LA GIORNATA
Astensionismo, Mattarella: “No a democrazia a bassa intensità”
- Piano Mattei, Meloni: “la nostra una strategia di livello europeo”
- Ex Caserma Guido Reni: Coima partner di Cdp Real Asset nel progetto di riqualificazione
- Industria, a settembre riparte la produzione +2,8% su mese e +1,5% su anno
IN SINTESI
Piano Mattei, Meloni: “la nostra una strategia di livello europeo”
La nostra “è ormai una strategia di livello europeo. Il Piano Mattei non è più un’idea” ma è una strada “che sta producendo risultati concreti”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni intervenendo all’evento organizzato all’Eurocamera dal gruppo Ecr sul Piano Mattei. “Siamo convinti che investire nel futuro dell’Africa significhi investire nell’Europa stessa. Lo spirito che guida la nostra azione è quello che si ispira a Enrico Mattei, un visionario e un grande italiano. Il vertice Ue-Unione Africana che sarà in Angola sarà un’occasione per sviluppare” ancora di più il Piano Mattei, ha spiegato Meloni. “L’Italia continuerà a essere un ponte tra Europa e Africa, mettendo a disposizione la competenza delle proprie imprese, la forza delle sue Istituzioni e la sua grande tradizione di dialogo. Perché il futuro dell’Europa passa da un’Africa più stabile, più sicura e più prospera. E il futuro dell’Africa passa da un’Europa capace di ascoltare, investire e costruire insieme, con umiltà e rispetto dell’altro”. Il Piano Mattei offre opportunità reali di crescita per entrambe le sponde del Mediterraneo. Enrico Mattei aveva capito questa verità: la cooperazione significa comprensione reciproca e crescita condivisa. Questo è il messaggio che il Piano Mattei porta con sé: un’Europa fiduciosa che collabora con i propri vicini”, ha detto la Presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, intervenendo all’evento “Piano Mattei per l’Africa e il portale globale: un nuovo modello per le relazioni Europa-Africa”, promosso dal gruppo Ecr al Parlamento europeo.
“L’Africa ha un potenziale straordinario: è un continente giovane, dinamico e creativo, che sta generando un dinamismo economico senza precedenti nei settori della tecnologia, della cultura, del digitale e dell’agricoltura. Tutto questo rappresenta un’opportunità per gli imprenditori italiani, ma anche per quegli imprenditori africani capaci di investire e innovare, in una partnership che già sta prendendo forma”, ha spiegato Metsola. “Per troppo tempo l’Africa è stata considerata solo in relazione ai flussi migratori ma deve essere un interlocutore per la stabilità del Mediterraneo, se cresce l’Africa cresce la stabilità di tutta l’area”, ha concluso la presidente.
Ex Caserma Guido Reni: Coima partner di CDP Real Asset nel progetto di riqualificazione
Il Consiglio di Amministrazione di CDP Real Asset SGR (Gruppo CDP) ha deliberato la scelta di COIMA SGR quale partner industriale per la riqualificazione dell’ex Caserma Guido Reni di Roma. A supportare la SGR nel procedimento e nella scelta del partner – avvenuta al termine di una procedura competitiva – un team di advisor guidato da Lazard, con l’assistenza di Studio Chiomenti per i profili legali e da Colliers per quelli commerciali. La partnership verrà costituita attraverso l’apporto dell’Area della ex Caserma Guido Reni a un Fondo ad hoc gestito da COIMA SGR, che vedrà la permanenza di CDP Real Asset, attraverso il FIV- Fondo Investimenti per la Valorizzazione. L’ex Caserma Guido Reni copre un’area del quartiere Flaminio di Roma di oltre 5 ettari: oggetto della procedura è lo sviluppo di 45.000 mq del comparto privato dell’area, che comprende residenza libera, social housing, spazi commerciali e ricettività. La restante area è pubblica ed è destinata ad ospitare il Museo della Scienza, la cui realizzazione è gestita dal Comune di Roma.
Industria, a settembre riparte la produzione +2,8% su mese e +1,5% su anno
Riparte a settembre la produzione industriale. Secondo i dati diffusi dall’Istat, l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato del 2,8% su base congiunturale, recuperando così completamente la caduta di agosto. Nella media del terzo trimestre il livello della produzione diminuisce, però, dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile segna aumenti congiunturali in tutti i raggruppamenti principali di industrie: una variazione più ampia caratterizza l’energia (+5,4%), mentre sono più limitati gli incrementi per i beni strumentali (+1,4%), i beni intermedi (+1,3%) e i beni di consumo (+1,0%). Al netto degli effetti di calendario, a settembre 2025 l’indice generale aumenta in termini tendenziali dell’1,5% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 contro i 21 di settembre 2024). L’evoluzione positiva è diffusa in tutti i comparti: crescono i beni consumo (+2,3%), i beni intermedi (+1,3%) e in misura meno marcata i beni strumentali (+0,9%) e l’energia (+0,6%). I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+12,3%), le industrie alimentari, bevande e tabacco (+9,2%) e la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+3,8%). Le flessioni più ampie si rilevano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-4,4%), nell’industria del legno, carta e stampa (-4,1%) e nella fabbricazione di prodotti chimici (-4,0%).
