La giornata
Meloni a Parigi: ‘NO a un formato anti Trump’. Avanti sui cpr in Albania
- Eni sigla un accordo con Egitto e Cipro, al via l’hub del gas del Mediterraneo
- Fs chiude la partita delle nomine e punta sull’internazionale anche con l’intermodalità, accordo con Ita per viaggi integrati treno+aereo
- Tim entra nel mercato utility: nasce Tim Energia, l’offerta luce per PMI e professionisti realizzata in collaborazione con Axpo Italia
- Appalti pubblici: Cgil, preoccupazione dumping sociale con consorzi, serve più qualificazione
- Istat: il Made in Italy chiude il 2024 con un saldo positivo in crescita a 55 miliardi di euro, a 104 miliardi al netto dei prodotti energetici
IN SINTESI
Al vertice d’emergenza sull’Ucraina convocato, a Parigi, dal presidente francese, Emmanuel Macron, la premier Giorgia Meloni ha ribadito ieri le proprie perplessità sul formato del vertice stesso, sull’invio di truppe europee in Ucraina e ha riconfermato la necessità di percorrere strade che coinvolgano gli Usa. E’ questa la linea tenuta dalla premier alla riunione durata quasi quattro ore e al termine della quale non ha rilasciato dichiarazioni. Al summit parigino hanno partecipato il premier britannico Keir Starmer, quello olandese, Dick Schoof, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il capo del governo polacco Donald Tusk e il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. Presente anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte e i vertici Ue, Antonio Costa e Ursula von der Leyen. Alla vigilia del vertice erano già trapelate le perplessità di Meloni sul suo formato che sarebbero state ribadite al tavolo. Un formato che esclude molti Paesi, a partire da quelle più esposti al rischio di estensione del conflitto, anziché includere, come sarebbe opportuno fare in una fase storica come questa. Anche perché, avrebbe sottolineato Meloni, la guerra in Ucraina l’abbiamo pagata tutti. Per l’Italia le questioni centrali rimangono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, perché senza queste ogni negoziato rischia di fallire. Meloni avrebbe rimarcato l’utilità di un confronto tra le varie ipotesi in campo, osservando come quella che prevede il dispiegamento di soldati europei in Ucraina appaia come la più complessa e forse la meno efficace.
Prima di partire per Parigi, la premier è intervenuta alla Conferenza dei prefetti e dei questori d’Italia presso la Scuola Superiore Amministrazione dell’Interno. “Il governo è determinato a portare avanti, soprattutto alla luce dell’interesse e del sostegno mostrato da sempre più nazioni europee, il protocollo Italia-Albania: siamo determinati a trovare una soluzione ad ogni ostacolo che appare. Non solo perché crediamo nel protocollo ma anche perché rivendichiamo il diritto della politica di governare secondo le indicazioni dei cittadini e il dovere della politica di assumersi le sue responsabilità”, ha detto.
Eni sigla un accordo con Egitto e Cipro, al via l’hub del gas del Mediterraneo
Il ministro del Petrolio e delle Risorse Minerarie della Repubblica Araba d’Egitto Karim Badawi, il ministro dell’Energia, del Commercio e dell’Industria della Repubblica di Cipro George Papanastasiou, l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi e TotalEnergies hanno firmato oggi al Cairo un Host Government Agreement per lo sfruttamento delle risorse di Cronos nel Blocco 6, a Cipro. Il Presidente della Repubblica Araba d’Egitto Abdel Fattah El-Sisi e il Presidente della Repubblica di Cipro Nikos Christodoulides hanno presieduto alla firma, che ha avuto luogo durante la cerimonia di apertura di EGYPES, il principale evento energetico in Egitto. Questo accordo rappresenta una concreta pietra miliare per la creazione di un hub del gas nel Mediterraneo orientale, facendo leva sulle infrastrutture esistenti in Egitto e posizionando Cipro come produttore ed esportatore di gas. L’accordo delinea un quadro completo che consente un rapido sviluppo della scoperta a gas Cronos, nell’offshore di Cipro: il gas sarà trasportato e trattato nell’infrastruttura di Zohr per poi essere liquefatto nell’impianto LNG di Damietta ed esportato verso i mercati europei. L’AD di Eni, Claudio Descalzi, ha commentato: “Questo accordo consente di portare il gas cipriota al mercato in modo tempestivo, contribuendo alla sicurezza energetica e alla competitività degli approvvigionamenti energetici. Il progetto fa leva sulle infrastrutture egiziane esistenti, tra cui anche gli impianti di esportazione, che sono un fattore chiave per gli sviluppi nella regione. Egitto e Cipro riaffermano il loro ruolo nell’ hub energetico emergente del mediterraneo orientale, destinato a svolgere un ruolo crescente nell’offerta globale di gas nel prossimo futuro.” Scoperto nel 2022 e delineato successivamente nel 2024, il gas in posto di Cronos è stimato in oltre 85 miliardi di metri cubi. Inoltre, il Blocco 6 comprende altre potenziali risorse in fase di esplorazione e valutazione, tra cui la scoperta di Zeus effettuata nel 2022.
