GLI INTERVENTI PRIORITARI A NAPOLI
Manfredi accelera sulla rigenerazione urbana: i progetti in corso e in arrivo che cambieranno il volto della città (in attesa del Demanio)
Tra gli interventi ci sono le Vele di Scampia, il nuovo Eco-quartiere a Ponticelli, gli scali ferroviari di Napoli Porta Est e Napoli Campi Flegrei. Napoli si ripensa con tanti processi di trasformazione urbanistico-edilizi in atto, da oggi al 2050
				
            IN SINTESI
Dalle Vele di Scampia al nuovo Eco-quartiere a Ponticelli passando per gli scali ferroviari di Napoli Porta Est e Napoli Campi Flegrei. Napoli si ripensa con tanti processi di rigenerazione urbana e interventi di trasformazione urbanistico-edilizi in atto che cambieranno il volto della città partenopea, dal centro storico alle zone più periferiche, da oggi al 2050. Solo lo scorso 30 dicembre la firma tra Demanio e Palazzo San Giacomo del nuovo ‘Piano città degli immobili pubblici’, per un valore complessivo di 600 milioni di euro. Ma una fetta importante della rigenerazione del capoluogo è già in atto e passa dalla riqualificazione delle periferie più degradate riguardando interi quartieri, come Scampia e Taverna del Ferro. Un’altra fetta, invece, della riqualificazione della città campana comprende al suo interno altri filoni, come il rafforzamento dei sistemi di trasporto e la mobilità con il completamento dei lavori delle due nuove linee della metropolitana, ovvero la 6 e la 7 e con l’avvio, entro il 2030, dei lavori per progettare la nuova Linea 10.
Vediamo quali sono i più importanti partendo dai progetti di rigenerazione degli scali ferroviari di Napoli.
Napoli Porta Est

Tra i grandi progetti non si può non partire da quello “Napoli Porta Est”, uno dei più importanti e costosi interventi urbanistici della città di Napoli dal Dopoguerra a oggi, che insiste sulle aree dell’ex scalo merci FS di Corso Lucci e di Porta Nolana. Qui si prevede la realizzazione di un nuovo hub intermodale in connessione diretta stazione-porto-aeroporto con la contestuale rigenerazione urbana dell’intero ambito cittadino che si estende per circa 180 mila mq. Per l’intero intervento si prevedono investimenti pubblici e privati per 1 miliardo. Di questi, 700 milioni di fondi statali andranno alle infrastrutture.
La parte di riqualificazione urbana vera e propria toccherà ai privati, nella zona che comprende anche porto e centro direzionale. Per l’attuazione del progetto Regione Campania, Comune di Napoli, Eav (circumvesuviana e cumana), Rete Ferroviaria Italiana e FS Sistemi Urbani hanno sottoscritto un accordo di programma che prevede, tra l’altro, il concorso di progettazione internazionale per la redazione del masterplan compresa la progettazione dell’headquarter della Regione Campania presso l’ex scalo merci. Un bando, questo, che non ha mancato di suscitare polemiche, soprattutto da parte dell’Ordine nazionale degli architetti che in una lettera al governatore della Campania, Vincenzo De Luca, lo scorso ottobre, ha sollevato dubbi sui requisiti della commissione chiedendo “di revisionare le procedure”, inserendo nella commissione “progettisti di riconosciuta esperienza e valore internazionale”. Da allora è ancora tutto fermo.
Qualcosa, invece, si muove sull’altro fronte. Lo scorso novembre è, infatti, arrivato l’ok ai lavori per il primo lotto del “Nodo Garibaldi”. Il Consiglio di Stato ha confermato l’aggiudicazione per l’affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva e dell’esecuzione dei lavori di riqualificazione del lotto all’Rti guidata dal Consorzio Integra, Iterga costruzioni, Brancaccio costruzioni. Si tratta di un appalto da 86,4 milioni di euro, da aggiudicare con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
Nello specifico, il primo lotto riguarda il nuovo riassetto urbanistico (con la copertura) della trincea ferroviaria tra le stazioni di Napoli Porta Nolana e piazza Garibaldi, con la creazione di un nuovo collegamento pedonale e l’efficientamento e rifunzionalizzazione del fabbricato uffici di Porta Nolana con l’ampliamento della torre uffici EAV e la realizzazione di un nuovo ingresso visitatori.
Il tutto non senza aree green con un nuovo grande viale immerso nel verde e un grande parco per poter passeggiare e trascorrere il tempo libero, mentre la stazione della Circumvesuviana Nolana sarà ampliata e ammodernata. I treni viaggeranno sotto terra. Previsti anche un deposito nuovo per i treni (in via Pascone), un terminal per i bus turistici di facile accesso per l’autostrada A3, un parcheggio con 700 posti auto. Nonché, come detto, la nuova sede della Regione Campania.
Napoli Campi Flegrei
Il progetto “Napoli Campi Flegrei” si rivolge ad Ovest della città e prevede il potenziamento infrastrutturale con la realizzazione dell’interscambio modale L2-L6, mediante la realizzazione della nuova fermata e del deposito della linea metropolitana L6, e la contestuale rigenerazione delle aree ferroviarie dismesse di proprietà del gruppo FS Italiane.
Le aree si trovano in un contesto con numerosi poli attrattori, tra cui l’Università Federico II, la Mostra d’Oltremare, lo stadio Maradona e l’ippodromo di Agnano. L’ampia connettività è garantita dalle arterie stradali, dalla stazione metropolitana L2, oltre alle nuove linee metropolitane L6 e L7 in corso di realizzazione. Le aree comprendono due ambiti: l’ambito di via Campegna, di 91 mila mq, interessato dal progetto della stazione e del deposito della linea metropolitana L6, e l’ambito di via Diocleziano, di 37 mila mq, destinata allo sviluppo urbanistico. FSSU (Fs Sistemi Urbani), si legge sul sito, “in sinergia agli interventi di potenziamento infrastrutturale sta curando un intervento di rigenerazione urbana, con circa 50 mila mq di nuovi diritti edificatori per funzioni quali studentati, spazi direzionali, strutture ricettive, zone commerciali e residenziali. Si prevede la possibilità di attuare riusi temporanei. Sarà approvato un Accordo di Programma per l’attuazione della variante urbanistica. La rigenerazione urbana sarà completata con il progetto di riqualificazione dell’Ex Arsenale su cui sarà realizzato un campus universitario” Parthenope.
Riqualificazione ex Arsenale

