PROSEGUE IL VOTO AGLI EMENDAMENTI
Salva-casa, deregulation dei mutamenti di destinazione d’uso anche con opere interne
Inclusi anche i seminterrati e recuperati i sottotetti. L’asseverazione del progettista abilitato vale anche per acquisire l’assenso dell’amministrazione competente; i proventi delle sanzioni anche per completare o demolire le opere pubbliche comunali. Salvini conferma l’obiettivo di portare il testo in Aula questa settimana ma anche dalla conferenza dei capigruppo non arrivano certezze sull’esame finale, stallo sul salva-Milano su cui tornano a protestare i 5 Stelle
IN SINTESI
Prosegue l’iter di votazione agli emendamenti che andranno ad aggiornare il testo finale del decreto 69/2024, cosiddetto salva-casa. Ieri, contrariamente a quanto si pensava la scorsa settimana, sono già riprese le riunioni della commissione Ambiente alla Camera.
Per ricordare, giovedì scorso era arrivato l’ok alle prime cinque proposte. In edilizia libera, è stata modificato l’elenco degli interventi ammessi senza titolo abilitativo: oltre alle Vepa (vetrate panoramiche amovibili e totalmente trasparenti) anche “logge rientranti all’interno dell’edificio o di porticati, a eccezione dei porticati gravati, in tutto o in parte, da diritti di uso pubblico o collocati nei fronti esterni dell’edificio prospicienti aree pubbliche”. Negli interventi riguardanti le tende a pergola, poi, dalla Lega è arrivata la specifica a includere anche quelle bioclimatiche (1.28). Ma le novità più forti arrivate cinque giorni fa riguardano la separazione degli iter per edifici e singole unità immobiliari nella dimostrazione dello stato legittimo e l’estensione a 240 giorni del termine per demolire le parti abusive.
Ok ai mini-appartamenti, l’asseverazione della conformità anche per l’assenso amministrativo
Venendo ai nuovi via libera, ieri è stata approvata la riformulazione della norma che rende abitabili i mini-appartamenti sotto i 28 mq e i locali con un’altezza interna inferiore a 2,70 metri, fino al limite minimo di 2,40 metri. Partendo dagli emendamenti di Lega e Forza Italia, il numero 1.170 a prima firma On. Elisa Montemagni e il numero 1.171 a prima firma On. Piergiorgio Cortelazzo, è stato confermato l’impianto della norma, aggiungendo una specifica (parte in grassetto):
I. Al comma I. dopo la lettera c). aggiungere la seguente:
“c-bis) all’articolo 24. dopo il comma 5, sono aggiunti i seguenti:
“5-bis. Nelle more della definizione dei requisiti di cui all’articolo 20, comma I-bis, ai fini della certificazione delle condizioni di cui al comma I e dell’acquisizione dell’assenso da parte dell’amministrazione competente, fermo restando il rispetto degli altri requisiti igienico-sanitari previsti dalla normativa vigente, il tecnico progettista abilitato è autorizzato ad asseverare la conformità del progetto alle norme igienico-sanitarie nelle seguenti ipotesi:
a) locali con un’altezza minima interna inferiore a 2,70 metri, fino al limite massimo di 2,40 metri:
b) alloggio monostanza, per una persona, con una superficie minima, comprensiva dei servizi, inferiore a 28 metri quadrati fino al limite massimo di 20 metri quadrati e, per due persone, inferiore a 38 metri quadrati, fino al limite massimo di 28 metri quadrati.
5-ter. L’asseverazione di cui al comma 5-bis può essere resa laddove sia soddisfatto il requisito dell’adattabilità. in relazione alle specifiche funzionali e dimensionali, di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989. n. 236 e sia soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni:
a) i locali siano situati in edifici sottoposti ad interventi di recupero edilizio e di miglioramento delle caratteristiche igienico-sanitarie;
b) sia contestualmente presentato un progetto di ristrutturazione con soluzioni alternative atte a garantire. in relazione al numero degli occupanti, idonee condizioni igienico-sanitarie dell’alloggio, ottenibili prevedendo una maggiore superficie dell’alloggio e dei vani abitabili ovvero la possibilità di una adeguata ventilazione naturale favorita dalla dimensione e tipologia delle finestre, dai riscontri d’aria trasversali e dall’impiego di mezzi di ventilazione naturali ausiliari:
5-quater. Restano ferme le deroghe ai limiti di altezza minima e superficie minima dei locali previsti a legislazione vigente.”