Eni è presente a Cipro dal 2013. Il Blocco 6 è operato da Eni con una partecipazione del 50%. Eni è Operatore anche il Blocco 8 e detiene quote di partecipazione nei Blocchi 7 e 11. Eni è presente in Egitto dal 1954. La società è attualmente il principale produttore del Paese, con una produzione equity di circa 280.000 barili di olio equivalente al giorno nel 2024. Eni opera in Egitto attraverso la sua controllata IEOC, 100%, e detiene una quota del 50% nell’impianto GNL di Damietta.
Fs chiude la partita delle nomine, accordo con Ita per viaggi integrati treno+aereo
Le Fs spa si apprestano a chiudere la partita delle nomine dei vertici delle controllate e puntano a un rafforzamento sul mercato europeo attraverso un accordo con Ita Airways sull’alta velocità spagnola. Nei giorni scorsi il gruppo guidato da Stefano Donnarumma ha annunciato di aver dato indicazione di procedere alla nomina dei cda delle società controllate, subito dopo l’approvazione dei progetti di bilancio 2024 che avverrà il prossimo 5 marzo. Le controllate sono state chiamate a convocare le assemblee già dal 6 marzo. Superato quindi lo scoglio, dopo la valutazione del Mef, della nomina dell’ad di Rfi GianPiero Strisciuglio al vertice di Trenitalia al posto di Luigi Corradi che andrà a guidare Fs International. E’ proprio sul fronte del mercato internazionale che ieri Fs ha annunciato che iryo, la società partecipata da Trenitalia che opera nel settore dell’Alta Velocità in Spagna e ITA Airways hanno siglato un accordo per offrire viaggi integrati “treno + aereo” tra Spagna e Italia. Grazie alla partnership, i passeggeri avranno accesso, con una singola prenotazione, a una nuova serie di viaggi combinati: i clienti ITA Airways potranno raggiungere facilmente con il Frecciarossa destinazioni come Cordoba, Valencia, Alicante, Siviglia e Malaga, attualmente non coperte direttamente dai voli di ITA Airways, mentre i passeggeri di iryo potranno raggiungere oltre 20 aeroporti in Italia, tra cui Roma, Milano, Venezia, Firenze e Napoli.