Non solo scali ferroviari. Attorno a quell’area della zona occidentale di Napoli si sta sviluppando, infatti, un nuovo piano di riqualificazione urbana. Una parte significativa riguarda l’ex Arsenale militare, situato in via Campegna, dato in uso dall’Agenzia del Demanio, con concessione gratuita diciannovennale, all’Università degli studi “Parthenope”. Una porzione del complesso diventerà un campus dedicato agli studenti di Scienze Motorie.
Proprio a inizio dicembre 2024 il consiglio comunale di Napoli ha, infatti, discusso e approvato la delibera 428 che prevede la realizzazione di una stazione e un deposito per la linea 6 della metropolitana e, appunto, il campus universitario dell’ateneo Parthenope nell’area dell’ex arsenale militare di via Campegna. Si tratta di un passo importante per chiudere l’iter di un ambizioso progetto avviato circa due anni fa e permettere gli ultimi espropri necessari all’opera.
Nello specifico, il campus nascerà su un’area di circa 107mila metri, di cui 24mila metri quadri al coperto. Qui aprirà il dipartimento di Scienze Motorie della Parthenope. Previste aule, biblioteche uffici. Il piano prevede, inoltre, “un intervento finalizzato al recupero dell’esistente con demolizione di corpi di fabbrica incongrui, basato su modello di campus universitario con aree aperte alla fruizione libera della collettività”, si legge nella delibera di palazzo San Giacomo. In particolare li parco verde attrezzato sarà aperto e fruibile dai cittadini. Previsti anche un punto ristoro, servizi all’infanzia per madri studentesse e non, spazi a disposizione dei cittadini per manifestazioni o eventi di quartiere. “In tal senso la ‘zona filtro’ dovrà essere caratterizzata dalla fruibilità libera da parte della cittadinanza – si legge nel documento – negli orari di apertura dei parchi urbani cittadini, in quanto rispondente alla esigenza di integrazione tra il quartiere e il nuovo insediamento universitario”.
Il tutto in corrispondenza della nona stazione della Linea 6 che svolgerà anche la funzione di nodo di interscambio con Campi Flegrei e in prospettiva il punto da dove partirà il prolungamento anche per Posillipo con un terminal in piazza San Luigi.
Il deposito “Fuorigrotta”, invece, servirà come area parcheggio e per la manutenzione dei nuovi rotabili, ovvero i treni già acquistati dal Comune e in corso di produzione. Il deposito è fondamentale e sostituirà quello “Mostra” troppo piccolo per le nuove esigenze. In pratica sarà una grande officina per il rimessaggio treni, dei veicoli ausiliari, un magazzino di materiali pesanti e per li lavaggio e pulizia dei treni. Qui saranno realizzati anche locali (e relativi impianti) tecnici e funzionali per garantire l’esercizio della metropolitana, come il nuovo “posto centrale di comando e controllo” e tutte le infrastrutture e attrezzature necessarie alla manutenzione.
Infine, nella zona di via Diocleziano, Sistemi Urbani del gruppo Fs prevede interventi di sviluppo residenziale su una vasta area di oltre 240mila metri quadrati che da via Campegna si estende anche a via Diocleziano, appunto, via Giulio Cesare e si sviluppa dove oggi c’è un ampio fascio di binari di proprietà di Rfi. In altre parole, nell’area occidentale, proprio quella su cui da tempo è previsto il grande progetto di bonifica e rilancio dell’area di Bagnoli, si comincia a costruire un nuovo tassello urbano da rigenerare e da collegare poi fisicamente e funzionalmente al primo (per cui il 30 aprile scorso il Governo ha stanziato 1,2 miliardi necessari a completare bonifica e infrastrutture).
Parco urbano della Marinella

