La giornata
Rixi: “nessun taglio ai fondi per le strade”. Upi: Salvini ci convochi
- Dal Senato ok alla mozione di maggioranza sulla riforma delle legge dí contabilità
- Imprese, la Commissione Ue lancia ‘Blue Carpet’ per startup e scaleup per attrarre talenti
- Polizze Cat Nat, Urso convoca il tavolo di monitoraggio il 10 giugno al Mimit
- Plenitude e Marelli firmano un accordo per la realizzazione di tre impianti fotovoltaici e di una comunità energetica
- Ponte sullo Stretto, Salvini incontra procuratore antimafia Melillo
IN SINTESI
”Nessuna risorsa è stata sottratta alla viabilità secondaria per finanziare il Ponte sullo stretto di Messina”. Ad affermarlo è stato il viceministro al Mit, Edoardo Rixi, ieri nel corso di un question time in commissione Ambiente alla Camera, commentando la ”narrazione profondamente sbagliata” circolata in questi giorni, secondo cui i fondi per la manutenzione delle strade provinciali sarebbero stati tagliati per finanziare il Ponte. ”Il Mit, nel segno della responsabilità e dell’efficienza, ha introdotto un nuovo modello basato sulla rendicontazione reale degli interventi”, ha spiegato Rixi. ”Siamo pronti a verificare forme di reintegro dei finanziamenti per il 2025 e 2026, per garantire gli impegni fin qui sottoscritti e gli eventuali fabbisogni”. ”Il nostro obiettivo è chiaro: tenere aperti tutti i cantieri, sia per la manutenzione delle infrastrutture esistenti che per la realizzazione delle grandi opere strategiche. A breve sarà definita la data di un incontro con l’Unione Province Italiane e Anci per definire insieme nuovi criteri di assegnazione e rafforzare la collaborazione istituzionale”. L’Upi, l’Unione delle province italiane, accoglie “positivamente l’annuncio del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini dell’impegno del Governo ad azzerare da subito i tagli ai fondi per la sicurezza delle strade delle Province rivedendo saggiamente le decisioni prese che hanno portato ad un taglio del 70% su risorse già assegnate per il 2025 e 2026”. “Attendiamo, come da noi già richiesto, la convocazione dell’UPI al ministero per capire – ha detto il presidente dell’Upi Pasquale Gandolfi – si intenda agire in questo senso. Al tavolo porteremo i dati dello stato di avanzamento della spesa da parte delle Province dei fondi assegnati così da cancellare da subito qualunque allusione superficiale rispetto all’incapacità di utilizzo dei fondi da parte dei territori. La positività del lavoro svolto delle province è stato in questi giorni ribadito anche dalle forze economiche e sociali del Paese, che sulla rete provinciale transitano ogni giorno insieme a tutti i nostri concittadini”.
Dal Senato ok alla mozione di maggioranza sulla riforma delle legge dí contabilità
L’aula del Senato ha approvato la mozione presentata dalla maggioranza sulla riforma della legge di contabilità e sugli strumenti del ciclo di bilancio. Respinta, invece, la mozione unitaria delle opposizioni sulla quale il Governo ha comunicato parere contrario.Il documento del centrodestra chiede, tra le altre cose, di “garantire adeguati strumenti di flessibilità per la gestione delle risorse in corso d’anno”. È proprio la flessibilità, ha spiegato in aula il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti, l’elemento più importante mentre “la programmazione a lungo termine rischia di essere un esercizio sterile”. In ogni caso, ha sottolineato Giorgetti, è “fondamentale” il monitoraggio del Parlamento. “Naturalmente – ha detto ancora il ministro – bisogna stabilire quali sono i limiti: dobbiamo stabilire l’asticella per cui questa flessibilità non diventi totale discrezionalità che in qualche modo annullerebbe l’indicazione parlamentare”.
“La programmazione pluriennale è una cosa bellissima a parole, ma nella sostanza si traduce nel fatto che oggi la programmazione a lungo termine rischia di essere un esercizio sterile”, ha detto nell’aula del Senato, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti intervenendo dopo la discussione generale sulle mozioni sulla riforma della legge di contabilità e sugli strumenti del ciclo di bilancio. “La programmazione noi l’abbiamo fatta – ha aggiunto il titolare del Mef – è giusto riconoscere l’informazione al Parlamento: è sacrosanto, nessuno vuole nascondere niente. Ma questa dimensione non la considero la più importante. La più importante è quella della flessibilità – indicata nella mozione di maggioranza – che io vedo strettamente connessa al monitoraggio di cui il Parlamento deve essere pienamente cosciente, ma che è uno strumento fondamentale per rispondere alle nuove richieste che arrivano dalla regolamentazione europea”. Il monitoraggio, ha proseguito Giorgetti, è “fondamentale per capire se il sentiero di spesa è effettivamente quello che è stato indicato o no. È fondamentale per capire com’è la dinamica della spesa non solo nello Stato, ma in tutto il conto consolidato della pubblica amministrazione che rileva ai fini degli indicatori da dare in sede comunitaria”. Secondo Giorgetti, “la flessibilità nel bilancio di un ministero è anche un elemento di sana ed efficiente gestione”. Ma, ha precisato il ministro, “naturalmente bisogna stabilire quali sono i limiti: dobbiamo stabilire l’asticella per cui questa flessibilità non diventi totale discrezionalità che in qualche modo annullerebbe l’indicazione parlamentare”.
