La giornata

Meloni: “quella di Ventotene non è la mia Europa”. CAOS alla Camera

  • Telefonata Trump-Zelensky: “siamo sulla buona strada”, dice il presidente Usa
  • Elkann: “difesi stabilimenti e occupazione in Italia
  • Pnrr, Corte dei Conti: “preoccupazioni sui tempi di avanzamento, a rischio le scadenze”
  • Eurostat: a febbraio inflazione in calo al 2,3%
  • Terna: a febbraio i consumi elettrici crescono dello 0,6%, +10,4% fonte solare
  • Vitol acquisterà partecipazioni in asset Eni in Africa Occidentale
  • Donnarumma: “intermodalità treno-aereo, il futuro della mobilità integrata”
  • Rinnovabili, Cna: “Tempi troppo stretti per accedere ai 320 milioni per l’autoproduzione”

19 Mar 2025

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C’erano  già tutte le premesse per una giornata ad alta tensione in vista del delicatissimo appuntamento che la premier Giorgia Meloni deve affrontare al Consiglio europeo di oggi e domani a Bruxelles con la Lega che le negava  “il mandato di approvare il ReArm Europe”. Ma poi, alla Camera, dove Meloni teneva le sue comunicazioni, dopo quelle svolte il giorno prima al Senato, la discussione ha preso una piega assolutamente inaspettata e altrettanto virulenta. Il casus belli si consuma in sede di replica quando la premier sferra l’attacco alle opposizioni leggendo alcuni passi del manifesto di Ventotene, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, con il contributo di Eugenio Colorni, confinati dal regime fascista a Ventotene. “Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”, afferma in un crescendo di toni. Parole che danno fuoco alle polveri nel giro di pochi minuti e si scatena il caos nell’Aula di Montecitorio. Le opposizioni attaccano, la maggioranza reagisce e la seduta viene sospesa. Gli scontri non si placano neanche alla ripresa dei lavori. Ma Meloni non c’è. Dopo il consueto pranzo al Quirinale prima del vertice Ue, dove non si sarebbe fatto accenno all’accaduto, vola direttamente a Bruxelles. E intanto posta sui social il video del suo intervento: “Giudicate voi”, scrive. Meloni accusa i manifestanti che sono scesi in piazza sabato a Roma di non aver letto il testo del Manifesto di Ventotene. Legge alcuni stralci: “La rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere socialista”; “La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso”; “Nelle epoche rivoluzionarie, in cui le istituzioni non debbono già essere amministrate, ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente”. Quesfa, dunque, è l’Europa che non appartiene alla premier. Se per i meloniani, è stato  fatto “cadere il Muro di Berlino anche in Italia”, sul fronte dell’opposizione questo attacco viene interpretato come una mossa “diversiva” per distogliere l’attenzione ai problemi e divisioni interni alla maggioranza sui temi caldi del riarmo Ue. Dura la presa di posizione di Federico Fornaro del Pd: «Non è accettabile fare la caricatura di quegli uomini, lei presidente Meloni siede in questo Parlamento anche grazie a loro, grazie a quei visionari di Ventotene che erano confinati politici. Si inginocchi la presidente del Consiglio davanti a loro, altro che dileggiarli. Vergogna, vergogna, vergogna», conclude il deputato dem. Attacca la segretaria dem Elly Schlein. “Meloni  oltraggia la memoria europea nascondendo le divisioni del suo governo”. Per Giuseppe Conte la premier è “un’irriconoscente”, perché “se siede al Consiglio europeo è grazie a Spinelli, Rossi… Tutta l’Europa riconosce che quello è stato il progetto fondativo dell’Europa libera e democratica che abbiamo”. Maria Elena Boschi ricorda quando nel 2016 la leader di FdI criticava “Renzi, Hollande e Merkel” sostenendo che “sull’Europa avevano le idee più chiare nel 1941 i firmatari del manifesto di Ventotene, detenuti in un carcere”. La risoluzione del Governo viene poi approvata “senza distinguo alcuno della maggioranza “, tiene a sottolineare il ministro Tommaso Foti. “Chi ha scommesso sulle divisioni della maggioranza ha clamorosamente perso”.