Pil, Istat: fermo nel terzo trimestre, sotto la media Ue
L’economia globale è in moderato rallentamento e il commercio internazionale mostra un andamento volatile anche per il persistere di un elevato grado di instabilità delle politiche commerciali.Nel terzo trimestre, la dinamica congiunturale del Pil ha segnato una modesta accelerazione in Cina e nell’area euro. Negli Stati Uniti le attese di una moderazione del ritmo di crescita dell’attività economica e dell’inflazione hanno favorito il taglio dei tassi di interesse a ottobre. Il Pil italiano, secondo la stima preliminare, è rimasto stazionario nel terzo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti, registrando un risultato analogo a quello tedesco ma inferiore a quello della media dell’area euro, della Francia e della Spagna. È lo scenario tratteggiato dall’Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana.La dinamica congiunturale delle esportazioni nei mesi estivi, nonostante una contrazione ad agosto, è risultata nel complesso positiva (+1,2% a giugno-agosto rispetto ai tre mesi precedenti), mentre le importazioni nello stesso periodo hanno evidenziato un lieve calo (-0,3%). L’indice destagionalizzato della produzione industriale a settembre è aumentato del 2,8% rispetto ad agosto, compensando la forte flessione del mese precedente (-2,7%). Nella media del terzo trimestre, tuttavia, l’indice mostra una diminuzione su base congiunturale (-0,5%).
Aumenta l’occupazione a settembre. La crescita coinvolge le sole donne e tutte le classi d’età ad eccezione dei 35-49enni. Per posizione professionale gli occupati sono saliti tra i dipendenti permanenti, diminuiti tra quelli a termine e sono risultati sostanzialmente stabili tra gli autonomi. A ottobre, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) evidenzia, in base alle stime preliminari, un aumento tendenziale (+1,3%), inferiore alla media dell’area euro (+2,1%) e in deciso rallentamento rispetto ai mesi precedenti.
Germania, inflazione in lieve frenata a ottobre
La pressione inflazionistica in Germania si e’ leggermente attenuata a ottobre. Come riportato dall’Ufficio federale di statistica (Destatis), il tasso annuo dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) e’ sceso al 2,3 per cento (dal 2,4% del mese precedente). Gli statistici hanno quindi confermato la loro stima preliminare del 30 ottobre, come previsto dagli economisti. Rispetto al mese precedente, l’indice, afferma l’istituto di statistica, e’ aumentato dello 0,3%, confermando anche in questo caso le stime.
Pnrr, Cgil: gli ultimi aggiornamenti evidenziano l’incoerenza del governo
“L’incoerenza dei dati pubblicati sulla piattaforma ReGis con quelli forniti dal Governo pone pesanti interrogativi sull’attendibilità e la trasparenza delle informazioni su cui si basa il confronto pubblico e si prendono decisioni cruciali per il nostro Paese”. Lo afferma, in una nota, il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari. La Cgil, infatti, evidenzia che: “nella ‘Proposta di revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza’, illustrata dal ministro Foti sia al Parlamento che durante le sessioni della Cabina di regia del 25 e del 26 settembre scorsi, si sostiene che il 96% dei progetti attualmente finanziati (428.939 su 447.065) risulta concluso, in via di conclusione e in corso di esecuzione, per un valore complessivo di circa 148 miliardi di euro. Come risulta dall’aggiornamento del 7 novembre scorso, pubblicato sulla piattaforma ReGis e relativo allo stato di attuazione del Pnrr al 14 ottobre 2025: sono 306.346 i progetti censiti, 157.688 dei quali conclusi; i progetti non conclusi sono invece148.658, di cui 134.568 in corso di esecuzione. Al 31 agosto 2025 (ultimo dato disponibile), sono stati validati 86 miliardi di euro di spesa (pari al 44,22% del totale), sempre attraverso il sistema di monitoraggio ReGiS”.
“Questi dati, incoerenti con quelli del Governo – ribadisce Ferrari – sollevano dubbi sulla trasparenza e sull’attendibilità delle informazioni alla base delle decisioni pubbliche. È previsto a breve il varo dell’ulteriore, e probabilmente ultima, rimodulazione del Pnrr. Una rimodulazione – prosegue il segretario confederale – che avrà significative conseguenze sia sul disegno di legge di bilancio, visto che una parte rilevantissima delle coperture della manovra deriva dalle risorse del Piano; sia perché comporterà l’emanazione di uno o più provvedimenti attuativi che avranno una dimensione di molto superiore alla manovra stessa”.
“Per fare chiarezza sul reale stato delle cose, chiediamo – prosegue il segretario confederale – un’urgente convocazione della Cabina di regia, con la partecipazione delle parti sociali. Le decisioni che saranno assunte sul Piano – che, tra l’altro, rappresenta al momento la principale fonte degli investimenti pubblici per il nostro Paese – devono essere trasparenti e frutto di una larga condivisione. VNon è accettabile – conclude Ferrari – che, per ragioni contingenti, si snaturino gli obiettivi di riduzione delle diseguaglianze sociali e dei divari territoriali per cui il Pnrr è stato varato; né che ritardi e inefficienze riducano il suo potenziale impatto sull’economia nazionale (già sull’orlo della recessione) e sulle condizioni materiali di vita e di lavoro delle persone”.
A2A aggiorna il piano strategico, target 23 miliardi di investimenti
Via libera del consiglio di amministrazione di A2A all’aggiornamento del Piano Strategico 2024-2035 che mantiene saldi gli obiettivi di crescita industriale del Gruppo definiti nel Piano di novembre 2024. La strategia, che rimane incentrata sui due pilastri della Transizione Energetica e dell’Economia Circolare, rilancia gli obiettivi industriali rafforzando i business core ed evolvendo grazie a nuovi sviluppi. Il Piano prevede investimenti per 23 miliardi di euro. Oltre il 35% del programma di investimenti è già concluso o in corso di realizzazione.
