IL TAVOLO A PALAZZO CHIGI

Ricostruzione Gaza, ambasciatore Archi sarà inviato speciale. Impegno del governo a coinvolgere anche i privati

16 Ott 2025 di Mauro Giansante

Condividi:
Ricostruzione Gaza, ambasciatore Archi sarà inviato speciale. Impegno del governo a coinvolgere anche i privati

BRUNO ARCHI AMBASCIATORE

Tante incertezze, a cominciare dalla tenuta dell’accordo di pace appena firmato. Ma si inizia a parlare di ricostruzione, come per l’Ucraina, anche a Gaza malgrado entrambi i conflitti siano ancora sostanzialmente in corso. Una a riguardo è certa: per la rinascita della Striscia vuole esserci anche l’Italia. Ieri, infatti, il governo si è riunito a Palazzo Chigi (nella Sala Verde) in un tavolo presieduto  dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani e rinfoltito dai ministeri interessati, oltre a Esteri, anche Difesa, Università, Agricoltura, Affari regionali, Disabilità, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e la Protezione Civile. Mentre la premier Giorgia Meloni era impegnata, a Roma sì, ma alla riunione di alto livello del Processo di Aqaba, forum di confronto sulla lotta al terrorismo e all’estremismo. Nella sostanza non si è deciso nulla, siamo agli albori di ciò che potrà e dovrà essere ogni discorso sulla ricostruzione di Gaza. Ma intanto l’esecutivo ha scelto l’ambasciatore Bruno Archi, che dovrebbe essere nominato inviato speciale della Farnesina per Gaza. Lo stesso Archi era presente al tavolo di ieri (e c’erano anche Fabrizio Saggio, consigliere diplomatico della premier e il direttore del Dis Vittorio Rizzi).

Il tema caldo, al momento, è quello umanitario. Tanto che Nello Musumeci, ministro per la protezione civile, ha ribadito che “la Protezione civile italiana è pronta a fornire risorse umane, strumentali e mezzi in soccorso della popolazione palestinese”. Verranno allestiti in pochi giorni un ospedale di campo e approntatee delle casette prefabbricate modulari per ospitare famiglie anche a medio termine. Ma lo stesso Musumeci ha preannunciato che nella fase della ricostruzione a Gaza della città distrutta si potrà mettere a disposizione un apposito team di esperti per collaborare nella fase della pianificazione e progettazione. “Il vigente stato di emergenza, dichiarato fino al maggio 2026, ci consente di operare in deroga e di disporre di tutte le strutture operative del sistema nazionale, con relativa copertura finanziaria”, ha aggiunto Musumeci.

Insomma, qualcosa comincia a muoversi anche sul dossier ricostruzione. Su cui, peraltro, già è partita la lotteria delle stime economiche e la lista di aziende già pronte a scendere in campo. Calma, è tutto molto presto. Tanto che, come risulta a Diac, nessuna delle papabili sa ancora dire nulla a riguardo. Anche se, qui un altro spiraglio, forse dovremo dare uno sguardo anche alla nascente legge di bilancio. E’ vero, però, che le Nazioni Unite e la Banca Mondiale hanno già indetto alcuni bandi internazionali. E che per affrontare la ricostruzione si dovranno considerare tempi (vent’anni secondo le Nazioni Unite) e costi (80 miliardi?) anzitutto di rimozione dei detriti.

Intanto, nella nota di Palazzo Chigi di ieri si legge che “l’Italia ha prontamente avviato un’azione coordinata per elaborare una strategia efficace destinata alla gestione delle emergenze e la ricostruzione della Striscia di Gaza. L’obiettivo è identificare gli interventi più urgenti e realizzabili nel breve termine con particolare attenzione al sostegno umanitario e sanitario, sviluppando al contempo un piano organico e sinergico tra tutte le istituzioni e i soggetti coinvolti”. L’impegno di Roma sarà anche sul fronte istruzione, con corsi a distanza e la creazione di spazi comuni attrezzati con connessione e strumenti digitali. Ma anche la costruzione di un’università nella Striscia di Gaza, con spazi idonei allo studio e alla ricerca. Iniziative, queste, proposte dal ministero dell’Università al tavolo Italy for Gaza.

“L’incontro, presieduto dal Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, ha confermato l’impegno dell’Italia nel contribuire alla ricostruzione di Gaza e nel rilanciare un processo politico orientato verso un quadro di pace, sicurezza e stabilità in Medio Oriente – ha spiegato Chigi nella nota ufficiale -. Durante la riunione, sono stati esaminati i progressi già compiuti, in particolare nel settore umanitario, sono stati confermati gli impegni relativi all’iniziativa ‘Food for Gaza’, ai piani sanitari, all’istruzione e alla formazione. È stato altresì sottolineato l’intento di proseguire con la cooperazione allo sviluppo, coinvolgendo anche il settore privato”. Nelle prossime settimane, intanto, tornerà a riunirsi questo gruppo di lavoro che coinvolgerà anche altri ministeri e istituzioni. “Gaza – ha commentato Tajani -non ha bisogno solo di assistenza, ha bisogno di sviluppo sano e come tale creatore di risorse e di benessere. Il sistema Paese deve essere protagonista di tutto questo. Le nostre imprese possono assumere un ruolo guida in molti settori, penso all’esperienza ahimè maturata sul campo, in situazioni come quelle de L’Aquila, o di Accumoli. Sappiamo come lavorare bene e metteremo a disposizione di Gaza il nostro saper fare”. Il capo degli Esteri ha poi ricordato come a luglio a Roma si sia tenuta un’analoga conferenza internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina. “Siamo pronti a condividere questa esperienza con i nostri partner arabi, in particolare con l’Egitto, per la realizzazione di un’iniziativa analoga dedicata a Gaza. Una conferenza che si svolgerà al Cairo, probabilmente entro il mese di novembre”. Per allora si spera di avere qualche certezza in più, anzitutto sulla tenuta della pace.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Argomenti

Argomenti

Accedi