Nel suo intervento, Meloni riafferma il sostegno agli «sforzi di Trump, è un leader forte e autorevole che può imporre le condizioni per una pace giusta e duratura. Credo non vedremo le scene di debolezza occidentale che abbiamo visto in Afghanistan, la questione si gioca sulle garanzie di sicurezza». «Ieri c’è stata una lunga conversazione» tra Trump e Putin, «da quello che apprendiamo finora c’è una ipotesi di cessate il fuoco parziale limitato a infrastrutture strategiche, è un primissimo spiraglio nel senso di quanto concordato a monte tra Trump e Zelensky». Parlando della proposta europea di riarmo, la premier in Aula ribadisce  che «la difesa è una condizione di libertà». «Io voglio una Nazione in grado di decidere per se stessa, la nazione deve essere in grado di difendersi e mantenere i propri impegni», dice la premier. «Sono favorevole all’aumento degli investimenti» militari a livello Ue «ma ho chiesto di chiarire cosa si intenda per spese di difesa», non è «che vogliamo confondere i cittadini. È il ReArm Ue che confonde i cittadini».

 

Telefonata Trump-Zelensky: “siamo sulla buona strada”, dice il presidente Usa

All’indomani della lunga conversazione con Vladimir Putin, Donald Trump ha sentito anche Volodymyr Zelensky e si mostra ottimista  in vista di una ripresa dei colloqui, domenica in Arabia Saudita, e alla luce dello scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev che, tuttavia, si sono accusate a vicenda di attacchi contro obiettivi strategici. “Siamo sulla buona strada”, ha commentato  il presidente americano in un post sul suo social media Truth subito dopo l'”ottima telefonata” di circa un’ora con il leader di Kiev. Per Trump,  le posizioni di Russia e Ucraina sono in fase di allineamento e spetterà ai team tecnici che si incontreranno nei prossimi giorni chiudere il cerchio. AncheZelensky si è detto soddisfatto del colloquio che ha definito “franco” e “sostanziale”. “Abbiamo concordato che l’Ucraina e gli Stati Uniti devono continuare a lavorare insieme per raggiungere una vera fine alla guerra. Crediamo che insieme all’America, al presidente Trump e sotto la guida americana, si possa raggiungere una pace duratura quest’anno”, ha scritto su X.

Elkann: “difesi stabilimenti e occupazione in Italia”

“Negli ultimi vent’anni il mercato domestico è calato del 30% mentre l’occupazione si è ridotta di circa il 20%. Questo significa che l’azienda ha difeso la produzione e l’occupazione negli stabilimenti del Paese”. Lo ha detto il presidente di Stellantis, John Elkann, in audizione davanti alle commissioni riunite Attività produttive della Camera e Industria del Senato sulla produzione automobilistica del gruppo in Italia. “Il contributo positivo alla crescita dell’economia italiana non è mai venuto meno”, ha aggiunto Elkann.  “Il 2025, come abbiamo già detto con chiarezza al tavolo del Mimit, sarà un altro anno difficile. Il mercato Italia nei primi 2 mesi è in contrazione del 7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel 2026 prevediamo un aumento della produzione grazie al lancio di dieci nuovi aggiornamenti di prodotto nelle fabbriche italiane i cui livelli produttivi dipenderanno dal mercato e da fattori esterni come i dazi”.- “Al tavolo Stellantis abbiamo preso una serie di impegni nei confronti di tutti gli attori del settore dell’auto e questi impegni li stiamo realizzando puntualmente”. “Sicuramente quello che deciderà l’Amministrazione Trump sui dazi avrà un impatto su quello che noi produciamo in Europa – e in Italia – e vendiamo negli Stati Uniti”.

 

Pnrr, Corte dei Conti: “preoccupazioni sui tempi di avanzamento, a rischio le scadenze”

“Preoccupazione” e “criticità” nell’avanzamento dei progetti del Pnrr mettono a rischio il rispetto delle scadenze. E’ quanto rileva la Corte dei CONTI in audizione davanti alla commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. Ci sono “preoccupazioni sui tempi di completamento degli interventi, con una realizzazione ancora a livelli non elevati, il che potrebbe compromettere il rispetto delle scadenze del programma. Tra le problematiche emerse per l’attuazione dei progetti sono segnalate alcune criticità legate all’organizzazione interna degli enti, alla carenza di personale qualificato, e alle difficoltà nell’approvvigionamento di materiali. Ad esse si aggiungono fattori esogeni legati al contesto socioeconomico, ai cambiamenti normativi, al proliferare del contenzioso legale, ai ritardi nelle autorizzazioni, ai problemi nell’erogazione delle risorse”, spiega la Corte.