Imprese, la Commissione Ue lancia ‘Blue Carpet’ per startup e scaleup per attrarre talenti
Per mantenere e attrarre i migliori talenti, le startup e le scaleup devono avere un migliore accesso a persone altamente qualificate. Lo afferma la Commissione europea nella strategia per le startup e le scaleup. La strategia – si legge – introduce l’iniziativa Blue Carpet, concentrandosi in particolare sulla formazione imprenditoriale, sugli aspetti fiscali delle stock option dei dipendenti e sull’occupazione transfrontaliera. La Commissione promuoverà inoltre la direttiva sulla Carta blu e incoraggerà gli Stati membri a mettere in atto programmi accelerati per i fondatori extracomunitari. Inoltre, le startup e le scaleup “hanno bisogno di un time-to-market più breve e di una commercializzazione più rapida”. Al riguardo, la strategia propone di semplificare e armonizzare le diverse condizioni di accesso e contrattuali per le startup e le scaleup alle infrastrutture tecnologiche e di ricerca attraverso una Carta di accesso per gli utenti industriali.
Polizze Cat Nat, Urso convoca il tavolo di monitoraggio il 10 giugno al Mimit
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, su indicazione del ministro Adolfo Urso, ha convocato per martedì 10 giugno, alle ore 15.00, a Palazzo Piacentini, un nuovo incontro del tavolo di confronto in materia di polizze assicurative obbligatorie per le imprese italiane contro i danni derivanti da calamità naturali ed eventi catastrofali, che vedrà la partecipazione dei rappresentanti del settore assicurativo e delle organizzazioni datoriali e di categoria.
La riunione, presieduta dal sottosegretario Massimo Bitonci, sarà l’occasione per fare il punto sull’attuazione dell’obbligo, anche alla luce della recente conversione in legge del decreto recante “Misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali”. Il provvedimento ha introdotto, oltre alla proroga dei termini per la stipula obbligatoria delle coperture assicurative per alcune tipologie d’impresa, l’avvio di un monitoraggio sui premi assicurativi – affidato al Garante per la sorveglianza dei prezzi e all’IVASS – con l’obiettivo di prevenire e contrastare fenomeni speculativi, garantendo un corretto equilibrio del mercato.
Plenitude e Marelli firmano un accordo per la realizzazione di tre impianti fotovoltaici e di una comunità energetica
Plenitude e Marelli, azienda multinazionale specializzata nella fornitura di prodotti e sistemi ad alta tecnologia per l’industria automobilistica, hanno siglato un accordo per la realizzazione di tre impianti fotovoltaici e di una Comunità Energetica. Gli impianti saranno situati negli stabilimenti produttivi Marelli di Melfi (Potenza), Sulmona (L’Aquila) e Torino, con una capacità installata complessiva di 5,4 MWp. I progetti saranno realizzati con la formula dell’EPC (Energy Performance Contract), permettendo a Marelli di ottenere energia da fonti rinnovabili a un costo fisso, senza alcun investimento iniziale. Presso lo stabilimento di Melfi, Plenitude ha inoltre progettato per Marelli una Comunità Energetica in configurazione Autoconsumo Individuale a Distanza (AID). Il parco fotovoltaico con una capacità di 999 kWp, che verrà installato in un terreno di proprietà di Marelli, condividerà l’energia prodotta con lo stabilimento limitrofo dell’azienda. Una volta in funzione, l’impianto beneficerà degli incentivi statali ventennali previsti per l’AID, di cui una parte verrà destinata, come previsto dalla normativa, a supporto di iniziative sociali sul territorio che ospita l’impianto. Questa iniziativa conferma la strategia di Plenitude nel promuovere le Comunità Energetiche come strumento importante della transizione verso un sistema energetico maggiormente sostenibile e partecipativo, fondato sulla condivisione dell’energia da fonti rinnovabili in un contesto di prossimità tra chi utilizza e condivide l’energia e gli impianti che la producono. Plenitude affiancherà Marelli in tutte le fasi dell’iniziativa, dalla progettazione e realizzazione degli impianti fino alla richiesta di accesso agli incentivi, fornendo anche la piattaforma tecnologica “Plenitude Comunità Energetiche” che permetterà di gestire e monitorare la configurazione AID. Infine, per quanto riguarda gli stabilimenti produttivi di Sulmona e Torino, gli impianti fotovoltaici avranno una capacità installata rispettivamente di 4 MWp e 400 kWp, contribuendo ad un possibile risparmio della spesa energetica dei siti stessi.
Webuild si aggiudica un contratto da 1,1 miliardi di euro per la realizzazione del Women and Babies Hospital di Perth
Webuild si rafforza in Australia con un nuovo progetto strategico nel settore ospedaliero. Il Gruppo ha firmato oggi il contratto da1,8 miliardi di dollari australiani (€1,1 miliardi) di valore complessivo per la progettazione e la costruzione del Women and Babies Hospital di Perth, in Western Australia. Il progetto sarà realizzato interamente da Webuild. Commissionato dal Western Australia Government, il progetto è destinato a sostituire il centenario King Edward Memorial Hospital e ad espandere i servizi sanitari per donne, bambini e famiglie nello Stato del Western Australia, potenziando la capacità di offerta di due presidi sanitari importanti: il complesso del Fiona Stanley Hospital e l’Osborne Park Hospital. Il Gruppo Webuild mette al servizio di questo progetto un expertise consolidato su scala globale che include la progettazione e la realizzazione di circa 200 strutture sanitare nel mondo, inclusi alcuni dei centri di eccellenza più innovativi e all’avanguardia nel settore dell’edilizia sanitaria, in Italia e all’estero, tra cui l’Ospedale dell’Angelo di Venezia-Mestre, struttura d’eccellenza e all’avanguardia ancora oggi tra gli ospedali più belli d’Europa, e i Quattro Ospedali Toscani in Italia. Con il nuovo Women and Babies Hospital di Perth, Webuild e la sua controllata australiana Clough rafforzano la loro presenza in Australia, secondo mercato del Gruppo più grande dopo l’Italia, dove a novembre scorso si è aggiudicato anche il contratto da AUD 1,7 miliardi per il lotto Tunnels North del Suburban Rail Loop East di Melbourne, nuova linea metro che andrà a rafforzare il sistema di mobilità sostenibile della città.
