La giornata
Meloni: “I dazi non convengono neanche agli USA. Lo DIRÒ a Trump”
- Allarme Ue: “900 mila persone senza casa, è inaccettabile”. Fitto: “non bastano fondi Ue”
- Eurostat: rallenta l’inflazione a febbraio, +2,4% . Giovedì parola alla Bce sui tassi
- Automotive, von der Leyen: gli standard di co2 siano calcolati su tre anni
- Snam perfeziona l’acquisizione di Edison Stoccaggio
- Energia, Commissione Ue: “Il Nord Stream 2 non è un progetto di interesse europeo”
- Dl Salva Milano, Cgil: i partiti presentino emendamenti per modificare radicalmente il suo impianto
IN SINTESI
Allarme Ue: “900 mila persone senza casa, è inaccettabile”. Fitto: “non bastano fondi Ue”
“Le ultime cifre in nostro possesso suggeriscono che attualmente quasi 900mila persone sono senza casa in Europa. Ogni notte in Europa, una popolazione paragonabile a quella di Marsiglia o Torino è senza casa. Questi numeri e le persone dietro di essi sono l’essenza della crisi immobiliare in Europa. Penso che questo sia inaccettabile”. Suona l’allarme da Bruxelles sull’emergenza casa. E’ questo il dato riferito dal commissario europeo all’Energia e le politiche abitative, Dan Jorgensen, alla Commissione speciale sulla crisi degli alloggi nell’Unione al Parlamento europeo. “E’ inaccettabile quando infermieri, vigili del fuoco, insegnanti e poliziotti non possono permettersi di vivere nelle città in cui prestano servizio” e “ha conseguenze sociali molto gravi, ma ha anche un impatto diretto sull’economia europea e sulla nostra competitività: la mancanza di alloggi a prezzi accessibili dove si trova lavoro influisce sull’ingresso nel mercato del lavoro e riduce la mobilità del lavoro, influendo, a sua volta, sul dinamismo economico”. Jorgensen si è soffermato sulla questione degli affitti brevi. “Dobbiamo essere onesti sul fatto che ci sono opinioni diverse su questo problema. Ci sono regioni secondo cui dobbiamo fare di più ma ci sono anche altre che non vedono il problema. Nella mia opinione non vedo un altro modo di agire se non che dobbiamo fare di più. La questione è cosa”.
La commissione speciale Casa ha audito anche il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, responsabile della Coesione, Raffaele Fitto, “La domanda non può essere soddisfatta solo con i fondi e le sovvenzioni dell’Ue. È necessario mobilitare maggiori investimenti pubblici e privati. Per questo motivo stiamo lavorando a stretto contatto con la Banca europea per gli investimenti, per sbloccare ulteriori finanziamenti per l’edilizia abitativa”. Per Fitto, inoltre, “gli alloggi avranno un ruolo centrale non solo nella revisione intermedia, ma anche nel futuro della politica di coesione. Siamo consapevoli che non possiamo permetterci di mantenere lo status quo. Il mondo è cambiato, e la politica di coesione deve cambiare con esso”. E, ha detto, “sul tema degli alloggi a prezzi accessibili, ad esempio, la politica di coesione dovrà evolversi e riconoscere che le sfide abitative nelle aree rurali o nelle isole sono molto diverse dalle esigenze specifiche delle aree urbane. Situazioni diverse richiedono soluzioni su misura”.
Eurostat: rallenta l’inflazione a febbraio, +2,4% . Giovedì parola alla Bce sui tassi
Inflazione in frenata nell’area dell’euro. A febbraio, secondo la stima flash diffusa da Eurostat, l’indice dei prezzi al consumo è aumentano su base annua del 2,4% dal 2,5% di gennaio. Segnali di raffreddamento si registrano sul fronte dei consumi, + 3,7% da +3,9%, che, comunque, registrano l’incremento più elevato, seguiti da alimenti, alcol e tabacco +2,7% in rialzo dal 2,3% di gennaio, i beni industriali non energetici (0,6% rispetto 0,5%) e l’energia (+0,2% rispetto a +1,9%). I dati dell’ufficio statistico europeo arrivano a pochi giorni dalla riunione del direttivo della Bce: secondo gli analisti, pur in presenza di un’inflazione complessiva persistente, ci sono elementi che preludono a ulteriori tagli dei tassi, con una riduzione di 25 punti base.