Eurostat: a febbraio inflazione in calo al 2,3%

Cala l’inflazione tendenziale nell’Eurozona. A febbraio, secondo i dati definitivi diffusi oggi da Eurostat, il tasso di inflazione annuale è stato del 2,3%, in calo rispetto al 2,5% di gennaio e rivisto al ribasso rispetto al dato preliminare diffuso in precedenza (al 2,4%). Un anno prima il tasso era del 2,6 per cento. Nell’Unione Europea l’inflazione annuale è stata del 2,7%, in calo rispetto al 2,8% di gennaio. Un anno prima, il tasso era del 2,8 per cento. I tassi annuali più bassi sono stati registrati in Francia (0,9%), Irlanda (1,4%) e Finlandia (1,5%). I tassi annuali piu’ alti sono stati registrati in Ungheria (5,7%), Romania (5,2%) ed Estonia (5,1%). Rispetto a gennaio 2025, l’inflazione annuale e’ diminuita in quattordici Stati membri, è rimasta stabile in sei ed è aumentata in sette. A febbraio, il contributo più elevato al tasso di inflazione annuale dell’area dell’euro è derivato dai servizi (+1,66 punti percentuali), seguiti da prodotti alimentari, alcolici e tabacco (+0,52 punti), beni industriali non energetici (+0,14 punti) ed energia (+0,01 punti).

Terna, a febbraio i consumi elettrici crescono dello 0,6%, +10,4% fonte solare

A febbraio il fabbisogno di energia elettrica in Italia è stato pari a 24,9 miliardi di kWh, valore in diminuzione del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il dato della domanda, confrontato con il mese di febbraio dello scorso anno, bisestile, e corretto dall’effetto di un giorno lavorativo in meno (20 invece di 21) e della temperatura media mensile inferiore di 1,5°C, cambia di segno ed è pari a +0,6%.  E’ quanto emerge dai dati diffusi da Terna. A livello territoriale, la variazione rettificata dal calendario di febbraio è stata leggermente positiva al Nord e al Centro (+0,8%) e stazionaria al Sud e nelle Isole. Nei primi due mesi dell’anno, il fabbisogno nazionale rettificato in considerazione del confronto con un anno bisestile è pari a +1% (-0,5% il dato grezzo). L’indice IMCEI elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’, è in flessione dell’8,4% rispetto a febbraio 2024 (-6,1% la variazione rettificata). Tutti i comparti hanno ottenuto una variazione negativa. I primi due mesi dell’anno fanno registrare una diminuzione del 5,5% rispetto allo stesso periodo del 2024. In termini congiunturali, il valore della richiesta elettrica, destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura, risulta in leggera flessione rispetto a gennaio 2025 (-0,5%). Segno negativo anche per l’indice IMCEI, -2,5%. L’indice IMSER elaborato da Terna sui dati dei consumi elettrici mensili forniti da alcuni gestori di rete di distribuzione (E-Distribuzione, UNARETI, A-Reti, Edyna e Deval), e che viene presentato in differita di due mesi rispetto ai dati dei consumi elettrici e industriali, ha fatto registrare a dicembre 2024 una variazione positiva del 4,6% rispetto a dicembre 2023. Complessivamente, nel 2024 la variazione rispetto al 2023 risulta in crescita del 4%. Tornando al bilancio mensile di Terna, nel mese di febbraio 2025 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’83,7% dalla produzione nazionale e per la quota restante (16,3%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il valore del saldo estero mensile è stato pari a 4,1 TWh, -33,6% rispetto al valore record registrato a febbraio 2024 (6,1 TWh).

In dettaglio, la produzione nazionale netta è risultata pari a 21 miliardi di kWh. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 29,1% della domanda elettrica. In aumento la fonte fotovoltaica (+10,4%) e termica (+21,3%). In diminuzione la fonte idrica (-7,5%), eolica (-44,4%) e geotermica (-6,2%). Nel dettaglio, prosegue il calo della produzione a carbone: -42,3% in confronto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel 2025 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 820 MW. Tale valore è inferiore di 512 MW (-38%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Al 28 febbraio 2025 si registrano in Italia 13.480 MWh di capacità di accumulo, che corrispondono a 5.811 MW di potenza nominale, per circa 761.000 sistemi di accumulo.

