LE OPERE DI EVENTIM E COIMA
Olimpiadi, saranno coperti 100 milioni di extracosti per Arena e Villaggio
Tra i 60 e gli 80 milioni in più per la realizzazione dell’Arena a Santa Giulia (Eventim) e altri 40 per il Villaggio olimpico allo Scalo di Porta Romana (Coima). A sbloccare la vicenda è stato l’incontro del 5 febbraio scorso tra la premier Giorgia Meloni e il presidente del Cio Thomas Bach, nonché un vertice a Palazzo Chigi con i ministri della partita olimpica per fare il punto sui costi. Si deve però ancora trovare una soluzione normativa per consentire il finanziamento di due opere private.
IN SINTESI
A un anno esatto dall’apertura delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano Cortina il nodo extracosti olimpici – almeno 100 milioni di euro – per la realizzazione dell’Arena a Santa Giulia e del Villaggio olimpico allo Scalo di Porta Romana avrebbe una soluzione. Il Governo Meloni avrebbe deciso di aprire ai privati – rispettivamente Eventim e Coima – responsabili della realizzazione delle due infrastrutture che costituiranno anche l’eredità milanese dell’evento a Cinque Cerchi. Per l’Arena di Santa Giulia, dove si terranno le gare di hockey sul ghiaccio, e per il Villaggio olimpico arriveranno fondi pubblici. Sarà molto probabilmente un intervento legislativo a superare le norme che, di fatto, oggi non consentono il finanziamento statale per le due strutture.
A sbloccare la vicenda è stato l’incontro del 5 febbraio scorso tra la premier Giorgia Meloni e il presidente del Cio Thomas Bach, nonché un vertice a Palazzo Chigi con i ministri della partita olimpica per fare il punto sui costi dei giochi. “Il presidente Bach, dopo la visita di mercoledì, ha avuto rassicurazioni dalla presidente del Consiglio e dal ministro dell’Economia”, ha detto il sindaco di Milano Sala a margine della cerimonia istituzionale che si è tenuta al Teatro Strehler il 6 febbraio. Insomma, la premier avrebbe dato il via libera alla copertura degli extracosti, anche se resta da capire bene con quali strumenti. “Si tratta di capire come fare e lo vedremo nei prossimi giorni”, ha chiarito il sindaco.
“Stiamo facendo le definitive valutazioni di ciò che tecnicamente sia possibile fare”, ha spiegato il ministro dello Sport, Andrea Abodi, il quale si è detto tranquillo su tempi e chiusura dei cantieri. Abodi ha anche sottolineato come le strutture siano un “investimento” che resterà alla città anche dopo le gare. “Siamo arrivati – ha detto il ministro – a 3,5 miliardi per gli investimenti sulle opere pubbliche, delle quali una parte relativamente contenuta sulle infrastrutture sportive e per il resto sono strade, autostrade, ferrovie e ponti. Un beneficio che va bene oltre la dimensione dei Giochi ma riguarda lo sviluppo dell’economia dei territori. Dall’altra parte, 1,85 miliardi sono per l’organizzazione dei Giochi, che cinque anni fa era 1,6 miliardi. Bisogna da una parte saper fare la somma, ma dall’altro tener divise queste due voci”, ha puntualizzato il ministro che ha aggiunto:”Dire che siamo sereni in Italia non porta benissimo. Ma, intanto diciamo che non c’è un’esplosione di costi, c’è un aggiornamento che è contenuto, tenendo conto che i budget sono stati fatti prima di tanti fattori critici e i maggiori costi sono proiezione del Covid, dell’inflazione, del caro energia che si sono fatti sentire. Ma abbiamo trovato delle soluzioni”.
Il nodo giuridico
Il nodo da sciogliere è tutto giuridico. Per lo Stato è complicato versare soldi pubblici a due società private che stanno realizzando due opere private, pur utilizzate durante i Giochi invernali che saranno inaugurati il 6 febbraio 2026 allo stadio di San Siro. Come sbrogliare, dunque, la matassa extracosti? Alcune soluzioni tecnico-giuridiche sarebbero state già illustrate durante gli incontri della scorsa settimana tanto che Bach invita il Governo italiano ad affrontare il problema da un’altra prospettiva: “Non bisogna parlare di costi, ma di buoni investimenti sul futuro. Il Villaggio olimpico non è stato costruito per 16 giorni, ma per la gente”.