“Per il Gruppo FS, l’Europa non è solo un mercato: rappresenta un’opportunità strategica fondamentale che guarda a un futuro di mobilità sempre più integrata, intermodale e sostenibile. La nostra visione è quella di promuovere una mobilità senza soluzione di continuità tra i vari Paesi europei, con il treno come strumento di connessione tra le principali città e metropolitane. In questo scenario, l’intermodalità diventa il cuore pulsante di un sistema di trasporti europeo che contribuisce alla riduzione delle emissioni di Co2 e a un miglioramento della qualità della vita delle persone. Per questo motivo, il Piano Strategico 2025-2029 ha l’obiettivo di valorizzare il business internazionale, per il quale si stima un incremento del volume dei passeggeri del 40%. Il mezzo per raggiungere i target che ci siamo prefissati è FS International, società che mette a sistema tutto ciò che non è Italia e che già è una realtà da 12mila dipendenti e 3 miliardi di fatturato”, ha affermato Donnarumma. “Questo nuovo accordo con iryo, società del Gruppo FS, rappresenta un importante ampliamento dell’offerta per il mercato spagnolo e rafforza l’impegno di ITA Airways verso il prodotto intermodale, mettendo in luce i valori e le ambizioni che guidano la nostra strategia: sostenibilità, innovazione e centralità del cliente. Il nostro obiettivo è permettere una più efficiente connettività tra la Spagna e l’Italia, garantendo collegamenti dall’hub di Roma Fiumicino, via Madrid e Barcellona, verso sette destinazioni in Spagna. Siamo lieti di collaborare con un operatore innovativo come iryo e con un partner storico come Ferrovie dello Stato”, ha dichiarato Joerg Eberhart, Amministratore Delegato e Direttore Generale di ITA Airways. Grazie al biglietto combinato i passeggeri di ITA Airways e di iryo potranno beneficiare dell’offerta e dei servizi di entrambe le compagnie. Il Customer Information Assistance di ITA Airways e il personale iryo, ove presente nelle stazioni, saranno pronti ad assistere in caso di necessità. Dagli aeroporti di Madrid e Barcellona sarà possibile raggiungere con l’alta velocità molte destinazioni spagnole. La connessione ferroviaria locale è già inclusa nella prenotazione, non è quindi richiesto alcun costo aggiuntivo di trasferimento. I biglietti “treno+aereo” possono essere acquistati direttamente sul sito web di ITA Airways ita-airways.com, presso le agenzie di viaggio abilitate, le biglietterie ITA Airways e il Customer Information Assistance Office della compagnia.
Tim entra nel mercato utility: nasce Tim Energia, l’offerta luce per PMI e professionisti
Il Gruppo TIM fa il suo ingresso nel mercato delle utility e lancia TIM Energia, l’offerta luce pensata per rispondere alle esigenze di consumo di commercianti, professionisti e piccole e medie imprese. TIM Energia nasce grazie a una partnership strategica con il fornitore Axpo Italia, società del gruppo svizzero Axpo, attivo in 40 mercati internazionali e con oltre 100 anni di esperienza nello sviluppo di soluzioni energetiche innovative per un futuro sostenibile. In particolare, le PMI e i professionisti che sottoscriveranno TIM Energia potranno accedere ad un’offerta energetica affidabile, semplice e vantaggiosa, con energia 100% certificata come proveniente da fonti rinnovabili grazie alle Garanzie d’Origine del Gestore dei Servizi Energetici. L’iniziativa rappresenta un ulteriore tassello nella strategia ‘Customer Platform’ del Gruppo TIM, finalizzata ad offrire ai propri clienti servizi a maggior valore aggiunto sempre più evoluti: da oggi TIM accompagnerà le imprese anche nelle scelte di consumo energetico sostenibile, oltre che nel processo di trasformazione digitale attraverso le più innovative soluzioni di connettività, intelligenza artificiale, cloud, cybersecurity e IoT. Le imprese potranno scegliere tra l’offerta Flex, a prezzo indicizzato, che segue l’andamento del mercato, garantendo la massima flessibilità, oppure l’offerta Fix, a prezzo fisso per 24 mesi, ideale per chi desidera maggiore stabilità e protezione dalle oscillazioni del mercato. In occasione del lancio del servizio, ai clienti TIM Energia sarà riservato un vantaggio esclusivo, offrendo uno sconto di 50 euro/anno in bolletta .Con questa nuova offerta rivolta alle attività commerciali – come aziende manifatturiere, studi professionali, uffici, bar e ristoranti – TIM rafforza la propria presenza nel mondo delle piccole e medie imprese, affermandosi come un partner in grado di accompagnarle anche nell’ottimizzazione della gestione energetica.
