PRESIDENTE DEGLI ARCHITETTI DI ROMA

Decreto salva-casa, 522 emendamenti. Panci: norma provvisoria e da correggere, ora serve una riforma del testo unico dell’edilizia

27 Giu 2024

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Decreto salva-casa, 522 emendamenti. Panci: norma provvisoria e da correggere, ora serve una riforma del testo unico dell’edilizia

Si scalda il clima sul decreto legge salva-casa. Ieri sono stati presentati in commissione Ambiente della Camera 522 emendamenti e già si profila la competizione fra Lega e Forza Italia che hanno presentato rispettivamente 105 e 103 proposte di modifica. Oggi saranno dichiarati gli inammissibili, entro il fine settimana i segnalati dei gruppi. La prossima settimana si vota. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha confermato che intende fare la riforma del testo unico dell’edilizia 380/2001 e che la rigenerazione urbana sarà una priorità.

Proprio sul rapporto fra decreto legge 69 e riforma organica del testo unico è tornato ieri il presidente dell’Ordine degli architetti di Roma, Alessandro Panci, con una lettera indirizzata alla commissione Ambiente della Camera. “Benché il Salva casa abbia recepito in parte le esigenze espresse in passato dagli ordini professionali – scrive Panci – il decreto oggi in esame affronta la problematica focalizzando l’attenzione su singole situazioni specifiche, piuttosto che mettendo a punto una non più rinviabile revisione complessiva delle norme. Fermo restando il giudizio positivo sul primo passo compiuto – continua Panci – siamo di fronte più a una norma parziale non organica, che non può che avere il carattere della provvisorietà, che non a una reale, necessaria soluzione delle problematiche precedentemente evidenziate dall’Ordine”.

Panci fa alcuni esempi concreti, partendo dalle tolleranze. “Prevedendo il limite del 2% delle misure previste per le unità immobiliari con superficie superiore ai 500 metri quadrati e del 3% per quelle con superficie utile compresa tra i 300 e i 500 metri quadrati – scrive Panci – si arriva al paradosso che sono permesse tolleranze costruttive decisamente maggiori per un’unità immobiliare di 499 mq (499*3%=14,97 mq) rispetto a un’altra di 501 mq (501*2%=10,02)”.

Una delle ragioni per cui occorre procedere con una revisione complessiva del Testo unico dell’edilizia è che “a livello regionale si decide in maniera parcellizzata, ognuno per conto proprio. Se non si procede con una modifica complessiva che intervenga a livello nazionale uniformando tutti i parametri e le norme amministrative – scrive il presidente dell’OAR – si permane in una situazione in cui incertezze ed equivoci saranno comunque sempre presenti”.
Altro esempio specifico è relativo all’accertamento di conformità. “La doppia conformità tra aspetti edilizi e urbanistici – dice Panci – non è realmente stata eliminata perché in parte oggi rimane, nonostante le misure previste dal Salva casa. È auspicabile che con gli emendamenti al testo si proceda con correttivi che la eliminino completamente”.

Altre questioni toccate da Panci sono l’agibilità, i parametri in deroga per facilitare i cambi d’uso e ovviamente le ulteriori responsabilità del professionista previste dal decreto e fortemente criticate da tutti gli ordini professionali e dalla Rete dei professionisti tecnici, come l’obbligo di attestare la data di un’opera abusiva o la verifica della sussistenza di possibili limitazioni dei diritti dei terzi. “Si tiene a ricordare – chiude Panci – che un tecnico iscritto in un albo professionale svolge attività di pubblica utilità e l’emanazione di norme non chiare o inapplicabili rendono difficoltoso poter operare correttamente”.

Giorgio Santilli

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