Un progetto atteso da ben 26 anni, quello della riqualificazione del parco urbano della Marinella, è forse finalmente arrivato ad una svolta. Approvato per la prima volta nel 1998, si doveva concludere in tre anni, e, invece, si è rivelato un vero e proprio calvario amministrativo. Su oltre 28 mila metri quadrati dell’area della Marinella, 22 mila sono del Demanio e poco più di 3 mila sono di proprietà privata, uno dei motivi per cui i lavori non sono mai decollati. Nel 2013, dopo 15 anni, non si è potuto far altro che bonificare l’area da ordigni bellici, da amianto, da materiali portati da occupanti abusivi, che hanno preso possesso in più circostanze dell’area impedendo la regolare esecuzione dei lavori previsti. C’era un finanziamento europeo di 6,4 milioni che nel 2017 è andato in fumo perché i lavori non erano partiti. Nel frattempo la Città metropolitana è arrivata in soccorso, stanziando 5 milioni. E in più 1,7 milioni per indennizzare i privati da espropriare.
Il nuovo Parco della Marinella sarà compreso tra il bastione del Carmine, l’ex caserma di Cavalleria, il Mercato Ittico e le case popolari.
L’attraversamento principale del Parco forma un cannocchiale prospettico di circa 200 metri che inquadra nel verde la struttura in vetro cemento del Mercato Ittico, opera di Luigi Cosenza e, sul fondale prospettico, il Vesuvio.
Gli accessi al parco sono tre. Il principale è posto lungo via Vespucci e si apre a ventaglio con una vasca-fontana, la cavea ed indirizza verso le diverse zone del Parco. Alla sinistra dell’ingresso principale vi è un viale in direzione del Bastione del Carmine, ricco di aiuole con piante da fioritura perenne, pavimentazioni artistiche e un piccolo percorso d’acqua che collega la vasca-fontana all’altra fontana con getti circolari, in prossimità del secondo ingresso.
Il secondo ingresso è situato in prossimità del Bastione del Carmine e permette l’accesso direttamente sul basolato della vecchia via Marinella. Questo percorso costeggia il muro del porto sulla sinistra mentre sulla destra attraversa aree arricchite dalla presenza di alberi di olivi e agrumi, per terminare nei percorsi naturalistici presenti nella porzione est del parco.
Il terzo ingresso è quello dall’ex Mercato del Pesce e introduce direttamente sull’asse principale alberato arredato con panche ondulate realizzate ad hoc.
L’ex Mercato Ittico

Chiuso e abbandonato da quasi 10 anni l’ex Mercato Ittico, all’interno del Porto di Napoli e a due passi da piazza del Carmine e dalle Torri Aragonesi, diventerà un Teatro sperimentale e per le arti, dotato di spazi per ospitare spettacoli, esposizioni e performance. Il tutto sarà immerso nel verde del Parco della Marinella, del quale l’ex mercato, come detto, sarà uno dei tre accessi. Costo dell’operazione: 10 milioni di euro, finanziati tramite Pnrr. La progettazione sarà affidata al dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e la conclusione dell’intervento è prevista nel 2026.
Realizzato tra il 1929 e il 1930 da Luigi Cosenza, uno dei più grandi ingegneri, architetti e urbanisti italiani del Novecento, e completato nel 1935, la struttura di via Duca degli Abruzzi, è considerata di grande valore artistico e architettonico, in quanto uno dei maggiori esempi del razionalismo napoletano.
L’intervento di “Restauro ed adeguamento normativo ed impiantistico dell’ex Mercato Ittico” – si legge nella delibera di giunta 7 del 22 gennaio 2024 – svolge un ruolo cruciale nell’ambito di un più ampio contesto di riqualificazione, situandosi a ridosso del realizzando “Parco della Marinella” – di cui l’ex Mercato Ittico rappresenta uno dei tre varchi di accesso – e inserendosi all’interno di una strategia complessiva di rigenerazione urbana che punta a “restituire la linea di costa alla città”, intercettando gli spazi diventati disponibili in ragione delle mutate condizioni economiche e portuali e permettendo di recuperare il forte legame, la cultura e le connessioni dei quartieri portuali con il mare”.