Vitol acquisterà partecipazioni in asset Eni in Africa Occidentale

Eni e Vitol hanno concordato che Vitol acquisirà partecipazioni in alcuni asset di Eni in Costa d’Avorio e nella Repubblica del Congo per un corrispettivo di 1,65 miliardi di dollari con data di efficacia economica al 1° gennaio 2024, soggetto ad aggiustamenti contrattuali di cassa al momento del completamento dell’operazione. Vitol acquisirà partecipazioni in attività produttive di petrolio e gas e in blocchi in fase di esplorazione, valutazione e sviluppo. In particolare, nel progetto Baleine in Costa d’Avorio, in cui Eni detiene una partecipazione del 77,25%, Vitol acquisirà una partecipazione del 30%, e nel progetto Congo LNG nella Repubblica del Congo, in cui Eni detiene una partecipazione del 65%, Vitol acquisirà una partecipazione del 25%. Eni e Vitol sono già partner nei progetti OCTP e Block 4 in Ghana e questo accordo consolida ulteriormente la collaborazione tra le due società in Africa occidentale. Questa transazione è in linea con la strategia di Eni volta all’ottimizzazione delle attività upstream, attraverso un ribilanciamento del portafoglio che prevede la valorizzazione anticipata delle scoperte esplorative attraverso la riduzione delle partecipazioni in esse (il cosiddetto modello dual exploration). Vitol è presente in ambito Upstream in Africa occidentale da molti anni. Inoltre, ha un portafoglio di investimenti in ambito infrastrutturale e downstream. Le parti intendono concludere gli accordi per la vendita e l’acquisto delle partecipazioni descritte non appena possibile. Il completamento sarà soggetto a condizioni preliminari, tra cui l’ottenimento delle relative approvazioni regolatorie.

Eni avvia l’incremento dei volumi di gas destinati alla generazione elettrica in Costa d’Avorio

Eni, ed il partner Petroci, annunciano un incremento significativo della fornitura di gas destinata al sistema di generazione elettrico ivoriano. Avviata a dicembre 2024 nei tempi previsti ed in totale sicurezza, la Fase 2 del progetto Baleine segna un ulteriore passo avanti nell’impegno dell’azienda per il potenziamento energetico e sviluppo industriale del Paese, rafforzando significativamente l’accesso all’energia. Il gas prodotto, fino a 70 milioni di piedi cubi al giorno, ed interamente destinato alla domanda locale, garantirà forniture affidabili per la generazione elettrica del Paese, consolidando ulteriormente il ruolo della Costa d’Avorio come hub energetico regionale. Questo risultato è stato possibile grazie alla sinergia con le autorità ivoriane competenti e il partner Petroci, facendo leva sull’approccio integrato dell’azienda che coniuga produzione responsabile e impatto positivo sulle comunità locali. Parallelamente, Eni ha raggiunto il plateau di produzione di olio, con 60.000 barili al giorno, triplicando la produzione rispetto ai 20.000 barili della fase precedente. Baleine rappresenta il primo progetto Upstream a zero emissioni nette (Scope 1 e 2) in Africa, un traguardo reso possibile dall’impiego di tecnologie avanzate per la riduzione dell’impronta carbonica e da iniziative innovative sviluppate in stretta collaborazione con il governo ivoriano. Tra queste, il programma di distribuzione di fornelli migliorati, prodotti localmente, che ha già beneficiato oltre 600.000 persone in condizioni di vulnerabilità, e il progetto di tutela e ripristino di 14 foreste classificate, contribuendo alla neutralità carbonica dell’intero progetto. Grazie all’avvio della Fase 1 (agosto 2023), della Fase 2 (dicembre 2024) e alla Fase 3, attualmente in fase di studio, la produzione complessiva è destinata a raggiungere 150.000 barili di olio al giorno e 200 milioni di piedi cubi di gas associato. L’impegno di Eni in Costa d’Avorio, dove la società è presente dal 2015, non si limita alla produzione di energia: attraverso progetti di formazione, educazione, salute e diversificazione economica, l’azienda continua a investire per una crescita sostenibile, in armonia con gli obiettivi dei piani di sviluppo nazionali.

 

Donnarumma: “intermodalità treno-aereo, il futuro della mobilità integrata”

Una mobilità sempre più sostenibile e interconnessa: grazie allo sviluppo di nuove infrastrutture e alla collaborazione con le principali compagnie aeree, il Gruppo FS punta a rendere il treno il mezzo privilegiato per raggiungere gli aeroporti, riducendo l’uso dell’auto e abbattendo le emissioni di CO2. Attualmente, in Italia, sono 26 gli aeroporti già collegati alla rete ferroviaria o tramite soluzioni intermodali che includono autobus, airlink e people mover. L’obiettivo del Gruppo FS è quello di trasformare il viaggio in un’esperienza integrata “door-to-door”, garantendo ai passeggeri soluzioni di viaggio integrate e intermodali. «Guardando ai numeri non vedo la competizione tra treni e aerei. FS è un’azienda che rappresenta il Paese con 97mila dipendenti, quest’anno sono stati fatti 17 miliardi di investimenti e gestiamo circa 10 mila treni al giorno, per la maggior parte regionali» ha dichiarato l’AD del Gruppo FS Stefano Antonio Donarumma durante il Convegno Fit – Cisl “Trasporto aereo e ferroviario: strategie per un sistema integrato e competitivo”.

