INFRASTRUTTURE
Milano-Cortina: pronte le palazzine per gli atleti al Villaggio olimpico
La consegna del progetto – sviluppato dal Fondo Porta romana e promosso e gestito dal gruppo Coima con la partecipazione all’investimento di Covivio, Prada holding e Cecif – resta fissata a luglio, mentre per la riqualificazione del resto dell’area ci vorranno ancora cinque anni. Per la copertura dei 40 milioni di spese sostenute in più si studia un accordo tra istituzioni. Salvini fa da garante: “Il governo ci crede, stiamo trovando la forma giuridica giusta perché dare soldi pubblici a privati è complicato, ma i costi dovuti al caro energia e alle guerre verranno coperti sicuramente. Ci stiamo ragionando con il ministero dell’Economia e con il comune di Milano”.
IN SINTESI
Il Villaggio olimpico è quasi pronto a poco meno di un anno dall’inaugurazione dei Giochi Milano-Cortina 2026. Le sei palazzine, che compongono la struttura per una superficie lorda complessiva di circa 30 mila metri quadrati, sono state completate, a livello edile e architettonico, con sei mesi d’anticipo e tutto fa pensare che il Villaggio sarà consegnato alla Fondazione Milano Cortina nei tempi previsti, entro luglio 2025.
Ancora in corso i lavori per completare le aree esterne, mentre sono stati terminati i lavori di riqualificazione dei due edifici storici che caratterizzano architettonicamente l’area, ovvero la Squadra Rialzo, un tempo utilizzata per la manutenzione dei convogli ferroviari, e il “Basilico”, ex magazzino dello Scalo divenuto negli anni il simbolo del lavoro del celebre fotografo meneghino Gabriele Basilico.
Sul tema caldo della copertura degli extra costi, sostenuti per 40 milioni di euro, si apre l’ipotesi di un intervento legislativo.
L’annuncio è stato dato ieri, 10 febbraio, dal Fondo immobiliare Coima Olympic Village e dal Fondo di investimento immobiliare Porta Romana (promosso e gestito da Coima in cui coinvestono Covivio, Prada Holding e Coima Esg City Impact Fund) in occasione della visita istituzionale del vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a cui hanno partecipato, tra gli altri, il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e il founder e ceo di Coima, Manfredi Catella. “Sono felicissimo che l’Italia ospiti le Olimpiadi invernali del 2026”, ha detto il ministro Salvini. “Il villaggio è uno di quei posti che renderà Milano più bella e più socialmente accessibile a fine Olimpiadi”.
Il Villaggio diventerà uno studentato
Il Villaggio sarà pronto, dunque, entro luglio 2025 e sarà poi convertito in uno studentato da 1.700 posti letto convenzionati, di cui il 30% a tariffa agevolata. Le tariffe medie convenzionate, circa 680 euro a posto letto al mese più spese, sono inferiori del 25% rispetto alla media di mercato. La convenzione prevede un totale di 150 posti letto a tariffa agevolata, di cui 50 posti in camera singola a tariffa agevolata riservati a disabili e 100 posti in camera doppia a tariffa agevolata per studenti meno abbienti.
Con l’obiettivo di favorire ulteriori agevolazioni agli studenti, Coima, inoltre, in collaborazione con CDP Real Asset SGR tramite il FNAS, ha deciso di incrementare il numero di posti letto in camera doppia a tariffa agevolata dagli attuali 150 a 450 (+300 posti letto rispetto alla convenzione). Il costo medio a posto letto verrà così ulteriormente ridotto a circa 650 euro/mese più spese (-25% circa rispetto alla media di mercato) e i 450 posti letto saranno assegnati a circa 430 euro/mese.
