PARTE IL CONFRONTO SUL TESTO UNIFICATO DI ROSSO

Rigenerazione urbana, 571 emendamenti alla legge. Il Pd: bonus 65% ai privati presenti nei piani

Il numero elevato di proposte di modifica dice quanto il provvedimento sia considerato importante da tutti i gruppi parlamentari e quanto sarà serrato il dibattito. Dai principi alle singole misure, il confronto è già in corso anche solo esaminando le proposte: il Partito democratico va subito all’attacco e chiede detrazioni fiscali (con la possibilità di cessione a determinate condizioni) oltre ai premi volumetri proposti da tutte le forze politiche. Centrodestra compatto (con l’aggiunta di Italia Viva) sugli strumenti di perequazione e compensazione urbanistiche. Lega e Fratelli d’Italia insistono che l’intervento sia sistematico per essere considerato di rigenerazione, le opposizioni chiedono più attenzione alle disabilità. Tutti i partiti nazionali chiedono che le Regioni adeguino le loro norme alla legge statale, ma con tempi diversi: dai tre mesi dei Dem ai dodici della maggioranza.

08 Nov 2024 di Giorgio Santilli

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Sono 571 gli emendamenti presentati alla legge sulla legge di rigenerazione urbana in ottava commissione al Senato. Un numero di proposte molto elevato che in genere si riserva ai decreti legge e alle leggi ordinarie fondamentali, come quelle sulla concorrenza: è il segno della grande attenzione che tutte le forze politiche riservano al provvedimento e al tempo stesso prelude a un dibattito molto serrato. Già l’esame delle proposte indica i temi su cui c’è convergenza e quelli su cui invece prevalgono le divergenze, soprattutto fra maggioranza e opposizioni, ma non solo.

Il tema che si scalda immediatamente è quello degli incentivi fiscali con le proposte integrative e aggiuntive all’articolo 11. Subito all’attacco il Pd che in più emendamenti chiede agevolazioni capaci di incentivare i privati a intervenire sui propri immobili all’interno di piani di rigenerazione urbana che vengono dichiarati di pubblico interesse. In particolare, il Pd sferra subito un colpo durissimo con la richiesta che siano resuscitate le detrazioni fiscali al livello del 65% per interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica per interventi dei privati su immobili facenti parte dei piani. La “provocazione” del Pd arriva ai massimi livelli con l’emendamento 11.12 quando si prevede che “il contribuente, in luogo della detrazione, può optare per la cessione del corrispondente credito agli istituti di credito o agli intermediari finanziari o ai fornitori che hanno effettuato gli interventi o ad altri soggetti privati, con la successiva facoltà di cessione del credito”. Praticamente il Superbonus resuscitato sia pure con una percentuale notevolmente più bassa.

Anche il Movimento Cinque stelle chiede finanziamenti che abbiano una corsia prioritaria, ma il riferimento va soprattutto ai fondi strutturali europei che dovrebbero essere destinati massicciamente – soprattutto il Fesr – alle operazioni di rigenerazione.

Su incentivi costosi per lo Stato le forze di maggioranza restano in silenzio.

Larga convergenza fra le forze politiche, invece, nella previsione di incentivi premiali in termini volumetrici. Il centrodestra e Italia Viva incentrano l’incentivazione ai soggetti privati sulla tripletta di perequazione e compensazione urbanistiche e incentivi volumetrici.

Le divergenze vengono fuori anche nell’articolo 1 che detta i principi e gli obiettivi fondamentali della legge. Lega e Fratelli d’Italia insistono che l’intervento sia “sistematico” per essere considerato di rigenerazione, le opposizioni chiedono invece più attenzione alle disabilità la cui tutela viene ricompresa sugli obiettivi fondamentali.

Convergenza invece, sia pure con articolazioni temporali diverse, sull’obbligo per le Regioni di recepire le norme nazionali con un proprio provvedimento che contenga i principi della legge nazionale. Le differenze riguardano i tempi per adeguarsi: si va dai tre mesi previsti dal Pd ai dodici mesi previsti dalle forze di maggioranza.

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