“Vogliamo che i nostri clienti ci considerino un partner sempre più importante, che offre servizi ad alto valore aggiunto, in grado di supportarli nel business di tutti i giorni – ha dichiarato Andrea Rossini, Chief Consumer, Small & Medium and Mobile Wholesale Market Officer di TIM -. Con questo accordo al fianco di Axpo entriamo nel mercato dell’energia con soluzioni pensate per le piccole e medie imprese. Questa partnership ci permetterà di offrire non solo le migliori soluzioni di connettività e tecnologie, ma anche un servizio su misura dedicato all’energia proveniente da fonti sostenibili, che le aiuti ad affrontare con successo le sfide del mercato”. “La strategia di crescita di Axpo Italia, che quest’anno raggiunge il traguardo del 25esimo anno di attività in Italia, passa anche dalla capacità di disegnare soluzioni innovative ed in grado di incontrare le esigenze dei nostri partner e dei loro clienti – ha commentato Ivanhoe Romin, General Manager di Axpo Italia -. “Questo accordo, che segna l’ingresso di TIM nel mercato dell’energia elettrica, rappresenta un nuovo momento cruciale nella storia di Axpo in Italia. Ne delinea le prospettive e consolida ulteriormente un percorso che ci vede protagonisti nella capacità di supportare le imprese italiane di ogni dimensione tramite soluzioni flessibili e adeguate a condizioni di mercato profondamente mutevoli e altamente volatili, proteggendone la competitività”.
Appalti: Cgil, preoccupazione dumping sociale con consorzi, serve più qualificazione
“Diverse sono le nuove norme del Codice Appalti che ci preoccupano, tra queste quelle sui requisiti dei consorzi e sulle equivalenze contrattuali”. Così dichiarano in una nota Francesca Re David, segretaria confederale Cgil e Alessandro Genovesi, responsabile Cgil Contrattazione inclusiva, appalti e lotta al lavoro nero, in relazione al D. Lgs. 209/24 che ha recentemente modificato il Codice degli Appalti pubblici. “In particolare negli appalti di servizi e forniture – sottolineano Re David e Genovesi – non vorremmo assistere, dopo le modifiche all’articolo 67 e all’articolo 11, alla nascita di consorzi di imprese artigiane, cooperative o in forma mista che finiscano per alimentare concorrenza sleale e massimi ribassi sistematici, attraverso meno tutele in materia di salute e sicurezza, meno formazione e magari applicando Ccnl con salari e tutele minori di quelle dei principali Ccnl finora applicati negli appalti pubblici”.
“Per queste ragioni – proseguono i dirigenti sindacali – chiediamo che vengano modificate le recenti norme sui consorzi stabili, inserendo obblighi specifici di qualificazione in capo tanto alle singole imprese che al consorzio, ampliando le tutele previste in materia di salute e sicurezza per questi nuovi possibili soggetti imprenditoriali che, se intendono operare secondo dimensioni e procedure tipicamente industriali, devono avere le medesime regole e garantire gli stessi salari. Inoltre, insieme alle categorie interessate, vigileremo nei prossimi mesi sulla corretta indicazione nei bandi di gara dei Ccnl che meglio tutelano salari, salute e sicurezza dei lavoratori. Saremo pronti ad agire, attraverso tutti gli strumenti a disposizione nostra e dei lavoratori interessati, in caso di assegnazione di appalti a imprese che, applicando altri Ccnl, non garantiscano le stesse tutele economiche e normative”, concludono Re David e Genovesi.
Istat: il Made in Italy chiude il 2024 con un saldo positivo in crescita a 55 miliardi
Il 2024 si chiude con un surplus commerciale in crescita a +54.923 milioni di euro (da +34.011 milioni del 2023). Un contributo importante all’avanzo commerciale deriva dalla forte riduzione del deficit energetico (-49.555 milioni di euro, da -65.137 milioni del 2023), su cui ha inciso sia l’ulteriore flessione dei prezzi dei prodotti energetici (in particolare gas naturale ed energia elettrica) sia la riduzione dei volumi importati di questi prodotti.
