Ingegneria economica
Dopo il Pnrr, il Ppp può avere un nuovo slancio ma le nuove procedure del Correttivo sono un ostacolo
L’Ance e il Cni rafforzano la loro collaborazione nella seconda Giornata nazionale dell’ingegneria economica. Una due giorni, in corso a Roma, dove l’associazione dei costruttori edili e il Consiglio nazionale degli ingegneri affrontano e approfondiscono, insieme, temi come la collaborazione tra pubblico e privato e il project financing, la valutazione degli investimenti e la gestione dei progetti, perché questo consente di affrontare le sfide economico-finanziarie promuovendo una mentalità orientata alla creazione di valore nella progettazione e nella realizzazione delle opere di ingegneria. Il tema centrale dei lavori della prima giornata è stato quello del Partenariato Pubblico Privato ed è un quadro con molte ombre quello che è stato tratteggiato dagli interventi: se, infatti, da una parte, la conclusione del Pnrr può ridare slancio a questo strumento, dall’altro, rischia di incontrare molti ostacoli sul percorso a cominciare dalla complessità procedurale in materia di finanza di progetto introdotta dall’articolo 193, così come è stato riscritto dal Correttivo del Codice degli appalti.
“In una situazione in cui viene meno il Pnrr, è difficile pensare che verrà mantenuto lo stesso livello di investimenti pubblici, o anche un poco di meno”, ha premesso il vicepresidente dell’Ance, Piero Petrucco. Si pone, pertanto, necessariamente la questione dell’utilizzo di fondi privati: “dobbiamo cominciare a ragiona in maniera più sistematica su questo strumento, utilizzato in maniera limitata. C’è tantissima strada da fare . Dobbiamo fare molto anche in casa nostra dov’è c’è ancora una cultura molto legata all’appalto tradizionale; manca la dimensione dell’ingegneria economica, c’è una cassetta degli attrezzi che fa paura perché non si conosce. Dobbiamo crescere ma non siamo gli unici a doverlo fare. Anche il mondo finanziario non è così brillante e pronto”, ha osservato. Petrucco ha portando la propria esperienza personale di richiesta di finanziamenti, una per una M&A e una per finanza di progetto. “Nel primo caso non abbiamo avuto problemi, nel secondo facciamo fatica a chiuderla”. Ma “c’è anche un altro problema: c’è la diffidenza delle Pa che poi alla fine stanno molto meglio nella loro comfort zone”. Altro fattore “molto negativo è la correzione sul diritto di prelazione nella finanza di progetto del nuovo Correttivo. Vuole favorire la trasparenza ma introduce elementi di forte incertezza e questo per il privato è disincentivante. Questi elementi vanno tenuti in considerazione. Il PPP rappresenta un salto importantissimo, ha meccanismi di autocorrezione che non ci sono nella normale realizzazione di un’opera pubblica. Un progetto che non sia sostenibile non trova nessuno che lo rende bancabile. Questo è un primo elemento di selezione. Inoltre, un’azienda in difficoltà non si accolla un debito lungo e questo è un altro elemento di selezione. C’é poi un altro fondamentale tema perché un PPP costruito bene prevede tutta la fase manutenzione”. Insomma, è la convizione di Petrucco, “il PPP rappresenta un salto culturale importante anche per i professionisti”. Uno strumento “dal grandissimo potenziale ma bisogna togliere la polvere dagli ingranaggi”.
Con l’intervento del Correttivo sulla finanza di progetto, “la procedura è molto più complessa e questo potrebbe avere ricsdute significative sull’utilizzo di questo strumento che dovrebbe essere potenziato molto di più”, ha affermato Regina Genga, dirigente della Ragioneria Generale dello Stato. A vedere “tantissime ombre” proiettate dall’articolo 193 è stato il rappresentante dell’Anci, Gianpiero Fortunato. Con la nuova disciplina le fasi procedurali sono diventate 14 rispetto alle precedenti 4. “La Ue ci ha richiamato sul diritto di prelazione ma invece di eliminarlo si è voluto renderlo selettivo. Il legislatore è entrato a gamba tesa nella procedura. Si è creato un sistema di ombre che rende il tutto poco fruibile”, ha detto.
All’inizio dei lavori della prima giornata la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, ha sottolineato l’importanza del rapporto con l’ingegneria economica. “Siamo chiamati a governare una complessità crescente dettata da cambiamenti dirompenti che toccano l’economia mondiale, l’innovazione tecnologica e la sostenibilità . Per questo – ha detto – l’allenza con gli ingegneri è fondamentale per garantire quell’approccio tecnico , economico-finanziario e ambientale, indispensabile per vincere queste nuove sfide”. Anche il presidente del Cni, Angelo Domenico Parrini, ha parlato di collaborazione fondamentale con l’Ance “per portare un sviluppo sociale compatibile con la conservazione dell’ambiente”. “E’ un momento difficilissimo, la situazione internazionale ci porta a considerazioni molto complesse. Pensavamo la parola dazi superata da 50 anni, in un mondo chiuso su se stesso”, ha detto. “Con l’impegno di esperti e professionisti del settore possiamo costruire un percorso verso investimenti più responsabili e sostenibili, in grado di affrontare le sfide del nostro tempo”.