A Perth, il Gruppo ha già realizzato l’Airport Line (già nota come Forrestfield-Airport Link), 8,5 chilometri di linea per il collegamento del centro della città con i quartieri orientali e, in Western Australia, ha un track record che include la realizzazione di oltre 100 progetti, inclusi il Narrows Bridge e i Graham Farmer Freeway Tunnels. Attualmente, è impegnato nel progetto per il potenziamento dell’impianto per il trattamento delle acque reflue più grande dello Stato, a sud di Perth. Nella regione di Pilbara, in Western Australia, il Gruppo sta realizzando uno degli impianti di urea per la produzione di fertilizzanti più grandi al mondo, insieme al Dampier Bulk Handling Facility, una infrastruttura strategica per il potenziamento del porto di Dampier. A Melbourne, il Gruppo sta realizzando i tunnel del North East Link, una tratta importante della rete autostradale della città, mentre a Sydney, sta partecipando allo sviluppo della Sydney Metro che collegherà la città al Western Sydney International Airport, il più grande progetto in PPP (Public-Private Partnership) nel New South Wales. Nello stesso Stato, Webuild e Clough stanno realizzando anche Snowy 2.0, il più grande progetto per la produzione di energie rinnovabili in costruzione nel paese.
Ponte sullo Stretto, Salvini incontra procuratore antimafia Melillo
Il vicepresidente del consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, haincontrato il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo. Lo rende noto il Mit. Salvini ha ribadito di voler prevenire e contrastare con la massima determinazione tutte le possibili infiltrazioni criminali con particolare riferimento alle grandi opere, a partire dal Ponte sullo Stretto.
Ponte sullo Stretto, Cgil alla Commissione Ue: “sospendere l’autorizzazione, l’iter viola diritto comunitario”
Contro il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina la Cgil attacca ancora e chiama in causa Bruxelles. “Gentile Commissaria, la Cgil desidera sottoporre alla sua attenzione le gravi criticità tecniche, ambientali, normativeciali connesse all’iter di approvazione del progetto relativo al ‘Collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria’ (Ponte sullo Stretto di Messina), recentemente trasmesso alla Commissione mediante la relazione IROPI approvata dal Consiglio dei Ministri. Relazione che non soddisfa le condizioni necessarie e sufficienti previste dal diritto comunitario e, pertanto, a nostro avviso, non può costituire base giuridicamente ammissibile per autorizzare l’opera”, si legge nella lettera inviata ieri mattina dalla Cgil alla Commissaria Europea per l’Ambiente Jessika Roswall, a firma del segretario confederale Pino Gesmundo. Nella missiva, con la quale viene richiesto “un apposito incontro per meglio chiarire tutti gli aspetti della materia in oggetto”, vengono evidenziati i motivi per i quali, a giudizio della Confederazione, l’iter del progetto del Ponte non sarebbe conforme alle disposizioni europee e, nello specifico, non soddisferebbe le stringenti condizioni previste per la deroga alla Direttiva Habitat in materia ambientale e infrastrutturale. Deroga che permetterebbe l’autorizzazione di progetti o piani che possono causare danni alle zone speciali di conservazione della rete Natura 2000, ovvero alle aree di interesse comunitario destinate alla conservazione della biodiversità. Innanzitutto, per la Cgil è mancata “un’adeguata analisi delle alternative meno impattanti sull’integrità dei siti Natura 2000 interessati”, e non vi sono, come richiesto per la deroga alla Direttiva, “motivi riguardanti la salute umana, la sicurezza pubblica o effetti ambientali positivi di primaria importanza”. Inoltre, il progetto riporta una valutazione ambientale “incompleta e viziata”, con lacune non conformi alla normativa europea e in contraddizione con la strategia europea per una mobilità a zero emissioni. Infine, sono trascurati “rischi strategici e di sicurezza”: “la dichiarazione del ponte come infrastruttura di rilevanza militare, oltre a non essere suffragata da documenti ufficiali UE o NATO, espone l’area dello Stretto a rischi specifici in caso di conflitti, aggravando le condizioni di sicurezza per oltre un milione di residenti nelle aree metropolitane coinvolte”.
