NEL PRIMO CDM DI MAGGIO
Non solo autostrade, nel Dl Infrastrutture di Salvini tutte le tensioni con Bruxelles: codice appalti, Ponte, opere ferroviarie Pnrr. In arrivo (nel Pnrr) la riforma per gli investimenti Fs

Matteo Salvini
Non c’è solo l’insidioso pacchetto autostradale nel decreto legge omnibus che il ministro Matteo Salvini sta scrivendo in materia di infrastrutture e che conta di portare al primo Cdm di maggio. Il diritto di prelazione contenuto nelle norme del codice appalti per il partenariato pubblico-privato (applicato ora alla gara per la A22) è forse la questione più spinosa: non è mai piaciuto alla commissione Ue che tuttora chiede ulteriori modifiche per mettere il timbro sull’assessment alla settima rata del Pnrr. Per il codice appalti ci sono altri 3-4 aggiustamenti in arrivo nel decreto legge. Le due questioni irrisolte più “popolari” sono le certificazioni lavori per i subappalti e la revisione prezzi per forniture e servizi, ma non è detto che entrino nel provvedimento, che, almeno dall’indice, si presenta ricco e articolato: autotrasporto, motorizzazione civile e circolazione dei veicoli (forse un aggiustamento del nuovo codice della strada), settore portuale e marittimo (la riforma tanto annunciata?), trasporto aereo, investimenti nel settore delle energie rinnovabili, Olimpiadi invernali Milano-Cortina.
Il decreto legge sistema tante partite interne, ma il suo scheletro principale prende corpo sul filo del molteplice confronto con Bruxelles, le vecchie partite ancora aperte e poi assessment ancora in corso (e molto ostico) sulla settima rata Pnrr, ma anche revisione generale del Piano di resilienza, che continua a slittare ma che arriverà entro giugno.
Nel decreto legge ci saranno norme per accelerare e aggiustare le opere ferroviarie e anche per favorire una rendicontazione almeno parziale della parte dei lavori realizzati su opere che non chiuderanno ad agosto 2026, come il Terzo valico. Non dovrebbe entrare nel decreto, invece, se non forse nella fase di discussione parlamentare, sotto forma di emendamento, la riforma degli investimenti ferroviari, uno dei punti-chiave della revisione del Pnrr, la riforma che più piace a Bruxelles e che renderà molto più conciliante la commissione sul retso dei nodi Pnrr: si va verso l’accordo con la commissione, con modifiche al meccanismo del contratto di programma – un vecchio attrezzo farraginoso e inefficiente fin dal primo giorno – e il passaggio a una programmazione di lavori che riceva un parere/analisi dell’Autorità di regolazione dei trasporti (sempre più il referente privilegiato della commissione Ue in Italia in materia di trasporti).
Aggiustamenti di termini e di procedure amministrative anche per il Ponte sullo Stretto su cui la commissione ha fatto sentire nelle settimane scorse la propria voce per l’assenza, nel procedimento di valutazione di impatto ambientale, della “relazione IROPI” (Imperative Reasons of Overriding Public Interest), prevista dall’articolo 6, comma 4, della direttiva europea 92/43. Il Consiglio dei ministri ha risposto indicando i “motivi imperativi” che rendono urgente e necessaria l’opera: la “salute dell’uomo”, la “sicurezza pubblica” e le “relative conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente”. Ora si attende di capire se la risposta risulti soddisfacente per Bruxelles o se avrà bisogno di ulteriori interventi.