Tra le eccellenze già attive c’è il Leonardo Express, servizio che collega la stazione ferroviaria di Roma Termini all’aeroporto di Fiumicino con 126 treni al giorno e un totale di 350mila viaggiatori al mese. Molteplici anche i progetti in cantiere. A Venezia Marco Polo è prevista la realizzazione di una nuova tratta ferroviaria di circa 8 km che collegherà lo scalo alla linea ferroviaria Venezia-Trieste, migliorando i collegamenti tra l’aeroporto e il Nord-Est. Per incentivare l’integrazione ferro-aereo sono in corso ulteriori progetti per connettere all’infrastruttura ferroviaria anche gli aeroporti di Bergamo, Olbia, Brindisi e Trapani. A Bergamo, la stazione verrà collegata all’Aeroporto di Orio al Serio con un tempo di percorrenza di soli 10 minuti. Si stima che, con l’attivazione del collegamento, gli spostamenti effettuati in treno saranno oltre 13mila al giorno, riducendo il numero di auto in circolazione. Nell’aeroporto di Olbia Costa Smeralda sarà realizzato un collegamento ferroviario di 3,4 km che si diramerà dalla linea Golfo Aranci-Macomer, consentendo di integrare lo scalo con il sistema ferroviario sardo. In Sicilia, invece si prevede l’attivazione di una nuova fermata “Aeroporto Vincenzo Florio” sulla linea Trapani-Birgi.

La stazione diventerà un vero e proprio prolungamento del terminal aeroportuale e per rendere l’intermodalità treno-aereo ancora più accessibile ed efficiente, il Gruppo FS ha avviato collaborazioni con i principali attori del settore aereo. Tra questi, il Memorandum of Understanding con ITA Airways e Lufthansa e la Partnership fra iryo e ITA Airways. In questo scenario, l’intermodalità diventa il cuore pulsante di un sistema di trasporti europeo che permette di guardare in maniera sempre più costruttiva all’Europa che, per il Gruppo FS, non rappresenta solo un mercato, ma un’opportunità strategica per un futuro di mobilità sempre più integrata, intermodale e sostenibile.

Cna: “Tempi troppo stretti per accedere ai 320 milioni per l’autoproduzione”

Con la pubblicazione del decreto direttoriale del Mimit le piccole imprese possono accedere ai 320 milioni di euro per realizzare impianti da fonti rinnovabili destinati all’autoconsumo previsti dal RepowerEu ma i tempi eccessivamente ristretti per la presentazione delle domande rischiano di pregiudicare l’efficacia della misura molto attesa dal sistema produttivo. È quanto rileva CNA dopo la pubblicazione del provvedimento che definisce le procedure per accedere al contributo. Il decreto ha previsto un meccanismo a sportello gestito da Invitalia con una finestra temporale molto stretta per l’invio delle domande: la piattaforma informatica infatti sarà operativa a partire dal prossimo 4 aprile con chiusura dei termini il 5 maggio. Per la valutazione delle richieste, Invitalia avrà 120 giorni. Si tratta di tempistiche troppo ristrette a fronte della procedura burocratica richiesta per l’accesso al beneficio; tale aspetto rischia di inficiare il potenziale della misura rispetto all’ampia platea di PMI che possono candidarsi alle agevolazioni. CNA chiede di allungare i tempi per la presentazione delle domande a fine luglio per consentire alle imprese un tempo congruo per la progettazione dell’impianto e la relativa documentazione. L’allungamento dei tempi è perfettamente coerente con il timing della misura che prevede di impegnare i 320 milioni entro la fine del 2025. Inoltre il decreto direttoriale ripropone alcune criticità già evidenziate nelle prime norme di attuazione di Transizione 5.0. In particolare il rimando al Registro ENEA per le tecnologie fotovoltaiche utilizzabili può rappresentare un elemento di difficoltà per il reperimento delle tecnologie necessarie per l’installazione degli impianti. Sarebbe quindi auspicabile che il Ministero consentisse anche per l’autoproduzione modalità meno rigide. CNA auspica la rapida definizione di alcuni correttivi a uno strumento importante per ridurre il costo dell’energia e stimolare gli investimenti, evitando di ripetere la scarsa efficacia di Transizione 5.0.

