Carbonia, Alghero, Gaeta: nuove centralità, memoria e futuro in città

13 Ott 2025

Condividi:

Carbonia, la memoria e il futuro nel nuovo museo

Cinque interventi in corso di realizzazione con un investimento complessivo di oltre 28 milioni di euro, con quattro edifici che saranno riqualificati e rifunzionalizzati, tra cui la ex centrale elettrica nella Grande Miniera di Serbariu che diventerà il Museo della Città di Fondazione e Archivio del Novecento.

La rigenerazione urbana di Carbonia, legata al passato minerario del Sulcis, è entrata nella sua fase di completamento dopo gli interventi già effettuati nella prima decade degli anni Duemila con l’apertura del Museo del carbone. Un grande investimento con il quale la città prova a reinterpretare il suo passato, preservandone la memoria industriale e operaia e rilanciando la aree ex minerarie dismesse come nuovo polo culturale, turistico, di ricerca e innovazione, per creare nuove opportunità economiche e sociali.

I progetti sono finanziati per 16,5 milioni con i fondi Pnrr e per altri 12 milioni con quelli del Piano Nazionale Complementare. Gli spazi aperti riqualificati sono pari 95.000 metri quadrati. La trasformazione dell’area punta non solo alla realizzazione di un polo espositivo. Gli spazi dismessi sono destinati a ospitare nuove attività economiche rispondendo a una futura necessità di accogliere lavoratori e famiglie.

La storia del sito minerario inizia nel 1939 e ha il suo apice nel dopoguerra. La crisi arriva negli anni Sessanta e porta nel 1971 alla chiusura della miniera e all’abbandono del sito, che è stato poi acquisito dal Comune di Carbonia nel 1991. Le operazioni di recupero sono partite nel 2002, con l’impiego di fondi europei e hanno portato tra l’altro all’inaugurazione del Museo del Carbone il 3 Novembre 2006. Contemporaneamente è stata portata avanti una campagna di sensibilizzazione finalizzata all’acquisizione di materiali e documenti dell’epoca e alla costituzione del Centro Italiano della Cultura del Carbone. Le azioni comprese nel progetto Carbonia landscape machine hanno vinto nel 2011 il Premio del paesaggio del Consiglio d’Europa per “Carbonia Città del Novecento”.

Il processo di recupero e rivatilizzazione dell’area si è interrotto nel 2012, con l’acuirsi della crisi economica e sociale del territorio, il progressivo degrado degli edifici del sito e con la chiusura dei rubinetti finanziari nazionali nel nuovo quadro delle politiche di austerità finanziaria. Solo nel 2021 con il varo del Pnrr e la disponibilità di nuove risorse l’operazione di rigenerazione ha ripreso fiato.

Lo stato di avanzamento dei nuovi progetti è il seguente. I lavori sono in corso per la Direzione ed archivio del Centro Italiano della Cultura del Carbone e per il Progetto Revover, che ha lo scopo di riqualificare i locali dell’ex ufficio tecnico della Grande Miniera di Serbariu per ospitare un laboratorio di valenza internazionale sulla produzione di idrogeno e altri combustibili da energia rinnovabile, progetto in attuazione con Sotacarbo Spa, centro di ricerca sull’energia pulita a capitale pubblico. I cantieri sono aperti anche per la risistemazione della ex lampisteria mentre è stato ultimato il parco della miniera. Più recentemente sono stati avviati i cantieri per il progetto più importante (8,6 milioni), il recupero della ex Centrale elettrica: diventerà il Museo della Città di Fondazione e Archivio del Novecento, uno spazio espositivo polivalente destinato a manifestazioni culturali e mostre e il più importante centro di documentazione sulla storia moderna della Sardegna

Alghero, la spiaggia si allarga nel nuovo waterfront

La spiaggia e l’area di Maria Pia ad Alghero saranno al centro nei prossimi anni di un progetto di rigenerazione urbana volto a una rinaturalizzazione del litorale, alla modifica del sistema viario per dare più spazio a pedoni e biciclette e a un parco urbano al cui interno troveranno posto percorsi escursionistici e uno spazio eventi all’aperto. Ci troviamo in un ecosistema naturale delicato e particolare: una penisola lunga e stretta, un paio di chilometri per poche centinaia di metri, che separa il rinomato mare di Alghero dallo stagno di Calich, subito fuori dal centro abitato in direzione della frazione di Fertilia. Il percorso di rigenerazione, che ha contenuti ambientali, sociali e – considerando la forte vocazione turistica della città – anche economici, è ancora nella fase istruttoria. L’amministrazione comunale ha presentato il Progetto di fattibilità tecnico-economica alla Regione Sardegna, candidandolo per un finanziamento. Si prevedono tre fasi successive per la sua realizzazione. Il primo lotto ha un costo di circa 3,5 milioni di euro.