Alla luce di tutto questo, scrive Gesmundo, “riteniamo non siano soddisfatte le condizioni per l’applicazione della deroga, che, come già evidenziato da soggetti pubblici competenti come l’ISPRA, la procedura risulti viziata da carenze metodologiche sostanziali, e che la Commissione sia tenuta ad esprimere un parere formale vincolante”. Per il segretario confederale “la via scelta dal Governo delle deroghe alle regole nazionali ed europee in nome di un ‘imperativo interesse pubblico’ è completamente sbagliata per un intervento infrastrutturale di questa rilevanza. Solo pochi giorni fa – sottolinea – è dovuto intervenire il Presidente della Repubblica per respingere un provvedimento di deroga alle norme sui controlli antimafia per il Ponte di Messina, chiarendo che per esso valgono le regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale”. “Confidando nell’autorevolezza e nella vigilanza delle istituzioni europee nel garantire l’applicazione corretta e rigorosa delle normative ambientali comuni – si legge infine nella lettera – sollecitiamo la sospensione dell’iter autorizzativo e l’apertura di una procedura formale di verifica di conformità del progetto alle disposizioni europee”.
Stellantis: l’italiano Antonio Filosa è il nuovo ceo, dal cda voto unanime
Il consiglio di amministrazione di Stellantis ha scelto all’unanimita’ l’italiano Antonio Filosa come nuovo Ceo, “a seguito di un approfondito processo di ricerca di candidati interni ed esterni”, condotto da uno speciale Comitato del Consiglio guidato dal chairman, John Elkann. La societa’ terra’ ora un’assemblea straordinaria degli azionisti, che sara’ convocata nei prossimi giorni, per eleggere Filosa nel Cda come amministratore esecutivo della societa’. Nel frattempo, per conferirgli piena autorita’ e garantire una transizione efficiente, il Cda gli ha conferito i poteri di Ceo a partire dal 23 giugno. Come si legge in una nota, “il consiglio di amministrazione ha scelto Antonio Filosa come Ceo sulla base della sua comprovata esperienza maturata in oltre 25 anni di attivita’ nel settore automobilistico, della sua vasta esperienza in tutto il mondo, della sua ineguagliabile conoscenza dell’azienda e delle sue riconosciute qualita’ di leadership”. Antonio Filosa ha guidato Stellantis sia in Nord che in Sud America. Durante il suo mandato come chief operating officer per il Sud America, “ha portato il marchio Fiat alla leadership di mercato e ha poi sviluppato significativamente i marchi Peugeot, Citroen, Ram e Jeep”.
Come conseguenza, Stellantis ha rafforzato la sua leadership nella regione. Il suo lavoro nella creazione dello stabilimento di Pernambuco, uno dei piu’ grandi poli automobilistici del Sud America, ha lanciato Jeep in Brasile, che e’ diventato il principale mercato del brand al di fuori degli Stati Uniti. “La profonda conoscenza che Antonio ha della nostra azienda – comprese le persone che considera il nostro punto di forza – e del nostro settore, gli consentono di essere perfettamente preparato per il ruolo di chief executive officer in questa nuova e cruciale fase di sviluppo di Stellantis”. Lo ha detto l’Executive Chairman di Stellantis, John Elkann, commentando la nomina di Antonio Filosa, attuale chief operating officer per le Americhe e chief quality officer del gruppo, come nuovo Ceo. ‘Ho lavorato a stretto contatto con Antonio negli ultimi sei mesi, durante i quali le sue responsabilita’ sono aumentate e la sua leadership, che ha guidato sia il Nord che il Sud America in un momento di sfida senza precedenti, ha confermato le sue eccellenti qualita’. Insieme a tutto il Consiglio di Amministrazione, non vedo l’ora di lavorare con lui”, ha detto Elkann.
Adr, Troncone: “ per Fiumicino nuovo masterplan con progetto sostenibile”
Per l’aeroporto di Fiumicino “e’ pronto un masterplan di lungo termine, di sviluppo sostenibile per portare l’aeroporto a un livello capacitivo sino a 100 milioni di passaggeri, che sembra un numero stratosferico, ma e’ assolutamente quello che accadra’, almeno nei prossimi anni”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Aeroporti di Roma Marco Troncone all’evento “Insieme per il futuro di Roma e del Lazio” organizzato dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia presso l’associazione Civita a Roma. “E’ un progetto totalmente nuovo – ha aggiunto – rispetto ad altre ipotesi di sviluppo portate una decina di anni fa, e’ molto piu’ sostenibile, ha uno sviluppo intensivo dell’aeroporto all’interno del nostro perimetro con l’utilizzo di un ulteriore terreno al livello minimo e puo’ evocare con un ottimo ribilanciamento che si prende con quello che si da’ in termini di territorio e con anche un grande impatto dal punto di vista ambientale”.
Cdp designa Cucchiani presidente di Open Fiber e Levi ad di Cdp Venture Capital
Il cda di Cassa Depositi e Prestiti ha approvato ieri alcune designazioni relative a società partecipate. In particolare, il Consiglio di Cdp ha approvato la designazione di Enrico Tommaso Cucchiani quale nuovo presidente di Open Fiber, in sostituzione di Paolo Ciocca che ha assunto l’incarico di presidente di Italgas, e di Emanuele Levi quale nuovo amministratore delegato di CDP Venture Capital, in sostituzione di Agostino Scornajenchi, che ha assunto l’incarico di amministratore delegato di Snam.