Al netto della componente energetica l’avanzo commerciale raggiunge i 104.478 milioni, in aumento rispetto al 2023 (+99.148 milioni). E’ quanto emerge dalle rilevazioni dell’Istat. Con riguardo ai raggruppamenti principali di industrie, oltre alla riduzione del deficit nell’interscambio di prodotti energetici si rileva un deficit minore anche nell’interscambio di beni intermedi (-7.764 milioni di euro, da -14.253 milioni nel 2023); per i beni di consumo si registra un incremento del saldo positivo che passa da +58.069 milioni di euro del 2023 a +62.298 milioni nel 2024; mentre per i beni strumentali il saldo positivo si riduce, portandosi a +49.944 milioni di euro nel 2024, da +55.331 milioni dell’anno precedente. L’avanzo commerciale è sintesi di un deficit commerciale con l’area Ue (-10.152 milioni di euro; era -11.593 nel 2023) e un surplus con l’area extra-Ue (+65.075 milioni di euro; +45.604 milioni nel 2023). Con riguardo ai principali partner commerciali, si conferma ampiamente positivo il saldo commerciale del nostro Paese con gli Stati Uniti (+38.870 milioni di euro) seppure in riduzione rispetto al 2023 (+41.930 milioni); si riduce anche l’avanzo commerciale con la Francia (da +18.552 milioni di euro del 2023 a +16.582 milioni del 2024), mentre aumenta quello con Regno Unito (+19.366 milioni di euro, da +17.298 milioni del 2023) e Svizzera (+14.470 milioni nel 2024, da +12.491 milioni dell’anno precedente). Peggiora il deficit commerciale con la Cina (-34.234 milioni di euro, da -29.481 milioni del 2023); si confermano su valori sostanzialmente analoghi a quelli del 2023 i saldi commerciali negativi con Germania e Paesi Bassi, mentre si registra una netta riduzione del deficit commerciale con i paesi OPEC (-6.938 milioni di euro, da -16.292 milioni del 2023).
Nel 2024, le esportazioni in valore registrano una flessione modesta (-0,4%; stazionarie nel 2023) che risulta in lieve crescita al netto dei prodotti energetici (+0,3%). Questa dinamica da un lato è sostenuta dalle maggiori vendite di beni di consumo durevoli (+11,1%) e non durevoli (+4,5%), dall’altro frenata dalla contrazione delle vendite di energia (-18,7%), beni strumentali (-4,3%) e beni intermedi (-1,1%). Le importazioni in valore si riducono del 3,9%, quasi totalmente a seguito della contrazione degli acquisti di energia (-22,6%). Per le importazioni la riduzione in valore (-3,9%; -10,3% nel 2023) è spiegata principalmente dal ridimensionamento dei volumi acquistati (-2,8%), mentre i valori medi unitari flettono dell’1,2%. I valori medi unitari all’import diminuiscono per energia (-12,7%) e beni intermedi (-2,6%) ma crescono per gli altri raggruppamenti; a esclusione di beni di consumo non durevoli (+1,7%), la contrazione dei volumi importati riguarda tutti i raggruppamenti ed è molto ampia per energia (-11,4%).
Terna: a gennaio i consumi elettrici aumentano dell’1%
Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, a gennaio il fabbisogno di energia elettrica è stato pari a 26,9 miliardi di kWh, valore in aumento dell’1% rispetto allo stesso mese del 2024. Nel dettaglio, lo scorso mese ha avuto un giorno lavorativo in meno (21 invece di 22) e una temperatura media mensile pressoché invariata rispetto a gennaio 2024, ma superiore alla media degli ultimi dieci anni di circa 1,4°C. Il fabbisogno, destagionalizzato e corretto dall’effetto congiunto di calendario e temperatura, risulta in aumento dell’1,5%. A livello territoriale, la variazione tendenziale di gennaio è stata ovunque positiva: +0,9% al Nord, +0,8% al Centro e +1,3% al Sud e Isole. L’indice IMCEI elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’, ha fatto registrare una diminuzione del 2,4% rispetto a gennaio 2024. In particolare, positivi i comparti meccanica e alimentari; in diminuzione, invece, metalli non ferrosi, mezzi di trasporto, chimica, cemento calce e gesso, ceramiche e vetrarie e cartaria. In termini congiunturali, il valore della richiesta elettrica destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura risulta stazionario rispetto a dicembre 2024 (+0,2%).
L’indice IMSER (Indice Mensile dei Servizi), che Terna pubblica sulla base dei dati mensili forniti da alcuni gestori di rete di distribuzione (E-Distribuzione, UNARETI, A-Reti, Edyna e Deval) e che viene presentato in differita di due mesi rispetto ai dati dei consumi elettrici e industriali, registra per il mese di novembre una variazione leggermente positiva: +0,9% rispetto a novembre 2023. Il periodo gennaio-novembre 2024 registra una variazione in aumento rispetto allo stesso periodo del 2023 (+3,4%).
