Assicurazioni
Polizze CatNat, dal primo ottobre scatta l’obbligo per le medie imprese
Da domani primo ottobre le medie imprese, circa 25 mila, dovranno aver sottoscritto le nuove polizze assicurative sui rischi catastrofali. Lo prevede il decreto approvato a fine marzo dal Governo che ha ridefinito la tempistica per l’entrata in vigore del nuovo obbligo. Le pmi e le microimprese avranno tempo fino a fine anno.
E’ arrivata l’ora x per l’obbligo di sottoscrizione delle nuove polizze CatNat. Da mercoledì primo ottobre, infatti, l’obbligo scatta per le medie imprese, circa 25 mila, con organici fino a 250 dipendenti. E’ questa la seconda scadenza fissata dal decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 28 marzo scorso e convertito in legge il 20 maggio. Tra rinviii e resistenze, l’iter di questo provvedimento è stato una vera e propria corsa ostacoli: inizialmente l’obbligo sarebbe dovuto entrare in vigore il 31 dicembre 2024, poi rinviato al 31 marzo del 2025. Ma di fronte al pressing delle aziende e alla vera e propria levata di scudi da parte delle organizzazioni imprenditoriali, a cominciare da Confindustria, che chiedevano più tempo – richieste sostenute, va ricordato, anche dalle forze politiche – il Governo, in extremis, ha deciso un rinvio ‘diversificato’ fissando nuove scadenze a seconda delle dimensioni delle imprese. Ecco, quindi, che il nuovo calendario ha mantenuto il termine del 31 marzo per le grandi imprese, prevedendo tuttavia un periodo transitorio di 90 giorni durante il quale queste aziende non sarebbero state esposte ad alcuna sanzione in caso di inadempimento dell’obbligo. Fino a giugno, dunque, le grandi imprese hanno potuto continuare ad accedere a contributi, sovvenzioni e agevolazioni pubbliche anche in assenza di sottoscrizione di polizze CatNat. Più tempo è stato accordato alle medie imprese che hanno avuto tempo fino ad oggi, 30 settembre, ma soprattutto il rinvio più lungo è stato fissato per le piccole e microimprese per le quali l’obbligo scatta il primo gennaio prossimo. Era stata proprio questa categoria a denunciare le maggiori difficoltà.
Tra le altre novità introdotte dal Parlamento, il decreto stabilisce che per la determinazione del valore dei beni da assicurare si considera “il valore di ricostruzione a nuovo dell’immobile, ovvero il costo di rimpiazzo dei beni mobili, ovvero di ripristino delle condizioni del terreno” colpito dalla calamità. Viene chiarito a chi debba spettare l’indennizzo in caso di assicurazione da parte dell’imprenditore di beni di proprietà di terzi. Le polizze conterranno un eventuale scoperto o franchigia non superiore al 15% del danno, ma questo limite non si applicherà alle grandi imprese. Tra le criticità denunciate, ci sono quelle che riguardano le imprese situate in zone sismiche, alluvionali, o soggette a rischio frana/inondazione che affrontano premi significativamente più alti. Questo può penalizzare quelle piccole realtà con margini ridotti. Il fattore dello scoperto fino al 15% può essere oneroso; inoltre alcuni beni materiali come merci, prodotti finiti, semilavorati non sono inclusi obbligatoriamente. L’estensione deve essere negoziata, con costi aggiuntivi. Si attende ancora poi che venga attivato il portale dell’Ivass che consenta di confrontare i prezzi delle polizze.
Per le imprese che non sottoscriveranno le polizze Cat Nat, non sono previste sanzioni ma non potranno accedere a contributi, sovvenzioni o agevolazioni, inclusi quelli connessi a eventi calamitosi e catastrofali, oltre a dover fronteggiare restrizione nella concessione di crediti. Gli eventi coperti sono i sismi, le alluvioni, le inondazioni, le esondazioni e le frane ma non la grandine. Tutti gli eventi entro le 72 ore fanno parte di un unico sinistro e per i terremoti occorre la dichiarazione di stato di calamità.
Sul versante delle imprese assicurative, lo scorso luglio è stato costituito il pool assicurativo CatNat al quale ha aderito la gran parte delle compagnie che operano in Italia, pari a circa il 75% del mercato. Il consorzio è un tassello importante nella attuazione della partnership pubblico-privato, voluta dalle Istituzioni, per garantire l’applicazione della norma. Il pool, dotato di soggettività giuridica autonoma, non riterrà né rischio né capitale, ma agirà in nome e per conto delle imprese consorziate, provvedendo alla negoziazione e cessione dei rischi a riassicuratori terzi, esterni al consorzio stesso (incluso il riassicuratore pubblico SACE).