La riconsegna al Fondo avverrà da aprile 2026 e “la struttura potrà poi essere convertita per accogliere gli studenti già a partire da settembre 2026, in tempo per l’anno accademico 2026/27”, ha spiegato il presidente di Coima, Manfredi Catella. Il Fondo ha già avviato interlocuzioni con gli atenei per siglare accordi e convenzioni finalizzati ad ospitare gli studenti delle principali università di Milano. L’obiettivo è che gli atenei possano pubblicizzare i posti letto presso i propri studenti già a partire dal giugno 2025, in tempo per l’anno accademico successivo.
Il nodo degli extra-costi
Sul progetto, come detto, pesa ancora però il nodo degli extra-costi, che ammontano a circa 40 milioni. Secondo gli stessi protagonisti, non è ancora stato definito il modo con cui verranno rimborsati. Una situazione simile a quella dell’altra opera olimpica di rilievo in costruzione a Milano: l’Arena, situata nell’area di Santa Giulia e in mano a Cts Eventim, su cui gravano invece 60 milioni di extra-costi. Dovrebbe essere completata a ottobre con un ufficiale chiusura dei lavori entro dicembre di quest’anno (gli investimenti complessivi sul progetto sono lievitati nel corso del tempo passando da 180 a 300 milioni).
I conti tornano. La somma delle spese aggiuntive per i due progetti ammonta infatti ai 100 milioni chiesti dal sindaco di Milano Giuseppe Sala al governo. “Più o meno la cifra è quella”, ha confermato il sindaco lunedì 10 febbraio, a margine di un appuntamento in città, sottolineando poi di “essere disponibili, anche con il presidente Fontana, a considerare di fare la nostra parte”. Il nodo non sembra però essere il quanto, ma anche il come. “Oggi – ha detto Sala -il problema, più che gli extra-costi che sono il tema iniziale, sono anche le modalità con cui il pubblico può intervenire su un’opera privata. Quindi, discutiamo del quanto ma anche molto della modalità, ci stiamo lavorando e speriamo di trovare una soluzione”. Parole, quelle del primo cittadino di Milano, che riflettono anche la fiducia emersa la scorsa settimana dall’incontro sul tema tra il presidente del comitato olimpico Thomas Bach, l’amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina Andrea Varnier e il governo. Durante l’incontro il governo avrebbe già avanzato delle ipotesi per rispondere alle spese aggiuntive.
Salvini fa da garante: “Il governo ci crede e quindi stiamo trovando la forma giuridica per poterlo fare perché è complicato che il pubblico dia soldi ai privati – ha detto il ministro -, ma i costi dovuti al caro energia e alle guerre verranno coperti sicuramente. Ci stiamo ragionando con il ministero dell’Economia e con il Comune di Milano”, ha aggiunto. “Se do solo un euro dei soldi degli italiani a un soggetto privato ovviamente commetto un reato. Quindi l’idea è che i soggetti privati, ad esempio, mettano a disposizione del pubblico una parte dei loro beni e dei loro servizi per l’avvenire. Fondi statali, fondi comunali, tutti devono fare la loro parte”, ha concluso.
Il cronoprogramma per il resto dello Scalo
La visita istituzionale è stata anche l’occasione per fare il punto sul cronprogramma per il resto dello Scalo di Porta Romana. Il piano originale di riqualificazione dell’ex scalo ferroviario ha, infatti, già visto cambiamenti, come detto, a partire dalla realizzazione della Foresta sospesa, la passerella verde che avrebbe dovuto collegare via Ripamonti a corso Lodi. E che invece non si farà, per mancanza di fondi pubblici come confermato dallo stesso ministro Salvini: “I costi sono diventati eccessivi, impossibile realizzarla completamente”, ha detto. La copertura dei binari rimarrà sotto il parco centrale e sotto la piazza sospesa vicino a Piazzale Lodi. “Restituire alla città 100 mila metri quadri di verde attrezzato è una bella sfida e faremo il possibile”, ha spiegato il ministro specificando che la parte di contributi pubblici previsti per la Foresta verrà destinata al ridisegno del parco centrale.