Automotive, von der Leyen: gli standard di co2 siano calcolati su tre anni
La Commissione europea proporrà entro fine mese un emendamento per una modifica mirata al regolamento sugli standard di CO2 sui veicoli commerciali e leggeri. “Invece della verificare su base annuale della conformità con gli standard – che farebbe scattare multe già nel 2025 -, le imprese potranno basarsi su un periodo di tre anni: gli obiettivi rimangono invariati, ma questo significa più respiro per l’industria, significa anche maggiore chiarezza, senza modificare gli obiettivi concordati”. Lo ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a margine del secondo incontro del dialogo strategico sul futuro dell’automotive. “Sono certa che un emendamento così mirato potrebbe essere approvato rapidamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio, perché ovviamente ha senso solo se viene approvato con velocità”, ha aggiunto il capo dell’Esecutivo Ue. “Allo stesso tempo, ci prepareremo ad accelerare il lavoro sulla revisione per lo stop ai motori endotermici al 2035, con la piena neutralità tecnologica come principio fondamentale”, ha detto ancora motivando la proposta sulla base della “chiara richiesta di maggiore flessibilità sugli obiettivi” richiesta dall’industria. “Sapete tutti che il principio chiave è l’equilibrio: da un lato abbiamo bisogno di prevedibilità e di equità per i primi che hanno svolto con successo il loro compito, dall’altro lato, dobbiamo ascoltare le voci e le parti interessate che chiedono maggiore pragmatismo in questi tempi difficili e neutralità tecnologica, soprattutto per quanto riguarda gli obiettivi del 2025 e le relative sanzioni in caso di mancato rispetto”, ha affermato.
Snam perfeziona l’acquisizione di Edison Stoccaggio
Snam, attraverso la controllata Stogit, ha perfezionato l’acquisizione da Edison del 100% del capitale sociale di Edison Stoccaggio, per un controvalore di circa 565 milioni di euro, comprensivo degli aggiustamenti previsti dal contratto di compravendita e della ticking fee. L’operazione prevede inoltre un earn-out che potrà essere corrisposto da parte di Stogit a Edison in caso di esito positivo del contenzioso amministrativo tutt’ora in corso relativo ai ricavi riconosciuti negli anni precedenti per le attività del sito di San Potito e Cotignola.Il perfezionamento dell’acquisizione fa seguito al signing del contratto di compravendita avvenuto lo scorso 25 luglio ed all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni ai sensi della normativa antitrust e golden power applicabile.“In uno scenario che permane fragile e complesso, con questa operazione aggiungiamo un importante tassello al percorso intrapreso per rafforzare l’approccio sistemico alla sicurezza energetica del Paese. Con le altre iniziative che ci vedono fortemente impegnati, l’obiettivo è quello di dotare il sistema italiano ed europeo degli ulteriori elementi di solidità e sicurezza che sono necessari per un migliore equilibrio del mercato e una maggiore competitività”, ha commentato Stefano Venier, Amministratore Delegato di Snam. Con questa operazione, la capacità complessiva di stoccaggio in capo a Snam salirà a circa 18 miliardi di metri cubi, di cui 4,6 di riserva strategica, pari a oltre il 17% della capacità europea, consolidando la posizione di leadership del Gruppo nel settore a livello continentale. Edison Stoccaggio, ridenominata Stogit Adriatica a seguito dell’acquisizione da parte di Stogit, ha una RAB calendaria e un EBITDA al 31 dicembre 2024 stimati rispettivamente pari a circa 520 milioni di euro e circa 52 milioni di euro.