Legacoop: “porre le cooperative e l’economia sociale al centro dell’Agenda politica Ue”

-“Per un’Europa alle prese con sfide quali il calo della competitività, la frammentazione del commercio internazionale e l’escalation delle tensioni geopolitiche, che rendono urgente la necessità di rafforzare la resilienza economica e la competitività, con una forte
attenzione alla transizione verde e alla crescita sostenibile, le imprese cooperative, che mettono al centro le persone e generano valore e occupazione a lungo termine, benessere per le comunità e coesione sociale, possono offrire un contributo fondamentale al raggiungimento di questi obiettivi se vengono poste, nel contesto più complessivo dell’economia sociale, al centro dell’agenda politica dell’Unione Europea, con la definizione di un quadro politico e normativo che ne valorizzi il ruolo e ne favorisca lo sviluppo, non penalizzandole rispetto alle altre forme di impresa”. È il messaggio consegnato da Simone Gamberini, presidente di Legacoop, ai rappresentanti delle istituzioni UE che hanno partecipato a “Cooperative, forza motrice per la competitività e la coesione sociale in Europa”, l’incontro ospitato dalla rappresentanza della Regione Emilia- Romagna presso l’Unione Europea, dedicato ad approfondire, attraverso un confronto che ha coinvolto numerose cooperative attive in filiere importanti dell’industria e dell’agroalimentare,
temi critici relativi alla competitività, all’innovazione, alla sostenibilità, ed il ruolo centrale delle cooperative nel futuro del settore industriale e dell’agroalimentare in Europa.
“Le cooperative -ha sottolineato Michele De Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna- rappresentano uno dei pilastri del modello economico dell’Emilia-Romagna, che coniuga crescita e coesione sociale, innovazione e sostenibilità. Il nostro sistema cooperativo è una realtà di primo piano a livello europeo e internazionale, con imprese che operano in settori strategici come l’agroalimentare, la manifattura avanzata, i servizi alla persona e il welfare, la logistica e la grande distribuzione. Le cooperative emiliano-romagnole non solo competono con successo sui mercati globali, ma contribuiscono in modo determinante alla resilienza economica e alla tenuta sociale delle comunità. In un momento in cui l’Europa deve affrontare sfide complesse, dalle tensioni geopolitiche ai dazi minacciati dagli Stati Uniti, fino alla necessità di una maggiore autonomia strategica, il ruolo delle imprese cooperative diventa ancora più centrale; per questo è importante oggi più che mai concretizzare una strategia europea che le valorizzi, garantendo strumenti adeguati a competere su scala globale, accesso agevolato ai finanziamenti e un quadro normativo
che ne riconosca la specificità. L’Emilia-Romagna, con la sua lunga tradizione di cooperazione e il suo ruolo di hub economico europeo, è al fianco del sistema cooperativo perché sia al centro dell’Agenda politica dell’UE”.

Infrastrutture, Destro (Confindustria): “Bruxelles istituisca una rappresentanza speciale per i valichi”

‘I valichi alpini sono infrastrutture strategiche della politica europea TEN-T per questo chiediamo un rafforzamento dei poteri decisionali della Commissione europea poiche’ la questione dei valichi e’ attinente al mercato unico, con l’istituzione di un rappresentante speciale della commissione per i valichi. Il futuro del commercio europeo dipende dalla capacita’ di garantire reti logistiche efficienti, resilienti e sostenibili’. Lo ha detto Leopoldo Destro, delegato del presidente di Confindustria per trasporti, logistica e industria del turismo parlando all’evento ‘Bridging the Alps: overcoming barriers and advancing sustainable connectivity in Europe’, organizzato da Confindustria in collaborazione col MEedef presso il Parlamento europeo.