“Con l’aggiornamento del nostro Piano Strategico, rinnoviamo con determinazione l’impegno di A2A verso una crescita industriale solida e sostenibile, orientata alla creazione di valore per tutti gli stakeholder. Abbiamo incrementato gli investimenti complessivi, portandoli a 23 miliardi di euro entro il 2035, per accelerare il percorso di sviluppo del Gruppo e aprire nuove direttrici di business innovative. La presenza storica di A2A in Lombardia – area che oggi rappresenta un polo strategico per i data center – unita all’importante acquisizione delle reti elettriche nelle province di Milano e Brescia, ci offre una posizione privilegiata per contribuire in modo concreto alla diffusione di queste infrastrutture digitali, cogliendone al contempo le opportunità industriali ed economiche. Il nostro obiettivo è chiaro: vogliamo evolvere dal ruolo di partner energetico a piattaforma di sviluppo integrata, mettendo a valore i nostri asset, il nostro know-how e la capacità di innovazione”, commenta Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A. “Per sostenere l’aumento della domanda di energia e il processo di elettrificazione dei consumi, continueremo a investire in infrastrutture “future-fit”, potenziando le reti, la generazione e le attività legate all’economia circolare. Intendiamo consolidare la leadership di A2A in Italia e, al tempo stesso, proiettare il nostro modello di business anche a livello internazionale, valorizzando le competenze distintive maturate nei settori dell’ambiente e delle energie rinnovabili. Il motore di questo Piano restano le nostre persone: sono loro che, con professionalità e dedizione, trasformano ogni giorno gli obiettivi in risultati. La sostenibilità rimane centrale nella nostra strategia. Confermiamo il target del Net Zero al 2050 e la riduzione del fattore emissivo entro il 2030, coerentemente con la visione di un futuro energetico responsabile, nel rispetto delle nuove generazioni e delle risorse del Pianeta”.
In una fase caratterizzata da rapidi cambiamenti e innovazioni tecnologiche, A2A continua a posizionarsi come protagonista nel settore energetico, pronta a contribuire ad un futuro più sostenibile ed efficiente per il Paese. La crescita della domanda elettrica spinta da elettrificazione dei consumi e dallo sviluppo dei data center, cuore pulsante della rivoluzione digitale, trasformerà l’attuale sistema energetico. Negli ultimi cinque anni A2A ha investito per migliorare l’efficienza delle reti e ampliare la produzione di energia rinnovabile, accompagnando i propri clienti in questa transizione. Il Piano al 2035 prosegue sul percorso avviato, con importanti investimenti infrastrutturali, in coerenza con il trend di aumento della domanda elettrica e di riduzione dei consumi finali, sempre più decarbonizzati. L’aggiornamento si fonda su un posizionamento strategico unico nei territori chiave della trasformazione digitale e nei business che ne sono coinvolti, con un modello basato sui pilastri strategici della Transizione Energetica e dell’Economia Circolare. La trasformazione energetica avviata richiede risposte concrete e visione a lungo termine e A2A è pronta a rispondere con soluzioni innovative e sostenibili.
Nel dettaglio, i 23 miliardi di investimenti sono vsuddivisi in 7 miliardi per l’Economia Circolare e 16 miliardi per la Transizione Energetica, che permetteranno di raggiungere nel 2035 un EBITDA di 3,6 miliardi di euro e un utile netto superiore a 1,1 miliardi di euro. L’ambizione del Gruppo al 2035 cresce su entrambi i pilastri: per la Transizione Energetica sono previsti 4 miliardi di euro di RAB nelle reti elettriche, 3,7 GW di capacità eolica e fotovoltaica e 5 milioni di clienti; per l’Economia Circolare 6,6 milioni di tonnellate di rifiuti trattati e nuovi data center da realizzare sfruttando gli asset energetici come piattaforma di sviluppo.
Sul fronte della transizione energetica, l’acquisizione delle reti di distribuzione elettrica nelle province di Milano e Brescia ha permesso al Gruppo A2A di consolidare il proprio posizionamento come primario operatore nazionale e promotore del processo di elettrificazione che sta trasformando il settore. Grazie a un Piano di investimenti da 4,9 miliardi di euro, le infrastrutture gestite saranno più resilienti e pronte ad affrontare le sfide del futuro. In tal senso, anche l’e-mobility resta tassello imprescindibile nel portafoglio di attività, con l’obiettivo di installare, entro il 2035, 16 mila punti di ricarica, adottando una strategia di crescita focalizzata sull’ottimizzazione del loro profilo di rendimento. Continua la crescita di A2A nella generazione da fonti rinnovabili, con una strategia di sviluppo mirata che conferma il target di 3,7 GW di capacità installata eolica e fotovoltaica al 2035. L’integrazione di nuovi asset in questo ambito e il rinnovamento del parco termoelettrico con impianti ad elevata efficienza garantiranno una sempre maggiore diversificazione al mix di generazione che vanta già molteplici leve di mitigazione del rischio, tra cui l’hedging naturale con la base clienti del Gruppo. Nel settore Retail, in un contesto di mercato molto dinamico sul segmento domestico, A2A conferma l’obiettivo di 5 milioni di clienti al 2035, di cui circa il 70% elettrici. Nella vendita di energia a clienti industriali il Gruppo, già forte di una market share superiore al 10%, punta ad accrescere ulteriormente i volumi venduti anche tramite contratti PPA (Power Purchase Agreement) che garantiscano la stabilizzazione dei margini.