Attualmente l’area, poco costruita, soffre il fatto che la viabilità principale, la via Primo Maggio, corre subito alle spalle della spiaggia, che è poco profonda. Un confine troppo stretto e angusto che il progetto prevede di far saltare: la striscia dell’arenile guadagnerà 25 metri di profondità e alla sue spalle ci sarà un viale ciclo-pedonale alberato e nel verde, senza auto. La viabilità carrabile principale sarà spostata sul litorale opposto, quello lungo lo stagno, nella via Burroni riqualificata a alberata, e su via Tramontana, una strada più interna alla penisola con aree di parcheggi e nuove passerelle pedonali per raggiungere la spiaggia.

Obiettivo primario dell’operazione è “il ripristino ambientale del sistema dunale costiero”, afferma l’amministrazione, con un progetto “fortemente orientato ad innalzare la qualità dello spazio pubblico e la sua vivibilità, in un’ottica di sostenibilità”. Si punta così su un prolungamento e una rinaturalizzazione del waterfront urbano di Alghero dove la priorità sarà data al trasporto pubblico e ai sistemi di mobilità attiva come principali elementi della mobilità dell’area, anche se è comunque prevista la realizzazione di un sistema integrato e intermodale di spazi per la sosta. Prevista infine la riqualificazione della cittadella sportiva all’interno dell’area.

Gaeta, dall’ex vetreria una nuova centralità urbana

La riqualificazione dell’ex vetreria Avir, chiusa nel 1981, un manufatto prezioso di archeologia industriale da preservare e riqualificare. Ma anche molto altro: un progetto di rilancio di un’intera porzione di città. Gaeta prova a mettere a terra un modello di rigenerazione urbana all’insegna della partnership pubblico-privata.

Con le amministrazioni pubbliche a corto di fondi per operazioni che vadano oltre il minimo sindacale, qui è stata l’imprenditoria locale, attraverso l’Ance Latina, a farsi avanti offrendo disponibilità e competenze per definire un progetto preliminare di intervento sull’area dell’ex fabbrica dismessa.

Un’operazione certamente ambiziosa e ancora in buona parte da definire. Ma che ha comunque iniziato il suo iter grazie al coinvolgimento dello studio di architettura milanese Lombardini 22, cui è stato dato l’incarico per la prima fase di progettazione relativo al recupero dell’ex Avir, illustrato già a luglio in un convegno a Gaeta e poi nei giorni scorsi all’evento di Città nel futuro al Maxxi di Roma.

La “filosofia” progettuale prevede un approccio basato sulla sostenibilità ambientale e sulla mitigazione climatica e punta a creare nuovi spazi pubblici a servizio della comunità, un nuovo parco urbano e aree a destinazione museale e culturale. Il corpo principale dell’ex vetreria diventerà la parte coperta di una nuova piazza destinata a rivitalizzare l’area e offrire nuove opportunità e occasioni di relazione alla città laziale.

Una rigenerazione territoriale e sociale che dovrà fare i conti tuttavia con la sostenibilità economica dell’operazione. “Insieme al rispetto dell’ambiente e all’efficienza energetica serve anche un modello gestionale solido, capace di garantire continuità nel tempo”, ha detto Pierantonio Palluzzi , presidente di Ance Latina. Gli enti pubblici da soli non possono sostenere operazioni di questa portata e pertanto dobbiamo immaginare luoghi che possano prima remunerare l’investimento e poi generare entrate costanti nel tempo, ad esempio attraverso contratti di locazione, senza gravare sul bilancio pubblico. Sono stati immaginati così l’auditorium, il palazzetto dello sport da ristrutturare o altre parti del parco civico”.

Non a caso nella presentazione a Roma si è parlato anche di aree commerciali e residenziali, beni potenzialmente di grande valore data la vicinanza al centro della città e alla spiaggia.

Allo stato il Comune di Gaeta ha avviato un confronto preliminare con gli altri enti pubblici coinvolti a partire dalla Soprintendenza ai Beni culturali, perché l’ex vetreria è un bene monumentale tutelato, con l’obiettivo di arrivare a un progetto condiviso di intervento sugli edifici dismessi. Poi occorrerà quantificare e definire gli investimenti necessari che, coinvolgendo il settore privato, dovranno appunto permettere di garantire un equilibrio economico all’intera operazione, dalla cantierizzazione fino alla gestione dei beni realizzati.

Argomenti

Argomenti

Accedi