 

Pa, il Dipartimento della Funzione Pubblica al Career Days dell’Università La Sapienza

“La pubblica amministrazione sta avendo il coraggio di trasformarsi e di stare al passo con i tempi offrendovi opportunità straordinarie di crescita professionale e personale. In altre parole, dovremmo dire che la pubblica amministrazione vuole essere il “place to be”, il luogo dove tutti vorremmo essere”. Lo ha detto ieri il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, rivolgendosi, ieri mattina, ai giovani presenti nell’Aula Magna dell’Università La Sapienza all’apertura del nuovo appuntamento con il Career Days. Intervenendo all’inaugurazione dell’evento, il titolare della Funzione pubblica ha ricordato: “Con il disegno di legge sul merito, approvato in Consiglio dei ministri qualche giorno fa, abbiamo tracciato un nuovo cammino: è più ambizioso e mette le persone al centro. È un percorso che premia il talento, valorizza i risultati e rende la pubblica amministrazione un luogo di innovazione e orgoglio per dare valore all’ impegno, alle capacità, alla voglia di fare la differenza”. “Si tratta di una vera e propria rivoluzione, non solo per chi già lavora nelle amministrazioni, ma anche per chi, come voi, sceglierà di entrarci. Vogliamo attrarre persone capaci, entusiaste, motivate, che vedono nel lavoro pubblico non solo stabilità, ma un’opportunità concreta di fare la differenza”. Nel suo confronto con i laureandi e i laureati, il ministro Zangrillo ha anche ricordato quali passi sono stati compiuti per aprire le porte della pubblica amministrazione ai giovani: “Abbiamo introdotto strumenti finora sconosciuti al pubblico impiego: l’apprendistato per neolaureati, e il contratto di formazione e lavoro per studenti di età inferiore a 24 anni. Inoltre, il Dipartimento della funzione pubblica ha avviato due programmi: “Tirocini InPA” e “Dottorati InPA”. Parliamo di 300 tirocini curriculari e 20 contratti per i dottorati di ricerca. Consentono a chi sta completando gli studi universitari, o si è appena laureato, di scoprire un lavoro sfidante, in continua evoluzione e orientato al servizio della comunità”. Nell’arco della giornata, il Dipartimento della Funzione pubblica è presente con un desk informativo allestito negli spazi del piazzale antistante la Minerva. Qui verranno illustrate ai giovani universitari le opportunità di accesso al mondo del lavoro pubblico e le tante iniziative messe in campo. Tra queste il Portale inPA, l’unica porta di accesso alle pubbliche amministrazioni, che incrocia domanda e offerta di lavoro in tempi rapidissimi, disponibile anche attraverso una apposita App Mobile.

Resilco realizzerà il primo impianto in Italia per trasformare rifiuti industriali in materie prime secondarie anche per le costruzioni