Inoltre, la nuova Business Unit Circular Economy è stata costituita per favorire l’integrazione operativa tra diversi ambiti con caratteristiche sinergiche. Oggi la BU comprende gestione rifiuti, ciclo idrico, teleriscaldamento, efficienza energetica e, di recente, attività legate ai data center. Queste infrastrutture digitali rappresentano la principale novità dell’aggiornamento di Piano, che presenta il Gruppo A2A sia come partner energetico per gli operatori del settore – per la fornitura, le reti elettriche e la gestione termica – sia come sviluppatore diretto, grazie al proprio posizionamento nelle aree a maggiore potenziale. Sono previsti 1,6 miliardi di euro di investimentiper la realizzazione e la gestione di nuovi data center, facendo leva su asset energetici del Gruppo quali elementi chiave per lo sviluppo di questi hub digitali. A2A intende consolidare la propria posizione dileadership nel settore ambientale al 2035, con la gestione di circa 6,6 milioni di tonnellate di rifiuti. Gli investimenti previsti sono finalizzati alla riduzione del gap impiantistico nazionale e all’implementazione di strategie di valorizzazione, tramite il recupero di energia e materia.
L’aggiornamento del piano parla poi di nuove geografie. Il Gruppo estende l’orizzonte territoriale del Piano Strategico oltre i confini nazionali, puntando a una maggiore diversificazione geografica. Si prevede l’espansione in nuovi Paesi selezionati in base al potenziale di mercato e a criteri di rendimento e velocità di sviluppo, per ridurre il rischio di esecuzione e massimizzare il ritorno. Le iniziative di espansione saranno selezionate come
alternative a progetti in Italia e a parità di investimento. I progetti saranno focalizzati sui settori chiave delle filiere Waste-to-Energy e Power, sfruttando le competenze distintive di A2A nel recupero di energia da rifiuti e nella generazione e valutando l’integrazione delle attività a monte e a valle. Questo approccio multi-filierapermetterà un percorso di crescita sostenibile all’interno dei Paesi selezionati. La strategia del Gruppo si basa su un modello di”anchoring platform”, con un’internazionalizzazione che avverrà attraverso acquisizioni o partnership nelle filiere prioritizzate, seguita da uno sviluppo organico a step successivi per consolidare la presenza nel medio-lungo termine.
Hera, nei primi 9 mesi ricavi +10,6% a 9,4 miliardi, investimenti in crescita a 667 milioni
Il gruppo Hera manda in archivio i primi 9 mesi dell’esercizio all’insegna di risultati in netta crescita sul fronte dei ricavi e degli investimenti. Al 30 settembre 2025, i ricavi sfiorano i 9,4 miliardi di euro (9.365,6 milioni), in crescita di oltre 894 milioni rispetto allo stesso periodo del 2024, pari a un incremento del +10,6%, legato prevalentemente all’aumento dei prezzi delle commodity energetiche e al maggior valore dei volumi intermediati di gas e di elettricità. Il margine operativo lordo dei primi nove mesi del 2025 si mantiene sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, attestandosi a 1.037,2 milioni di euro. La minore marginalità delle aree energia (–23,3 milioni) è compensata dai risultati positivi del ciclo idrico e dei servizi ambientali. Il confronto con il 2024 va tuttavia letto tenendo conto degli 85 milioni di marginalità straordinarie registrate lo scorso anno, legate a opportunità temporanee non ricorrenti (principalmente mercati di ultima istanza ed ecobonus). Depurato da tali effetti, il margine operativo lordo al 30 settembre 2025 mostra una crescita organica del 9%, sostenuta dal contributo di tutti i core business del Gruppo, superiore al tasso di crescita medio annuo del 7% previsto dal Piano industriale per il periodo fino al 2028. Parallelamente alla crescita organica, la multiutility ha ampliato il proprio perimetro industriale con l’acquisizione di Ambiente Energia e la costituzione di CircularYard, partecipata al 60% assieme aFincantieri, rafforzando ulteriormente la presenza nei segmenti del trattamento dei rifiuti industriali e dell’economia circolare. Inoltre è proseguito il riacquisto delle quote di minoranza di EstEnergy, Aliplast ed Hera Comm, che oggi sono detenute al 100%. Per quanto riguarda il progetto di rafforzamento della partnership industriale con AIMAG, l’accordo sottoscritto fra le parti a gennaio 2025 non è stato rinnovato, non avendo avuto esito positivo tutti i presupposti previsti dall’accordo stesso. È confermato l’interesse dei soci di AIMAG a proseguire nelle valutazioni in merito alle prospettive industriali di rafforzamento della società.
Il risultato operativo netto dei primi nove mesi si attesta a 519,9 milioni di euro, in lieve flessione (–0,5%) rispetto allo stesso periodo del 2024, principalmente per effetto dell’aumento degli ammortamenti, legato ai nuovi investimenti realizzati nei settori regolati e nel trattamento rifiuti, mentre gli accantonamenti risultano in diminuzione grazie alla normalizzazione del mercato energetico. L’efficace gestione operativa e finanziaria,che registra un calo degli oneri per 27,5 milioni grazie alla razionalizzazione della struttura del debito e alla riduzione degli oneri IAS, porta il risultato ante imposte a 457,2 milioni di euro, in aumento del 5,5% rispetto ai 433,5 milioni registrati al 30 settembre 2024. Nonostante l’incremento del tax rate salito al 29% (era il 28% l’anno prima), l’utile netto al 30 settembre di quest’anno raggiunge i 324,6 milioni di euro, in aumento del 4% rispetto ai 312,1 milioni dello stesso periodo 2024. Cresce in parallelo anche l’utile netto di pertinenza degli Azionisti del Gruppo, che si attesta a 294,7 milioni di euro (+4,2% rispetto ai 282,9 milioni del 30 settembre 2024). Al 30 settembre 2025 gli investimenti operativi, al lordo dei contributi in conto capitale (34,2 milioni), ammontano a 666,8 milioni di euro, in aumento di quasi 106 milioni rispetto allo stesso periodo del 2024(+18,8%). A beneficiare in misura maggiore degli interventi di sviluppo e di adeguamento normativo sono il ciclo idrico integrato (oltre 243 milioni di euro di investimenti, 68 milioni in più rispetto al 30 settembre 2024), l’area ambiente (quasi 30 milioni di euro in più in un anno) e l’area gas (+11 milioni). Solidità e sostenibilità finanziaria del Gruppo sono confermate dal rapporto debito netto/MOL di 2,6x che garantisce ampia flessibilità per i futuri investimenti.
