Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il decreto legge concernente la riapertura dei termini per fruire del concordato preventivo biennale, fissando la data al 12 dicembre. Ad annunciarlo è stato il viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo. “Chi non è riuscito ad aderire entro la precedente scadenza del 31 ottobre, potrà ora aderirvi attraverso questa nuova finestra”, ha spiegato Leo per il quale la riapertura del concordato
è “un importante prova di ascolto da parte del governo, che dopo un confronto con le categorie e i professionisti ha deciso di allargare ulteriormente la possibilità di aderire a una misura apprezzata e conveniente per tutti: Stato e cittadini. Si è potuto fare solo ora in quanto al 31 ottobre era necessario acquisire dati certi sul gettito del concordato per avviare un’alteriore riduzione delle tasse dal 2025. Il fisco che abbiamo sempre professato di volere è proprio questo: semplice e dialogante con i contribuenti”. La decisione del Governo è stata attaccata dalla Cgil: “come temevamo, il Consiglio dei ministri ha riaperto i termini per l’adesione al concordato preventivo biennale: la politica fiscale del Governo è una vera e propria sagra per gli evasori. Lo ha fatto il giorno dopo l’incontro a Palazzo Chigi con i sindacati sulla manovra di bilancio. È l’ennesima conferma della totale sordità del Governo alle richieste del sindacato”, ha dichiarato il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari. “Ma, soprattutto è l’ennesimo schiaffo alle lavoratrici e ai lavoratori, alle pensionate e ai pensionati, i quali, come abbiamo ricordato ieri, pagheranno, nel 2024, circa 17 miliardi in più di Irpef, mentre per i settori con tax gap del 70% si continua a predisporre ogni strumento possibile e immaginabile per consentirgli di continuare a evadere le tasse”.
Ue: è stallo sui vicepresidenti, voto rinviato
Giudizio sospeso su Raffaele Fitto insieme a quello degli altri cinque vicepresidenti designati e del commissario ungherese, Oliver Varhelyi, a causa del braccio di ferro tra le forze politiche e una serie di veti incrociati. Fitto ha svolto ieri la sua audizione per oltre tre ore e mezza davanti alla commissione Affari Regionali al Parlamento europeo per la sua conferma a vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle riforme nella nuova Commissione di Ursula von der Leyen. Ma per il voto bisognerà attendere i prossimi giorni. Le tre forze della maggioranza Ursula Ppe, Socialisti e Liberali, a fronte dello stallo, hanno rinviato le votazioni, optando per una decisione contestuale sui sei vicepresidenti.
Stop del Tribunale del Riesame al depuratore di Priolo, Urso convoca il tavolo il 21 novembre
‘Ancora una volta la decisione di un tribunale rischia di vanificare l’azione di governo a tutela dell’interesse generale. Stavolta ad essere colpito e’ proprio il diritto al lavoro di migliaia di persone in una zona strategica della Sicilia. Per colpire il governo colpiscono il Paese”. Lo ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, commentando quanto stabilito dal tribunale del Riesame di Roma in merito al divieto di prosecuzione dell’attivita’ di conferimento al depuratore di Priolo Gargallo da parte delle industrie locali, disposto dal Gip di Siracusa. “Abbiamo da poco appreso – ha riferito il ministro – le determinazioni del tribunale del Riesame di Roma sull’ordinanza del tribunale di Siracusa che, di fatto, concentrandosi su questioni di competenza e non affrontando il merito, bloccano la prosecuzione delle attivita’ del depuratore Ias (Industria Acqua Siracusana) di Priolo Gargallo. Una decisione gravissima che mina la stabilita’ e il futuro dell’intera area industriale, compromettendo il destino di migliaia e migliaia di lavoratori, delle loro famiglie e le possibilita’ di sviluppo dell’intera Sicilia”.
Il decreto-legge 187/2022 aveva attribuito al tribunale di Roma la competenza per l’appello sui sequestri riguardanti aziende di interesse strategico nazionale, tra cui, appunto, l’Isab di Priolo. Quest’ultima, insieme ad altri operatori industriali, convoglia i propri reflui industriali al depuratore di Priolo Gargallo che e’ oggetto di sequestro giudiziario. Poiche’ il sequestro rischiava di interrompere l’attivita’ produttiva, il Governo e’ intervenuto con il decreto 187/2022, ricorda la nota, stabilendo un percorso per riportare gradualmente i parametri emissivi entro i limiti previsti, indicando un termine di 36 mesi. Il Gip di Siracusa ha rifiutato di applicare il decreto e ha recentemente disposto il divieto al conferimento dei reflui. In risposta, l’Avvocatura dello Stato ha presentato appello al tribunale del Riesame di Roma. Il tribunale, dice la nota, “anziche’ entrare nel merito, ha rimesso alla Corte costituzionale la questione della competenza territoriale, senza sospendere l’efficacia del provvedimento del Gip di Siracusa”. L’ordinanza e’ attualmente in fase di pubblicazione in G.U. e la pronuncia della Corte costituzionale potrebbe non arrivare prima di sei mesi. Urso ha convocato un tavolo al ministero per il 21 novembre prossimo.