Biennale di Architettura, la visione dell’Agenzia del Demanio per la rigenerazione sostenibile del patrimonio pubblico
L’Agenzia del Demanio ha preso parte alla European Cities Conversation on Climate-Responsive Urbanism and Architecture organizzato da La Biennale di Venezia e C40 Cities nell’ambito della 19^ Mostra internazionale di Architettura in corso ai Giardini della Biennale dal 10 maggio al 23 novembre 2025. Il Direttore dell’Area Progettazione Ambientale della Struttura per la Progettazione, Fabrizio Tucci, ha aperto i lavori del panel “How Reinventing Cities is Reshaping Urban Regeneration in Italy”, che si è tenuto oggi nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, illustrando la visione strategica dell’Agenzia del Demanio per creare valore economico, ambientale, sociale e culturale attraverso la riqualificazione e la rigenerazione degli asset immobiliari dello Stato. Solo negli ultimi tre anni, l’Agenzia ha incrementato gli investimenti per gli interventi sui beni del 150% grazie ai finanziamenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze con l’obiettivo di promuovere la cura del patrimonio pubblico, lo sviluppo sostenibile dei territori, la rigenerazione urbana, contribuendo al benessere delle comunità e al recupero della bellezza dei luoghi. Oggi la gestione del patrimonio immobiliare da parte dell’Agenzia ha superato l’impostazione “conservativa” ed è orientata verso una valorizzazione “rigenerativa” in cui i beni immobili dello Stato diventano uno strumento per rispondere alle esigenze dei territori e delle comunità. Questa nuova visione è rappresentata nel Piano Strategico Industriale 2024-2027 dell’Agenzia, e si basa su tre pilastri: sostenibilità, digitalizzazione e innovazione.
Lo strumento-chiave introdotto dall’Agenzia del Demanio per attuare questo modello è il Piano Città degli Immobili Pubblici, una pianificazione integrata e strategica degli interventi sugli immobili pubblici di ogni città, svolta in sinergia con gli enti locali, le università e gli stakeholder privati. L’obiettivo è mettere al centro le persone e il loro benessere, promuovere la rigenerazione urbana con servizi efficienti e spazi verdi e valorizzare il patrimonio storico e artistico: fino a oggi sono stati sottoscritti 23 Piani Città e si prevede di arrivare a 50 entro dicembre 2026. In questo contesto, l’Agenzia promuove partnership pubblico-private, coinvolgendo stakeholder e imprenditori per generare investimenti e proposte progettuali innovative, per restituire alla cittadinanza immobili pubblici sostenibili, accessibili e innovativi, contribuendo a rigenerare spazi e migliorare la qualità della vita urbana. Esempio di questa strategia è la partecipazione a Reinventing Cities 2024 la competizione globale di architettura e design urbano di C40, la reta mondiale di circa cento sindaci impegnati sul contrasto alla crisi climatica. I beni in gestione dell’Agenzia coinvolti sono la Ex Caserma Perotti di Bologna, la Ex Casa del Fascio a Roma, il Forte Sant’Andrea e Casa Madonna di Nicopeja a Venezia: edifici non utilizzati pronti a essere valorizzati attraverso progetti di rigenerazione e trasformazione urbana a zero emissioni e inclusivi, anche in partenariato pubblico-privato.
Idroelettrico, scontro M5s-Fdi sulle concessioni
“L’idroelettrico è una fonte strategica per l’autonomia energetica del Paese e la riduzione dei costi dell’energia. Una tecnologia che deve essere valorizzata, coinvolgendo le comunità territoriali e proseguendo con il processo di liberalizzazione già deciso nel quadro regolatorio, altrimenti sarà impossibile raggiungere gli obiettivi del PNRR”. Ad affermarlo è stato il deputato M5S in commissione Attività produttive Enrico Cappelletti, a margine del convegno “Idroelettrico, sostenibilità delle risorse e equa distribuzione”, ieri al Senato. “I ritardi sulle gare per la riassegnazione delle concessioni che la maggioranza sta ostacolando compromettono la possibilità di rendere più efficienti le capacità dei bacini idrici italiani, limitando in tal modo il potenziale idroelettrico, che già oggi ricopre più di un terzo della produzione rinnovabile del Paese. Questo stallo va superato. Rinnoviamo velocemente le concessioni per liberare gli investimenti nel settore. Ma pensiamo anche ad altro per impiegare al meglio questa risorsa, come individuare nuovi spazi innovativi sfruttando gli accumuli, o valutare la possibilità di coniugare, per esempio nei bacini consortili per la gestione dell’irrigazione in agricoltura, anche la produzione di energia fotovoltaica”.
“L’acqua è un bene comune, eppure il suo sfruttamento è in mano a pochi grandi player. È il caso della Sardegna, di cui mi sono occupata nei miei lavori parlamentari, e che necessita di una totale rivisitazione”, ha affermato in una nota la senatrice M5s capogruppo in commissione Industria e attività produttive Sabrina Licheri. “Insieme all’europarlamentare Gaetano Pedullà – ha aggiunto – e numerosi tecnici, abbiamo fatto il punto della situazione al convegno al Senato. Il costo dell’energia per famiglie e imprese è diventato insostenibile. L’Europa chiede al nostro Paese la messa a gara di concessioni scadute, eppure restiamo ancora all’anno zero. Le ricadute ambientali e economiche continuano a gravare sui territori che ospitano gli impianti. Territori che, ancora oggi, hanno un ritorno totalmente insufficiente. Equità, sostenibilità, rispetto dell’ambiente devono essere le linee guida per cambiare rotta e redistribuire l’energia prodotta in chiave strategica per famiglie e imprese”.