Tornando al bilancio mensile di Terna, nel mese di gennaio la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’82,3% dalla produzione nazionale e per la quota restante (17,7%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il valore del saldo estero mensile risulta pari a 4,8 TWh, -14,9% rispetto al valore di gennaio 2024 (5,6 TWh). In dettaglio, la produzione nazionale netta è risultata pari a 22,2 miliardi di kWh. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 31,9% della domanda elettrica (era il 33,8% a gennaio 2024). In aumento la fonte termoelettrica (+11,5%), in flessione tutte le altre, come conseguenza di un minore apporto naturale: eolica -8,7%, idrica -5,1%, geotermica -1,1% e fotovoltaica -0,5%. Per quanto riguarda il saldo import-export, la variazione è pari a -14,9% per un effetto combinato di un aumento dell’export (+37,3%) e di una diminuzione dell’import (-12,4%). Secondo le rilevazioni Terna illustrate nel report mensile, considerando tutte le fonti rinnovabili, a gennaio la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 421 MW. Al 31 gennaio 2025 si registrano in Italia 13.307 MWh di capacità di accumulo, che corrispondono a 5.727 MW di potenza nominale, per circa 748.000 sistemi di accumulo.
La più grande talpa meccanica di Webuild in Europa pronta sull’AV Salerno-Reggio
La più grande talpa meccanica – TBM – del Gruppo Webuild in Europa sta per accendere i motori il prossimo venerdì 21 febbraio sull’alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, per lo scavo della Galleria Saginara sul Lotto 1A Battipaglia-Romagnano, realizzato da un consorzio di imprese guidato da Webuild per conto di RFI (Gruppo FS Italiane). Scopo del progetto è la realizzazione di 35 chilometri di nuova linea ferroviaria tra le città di Battipaglia e Romagnano, con 20 gallerie e 19 viadotti. L’evento si terrà nel Comune di Campagna (SA) alle ore 10.30, presso l’imbocco della Galleria Saginara (cantiere varco 3A – GI07 — ZONA SCAVO TBM2), alla presenza di istituzioni, rappresentanti di Webuild e di RFI. Con una testa fresante di oltre 13 metri di diametro, una lunghezza di 130 metri, un peso di 4.000 tonnellate, e 18 motori che generano una potenza complessiva di 10 Megawatt, la TBM green ed estremamente innovativa opererà grazie ad un team di oltre 100 tecnici altamente specializzati per funzionamento e manutenzione.
Abi: a gennaio mutui in calo dal 3,11% al 3,09%
Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è sceso, a gennaio, al 3,09% dal 3,11% del mese precedente e dal 4,42% di dicembre 2023. E’ quanto emerge dal rapporto mensile pubblicato dall’Abi. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 4,20% dal 4,40% del mese precedente e dal 5,45% di dicembre 2023. Complessivamente il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) e’ sceso al 4,31% dal 4,44% del mese precedente. Dal rapporto dell’Abi emerge poi come il rallentamento della crescita economica contribuisca a deprimere la domanda di prestiti: : a gennaio 2025, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi dell’1,0% rispetto a un anno prima, stesso valore del mese precedente; a dicembre 2024 i prestiti alle imprese erano diminuiti del 2,3% mentre quelli alle famiglie erano cresciuti dello 0,2%.