Corte dei Conti: sulla Zes unica serve l’approvazione definitiva del piano strategico
È necessario che la Struttura di missione ZES della Presidenza del Consiglio dei ministri adotti misure correttive, nel solco dei principi di efficacia ed efficienza amministrativa, per superare le criticità rilevate nella fase di avvio della gestione del “Piano strategico ZES unica”. In particolare, va effettuata l’approvazione definitiva – inizialmente prevista entro luglio scorso – di quest’ultimo, quale momento ineludibile di rilancio dell’economia nel Sud Italia, anche in vista del Piano di investimenti legati agli Accordi per la coesione. È quanto emerge dall’analisi, approvata con delibera, che il Collegio del controllo concomitante della Corte dei conti ha condotto sullo stato di avanzamento del “Piano strategico ZES unica”, che definisce la politica triennale di sviluppo della Zona economica speciale per il Mezzogiorno, istituita a gennaio 2024 con il Decreto-legge Sud, per le Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Al Piano, che individua – anche in modo differenziato per regione – settori da promuovere e rafforzare, investimenti e interventi prioritari per lo sviluppo (compresi quelli di riconversione industriale per la transizione energetica), si affiancano due pilastri operativi, i crediti di imposta e la S.U.D. ZES. Nell’ottica del principio di semplificazione amministrativa, la S.U.D. ZES, a fronte di documentata istanza allo sportello unico digitale, consente l’avvio di una compiuta istruttoria tecnico-amministrativa per il rilascio di ogni autorizzazione necessaria a insediare attività economiche o industriali, produttive e logistiche. I crediti di imposta, previsti invece dalla Legge di Bilancio 2024 – per una spesa complessiva di 1,8 miliardi di euro, poi aumentata di 1,6 dal Decreto-legge Omnibus per lo stesso anno – sono agevolazioni fiscali per le imprese, ai fini dell’acquisizione di beni destinati a strutture produttive in zone specifiche delle Regioni citate, a esclusione dell’Abruzzo. Le raccomandazioni della Corte hanno riguardato la programmazione e l’attuazione delle attività di controllo e di monitoraggio sul complessivo andamento del Piano, previa definizione di specifici indicatori di avanzamento materiale, finanziario e procedurale, oltreché una maggiore pubblicità dei dati sul sito istituzionale della Struttura di missione e una più chiara distinzione delle funzioni svolte dagli organismi coinvolti nella gestione, allo scopo di evitare sovrapposizioni. È stato inoltre sollecitato il raccordo tra interventi sottoposti ad autorizzazione unica – ancora in corso – e Piano strategico, in fase di adozione.
E’ rottura sul rinnovo del contratto della logistica, sciopero di 48 ore il 9 e 10 dicembre
‘La tattica negoziale adottata dalle 24 associazioni datoriali che rappresentano la maggioranza delle imprese rientranti nel campo di applicazione del Ccnl Logistica, trasporto merci e spedizioni, ha determinato l’interruzione del confronto per il rinnovo del contratto e la proclamazione di uno sciopero nazionale di 48 ore i prossimi 9 e 10 dicembre dei lavoratori e delle lavoratrici delle imprese che svolgono logistica, trasporto merci e spedizione’. Lo comunicano i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti in una nota congiunta, che erano impegnate nelle trattative per il rinnovo del contratto nazionale scaduto il 31 marzo scorso. ‘La trattativa tra le parti – riferiscono i sindacati – e’ stata bruscamente interrotta a causa delle posizioni oltranziste delle associazioni datoriali, indisponibili a ricercare una soluzione equa e positiva per il personale interessato in particolare su orario di lavoro, clausola sociale per il personale viaggiante, salute e sicurezza, riduzione della precarieta’, autotrasporto’.
Bankitalia: il tasso medio sui nuovi mutui al 3,82%, ai minimi da quasi 2 anni
Il tasso medio d’interesse sui nuovi mutui erogati dalle banche è al 3,82% ai minimi da dicembre 2022. Sui prestiti bancari alle imprese non finanziarie, il tasso sulle nuove operazioni a settembre è calato al 4,9%, ai minimi da maggio del 2023. E’ quanto emerge dai dati diffusi dalla Banca d’Italia. I prestiti al settore privato sono diminuiti dello 0,9% sui dodici mesi (-1,5 nel mese precedente). I prestiti alle famiglie si sono ridotti dello 0,4% sui 12 mesi (-0,6 nel mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti del 2,4%.