“Ad assestare un durissimo colpo al settore idroelettrico non è stato certamente questo governo, ma quelle forze politiche che, quando erano alla guida del Paese, hanno commesso il madornale errore di inserire la messa all’asta delle concessioni tra i requisiti per accedere ai fondi del Pnrr. Quelle stesse forze politiche che adesso, dai banchi dell’opposizione, si permettono di addossare all’Esecutivo Meloni colpe che, invece, ricadono pienamente su di loro», ha dichiarato Riccardo Zucconi, deputato e responsabile Energia di Fratelli d’Italia, che definisce «assurda e dannosa» la posizione espressa dal M5s sulla questione delle concessioni idroelettriche e respinge al mittente le accuse mosse alla maggioranza di ritardare il processo di liberalizzazione. «Il governo Meloni ha intrapreso una complessa, ma confidiamo positiva, interlocuzione in Europa per far sì che venga applicato un criterio di reciprocità, visto che in nessun altro Paese europeo, salvo appunto l’Italia, vige l’obbligo della messa all’asta. Una totale ingiustizia –ha sottolineato Zucconi – che rischia di far venir meno un sano principio di libera concorrenza. Nel confronto con le istituzioni europee, il nostro Governo si sta inoltre adoperando affinché, tra le possibilità per i rinnovi delle concessioni, sia introdotto anche un piano di investimenti strutturali, attualmente bloccati proprio a causa degli impegni assunti in sede europea che non danno garanzia di continuità nella gestione delle dighe. Il nostro governo considera l’idroelettrico un asset strategico per l’indipendenza e la sicurezza energetica della Nazione e per la produzione di energia pulita e rinnovabile, ecco perché sta lavorando senza sosta per tutelarlo e valorizzarlo. E proprio da chi ha sbagliato in passato, e continua imperterrito a sbagliare, lezioni di responsabilità non le accettiamo”, ha concluso.
La polemica continua. A controbattere a Zucconi è stato il deputato M5S, Enrico Cappelletti. “La posizione espressa dal M5s a favore delle gare per le concessioni idroelettriche rientra nel rispetto della legge sulla concorrenza approvata nella scorsa legislatura dal Parlamento, in coerenza con le direttive europee e l’esecuzione del Pnrr. Ricordiamo che la norma all’epoca è stata approvata anche dalla Lega e Forza Italia, partiti di maggioranza che sostengono questo Governo. Per tali ragioni, consideriamo le polemiche espresse dal collega onorevole Zucconi (FdI), totalmente infondate e fuori luogo”.
Equinix: Emanuela Grandi nuova managing director per l’Italia, obiettivo accelerazione della crescita nel mercato dei data center
Equinix, azienda leader a livello mondiale nel settore delle infrastrutture digitali, ha nominato Emanuela Grandi Managing Director per l’Italia, con l’obiettivo di accelerare la crescita e rafforzare la presenza dell’azienda mercato italiano dei data center Con oltre vent’anni di esperienza nei settori delle telecomunicazioni e delle infrastrutture digitali, Grandi porta in Equinix un ampio bagaglio di competenze e conoscenze. Precedentemente ha ricoperto il ruolo di Senior Director of Customer Success presso Cisco EMEA, dove ha avuto un ruolo chiave nella trasformazione del modello di business ricorrente dell’azienda, sia internamente che con clienti e partner. Grandi ha inoltre ricoperto importanti incarichi dirigenziali in Vodafone South Europe, tra cui quello di Head of Operations e Chief Technology Security Officer (CTSO). “Sono entusiasta di entrare a far parte del team di Equinix in un momento così cruciale per il settore delle infrastrutture digitali in Italia,” ha dichiarato Emanuela Grandi, Managing Director di Equinix Italia. “Con la sua posizione strategica, un’infrastruttura solida e un forte impegno per la sostenibilità, l’Italia rappresenta il contesto ideale per le aziende che vogliono sviluppare le proprie ambizioni digitali. Il mio obiettivo sarà quello di espandere ulteriormente il business di Equinix in Italia, allineandolo agli obiettivi dei clienti e supportando la crescita dell’economia digitale del Paese”.