L’Istat sceglie Polo Strategico nazionale per il futuro digitale dei dati
L’Istituto nazionale di statistica e Polo Strategico Nazionale hanno siglato un accordo per la migrazione di servizi rilevanti dell’Istituto sull’infrastruttura Cloud di PSN. La realizzazione di questo progetto è stata resa possibile grazie ai fondi previsti nell’ambito della Missione 1.1 Infrastrutture digitali del PNRR, promossi dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il progetto ha l’obiettivo di arricchire i servizi infrastrutturali di Istat con soluzioni connotate da elevati livelli di innovazione e di sicurezza grazie ai quali Istat potrà gestire e analizzare una vasta gamma di dati demografici e sociali provenienti da fonti eterogenee, sviluppando e attivando nuovi processi di modellazione e rappresentazione dei fenomeni di interesse. “L’Istat – ha dichiarato Massimo Fedeli, direttore del Dipartimento per lo sviluppo di metodi e tecnologie per la produzione e diffusione dell'informazione statistica – è fortemente impegnato nello sviluppo di applicazioni di Intelligenza Artificiale, a supporto della produzione statistica ufficiale. L’accordo con il Polo Strategico Nazionale rientra proprio nella strategia complessiva finalizzata al potenziamento della rete con Istituzioni, realtà private e soprattutto con il mondo della ricerca e alla
esplorazione consapevole delle opportunità offerte dalla IA”. Emanuele Iannetti, Amministratore Delegato di Polo Strategico Nazionale, ha dichiarato: “Siamo lieti di collaborare con l’Istat in questo progetto altamente innovativo abilitato dalla nostra infrastruttura cloud sovrana, scalabile e sicura. Questo accordo non solo rafforza la nostra missione di garantire la sicurezza e la sostenibilità nella gestione dei dati critici e strategici della Pubblica Amministrazione italiana, ma dimostra anche il nostro impegno nel supportare l’innovazione e la crescita tecnologica del paese”.
Giovani imprenditori in ritirata: in 10 anni, 153mila attività in meno (-24%)
Ogni giorno per 10 anni consecutivi l’Italia ha “perso” 42 imprese guidate da under 35. È questo il bilancio dell’ultimo decennio che ha visto sparire – tra chiusure e superamento della soglia di età degli amministratori – oltre 153mila attività guidate da under 35, portando il numero complessivo delle imprese giovanili dalle quasi 640mila del 2014 alle 486mila di dicembre 2024. È quanto emerge dall’analisi Unioncamere-InfoCamere sulla nati-mortalità delle imprese giovanili che fotografa la profonda trasformazione del tessuto imprenditoriale italiano, spinta anche dall’inverno demografico in cui è entrata la nostra società. Se il calo ha interessato quasi tutti i settori economici, emergono però significative differenze con una forte accelerazione nel segno dell’innovazione e della sostenibilità. La forte riduzione del perimetro ha innescato una sensibile ricomposizione settoriale dell’imprenditoria giovanile. I servizi alle imprese, in particolare, registrano una crescita del 3,5% con quasi 2mila imprese giovanili in più nel decennio, mentre l’agricoltura mantiene sostanzialmente stabile la presenza degli under 35 (+0,06%), confermandosi un’opportunità imprenditoriale concreta per molti giovani. “Il dato è figlio del contesto economico ma è chiaro che su di esso ha pesato l’invecchiamento della popolazione”, commenta il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Del resto, secondo il CNEL, negli ultimi 20 anni abbiamo avuto oltre 2 milioni di lavoratori under 35 in meno”. Per il presidente di Unioncamere, comunque, “la nuova mappa settoriale dell’impresa giovanile mostra chiaramente una maggiore presenza in settori che richiedono competenze specializzate e promettono maggiori margini di innovazione. I giovani che oggi scelgono di fare impresa puntano su attività dove il valore aggiunto della competenza e della tecnologia rappresenta un fattore distintivo e competitivo. Questa trasformazione suggerisce la necessità di politiche mirate che, oltre a facilitare l’accesso al credito e la fase di avvio, supportino i giovani imprenditori nell’acquisizione delle competenze necessarie per operare in settori ad alta intensità di conoscenza e innovazione”.