Cristian Fabbri, Presidente Esecutivo del Gruppo Hera, ha dichiarato:«In questi nove mesi, facendo leva sulla generazione di cassa e sulla buona flessibilità finanziaria, ci siamo focalizzati sulla crescita strutturale del Gruppo: abbiamo raddoppiato gli investimenti operativi di sviluppo, incrementando di quasi il 20% gli investimenti sia nei settori regolati sia nei business a mercato. Abbiamo inoltre perfezionato alcune operazioni di M&A e riacquistato le quote di minoranza di EstEnergy, Aliplast e, a inizio ottobre, Hera Comm, tutte oggi detenute al 100%. Questa spinta sulla crescita strutturale unita alla solidità del portafoglio multibusiness ci ha consentito di compensare il venir meno del contributo di alcune opportunità temporanee e si è riflessa in un aumento del rendimento del capitale proprio, che sfiora il 10%. Questi risultati testimoniano la piena coerenza del nostro percorso con gli obiettivi fissati nel Piano industriale».
Per Orazio Iacono, Amministratore Delegato del Gruppo Hera, “Le buone performance operative e le azioni di ottimizzazioni finanziaria hanno sostenuto la crescita dell’utile netto di pertinenza degli Azionisti, salito del 4,2%. Lo scenario macroeconomico resta complesso, ma i segnali di stabilizzazione del mercato energetico, uniti alla nostra capacità di generare cassa e marginalità – con un rapporto debito netto/MOL a 2,6 volte – ci permettono oggi di affrontare con ancora maggiore slancio le opportunità di sviluppo. Al centro della nostra strategia industriale resta un principio non negoziabile: la sostenibilità deve procedere assieme alla competitività. Tutti i nostri investimenti in tecnologie e servizi puntano a rafforzare questa connessione, migliorando resilienza, innovazione e qualità dell’offerta. Solo così possiamo conciliare l’obiettivo Net Zero 2050 con la crescita dei territori e il benessere delle comunità».
Enav, nei primi 9 mesi crescono traffico e ricavi
Enav chiude i .primi 9 mesi dell’anno, caratterizzati da una continua e decisa crescita del traffico aereo, che ha raggiunto i valori piu’ elevati di sempre, con un traffico di rotta e di terminale in aumento rispettivamente del 5,9% e del 3,3% in termini di unita’ di servizio rispetto ai primi nove mesi del 2024. I ricavi da attivita’ operativa crescono del 10,6% a 889,3 milioni e i ricavi e l’Ebitda consolidati si attestano rispettivamente a 748,4 (-2,9% rispetto al corrispondente periodo del 2024) e 180,2 milioni di euro, mentre l’utile netto consolidato scende a 66,6 milioni. Tali indicatori, sottolinea una nota, riflettono l’impatto della componente di balance, pari a 167,2 milioni e i consueti effetti riconducibili al primo anno del nuovo ciclo regolatorio (2025- 2029). Sale il free cash flow pari a 197,6 milioni, in aumento del 51,3% rispetto ai primi nove mesi del 2024. Confermato l’outlook per il 2025 rivisto al rialzo in occasione della semestrale 2025. L’amministratore delegato Pasqualino Monti ha dichiarato: ‘Con la chiusura della stagione estiva, il momento piu’ delicato per il nostro settore, posso confermare che la capacita’ operativa di Enav non ha eguali in Europa. Siamo certi di poter ottenere, a fine anno, il riconoscimento del bonus economico per la puntualita’ e che, in ottica prudenziale, non era stato inserito nei target del Piano Industriale. Infatti, a fronte di un obiettivo di 0,14 minuti di ritardo per volo, Enav ha registrato, ad oggi, un risultato straordinario di soli 0,014 minuti. Come noto, il 2025 riflette, per alcune componenti economico-finanziarie, l’impatto di meccanismi tipici del primo anno del nuovo periodo regolatorio 2025-2029: al netto di tale effetto, tutti gli indicatori di bilancio restano eccellenti e in linea con la guidance rivista al rialzo in occasione della semestrale. La solida generazione di cassa ed il focus sulla gestione sui costi ci consentono di mantenere il rispetto di tutti gli obiettivi, anche in presenza di un eventuale rallentamento della crescita dei voli’.
