CONVEGNO GEOMETRI FIRENZE

Salva-Milano, Montemagni (Lega): “Validare più TITOLI”

In bozza un emendamento anticipato dalla deputata per “semplificare la vita” ma anche rispondere alle necessità di recupero del patrimonio esistente e di adempiere alla direttiva europea sull’efficientamento energetico degli edifici. A Firenze, il Consiglio dei Geometri ha discusso gli aspetti positivi e le criticità del decreto salva-casa, divenuto legge a luglio. Servono i moduli e le circolari ministeriali per chiarire i dubbi interpretativi sulle variazioni e le difformità. Rimane caldo anche il tema del coordinamento tra leggi regionali e norme nazionali, nonché il ruolo delle soprintendenze sul rapporto tra nuovo 380 e vincoli paesaggistici

28 Set 2024 di Mauro Giansante

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Il mondo dei professionisti continua a riunirsi e a porsi domande sul cosiddetto decreto salva-casa, la riforma edilizia voluta fortemente dalla Lega e dal suo leader Matteo Salvini un anno fa e che interviene parzialmente sul Testo unico del 2001. Anche nell’appuntamento di Firenze, dove ieri pomeriggio si sono riuniti per dibatterne i geometri della provincia, sono state confermate le buone intenzioni delle nuove regole ma allo stesso tempo sono stati messi in fila i punti, tanti, che continuano a suscitare dubbi e interrogativi. Anche perché, a porseli sono i professionisti accompagnati: dai cittadini bramosi di avviare qualsivoglia intervento sanatorio, dagli uffici comunali e regionali oberati di richieste (in Piemonte, ad esempio, se ne contano 4mila arretrate), dai notai che ricevono gli atti e dai giuristi che provano a leggere le disposizioni.

Come noto, il salva-casa porta con sé anche il tema ancor più delicato del salva-Milano, attualmente in fase di discussione alla Camera. Ne ha parlato l’Onorevole Elisa Montemagni, Lega, annunciando la lavorazione di un emendamento a sua firma attualmente ancora in bozza. “Rispetto al 9-bis, sulla legittimità degli immobili, quando si parla di validazione dei titoli [abilitativi] pregressi, io vorrei aggiungere ovvero quello dichiarato efficace da oltre un anno consolidato relativamente all’ufficio pubblicistico ai sensi dell’articolo 21-nonies della legge del 7 agosto del 1990 numero 241 per andare a specificare che oltre a quelli rilasciati sono validi anche altri titoli”. Per Montemagni, “il tema è semplificare la vita, nella legalità ovviamente”.

Per la deputata è certo che si sarebbe potuto fare di più ma al contempo era difficile per le tempistiche di mandato al relatore. L’interesse della maggioranza e della Lega in testa (ma su questo di tutte le forze politiche), ha aggiunto, si evidenzia dalla numerosità di emendamenti (circa 100) presentati subito dopo la chiusura del decreto. Le intenzioni del Dl anche sul riuso dei beni immobiliari inutilizzati sono state attese. Tutto ciò, nel contesto del percorso di efficienza energetica avviato dall’Unione europea con la direttiva cosiddetta Case green. “Condivido la necessità delle circolari ministeriali, che possono arrivare anche dall’Anci, perché no”.

Secondo Paolo Caroni, presidente del collegio fiorentino, occorre “migliorare la sinergia tra operatori e istituzioni”. Come? Con la modulistica e le già citate circolari. Il decreto, ha ricordato, è attenzionato da tutti. Anche dalle banche e dai politici: non a caso gli emendamenti presentati in fase di conversione ammontavano a circa 600. La semplificazione edilizia e burocratica è il primo scopo, ha ricordato Caroni. E’ un provvedimento che agevola anche la ripresa immobiliare e stimola il recupero degli edifici abitativi. A patto che vengano rispettati i parametri di sicurezza, sostenibilità e inserimento paesaggistico. Tutto bene, in questo, secondo il presidente dei Geometri fiorentini. “Ma serve un efficace sistema di controllo”. C’è poi il tema delle sovrapposizioni con il 380/2001 e del coordinamento con le leggi regionali. In Italia, “il 78-80% degli immobili ha bisogno di manutenzione ed efficientamento”. Insomma, tante criticità riepilogate da Caroni: dall’art.6 al 9-bis passando per il 23-ter e 24, fino ai 34-bis e ter e il 36 e 36-bis.

Quanto emerso al convegno fiorentino, dunque, è un auspicio di maggior organicità e chiarezza delle riforme già attuate. Come segnala Diego Ragghianti, presidente dei Geometri di Lucca, “i Comuni sono in fase di impasse e noi tecnici subiamo le troppe responsabilità certificatorie innanzi ai cittadini”. Sul coordinamento tra Regioni, è il tema delle variazioni essenziali a preoccupare. Con percentuali che vanno dal 20% dell’Emilia-Romagna al 2% nel Lazio, mentre la proposta di 30% del Piemonte è stata ritenuta incostituzionale. Lato notai, invece, secondo Massimo Palazzo (Presidente del Consiglio dei distretti di Firenze, Pistoia e Prato) la finalità commerciale-economica del decreto è stata raggiunta ma c’è anche un tema giuridico, con i piccoli abusi che non devono essere ignorati. Insomma, l’attività parlamentare è appena ripresa e il materiale su cui dare le risposte mancanti a tecnici, enti locali e cittadini non manca.

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