Resilco – Società Benefit, startup innovativa con sede a Bergamo che ha sviluppato una tecnologia innovativa per il trattamento di alcune tipologie di rifiuti industriali trasformandole in materie prime secondarie utilizzabili nel settore delle costruzioni, con annesso stoccaggio di CO2, annuncia la chiusura di un round Serie A da 5 milioni di euro. Il round è stato guidato da 360 Capital, società europea di venture capital, attraverso il proprio fondo climate tech 360 LIFE II – sostenuto anche da CDP Venture Capital, attraverso il Green Transition Fund – che utilizza risorse PNRR stanziate dall’UE tramite l’iniziativa NextGeneration EU – e con il coinvolgimento del Fondo Parallelo LV 360, partecipato da Lombardia Venture, iniziativa di Regione Lombardia finanziata con fondi europei del PR FESR 21-27 e gestita da Finlombarda, che sostiene la crescita e lo sviluppo delle startup lombarde con forte potenziale di innovazione tecnologica. Il round ha visto anche la partecipazione di Tech4Planet, Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico promosso da CDP Venture Capital SGR per la sostenibilità ambientale. Questo round segue quello da 1,2 milioni di euro del 2023, che era stato guidato da Tech4Planet con la partecipazione del socio FECS Technology. 360 Capital aveva annunciato lo scorso dicembre il primo closing del fondo 360 LIFE II a 140 milioni di euro, con un target finale di raccolta a 200 milioni di euro, attraverso il coinvolgimento di partner industriali e investitori istituzionali. Il fondo punta a investire in round Serie A e B di startup europee focalizzate sulla transizione energetica, economia circolare e sostenibilità urbana. Resilco rappresenta il primo investimento in Italia del fondo 360 LIFE II, confermando l’impegno di 360 Capital nel supportare in Italia realtà innovative in questi settori. Resilco utilizzerà i capitali raccolti per sostenere la propria crescita sul mercato, costruire il primo impianto mobile nel 2026 e, nel 2027, il primo impianto industriale in Italia per il recupero e la trasformazione di alcune tipologie di rifiuti industriali in materie prime secondarie utilizzabili in settori come quello delle costruzioni, con annesso stoccaggio di CO2. Resilco è stata fondata nel 2019 a Bergamo da David Callejo Munoz (CEO); nel 2023 si sono aggiunti Paolo Brazzo (Head of R&D), Alessandro Panza (Head of Engineering) e Marta Cecilia Pigazzini (Head of Business Development), con l’obiettivo di minimizzare lo smaltimento dei rifiuti, ridurre le emissioni di CO2 e preservare le risorse naturali, generando valore economico. Resilco ha sviluppato una tecnologia unica in grado di trattare e recuperare diversi tipi di rifiuti industriali di natura alcalina, come le ceneri volanti da impianti di termovalorizzazione, le scorie siderurgiche dalla produzione di acciaio e le polveri di abbattimento fumi di vari settori industriali (es., produzione di ceramica, vetro). Oggi tali rifiuti vengono smaltiti principalmente in discarica, ma la tecnologia sviluppata da Resilco consentirà di trasformarli in preziose materie prime secondarie che, a seguito dell’ottenimento dell’End of Waste, potranno essere immessi sul mercato e utilizzati in settori come quello delle costruzioni, della produzione di malte, calcestruzzi, intonaci, resine e bitumi, immagazzinando al tempo stesso la CO2 ed evitando lo smaltimento in discarica. Nel dettaglio, la tecnologia di Resilco accelera il processo di carbonatazione naturale (quello per cui una sostanza, in presenza di anidride carbonica, dà luogo alla formazione di carbonati), immobilizzando gli elementi pericolosi presenti nei rifiuti. Una delle caratteristiche vincenti del processo è la sua semplicità: opera a temperatura e pressione ambiente, richiede come reagente principale la CO2 e in meno di un’ora trasforma un rifiuto in un materiale riciclato che può essere poi utilizzato nella produzione di malte, calcestruzzi, bitumi, etc. “La riduzione dello smaltimento in discarica, il recupero dei rifiuti e la loro reintroduzione sul mercato come materiali riciclati accompagnati dallo stoccaggio permanente della CO2 sono tre delle sfide globali che la nostra società sta affrontando. Siamo felici per il closing di questo round perchè ci consente di crescere e affermarci sul mercato, mettendo a disposizione la nostra tecnologia che risponde con un unico semplice processo a queste tre grandi sfide, soddisfacendo al tempo stesso la crescente domanda di soluzioni alternative e sostenibili per la gestione dei rifiuti industriali”, spiega Munoz. “Resilco ridefinisce la gestione dei rifiuti industriali con una tecnologia brevettata che trasforma un costo in un’opportunità. La tecnologia di Resilco non solo riduce drasticamente i costi di smaltimento delle ceneri leggere – con risparmi annuali per le utility nell’ordine di decine di milioni di euro – ma genera nuove fonti di ricavo e contribuisce attivamente allo stoccaggio della CO2 grazie ad un modello di business sostenibile, scalabile e altamente redditizio. Siamo entusiasti di supportare il team di Resilco in questo percorso di crescita e industrializzazione”, dichiara Alessandro Zaccaria, Partner di 360 Capital.

Uil: “politica industriale ed energetica richiamata da Draghi è l’asse portante della competitività, garantire crescita sostenibile e salari dignitosi”

“Crediamo che la politica industriale ed energetica richiamata da Draghi durante la sua audizione al Senato sia un asse portante dello sviluppo e della competitività del Paese. Tuttavia è indispensabile un’azione che garantisca crescita sostenibile, sicurezza energetica e il rafforzamento del tessuto produttivo nazionale”. È quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo. “È fondamentale – ha aggiunto la sindacalista- colmare il ritardo dell’Europa su innovazione e digitalizzazione con investimenti mirati, senza dimenticare che la vera competitività si costruisce anche garantendo salari dignitosi e condizioni di lavoro sicure. Sul fronte energetico – ha proseguito Buonomo – il costo dell’energia per le imprese europee è insostenibile e rischia di mettere in difficoltà interi settori produttivi. La transizione ecologica non può penalizzare i settori industriali più esposti: è necessario un equilibrio tra sostenibilità ambientale e tutela occupazionale.”

“Riguardo alla tassazione – ha aggiunto la segretaria della Uil – da anni chiediamo una riduzione del cuneo fiscale e la detassazione degli aumenti contrattuali per rilanciare il potere d’acquisto. In questo contesto, il ruolo delle parti sociali è fondamentale perché – ha concluso Buonomo – solo attraverso il confronto si può assicurare che queste transizioni avvengano nel rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”.

 

 

 

Maria Cristina Carlini

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