Fs Energy ed Edison Energia avviano la fornitura decennale di energia rinnovabile
Edison Energia, società del Gruppo Edison attiva nella vendita di energia elettrica e gas naturale, ha avviato la fornitura complessiva di 450 GWh di energia 100% rinnovabile destinata a FS Energy nell’ambito del Corporate Power Purchase Agreement (PPA) off-site decennale firmato con Ferrovie dello Stato Italiane attraverso RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Il contratto pluriennale permetterà di ridurre significativamente le emissioni di CO2 del sistema ferroviario: il risparmio stimato sino a fine contratto sarà di oltre 180 mila tonnellate. La fornitura è iniziata il primo ottobre 2025 e prevede la vendita di 45 GWh all’anno per un periodo di 10 anni a prezzo fisso. Tutta l’energia elettrica sarà prodotta da impianti eolici italiani, situati in Sicilia e in Abruzzo, e sarà destinata all’infrastruttura ferroviaria gestita da RFI, con una capacità installata totale di circa 35 MW. Antonello Giunta, amministratore delegato di FS Energy, ha affermato: “Il Gruppo FS ha intrapreso un cammino per rendere l’approvvigionamento energetico più sostenibile ed economico. L’avvio della fornitura energetica con Edison fa parte di un percorso che contribuirà alla decarbonizzazione dei consumi attraverso la produzione da fonti rinnovabili e l’installazione di oltre 1 GW di capacità rinnovabile entro il 2029, pari al 19% di tutti i consumi del Gruppo FS, e di circa 2 GW entro il 2034, ovvero il 40% dei consumi”. Massimo Quaglini, amministratore delegato di Edison Energia, ha dichiarato:“L’accordo di fornitura di energia verde siglato con FS Energy sottolinea il nostro impegno nel supportare i clienti nel loro percorso di decarbonizzazione. Ai nostri clienti industriali e retail offriamo sia energia prodotta da fonti rinnovabili sia la nostra vasta esperienza come operatore di riferimento a livello nazionale. Puntiamo su qualità del servizio, flessibilità e contratti su misura. Il nostro obiettivo è essere un partner affidabile, facendo leva sugli asset del nostro Gruppo per accompagnare i clienti verso un consumo sostenibile con un impatto ambientale ridotto”. L’aggiudicazione di questo PPA fa seguito al contratto di fornitura di 100 di Gwh di energia elettrica firmato a giugno dello scorso anno tra le due aziende, a copertura del fabbisogno energetico di uffici, locali tecnologici, stazioni e altri impianti fissi in tutta Italia.
Acea presenta ai sindaci il modello di efficienza delle reti idriche con droni, robot e visori 3D
Anche quest’anno il Gruppo ACEA, che tramite le sue società eroga servizi primari ai cittadini in 13 regioni d’Italia, è presente all’Assemblea annuale dell’Anci con uno spazio espositivo di 100 mq. Con ledwall e visori 3D vengono presentate le soluzioni più avanzate nei settori dell’economia circolare, dell’efficienza energetica e della digitalizzazione dei processi industriali applicati in tutti i business in cui il Gruppo è attivo. A partire dall’acqua, dove Acea è il primo operatore idrico in Italia, anche grazie ad un piano di investimenti fino al 2028 di 4,7 miliardi di euro e consolidando la sua presenza in otto Regioni, dopo il recente sbarco in Liguria e Sicilia. Ad ANCI, Acea sarà protagonista anche con i nuovi progetti relativi alle infrastrutture elettriche e al settore dell’ambiente. New tech. Tra le tecnologie di ultima generazione adottate dal Gruppo per migliorare l’efficienza produttiva e la sicurezza delle persone rientrano i droni per il monitoraggio aereo dei siti industriali e degli spazi confinati, i sistemi di intelligenza artificiale per il riconoscimento dei rifiuti e i modelli di manutenzione predittiva per le infrastrutture idriche ed elettriche, strumenti avanzati che permettono di incrementare l’affidabilità e la continuità operativa degli impianti. Con il progetto Acea Virtual Tour, grazie all’utilizzo di visori 3D, i visitatori potranno vivere un’esperienza immersiva alla scoperta degli impianti del Gruppo dedicati al riciclo, alla rigenerazione delle plastiche e alla produzione di energia dagli scarti. Un viaggio virtuale che mostra da vicino come i rifiuti si trasformano in risorse, promuovendo trasparenza, innovazione e cultura ambientale.
Areti, la società del Gruppo responsabile della distribuzione di energia elettrica a Roma, presenta le più recenti innovazioni nel campo dell’illuminazione pubblica e artistica. A completare l’esperienza, i visitatori potranno conoscere Albert, il robot umanoide che affianca quotidianamente i tecnici nelle attività di manutenzione e controllo delle reti elettriche e idriche: un esempio concreto dell’integrazione tra intelligenza artificiale e professionalità umana al servizio della Città. Non solo progetti. Due i seminari previsti per il 13 novembre: uno alle 14:30 in sala Laura Bassi, “La gestione idrica, le sfide dei territori e dell’innovazione” e uno alle 16:00 “Le città del domani non saranno smart, saranno agili energicamente”. E venerdì 14 novembrel’Amministratore Delegato di ACEA Fabrizio Palermo interverrà al panel delle ore 10:00 dal titolo “Europa, modello PNRR: risorse per i comuni che sanno investire”.