Germania: peggiora a novembre la fiducia sull’evoluzione dell’economia
Peggiora a novembre la fiducia sull’evoluzione dell’economia tedesca. A certificarlo è l’Indice Zew che, per il mese in corso, e’ sceso a 7,4 punti dai precedenti 13,1 punti segnati nel mese di ottobre. Si tratta di un calo maggiore rispetto alle attese di mercato. Intanto, a ottobre l’inflazione ha registrato un incremento dello 0,4% su base mensile e del 2% su base annua.Il dato finale conferma la stima anticipata lo scorso 31 ottobre.
Oice: a ottobre dati in ripresa per le gare di ingegneria e architettura
A ottobre dati in ripresa per le gare di ingegneria e architettura: il valore, a quota a 170 milioni, raddoppia su settembre, ma è identico a ottobre 2023. Nei primi 10 mesi rimane però un pesante trend negativo (-62,5%), analogo anche per gli appalti integrati che raggiungono 1,5 miliardi in totale, con un ritorno ai livelli del 2019. È positiva l’inversione dell’andamento della domanda pubblica a ottobre registrata con l’aggiornamento dell’Osservatorio Oice/Informatel sul mercato dei servizi tecnici: il mese scorso il valore dei bandi, ottenuto sommando l’importo delle gare per servizi di ingegneria (164,3 milioni) al valore della progettazione esecutiva compresa negli appalti integrati (5 milioni), raggiunge l’importo complessivo di 169,3 milioni. Il confronto con settembre evidenzia un incremento del 123,7% in valore mentre, rispetto a mese ottobre 2023, si rileva un calo dello 0,7 per cento. «Accogliamo positivamente il dato di ottobre – ha detto il presidente dell’Oice, Giorgio Lupoi – ma adesso è ormai chiaro che quest’anno si chiuderà sostanzialmente ai livelli del 2019. Ormai la fase Pnrr può dirsi, per il nostro settore, quasi esaurita se si guarda alla domanda pubblica, almeno a quella non emersa negli affidamenti fiduciari. Gli effetti palesi della scelta di ampliare gli affidamenti diretti è che le gare di un certo importo di livello europeo, sopra i 215mila euro, sono una volta e mezzo meno di quelle che erano nel 2022 e così il trend del valore. In prospettiva occorre, anche con il decreto correttivo, finalmente formalizzato e trasmesso agli enti che dovranno rendere i pareri, recuperare livelli di concorrenza e trasparenza, partendo dalla riduzione delle soglie».
Acciona con Rcm Costruzioni realizzerà la diga foranea di Ravenna
Acciona costruirà in consorzio con la italiana Rcm Costruzioni una diga foranea per proteggere il nuovo terminal galleggiante per usi industriali nel porto di Ravenna. L’opera consiste in una banchina verticale in cemento armato, con una lunghezza di 880 metri e una larghezza di 22 metri. Il progetto sarà situato a 8,5 chilometri dalla costa di Punta Marina, a sud del Porto di Ravenna, nel Mare Adriatico settentrionale, e prevede un periodo di completamento di 24 mesi. Il contratto è interamente finanziato al committente, l’Autorità Portuale del Mare Adriatico centro-settentrionale, con fondi concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti. “Questo risultato premia il nostro impegno per portare in Italia la competenza e le tecnologie di un Gruppo di livello internazionale: non a caso il nostro progetto ha ricevuto il massimo punteggio tecnico”, ha commentato Luigi Patìmo, country manager di Acciona in Italia. Acciona ha realizzato opere portuali in diversi Paesi del mondo, come il Porto di Açu in Brasile, il molo di Escombreras (Cartagena) e l’ampliamento della diga del Porto di Tarragona, entrambi in Spagna. E’ presente in Italia da oltre vent’anni. L’azienda offre soluzioni innovative per la gestione del ciclo idrico integrato. Con oltre 40 progetti in dieci regioni del Paese, Acciona fornisce servizi di approvvigionamento e trattamento dell’acqua in Italia a più di due milioni di persone. Ha inoltre realizzato importanti progetti infrastrutturali nel Paese, come il nodo ferroviario che collega Bologna alla linea ferroviaria ad alta velocità Milano-Napoli, l’ampliamento dell’aeroporto di Roma Fiumicino e la costruzione del Mercato Agroalimentare, sempre nella capitale italiana.
M.C.C.