Il mutamento d’uso anche per gli immobili con le opere
Un’altra novità, e pesante, arriva poi sul mutamento d’uso degli immobili. Dalla riunione di ieri, infatti, è arrivato il via libera anche per le unità con le opere interne, ma non solo. Una vera e propria deregulation. Nel nuovo testo si legge che il mutamento della destinazione d’uso della singola unità immobiliare, con o senza opere, all’interno della stessa categoria funzionale è sempre consentito, nel rispetto delle normative di settore, ferma restando la possibilità per gli strumenti urbanistici comunali di fissare specifiche condizioni. Nella riformulazione, poi, la parte “per le unità immobiliari posto al primo piano fuori terra il passaggio alla destinazione residenziale è ammessa nei soli casi espressamente previsti dal piano urbanistico e dal regolamento edilizio” è diventata “per le unità immobiliari poste al primo piano fuori terra o seminterrate il cambio di destinazione d’uso è disciplinato dalla legislazione regionale”.
Proventi delle sanzioni anche per completare o demolire le opere pubbliche comunali
Dalla riformulazione ad opera dei due relatori, Onorevoli Mazzetti e Iaia, invece, ecco come cambia l’emendamento 1.405 a prima firma On. Cortelazzo (Fi):
1. All’articolo 1, comma 2, dopo le parole: “fatta salva la ripetizione delle spese nei confronti del responsabile,” sono inserite le seguenti: “per il completamento o demolizione delle opere pubbliche comunali incompiute di cui all’articolo 44-bis del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, tenuto conto dei criteri di cui al medesimo articolo 44-bis, comma 5”.
Recupero dei sottotetti
Passa, poi, la riformulazione di un emendamento leghista a prima firma On. Pierro che per “l’ampliamento dell’offerta abitativa” ma senza “consumo di nuovo suolo” consente “il recupero dei sottotetti” a prescindere dal “rispetto delle distanze minime tra gli edifici e dai confini”:
Art. 1
Al comma 1, lettera a), premettere il seguente: “O a) all’articolo 2-bis 6 aggiunto, in fine, il seguente comma: “1-quater. Al fine di incentivare l’ampliamento dell’offerta abitativa limitando il consumo di nuovo suolo, il recupero dei sottotetti è comunque consentito, nei limiti e secondo le procedure previste dalla legge regionale, anche quando l’intervento di recupero non consente il rispetto delle distanze minime tra gli edifici e dai confini, a condizione che siano rispettati i limiti di distanza vigenti all’epoca della realizzazione dell’edificio, che non siano apportate modifiche, nella forma e nella superficie, all’area del sottotetto come delimitata dalle pareti perimetrali e che sia rispettata l’altezza massima dell’edificio assentita dal titolo che ha previsto la costruzione del medesimo. Resta fermo quanto previsto dalle leggi regionali pia favorevoli.”;”
I 5 stelle: su Milano e l’Italia in atto una speculazione selvaggia
Ieri pomeriggio, intanto, poco prima della ripresa delle votazioni in commissione il M5s ha tenuto una conferenza stampa ai giornalisti a Montecitorio dal titolo “Salviamo Milano e l’Italia dalla speculazione” per ribadire che l’operazione salva-casa è una vera e propria sanatoria (“che da un colpo di spugna al passato ma anche al futuro” e che i veri temi da affrontare in città come Milano (ma non solo) sono quelli dei diritti dei cittadini lesi da prezzi delle case esorbitanti, dalla “speculazione selvaggia” e la “lottizzazione abusiva”. Così come, per il MoVimento, vengono scaricate le responsabilità sui professionisti e i funzionari pur di perseguire l’obiettivo dell’aumento delle rendite immobiliari.
Salvini punta al testo in Aula questa settimana
“L’obiettivo è di arrivare in Aula questa settimana per l’approvazione di un decreto che sistemerà i problemi burocratici che da anni tengono in ostaggio milioni di famiglie italiane per qualche centimetro fuori posto: la finestra, la veranda, la mansarda, il sottotetto, la parete in cartongesso o il secondo bagno”, ha ribadito ieri Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. “Cerchiamo nei limiti del possibile di risolvere i problemi veri che entrano nelle case di milioni di italiani”, ha aggiunto il vicepremier e leader della Lega.
Nessuna certezza del voto mercoledì
Ma, come emerso dalla programmazione dei lavori della Camera dei Deputati e da quanto discusso in conferenza stampa dai capigruppo dei partiti, non v’è certezza che il testo venga chiuso e portato all’assemblea di Montecitorio in questi giorni. Dai lavori della commissione Ambiente, infatti, il Dl 69/2024 è calendarizzato ancora giovedì pomeriggio; dalla conferenza invece è stata fissata per mercoledì 17 luglio, dalle 9.30, il seguito dell’odg sul decreto Sport con dichiarazioni di voto e voto finale. Teoricamente, si legge dal bollettino dei capigruppo, sempre per mercoledì sarebbe previsto il via all’esame del ddl semplificazione edilizia, il salva-casa appunto, ma con “precisazione: ancora da stabilire i tempi”. Appuntamento, intanto, a stamani ore 9.30 per un nuovo round di riformulazioni e votazioni: il tasto delicato ancora da toccare è quello del salva-Milano.