Tutto a posto, dunque? Non proprio. Il ministro dello Sport Abodi ha spiegato che “intanto registriamo una capacità di Eventim di sviluppare il cantiere per l’Arena di Santa Giulia in tranquillità. È evidente che non ci sono rischi che il cantiere vada in crisi. Siamo soddisfatti anche di ciò che ha detto il Comune: le opere di urbanizzazione intorno alla nuova Arena saranno realizzate come previsto, in modo da agevolare l’arrivo del pubblico al PalaItalia in modo adeguato. Certo, c’è la difficoltà degli enti pubblici di intervenire sugli extracosti. Una soluzione si troverà, nei limiti tecnici in cui sarà consentito farlo. Legge? Deroga? Lo stiamo verificando. Quello che conta è che ci sia una disponibilità del Governo a trovare una soluzione d’accordo con Comune e Regione. Oltre 100 milioni di extracosti? I numeri sono più contenuti e saranno frutto di un confronto che sarà fatto con i promotori delle due opere”.
L’Arena di Santa Giulia
Più nel dettaglio, l’Arena realizzata dal gruppo tedesco Cts Eventim, destinata a ospitare le partire olimpiche di hockey su ghiaccio maschile, sarebbe dovuta costare 180 milioni ma, a causa del rincaro dei materiali e dell’energia, si registrano extracosti per almeno altri 60 milioni di euro (stima governativa), anche se da Eventim parlano di una cifra più alta (+80 milioni di euro). In totale, dunque, il PalaItalia alla fine dovrebbe costare almeno 240 milioni di euro.
Per quanto riguarda la struttura che ospiterà l’hockey i lavori sono arrivati praticamente al tetto: a ottobre è prevista la consegna alla Fondazione Milano Cortina, mentre entro metà dicembre l’impianto sarà completo, finiture comprese. Skybox, ristoranti e uffici saranno allestiti all’interno dell’edificio da 16 mila posti, alla cui progettazione sta partecipando anche lo studio Populous.
Dopo le Olimpiadi, il palazzetto sarà un importante polo di eventi sportivi e non solo. Per arrivarci, durante i Giochi, sarà messo a disposizione un sistema di navette, perché la tranvia 13 che avrebbe dovuto collegarla non sarà pronta in tempo. Affondata la ristrutturazione dell’ex Palasharp, pattinaggio veloce e hockey femminile saranno di casa nei padiglioni 13 e 15 di Rho Fiera che, unificati in un unico spazio, dopo le gare lasceranno in eredità alla città un grande polo per eventi. I lavori si concluderanno entro il 31 luglio 2025, con la realizzazione del tunnel che consentirà agli atleti di passare sotto la pista. Poi sarà tutto affidato a Fondazione Milano Cortina, che in questi spazi realizzerà la pista di pattinaggio di velocità di 400 metri, un tunnel sotto l’anello di ghiaccio temporaneo, una tribuna da circa 6.500 posti a sedere, oltre a una pista di allenamento, spogliatoi e ulteriori strutture necessarie all’organizzazione.
Poi c’è il Forum di Assago, già pronto per essere convertito nella Milano Ice Skating Arena per lo short track e il pattinaggio di figura.
Il Villaggio Olimpico
Quanto al Villaggio olimpico realizzato da Coima sgr, i costi e gli extracosti sono di 100 milioni iniziali a cui si sono aggiunti altri 40 milioni di euro. Totale: 140 milioni di euro. La struttura sarà consegnata, con tre mesi in anticipo, entro il 31 luglio 2025.
Terminata la costruzione delle sei palazzine che ospiteranno gli atleti e che – finite le gare – diventeranno uno studentato, restano da completare gli impianti che sono in corso di realizzazione, mentre gli arredi arriveranno nel corso dell’anno. Milleduecento le stanze per un totale di 1.700 posti. Nelle aree esterne — che durante i giochi non saranno accessibili al pubblico per motivi di sicurezza — ci sono ancora dei cantieri in corso per quanto riguarda la pavimentazione, l’illuminazione e il verde. Ancora da definire i dettagli dal punto di vista della viabilità.
La pista da bob
Svaniti i timori dei mesi scorsi la pista da bob di Cortina, nella versione light voluta dal ministro Matteo Salvini per evitare il trasferimento dei Giochi all’estero, è in dirittura d’arrivo: sarà pronta per i precollaudi del 24 marzo, fra poco più di un mese. Fabio Saldini, commissario di governo e ad della Simico, ha spiegato che sarà una pista moderna e veloce, con gare di 55-60 secondi. Le “prime curve sono ultimate, le finiture sono di altissima qualità”, il progetto non è stato per niente facile. Sarà l’unica pista progettata anche per gli atleti disabili. Servirà, dopo i Giochi del prossimo anno, anche per le Olimpiadi giovanili (invernali ovviamente) del 2028. La pista sarà consegnata a fine febbraio per la ghiacciatura dei 33 settori, il 24 marzo ci sarà la pre-omologazione. I lavori della Pizzarotti, responsabile dell’appalto da 85 milioni (più Iva), proseguiranno poi sino a ottobre per completare l’impianto.