Inapp presenta il sistema informativo sulle professioni per ridurre mismatch tra domanda e offerta di lavoro
Cercare lavoro in modo efficace significa riuscire a cogliere le opportunità concrete di occupazione che purtroppo da alcuni anni scarseggiano. Per questo risulta opportuno integrare la logica dei dati statistici con le informazioni di natura qualitativa sui contenuti delle
professioni che agiscono nel mercato del lavoro, sui fabbisogni professionali e sulle opportunità di lavoro. In questa direzione opera il Sistema informativo sulle professioni presentato oggi dall’Istituto nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP) nell’ambito di un workshop svoltosi nella sua sede. Il Sistema informativo sulle professioni raggiungibile dal nodo Inapp all’indirizzo
https://www.inapp.gov.it/professioni/sistema-informativo-sulle-professioni/ è un progetto nato dalla collaborazione con l’Istat e che coinvolge diversi attori istituzionali che producono informazioni sulle professioni (Inail, Inps, Unioncamere, Mur, Almalaurea, Alfa LIGURIA, Collegio Nazionale degli Agrotecnici e Sviluppo Lavoro Italia). L’obiettivo del Sistema è offrire un panorama completo ed analitico delle caratteristiche di tutte le professioni esercitate in Italia, la loro consistenza occupazionale attuale e le tendenze a breve e medio termine del mercato professionale insieme ai trend di cambiamento delle loro competenze, le opportunità di impiego in tempo reale e strumenti per l’orientamento professionale. Uno strumento di supporto anche alle decisioni politiche poiché, grazie agli studi anticipatori sui futuri andamenti dell’economie settoriali e del lavoro per professioni, costituisce un riferimento per la programmazione e per la progettazione degli interventi tesi a incrementare le possibilità di occupazione delle persone che entrano nel mercato del lavoro e di favorirne la permanenza per chi è già occupato. Basato su un sistema informativo LOD (Linked Open Data) il sistema informativo professioni
connette dati provenienti da diversi nodi (fonti), sfruttando un widget per gestire la cooperazione applicativa e indirizzare l'utente attraverso i diversi collegamenti. Dati affini e disomogenei sono collegati via web attraverso una chiave univoca: il codice della professione. Nel passaggio da un sito all’altro viene scambiato soltanto il codice della professione attraverso un link. Nell’architettura del sistema le informazioni sono organizzate e incrociate attraverso la Classificazione delle Professioni (CP2021) dell’Istat e quella delle attività economiche Ateco 2007. “L’evoluzione del Sistema informativo delle professioni consente di valorizzare le competenze acquisite dai lavoratori e di personalizzare i fabbisogni formativi per adeguarle in relazione alla domanda di lavoro – ha dichiarato Natale Forlani, presidente dell’Inapp – è uno strumento messo a disposizione di tutti gli operatori pubblici e privati per migliorare i servizi di orientamento e le offerte formative rivolti a facilitare l’inserimento lavorativo per migliorare la capacità di valorizzare le proprie competenze per le persone che cercano lavoro”.
Mit pubblica le linee guida del bunkeraggio ship to ship, Assocostieri: “in prima linea per la sicurezza e competitività”
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato le nuove Linee guida per la disciplina del bunkeraggio Ship to Ship di GNL e bio-GNL nei porti italiani, che integrano la Circolare Serie VII n.16 del 19 luglio 2002, mantenendone la validità per l’attività di bunkeraggio tradizionale. Assocostieri, da sempre in prima linea nel promuovere lo sviluppo sostenibile e competitivo della logistica energetica italiana e del bunkeraggio a GNL e a mezzo combustibili alternativi, ringrazia il Direttore Generale Patrizia Scarchilli, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e le Capitanerie di Porto per la predisposizione del documento. Assocostieri ha preso parte attivamente a tutto il processo di definizione del documento, contribuendo in maniera significativa alla sua elaborazione grazie a un costante confronto tecnico e istituzionale. Le linee guida rappresentano il giusto compromesso tra la necessità di indicazioni uniformi a livello nazionale e la necessaria autonomia nella valutazione delle situazioni locali da parte dell’Autorità marittima. “Queste Linee guida raffigurano molto più di un semplice aggiornamento normativo: sono il frutto di un lavoro corale, tecnico e umano, che ha coinvolto istituzioni, operatori e associazioni di settore. Per Assocostieri è motivo di orgoglio aver contribuito a un documento che non solo garantisce standard elevati di sicurezza, ma che guarda al futuro della logistica energetica, rendendo i nostri porti più moderni, sostenibili e competitivi”, ha dichiarato il presidente di Assocostieri, Elio Ruggeri.
Casa, Teha: la spesa per le bollette vale 54,2 miliardi, +31% sul 2015
Il settore edilizio italiano si trova ad affrontare la sfida legata all’obsolescenza del proprio patrimonio immobiliare: con un tasso di rinnovamento annuo dello 0,85%, contro l’1,7% di Francia e Germania, e l’84,5% degli edifici costruiti prima del 1990, l’Italia presenta il parco edilizio più vetusto d’Europa. Nonostante un aumento degli edifici in classe energetica A (dal 2,9% al 3,8% tra il 2018 e il 2025), con il 79% degli immobili italiani è ancora oggi in una classe energetica inferiore alla D, evidenziando la necessità di interventi di riqualificazione per migliorare l’efficienza energetica e ridurre i consumi. A questo si aggiungono le stime secondo cui – con emissioni lorde di gas serra pari a 75,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel 2021 e considerando l’attuale trend inerziale – il completamento della decarbonizzazione del settore edilizio italiano non si raggiungerebbe prima del 2103, ben oltre il traguardo fissato dal piano europeo Fit for 55, che richiederebbe una riduzione delle emissioni a 12,4 milioni di tonnellate entro il 2050. Un ritardo che ha conseguenze anche sulla spesa delle famiglie per i consumi elettrici e termici degli edifici, che è aumentata del 31% dal 2015 a oggi e ha raggiunto un valore di 54,2 miliardi di euro.
In questo scenario, risulta sempre più urgente la conversione al paradigma di Smart Building. La filiera degli Smart Building genera già oggi 163 miliardi di euro di fatturato e 43 miliardi di euro di Valore Aggiunto, occupando 419 mila addetti e con la possibilità di creare ulteriori 200 mila nuovi posti entro il 2030. Sarà però fondamentale formare una nuova generazione di professionisti dotati di competenze green e smart, indispensabili per accelerare la transizione sostenibile e garantire un futuro in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione e innovazione. A fare il punto è la terza edizione della Community Smart Building di TEHA Group, 1° Think Tank privato e indipendente in Italia, che – con il supporto dei partner ABB, ANCE Lombardia, BTicino, IRSAP, KONE, MCZ Group e Principe Ares – lancia 7 proposte per promuovere la transizione energetica e accelerare l’adozione del paradigma dello Smart Building, contribuendo così alla sostenibilità ambientale, economica e sociale del settore edilizio.
