WELFARE
A Milano nuovi spazi per i cittadini negli immobili abbandonati
La Giunta ha approvato il piano degli investimenti con un elenco di immobili da dedicare ad attività aggregative, prevedendo una compartecipazione economica importante per la loro riqualificazione. Tutti gli immobili sono diffusi in città e Palazzo Marino ha deciso di dedicarli alla creazione di spazi multifunzionali aperti ai residenti dei quartieri in cui sono collocati. Si tratta di otto edifici di proprietà comunale che costituiscono un primo nucleo su cui investire, che in futuro potrà essere integrato. Si parte dall’ex mercato di Piazza Selinunte, nel quartiere San Siro.
IN SINTESI
Dall’ex mercato di via Selinunte alla Cascina Melghera di via Crescenzago passando per l’ex mercato del pesce di via Sammartini. A Milano sono diversi gli edifici comunali delle periferie che rientrano nel nuovo piano di investimenti per la coesione sociale che l’amministrazione ha deciso di dedicare alla creazione di spazi multifunzionali aperti ai cittadini. Prevista una compartecipazione economica importante per la loro riqualificazione.
In questa prima fase ad essere interessati saranno otto edifici di proprietà comunale che costituiscono un primo nucleo su cui investire, che in futuro potrà essere integrato. L’obiettivo all’ombra della Madonnina è restituire progressivamente alla città tutti questi spazi ad oggi inutilizzati ma che sono solo un piccolo tassello di quello che è il grande piano di recupero e rigenerazione del capoluogo lombardo. “In questo caso la sfida è socialmente rilevante, l’Amministrazione interviene con una forte regia nella riqualificazione e progettazione di ambiti che assumeranno funzioni aggregative”, ha spiegato l’assessore al Demanio Emmanuel Conte sottolineando che “come avviene anche per altre importanti operazioni di ricucitura urbana, gli spazi sono diffusi in diversi quartieri e sono destinati a riaccendere le luci della partecipazione, dell’inclusione e della coesione sociale”.
“Non solo una dichiarazione d’intenti, ma un impegno a dedicare luoghi e risorse economiche per moltiplicare le occasioni di incontro interculturale e intergenerazionale e rafforzare i legami di comunità”, gli fa eco l’assessore al Welfare Lamberto Bertolè.
Si parte da San Siro che, neanche a farlo apposta, è il quartiere in questi giorni al centro dell’attenzione mediatica per il voto sullo stadio San Siro, incassato anche grazie all’uscita dall’aula dei consiglieri di Forza Italia, che ha creato caos nel centrosinistra. Il futuro assetto della giunta di Beppe Sala dipenderà molto dalla decisione dei Verdi alle prese con il dilemma se uscire o meno dalla maggioranza. Ma il sindaco, forte del risultato sullo stadio, tiene la barra dritta e va avanti.
L’ex mercato di piazzale Selinunte
Si parte con un percorso partecipativo che avrà come primo oggetto l’ex mercato coperto di piazzale Selinunte: situato in un quartiere come San Siro, caratterizzato da complessità e fragilità. L’amministrazione è intenzionata a realizzare un progetto di riqualificazione a forte regia pubblica che partirà già da questo autunno, con la coprogettazione partecipata dello spazio e delle attività che sorgeranno al suo interno. Il quartiere sarà coinvolto per poi realizzare un avviso pubblico per la concessione dell’immobile, con lo scopo di arrivare all’individuazione di un soggetto gestore entro la fine del 2026. L’edificio, di 968 metri quadri, richiede una ristrutturazione radicale e il Comune si impegna a contribuire all’investimento per coprire fino all’80% dei costi, per un massimo di 3 milioni di euro.
“La scelta di partire da qui testimonia una visione precisa: i quartieri sono innanzitutto luoghi dove incoraggiare lo sviluppo di comunità coese e solidali”, spiega l’assessora ai Quartieri e Partecipazione Gaia Romani. “L’ex mercato di piazza Selinunte – aggiunge l’assessora – è un luogo significativo, che per molto tempo ha rischiato di diventare il simbolo di un’occasione sprecata per le persone che vivono a San Siro, un quartiere complesso della città ma anche ricco di energie positive. E il percorso partecipativo che prenderà il via questo autunno è un esempio concreto di come l’Amministrazione voglia lavorare. Non solo riqualificare uno spazio fisico, ma restituire alla comunità un luogo che sappia rispondere ai bisogni e ai desideri reali dei quartieri, proprio partendo dall’ascolto e dal coinvolgimento diretto di chi quei territori li conosce e li anima”, conclude.
Gli altri edifici
Il passo successivo sarà ‘mettere mano’ agli altri immobili selezionati. Tra questi l’edificio in piazza Donne partigiane-via Boffalora 1116, nel cuore della Barona. Uno stabile di 1.112 metri quadri destinati alla realizzazione di attività aggregative, culturali e sociali rivolte ai giovani alla cui riqualificazione l’Amministrazione ha già dedicato un milione di euro con un avviso pubblico del maggio 2025.
C’è, poi, l’immobile di via Ravenna 15, al Corvetto, in parte già destinato a servizi per il quartiere: un centro diurno per persone con disabilità, la sede del servizio sociale territoriale, alcuni servizi sanitari, una scuola. La parte oggi non utilizzata sarà destinata alla realizzazione della Casa delle Associazioni e del Volontariato del Municipio 4, con interventi di manutenzione straordinaria a cui si intende destinare 1,2 milioni di euro.
Tra gli immobili selezionati c’è anche l’ex scuola di via Spadini 15. Si tratta di 870 metri quadri da anni in disuso che si intende dedicare ad attività e progettualità aperte ai cittadini dei quartieri Comasina, Affori, Bruzzano e Bovisasca. Al fine di consentire la riqualificazione dell’immobile, il Comune destinerà un importo pari all’80% dell’investimento totale necessario, ad oggi stimabile in 1,2 milioni di euro.
Ancora, la Cascina Melghera di via Crescenzago 56. I 970 metri quadri dell’immobile (a cui si aggiungono i 270 di spazi esterni) costituirebbero una naturale estensione della Casa di Quartiere già attiva a Crescenzago. L’ammontare delle risorse comunali da destinare come quota di cofinanziamento per la riqualificazione ammonta all’80% dei costi complessivi che saranno quantificati dalle Direzioni tecniche del Comune.
Attività sociali e aggregative anche nell’immobile di via Isimbardi 31. I suoi mille metri quadri suddivisi su due piani potranno, dopo una riqualificazione a cui il Comune prevede di partecipare con un investimento di 800mila euro, ospitare attività sociali ed aggregative a prezzi accessibili.
E, poi, c’è Cascina San Bernardo. I suoi 900 metri quadri collocati all’interno del parco della Vettabbia. Il recupero dell’area dovrà essere coerente con la presenza del vicino Ecomuseo e potrà essere sostenuto da un finanziamento dell’Amministrazione di 2 milioni di euro.
Infine, l’ex mercato del pesce di via Sammartini 73. La palazzina storica di circa 1.500 metri quadri potrebbe essere dedicata alla realizzazione di attività socioculturali e aggregative, in sinergia con la confinante Casa di Quartiere. Il costo stimato degli interventi di riqualificazione è di 4 milioni di euro, l’Amministrazione prevede di partecipare con un investimento di circa 3 milioni.