A queste trasformazioni fa eco il forte ridimensionamento delle attività più tradizionali. Costruzioni e commercio sono i comparti che hanno pagato il prezzo più alto: il primo ha perso quasi 40mila imprese under 35 (-38,7%), mentre il commercio ha visto sparire oltre 66mila attività (-36,2%). Pesante anche il calo registrato dalle attività manifatturiere, dove in dieci anni sono venute meno oltre 14mila imprese (-35,9%). Il calo ha colpito in modo particolare il mondo artigiano che, nel decennio, ha perso oltre 47mila imprese giovanili (-28,1%), mentre l’imprenditoria femminile under 35 ha visto una contrazione di oltre 43mila unità (-24,5%) e le imprese guidate da giovani stranieri sono diminuite di quasi 35mila unità (-27,4%).In termini di composizione percentuale, se nel 2014 commercio e costruzioni rappresentavano insieme quasi il 45% di tutte le imprese under 35, oggi il loro peso è sceso al 37%. Cresce invece l’incidenza dei servizi alle imprese (dall’8,7% all’11,8%) e dell’ICT (dal 6,4% all’8%). Un chiaro segnale di come le nuove generazioni si stiano orientando verso settori a maggior contenuto tecnologico e di servizi avanzati.
Dal punto di vista territoriale, l’arretramento dell’imprenditoria giovanile mostra significative differenze tra le diverse aree del Paese. La Lombardia, che resta la regione con il maggior numero assoluto di imprese under 35 (oltre 74mila), ha registrato nel decennio una contrazione del 15,1%. La Campania, seconda regione per presenza di imprese giovanili (oltre 61mila), ha subito perdite del 23,8%.
Più marcato il calo nelle regioni del Centro, con le Marche che hanno perso il 36,7% delle imprese giovani, l’Umbria (-32%) e la Toscana (-31,1%). Nel Mezzogiorno, dove tradizionalmente è più elevata l’incidenza di imprese giovanili sul totale delle imprese, le flessioni più consistenti si sono registrate in Molise (-35,6%), Abruzzo (-35,2%) e Calabria (-34,4%). Più contenute invece le perdite in Sicilia (-32,9%) e Puglia (-28,6%), che mantengono una significativa presenza di imprenditoria giovanile con rispettivamente quasi 43mila e 34mila imprese under 35.
161 sindaci italiani in allarme per gli impianti di produzione di energia rinnovabile
“Le leggi emanate in materia energetica vanno ripensate e riformate: di fatto stanno favorendo un settore economico privato, in grandissimo fermento. I grandi guadagni si prospettano attraverso bassi rischi d’impresa vista la notevole mole di incentivi pubblici che ricade sulle bollette elettriche dei cittadini e sulla fiscalità generale”: lo dichiarano i 161 sindaci sottoscrittori di un manifesto che verrà presentato al governo e ai parlamentari di maggioranza e minoranza. I primi cittadini sono riuniti nel “Coordinamento interregionale per problema pale eoliche e fotovoltaico”.
La preoccupazione del Coordinamento dei sindaci nasce da una ricognizione generale: sono stati presentati in Italia circa 6000 progetti per grandi impianti industriali di produzione di energia rinnovabile, per una capacità elettrica di oltre 5 volte i già ambiziosi traguardi del green deal. Sono sorti in molti casi interrogativi e dubbi che riguardano la compatibilità con la tutela ambientale e paesaggistica. Inoltre, aggiungono i sindaci, “spesso i progetti appaiono in contrasto se non in antitesi con le vocazioni dei territori interessati, con il rischio di deprimere e demolire le filiere produttive locali frutto di decennali investimenti. Queste non possono essere spazzate via insieme al lavoro che garantiscono, principale freno a un pericoloso e desertificante spopolamento”.
Nel manifesto – appello si legge: “Noi sindaci chiediamo, interpretando la volontà del tessuto sociale dei luoghi da noi amministrati, che la produzione e la distribuzione dell’energia ridiventino un servizio pubblico essenziale con progettazione e programmazione degli impianti gestite in maniera trasparente. Vanno evitate frenetiche rincorse speculative di aziende private che agiscono in nome dei propri profitti non conoscendo o trascurando la specificità dei luoghi e delle terre agricole o naturali, che non possono essere considerate res nullius Solo così la produzione energetica da fonti rinnovabili non sarà più ambientalmente, socialmente ed economicamente insostenibile e non aggredirà il prezioso suolo ancora non consumato”.
Tra i promotori dell’iniziativa c’è Angelo Radica, sindaco di Tollo, in provincia di Chieti, che dichiara: “Va assolutamente scongiurato il rischio che i progetti in questione rispondano a logiche di economia speculativa prima che al bene comune e al contrasto del cambiamento climatico”.
Maria Cristina Carlini