità, acquisti congiunti a livello UE e strategie per l’indipendenza energetica. Misure che, unite a scelte interne come il disaccoppiamento tra prezzi gas-energia elettrica e riduzione degli oneri generali di sistema, possono contribuire alla stabilità dei prezzi e, quindi, alla tranquillità finanziaria delle piccole imprese. In questa direzione – conclude Confcommercio – bene il ddl per il nucleare sostenibile appena presentato, una scelta che può contribuire ad assicurare autonomia energetica al nostro Paese e alleggerire il costo delle bollette.

 

M.C.C.

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