Fincantieri, nei primi 9 mesi balzo dei ricavi a 6,7 mld ed ebitda a 461 mln
Ricavi e margini in netta crescita a doppia cifra nei primi nove mesi dell’esercizio per Fincantieri che conferma le guidance per il 2025. Il gruppo della cantieristica ha realizzato ricavi per 6,725 miliardi di euro al 30 settembre scorso, in aumento del 20,5%, con un margine operativo lordo di 461 milioni, cresciuto del 40,4%, che porta l’incidenza sui ricavi al 6,9%. I nuovi ordini dei primi nove mesi dell’anno ammontano a 16 miliardi di euro, +88% rispetto a un anno fa, portando il portafoglio ordini complessivo a 41 miliardi (+32% rispetto a fine 2024) con un carico di lavoro complessivo di 61,1 miliardi (oltre agli ordini comprende anche opzioni contrattuali, lettere di intenti e commesse in negoziazione), pari a 7,4 volte il fatturato 2024. La posizione finanziaria netta a settembre e’ negativa per 1,648 miliardi, in linea con quella di giugno 2024 e migliore rispetto agli 1,668 miliardi di fine 2024. Confermata la guidance 2025: ricavi a circa 9 miliardi, ebitda margin oltre 7%, leva finanziaria tra 2,7 e 3, risultato netto positivo a fine anno. Il gruppo approvera’ entro fine anno il nuovo piano 2026-2030 che sara’ presentato al mercato nel primo trimestre. Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Fincantieri, ha dichiarato:
“Non possiamo che essere molto soddisfatti e riconoscenti alle persone di Fincantieri per il grande lavoro svolto. Continuiamo a perseguire una crescita robusta su ricavi, margini e portafoglio ordini con tre effetti positivi concorrenti: il consolidamento della performance economico finanziaria degli ultimi tre anni; il posizionamento virtuoso dell’azienda nel ciclo industriale positivo che caratterizza il futuro settore; la creazione di valore condiviso e sostenibile per tutti gli stakeholder sociali e finanziari”, commenta l’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero. “Con oltre 60 miliardi di carico di lavoro per i prossimi dieci anni – che costituisce il nuovo record di sempre – aumenta infatti l’apporto di Fincantieri all’economia nazionale e territoriale generando, grazie ad acquisti di beni e servizi in Italia per circa l’80%, visibilità economica nella filiera e stabilizzazione del lavoro. Continua anche a crescere il contributo del Gruppo al percorso di innovazione strategica del Paese con il lancio dei primi droni autonomi subacquei per la protezione delle infrastrutture critiche subacquee e dei porti, l’entrata nei droni militari unmanned di superficie per il pattugliamento delle coste, l’avvio della produzione in Italia di sistemi di propulsione a celle a combustibile e della produzione di pacchi batterie per uso navale militare e civile, oltre al lancio di Fincantieri Ingenium dedicata alla creazione di una piattaforma di dati ed applicazioni per l’introduzione dell’intelligenza artificiale nella conduzione delle navi e nel mondo dei porti”.
Energia, Aie: non rispettati i target sul clima, aumento di 1,5 gradi in qualsiasi scenario
Il mondo non sta raggiungendo gli obiettivi che si era prefissato in materia di accesso universale all’energia e cambiamento climatico. A rilevarlo è l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) nel World Energy Outlook 2025. Con l’aumento dei rischi climatici, il Weo-2025 mostra che il riscaldamento globale superera’ 1,5 C in qualsiasi scenario, compresi quelli con riduzioni delle emissioni molto rapide. Il settore energetico dovra’ prepararsi ai rischi per la sicurezza derivanti dall’aumento delle temperature, ma c’e’ ancora margine per evitare i peggiori effetti climatici. Lo scenario aggiornato, in cui il mondo raggiungera’ emissioni nette pari a zero entro la meta’ del secolo, riporta le temperature al di sotto di 1,5 C nel lungo termine. I sistemi energetici di tutto il mondo stanno affrontando gli impatti del cambiamento climatico, sottolineando l’urgente necessita’ di sviluppare una maggiore resilienza ai crescenti rischi legati alle condizioni meteorologiche, nonche’ agli attacchi informatici e ad altre attivita’ dannose. I nuovi dati analizzati nel WEO di quest’anno mostrano che le interruzioni alle infrastrutture energetiche critiche nel 2023 hanno colpito oltre 200 milioni di famiglie in tutto il mondo. Le linee elettriche si sono rivelate vulnerabili, con danni alla rete di trasmissione e distribuzione che rappresentano in particolare circa l’85% degli incidenti.
Il rapporto dell’Aie mostra poi come le energie rinnovabili crescono piu’ rapidamente di qualsiasi altra fonte energetica importante in tutti gli scenari, trainate dal solare fotovoltaico. Anche l’energia nucleare vede una ripresa in tutti gli scenari, con investimenti in aumento sia negli impianti tradizionali su larga scala che in quelli di nuova progettazione, inclusi i piccoli reattori modulari.
Dopo oltre due decenni di stagnazione, la capacita’ nucleare globale e’ destinata ad aumentare di almeno un terzo entro il 2035. L’Agenzia internazionale per l’Energia (Aie) presenta il World Energy Outlook 2025, un documento molto atteso dal settore e delinea tre scenari per il futuro dell’energia globale: uno basato sulle attuali politiche nazionali, un altro che include le misure da adottare se il mondo dovesse raggiungere la neutralita’ carbonica entro il 2050 e uno scenario mediano che include le misure gia’ annunciate dai governi. Il report segnala come tutti gli scenari analizzati indicano ampie forniture globali di petrolio e gas nel breve termine. I mercati petroliferi gia’ riflettono questo andamento, e un analogo allentamento degli equilibri di mercato per il gas naturale sembra imminente, con l’entrata in funzione di nuovi progetti per l’esportazione di gas naturale liquefatto (Gnl). Ciononostante, entrambi i mercati rimangono esposti a rischi geopolitici, mentre una crescita piu’ rapida della domanda – in risposta a politiche di transizione energetica piu’ deboli o a prezzi piu’ bassi – potrebbe rapidamente erodere le riserve di cui dispongono.