“L’efficientamento smart degli edifici più vetusti porterebbe a una riduzione del 29% dei consumi energetici e del 5% di quelli idrici, con un risparmio netto complessivo di 17-19 miliardi di euro. Per accelerare la diffusione degli Smart Building in Italia e promuovere lo sviluppo della relativa filiera, la Community ha raccolto le 7 proposte individuando tre ambiti di azione chiave”, spiega Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile della Community Smart Building di TEHA Group. “Il primo riguarda le competenze, per sviluppare programmi di upskilling e reskilling per tutti gli operatori della filiera estesa, come progettisti, contractor, installatori e impiantisti, anche in collaborazione con le ITS Academy. Il secondo ambito è relativo a incentivi e finanziamenti, con la necessità di rivedere il sistema di incentivi per renderlo proporzionale ai risparmi energetici e introdurre un “Libretto della casa”, per la certificazione degli interventi effettuati negli edifici. Infine, si punta sulla consapevolezza, promuovendo una maggiore collaborazione tra pubblico e privato e migliorando il coordinamento tra i diversi stakeholder del settore”.
Sondaggio Swg su energia e futuro: circa sei italiani su dieci favorevoli al ritorno al nucleare
È possibile una transizione energetica “giusta”, capace di conciliare sostenibilità ambientale, equità sociale e sviluppo economico? A questa domanda cerca di rispondere il secondo Barometro eco-sociale, realizzato da Percorsi di secondo welfare per Fondazione Lottomatica e curato dal professor Maurizio Ferrera dell’Università degli Studi di Milano. Il rapporto analizza le implicazioni sociali ed economiche del Green Deal europeo in un contesto globale incerto, segnato da crescenti tensioni geopolitiche. Dal report emerge che tra il 45% e il 55% dei cittadini europei teme effetti negativi delle politiche “verdi” su fasce vulnerabili come persone con basso livello di istruzione, residenti in aree rurali, famiglie con figli, anziani, piccole imprese e soggetti a basso reddito. Il 65% degli europei chiede inoltre una distribuzione giusta dei sacrifici e il 45% è disponibile ad accettare il cambiamento solo se riceve qualcosa in cambio: più tempo, più servizi, più giustizia. I dati mostrano un’Italia consapevole ma prudente. Il 53% è favorevole a promuovere le energie rinnovabili anche a costo di maggiori spese, ma il sostegno cala al 43% tra i disoccupati e al 48% tra chi ha un basso livello d’istruzione. Solo un italiano su tre approva inoltre il divieto di vendita di veicoli a combustione dal 2035, e il consenso crolla tra i lavoratori dell’automotive, un settore che in Italia impiega quasi 400.000 persone, oltre un milione se si considera anche l’indotto. In parallelo, l’ultimo sondaggio condotto da SWG per Fondazione Lottomatica rivela che il 57% degli italiani guarda con favore al ritorno dell’energia nucleare, mentre il 64% è favorevole a investimenti nella nuova generazione di impianti. Il 65% sostiene invece l’espansione delle rinnovabili anche in aree paesaggistiche. Anche sul fronte della mobilità elettrica emerge un approccio graduale e inclusivo: gli italiani chiedono bonus per l’acquisto di veicoli elettrici (33%), transizione graduale per evitare penalizzazioni sociali (31%), e promozione dei trasporti pubblici e condivisi (30%). Nel complesso, l’analisi congiunta dei dati europei e italiani restituisce un’opinione pubblica consapevole ma divisa: determinata a sostenere la transizione ecologica, purché questa sia accompagnata da misure eque, partecipative e socialmente sostenibili. L’apertura a tecnologie come il nucleare riflette un orientamento sempre più razionale e meno ideologico, in cui la giustizia ambientale si intreccia strettamente con la sicurezza energetica e lo sviluppo industriale. “Oggi si parla sempre meno dei problemi climatici e della transizione energetica che serve per affrontarli, ma questa resta una sfida cruciale per il nostro futuro. Perché avvenga, sia efficace ed equa occorre però essere pragmatici. La rielezione di Trump e il disimpegno globale degli USA sul clima impone all’Europa azioni incisive, che però devono tener conto delle paure delle persone” ha spiegato Maurizio Ferrera, Scientific Supervisor di Percorsi di secondo welfare e professore dell’Università degli Studi di Milano. “I cittadini italiani ed europei, contrariamente a quanto si pensi, percepiscono il bisogno di interventi forti sul clima, ma al contempo temono conseguenze economiche e sociali sulle loro vite. Per questo l’UE deve rafforzare la dimensione sociale della transizione, proteggendo i più vulnerabili, coinvolgendo comunità e territori, e mostrando che il cambiamento può generare opportunità concrete di progresso collettivo” ha sottolineato l’autore del Barometro eco-sociale. “Con il secondo Barometro eco-sociale, Fondazione Lottomatica rinnova il proprio impegno nell’ascolto della società e nel dialogo con esperti per approfondire le sfide ambientali, individuare soluzioni e valorizzare le opportunità della transizione energetica, con particolare attenzione ai suoi impatti sociali ed economici. Spinti da questo obiettivo, abbiamo deciso di arricchire ulteriormente il dibattito attraverso l’indagine di SWG, focalizzata sulla posizione degli italiani in tema di transizione ecologica” — ha spiegato Riccardo Capecchi, Presidente Fondazione Lottomatica.
M.C.C.