LE AUDIZIONI SUL CORRETTIVO

Rinnovabili, Elettricità Futura: via riferimenti sui titoli edilizi dal Testo unico

05 Nov 2025 di Mauro Giansante

Condividi:

“L’inserimento puntuale dei riferimenti ai titoli edilizi nei singoli articoli corre il rischio di aggravare i procedimenti e quindi di bloccare gli iter autorizzativi, per questo noi proponiamo di eliminare questi riferimenti in particolare all’interno delle procedure di attività libera e di Pas”. E’ questa la principale richiesta espressa ieri da Elettricità Futura nel corso delle audizioni sul correttivo al Testo unico sulle rinnovabili approvato dal governo a settembre.

Secondo Giorgio Boneschi, direttore generale di Ef, poi, sul repowering “proponiamo di introdurre una definizione univoca di area di impianto e di includere tra le modifiche non sostanziali anche gli interventi delle opere di connessione soprattutto dell’utenza ciò faciliterebbe una interpretazione univoca della norma e quindi eviterebbe di incorrere in intoppi durante il processo autorizzativo”. Questo perché secondo l’associazione il testo presenta alcune disposizioni di difficile interpretazione, con ricadute sugli interventi di rifacimento degli impianti, in particolare quelli indicati negli allegati A e B (Attività Libera e Pas).

Ancora, sul tema degli espropri per le infrastrutture indispensabili “apprezziamo l’introduzione della definizione di infrastrutture indispensabili” ma “proponiamo che la stessa definizione venga introdotta anche nell’articolo 8 e 9 per rendere più chiara l’applicazione della disciplina dell’esproprio in queste fattispecie”, ha spiegato Boneschi. Il correttivo – ricorda Elettricità Futura – stabilisce che, nell’ambito della Pas e dell’Autorizzazione unica, il decreto di esproprio debba essere eseguito entro un anno dal perfezionamento della procedura. Considerate le tempistiche spesso dilatate nell’emanazione del decreto, si propone di svincolare l’esecuzione del decreto di esproprio dal momento del perfezionamento della procedura e di prevedere iter espropriativi più rapidi, in linea con gli artt. 22 e 22-bis del TU Espropri. Per evitare ulteriori ritardi, si suggerisce inoltre di fissare un termine massimo di 60 giorni per l’emanazione del decreto da parte degli organi competenti.

Così come sul cumulo, Ef sostiene che per evitare incertezze interpretative, sarebbe opportuno prevedere criteri uniformi per la definizione del concetto di cumulo per evitare che qualche amministrazione possa considerare quale progetto unico anche progetti imputabili allo stesso soggetto proponente ma non insistenti su particelle catastali contigue. Inoltre, è necessario specificare che i progetti esistenti, abilitati o autorizzati, non rientrano nel concetto di cumulo.

Venendo al regime concessorio, invece, Ef propone che la disponibilità delle superfici pubbliche o demaniali sia richiesta solo per la realizzazione dell’impianto, e non per cavidotti ed elettrodotti di utenza. In tali casi, l’acquisizione del titolo concessorio dovrebbe poter essere rinviata dopo il rilascio del titolo autorizzativo, poiché il tracciato delle opere di rete può variare in fase di progetto esecutivo (quindi in seguito all’ottenimento del titolo autorizzativo).

Per il resto, la principale associazione del settore elettrico italiano, che rappresenta oltre il 70% del mercato e più di 500 imprese ha apprezzato il recepimento della Direttiva Red III, che fissa un obiettivo vincolante del 42,5% di rinnovabili al 2030 e il decreto correttivo al Testo Unico Fer (D.Lgs. 190/2024). Eppure, i perfezionamenti non marginali richiesti sono diversi, come visto.

Per migliorare occorrono, come ha fatto notare l’Anci sempre ieri, anche più tecnici a disposizione degli enti e “andare a vedere il regime autorizzatorio affinché oltre alla disponibilità delle aree dove realizzare gli interventi ci sia anche la disponibilità dei punti di connessione”. Per non parlare poi del problema dei costi dell’energia sollevato da Confindustria. “È un problema non più rinviabile”, ha sottolineato il delegato Aurelio Regina, e “per questo abbiamo chiesto che il Governo si impegni con un provvedimento d’urgenza che possa valorizzare al meglio la produzione da fonti rinnovabili accompagnandola con una semplificazione amministrativa, neutralità tecnologica, tempi della transizione coerenti con le esigenze industriali”. “Servono regole semplici, tempi certi e un approccio pragmatico che consenta alle imprese di investire con fiducia nel futuro sostenibile dell’Italia”, ha concluso analogamente Giorgio Boneschi. Ma dal governo continuano a tardare interventi incisivi che accompagnino queste esigenze.

 

 

 

 

 

Argomenti

Argomenti

Accedi