Tuttavia, le prospettive divergono per quanto riguarda la condivisione dell’energia: nello scenario mediano, la domanda di carbone raggiunge il picco e quella di petrolio si stabilizza “intorno al 2030”. Al contrario, la domanda di gas continua a crescere per tutto il decennio, contrariamente alle previsioni precedenti, sempre a causa delle nuove politiche statunitensi e dei prezzi piu’ bassi. Nello scenario piu’ conservativo, basato rigorosamente sulle politiche attuali, la domanda di carbone inizia a diminuire prima della fine di questo decennio, ma quella di petrolio e gas continua a crescere fino al 2050.
Greenvolt Next Italia completa l’impianto fotovoltaico per Granforno a Chivasso
Greenvolt Next Italia (gruppo Greenvolt), societa’ attiva nelle energie rinnovabili e appartenente al portafoglio di Kkr, ha completato un nuovo impianto fotovoltaico per GranForno Italia presso lo stabilimento di Chivasso, in provincia di Torino. Il progetto integra il rifacimento della copertura industriale con l’installazione di un impianto fotovoltaico da 180 kWp, che copre una superficie di circa 859 metri quadrati. Il sistema produrra’ una quantita’ stimata di 216 MWh di energia pulita all’anno, consentendo a GranForno Italia di ridurre sensibilmente sia i costi energetici sia l’impatto ambientale. Grazie al nuovo impianto, l’azienda evitera’ ogni anno circa 75,6 tonnellate di emissioni di Co2, equivalenti al beneficio ambientale derivante dalla piantumazione di circa 3.625 alberi adulti. “Con questo progetto accompagniamo GranForno Italia in un percorso concreto di decarbonizzazione ed efficienza energetica’, ha dichiarato Mitia Cugusi, presidente di Greenvolt Next Italia. ‘L’intervento non solo riduce i costi energetici e l’impatto ambientale, ma rappresenta anche un esempio di come le aziende del comparto agroalimentare possano contribuire attivamente alla transizione energetica, sfruttando opportunita’ come il Bando Agrisolare’.
Sud, Confcooperative: la grande fuga costa 4,1 miliardi
«C’è un treno che parte dal Mezzogiorno ogni giorno. È carico di sogni, talenti, futuro, ma non torna mai indietro. Un trasferimento di ricchezza che risale dal Sud prendendo la strada del Nord. L’esodo di 134.000 studenti verso le università del Centro-Nord non è solo una statistica: è una perdita sociale, economica, demografica, culturale. Un depauperamento silenzioso di risorse che svuota interi territori. Un pezzo della futura classe dirigente che se ne va, lasciando dietro di sé interrogativi sul destino del Mezzogiorno. Una fuga che al Sud costa oltre 4 miliardi». Lo dice Maurizio Gardini commentando il focus Censis – Confcooperative “Sud, la grande fuga” che mette i conti nero su bianco: 157 milioni di euro evaporati dalle casse degli atenei meridionali. Risorse che si materializzano altrove, nelle università del Centro-Nord, dove rette più salate (2.066 euro contro i 1.173 del Sud) hanno fruttato 277 milioni di incassi. Il conto per le famiglie meridionali? Altri 120 milioni annui di differenziale. Il Sud paga di più per vedere partire i propri figli.
Ma il dramma non si ferma qui. Sono 36.000 laureati al Sud che hanno scelto le regioni centro-settentrionali o l’estero come approdo lavorativo. Giovani ad alta qualificazione, formati con risorse meridionali, valorizzano le proprie competenze lontano dai luoghi che hanno investito nel loro futuro. Parliamo di 4,1 miliardi di euro. Soldi investiti dal Sud per formare una classe dirigente che poi sceglie di restituire altrove il proprio know how.
«La strada per invertire la rotta esiste: investire in innovazione, formare in ambiti strategici, aprire finestre internazionali. Il sistema dell’istruzione, dell’università e della ricerca è l’unica via per collocare il Mezzogiorno sulla frontiera tecnologica e restituirgli competitività. L’unica strada – conclude Gardini – per non continuare a guardare quel treno partire senza ritorno».
Trasporti, Destro (Confindustria) : “la competitività dipende da infrastrutture efficienti e integrate”
‘Nel settore dei trasporti e della logistica la parola chiave e’ insieme: la competitivita’ delle imprese dipende da un sistema infrastrutturale efficiente, integrato e sostenibile. MOST dimostra il valore della collaborazione tra ricerca, imprese e istituzioni, dove la conoscenza diventa azione e i dati guidano le decisioni. Confindustria promuove questo approccio con iniziative di sistema, come l’Osservatorio permanente sulla mobilita’ delle merci, per offrire una bussola comune a imprese e decisori pubblici. La strategia si fonda su tre pilastri: competitivita’ sostenibile, innovazione e competenze, Europa come orizzonte strategico. L’Italia deve essere protagonista della politica Ue dei trasporti, contribuendo al Sustainable Transport Investment Plan e difendendo la coesione del mercato unico. A livello europeo sono necessari un coordinamento comune sui valichi alpini, una strategia industriale per i porti e l’attuazione completa dei corridoi TEN-T, con tempi certi e finanziamenti stabili’. Lo afferma Leopoldo Destro, delegato del presidente di Confindustria per Trasporti, Logistica e Industria del Turismo, all’evento Most 2025.
Scope conferma i rating di CDP e migliora l’Outlook da Stabile a Positivo
Cassa Depositi e Prestiti ha comunicato che, ieri, , l’agenzia Scope Ratings ha confermato i rating di lungo e breve termine di CDP, rispettivamente BBB+ e S-2. Contestualmente, l’Outlook è stato rivisto da Stabile a Positivo. La decisione è arrivata in seguito alla recente azione compiuta dall’Agenzia in relazione ai rating sovrani della Repubblica Italiana.