Se per l’area del Villaggio che diventerà uno studentato i tempi sembrano essere già chiari, la riqualificazione del resto dell’area sembra ancora al palo, in attesa delle autorizzazioni definitive. “Il piano attuativo è previsto con firma della convenzione entro fine anno. Se così sarà, allora apriremo i primi lotti nel primo trimestre del 2026, in particolare quelli dell’edilizia convenzionata”, ha specificato Catella.
Sull’area sorgeranno 320 unità abitative in edilizia sociale o convenzionata, con i primi lavori che potranno partire nel primo trimestre 2026. Nel dettaglio, è stata firmata una convenzione con il Consorzio cooperative lavoratori che prevede 225 unità in edilizia convenzionata ordinaria e 95 in edilizia residenziale a canone sociale, che copriranno il fabbisogno di 2.500 persone.
Un piano di sviluppo residenziale, questo dello Scalo di Porta Romana, progettato in accordo con il Comune di Milano, “e che – sottolinea Coima – rappresenta un contributo concreto e coerente con il Piano Casa promosso dal Governo e il piano abitativo sostenibile presentato a novembre scorso dal Presidente di Confindustria Emanuele Orsini a supporto dei dipendenti delle aziende che vivono lontano dai luoghi di lavoro, il progetto di politica economica finalizzato ad accelerare Io sviluppo del Paese attraverso il sostegno alla mobilità territoriale e all’inclusione lavorativa”.
Per completare l’intero progetto ci vorranno circa cinque anni dalla firma della convenzione.
Un progetto sostenibile
Sin dall’inizio, in collaborazione con Fondazione Milano Cortina 2026, il Villaggio, progettato dallo Studio di Architettura Skidmore, Owings & Merrill – SOM, è stato concepito tenendo conto della configurazione post Olimpiadi, rendendolo di fatto uno tra gli interventi di riconversione più rapidi nella storia degli eventi temporanei. La priorità è stata posta sull’integrazione nel futuro quartiere di tutti gli spazi fisici, i servizi e gli allestimenti progettati per gli atleti, minimizzando così i lavori di riconversione in strutture permanenti e i relativi impatti ambientali, al fine di massimizzare la sostenibilità del progetto nel suo complesso, mantenendo una elevata qualità di progettazione. In particolare, i circa 10 mila mq adibiti a servizi per gli atleti – che comprendono spazi dedicati a palestra, coworking, ristorazione e strutture medico-sanitarie – saranno destinati a servizi privati di interesse pubblico o generale che possano contribuire all’attivazione del quartiere e dello studentato.
Gli spazi a verde pubblico e attrezzato adiacenti all’area del Villaggio Olimpico sono stati progettati dall’architetto Michel Desvigne, in coordinamento con il masterplan generale di Outcomist, la cui parte paesaggistica è curata dall’architetto Elizabeth Diller, con l’obiettivo di creare un luogo fruibile dagli studenti e dalla cittadinanza, in armonia con le altre strutture dello Scalo e con la città.
Il Villaggio Olimpico di Porta Romana è un modello di sostenibilità integrata, con edifici a zero emissioni operative grazie all’altissima efficienza energetica, all’assenza di combustibili fossili, all’uso di pompe di calore e alla produzione di energia elettrica tramite impianti fotovoltaici. Gli edifici sono certificati LEED Gold, garantendo elevati standard ambientali. Dotato di impianto fotovoltaico da circa 1 MW, il Villaggio assicura alte prestazioni energetiche. La costruzione ha adottato tecniche di prefabbricazione che hanno garantito tempi certi di realizzazione e un minore impatto ambientale, utilizzando il legno come materiale sostenibile per le pareti delle facciate. La progettazione include illuminazione LED con sensori e sistemi avanzati per la raccolta e il riutilizzo dell’acqua piovana. La mobilità sostenibile è incentivata con percorsi ciclabili, parcheggi per bici e colonnine di ricarica per veicoli elettrici, mentre il progetto promuove il benessere sociale con spazi pubblici accessibili e un forte impegno per la coesione della comunità.