Le decisioni della Bce

Lagarde mette in pausa i tassi: “ECCEZIONALE incertezza”

La Bce entra in modalità ‘stand by’. Dopo otto tagli in 13 mesi, ieri l’Eurotower ha deciso di lasciare i tassi invariati. E’ una linea attendista e prudente, come ha spiegato la presidente Lagarde, dovuta alla eccezionale incertezza innescata dalle tensioni geopolitiche e commerciali a livello globale. Comunque, “siamo in una buona posizione per stare alla finestra”. L’istituto centrale non è ancorato a un percorso predefinito ma deciderà , di volta in volta, in base ai dati. Il prossimo appuntamento è a settembre.

24 Lug 2025 di Maria Cristina Carlini

Condividi:

“Wait and see”. Dopo otto tagli nell’arco di un anno (il primo era stato a giugno 2024), la Bce si prende una pausa e lascia i tassi di interesse inviariati. Nessuna sorpresa, dunque, al termine della riunione del direttivo dell’Eurotower. Piuttosto, l’attesa era tutta puntata sulle parole della presidente Christine Lagarde sulle possibili mosse  dopo la pausa estiva. Ma, nella conferenza stampa al termine della riunione, la linea riaffermata è stata quella improntata alla cautela tanto più di fronte alla “forte” ed “eccezionale” incertezza che grava sullo scenario globale in questa fase causa le tensioni legate alla politica commerciale dell’Amministrazione Trump.  Del resto anche questa è una conferma del ‘mantra’ ripetuto per mesi e, ancora uns volta, ieri: “La nostra determinazione collettiva e’ prendere decisioni una riunione per volta e in base ai dati macroeconomici. Non abbiamo nessun tipo di percorso predeterminato sui tassi, qualcuno lo vorrebbe, i mercati vorrebbero maggiore anticipazione del percorso del costo del denaro. Lo capisco, ma semplicemente non e’ possibile nelle attuali circostanze”, ha detto Lagarde. Quello che più volte ha ribadito e assicurato è che “siamo in buona posizione per stare alla finestra e monitorare l’evoluzione dei rischi che vediamo, a settembre daremo nuove proiezioni sull’economia e rivaluteremo la situazione a ogni riunione di politica monetaria. Facciamo sempre cosi’ e continueremo a farlo ed e’ sulla base di questo monitoraggio che il Consiglio direttivo prendera’ le decisioni di politica monetaria”. “Aspettiamo e vediamo”, appunto.

Lagarde ha ricordato come nel primo trimestre “l’economia dell’Eurozona e’ cresciuta piu’ delle stime e si e’ vista una modesta espansione del settore servizi e del manifatturiero”. Il Pil ha registrato una crescita dello 0,6%. Ma, ora,  “il contesto macroeconomico resta incerto e con l’incertezza legata alle tematiche commerciali e ai dazi, le imprese sono piu’ riluttanti a investire”. “L’Eurozona va verso un’espansione moderata, ma i rischi restano orientati al ribasso. Si e’ vista un’escalation delle tensioni commerciali, cosa che puo’ pesare sulla crescita” ma queste tensioni saranno “risolte velocemente, si potra’ avere un aumento della fiducia e, quindi, ricadute positive”. Inoltre, sul versante finanziario un peggioramento della situazione “potrebbe portare a un inasprimento delle condizioni del credito”. I riflettori della Bce sono, dunque, puntati sulla trattativa sui dazi in corso tra Usa e Ue. L’ipotesi in campo è che un accordo potrebbe essere raggiunto su tariffe al 15%, come per il Giappone. Ma anche in questo caso, Lagarde  non si sbilancia. “Quelle che circolano sull’esito delle trattative commerciali tra Stati Uniti e Unione europea sono congetture. I media dicono che ci si sta avvicinando a una soluzione. Noi siamo attenti e seguiamo i negoziati, ma non vi prendiamo parte”, ha detto Lagarde commentando le ultime notizie. Ma, visto l’avvicendarsi di annunci, minacce e ripensamenti, la prudenza di Lagarde è  forse comprensibile.”Noi abbiamo delineato degli scenari che si basano sui dati che abbiamo adesso, a fine giugno, e prendiamo decisioni in base a quelli. Valutiamo le news che arrivano un giorno per volta, esaminiamo in dati man mano che arrivano e prendiamo decisioni una riunione per volta”, ha rimarcato ancora Lagarde. Una rapida soluzione “e’ quindi auspicata e benvenuta da chi, come noi, deve prendere decisioni”, ha detto.

Con la decisione di ieri i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale rimarranno, dunque, invariati al 2,00%, al 2,15% e al 2,40%, rispettivamente. Una decisione che “e’ stata unanime e all’interno del Consiglio direttivo c’era una visione ampiamente condivisa” sullo stato di salute dell’economia, ha assicurato Lagarde. “L’inflazione – sottolinea l’Eurotower nel comunicato finale – è pari attualmente al nostro obiettivo del 2% a medio termine” rispetto ai picchi del 10% toccati due anni fa. “Le nuove informazioni sono sostanzialmente in linea con la valutazione precedente del Consiglio direttivo circa le prospettive di inflazione. Le pressioni interne sui prezzi hanno continuato ad attenuarsi, a fronte di un rallentamento dei salari. Anche grazie alle passate riduzioni dei tassi di interesse decise dal Consiglio direttivo, sinora l’economia ha mostrato nel complesso buona capacità di tenuta in un difficile contesto mondiale”.  Sulla questione del rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro, Lagarde, rispondendo a una domanda sulle ripercussione che questo potrà avere sull’export, puntualizza che “la Bce non ha come obiettivo alcun livello del tasso di cambio ma lo monitoriamo perché ha un ruolo nelle previsione di inflazione”.

Archiviata l’ultima riunione prima della pausa estive, la domanda degli operatori è: cosa succederà  a settembre? Secondo i rumors di stampa circolati ieri, sarebbe in salita la strada per i fautori di un taglio a settembre all’interno del consiglio direttivo. In pratica, toccherà alle colombe spiegare la necessità di un taglio piuttosto che ai falchi sostenere la necessità di rimanere fermi.

 

 

 

Argomenti

Argomenti

Accedi