L’operazione, finanziata da parte del Gruppo Snam attraverso l’emissione di un bond ibrido avvenuta lo scorso settembre, contribuisce positivamente all’utile netto di Gruppo in un range compreso fra l’1.5% e il 2.0% già a partire dal 2025, e i suoi effetti sono già stati incorporati nel Piano Strategico 2025-29 di Snam. Edison Stoccaggio contribuisce alla sicurezza del sistema energetico nazionale attraverso tre impianti di stoccaggio di gas naturale che si trovano a Cellino (TE), Collalto (TV) e San Potito e Cotignola (RA), con una capacità complessiva pari a circa 1,1 miliardi di metri cubi all’anno comprensivi di circa 140 milioni di metri cubi di riserva strategica, un contributo in termini di punta di sistema fino a 8,4 milioni di metri cubi al giorno e ad oggi ha una giacenza residuale pari a oltre il 28%, comprensiva della riserva strategica. Nel suo complesso, il sistema italiano degli stoccaggi ha una percentuale di riempimento attorno al 50%, ben oltre la media europea di circa il 40%. Il contributo in termini di capacità di stoccaggio fornito dai nuovi campi consente di rafforzare il ruolo di Snam come operatore di sistema, in una logica di integrazione efficiente con le infrastrutture di trasporto e rigassificazione rafforzata grazie al presidio del corridoio nord-est della rete di trasporto nazionale principalmente attraverso Collalto, il maggiore dei campi di stoccaggio del portafoglio di Edison con una capacità di circa 580 milioni di metri cubi al giorno. Il campo di stoccaggio di San Potito e Cotignola, che contribuisce in termini di capacità fino a 350 milioni di metri cubi, permette inoltre di assicurare ulteriori flussi in ingresso al nodo di Minerbio, punto nevralgico e baricentrico del sistema di trasporto gas. Per effetto dell’operazione, i siti di stoccaggio in esercizio in capo al Gruppo Snam saliranno da 9 a 12 unità, collocate prevalentemente nel centro-nord Italia, presso i principali poli di consumo del Paese. I siti di Cellino, Collalto e San Potito e Cotignola vanno quindi ad aggiungersi a Brugherio (MI), Settala (MI), Sergnano (CR), Ripalta (CR), Bordolano (CR), Cortemaggiore (PC), Sabbioncello (FE), Minerbio (BO) e Fiume Treste (CH).
Energia, Commissione Ue: “Il Nord Stream 2 non è un progetto di interesse europeo”
“La nostra posizione è chiara: Il Nord Stream 2 non è considerato un progetto di interesse comune europeo perché non è compatibile con gli obiettivi di diversificazione delle fonti di energia e di gas e non ha mai trasportato gas verso l’Europa”. Lo ha detto una portavoce della Commissione europea interpellata ieri durante il briefing giornaliero con la stampa sulla possibilità di un eventuale sostegno alla messa in funzione del gasdotto. “Da anni diciamo che se dovesse essere operativo il Nord stream 2 dovrebbe funzionare compatibilmente con le norme internazionali ed europee”, ha aggiunto.
Energia, Adriatic Lng ha distribuito 8,7 miliardi di metri cubi di gas nel 2024 (+2,5%)
Nuovo record operativo per Adriatic Lng, societa’ di proprieta’ al 70% dell’olandese Vtti B.V. e al 30% da Snam che gestisce il rigassificatore di gas naturale liquefatto (Gnl) situato al largo della costa veneta del Rodigino. Nel 2024 Adriatic LNG ha, infatti, immesso in rete 8,7 miliardi di metri cubi di gas naturale (+2,5% rispetto al 2023), arrivando a soddisfare circa il 15% del fabbisogno nazionale di gas, pari a 61,7 miliardi di metri cubi (+0,2% rispetto al 2023), e confermandosi la terza fonte di ingresso per le importazioni di gas in Italia, dopo i gasdotti provenienti da Algeria e Azerbaijan. Se si guarda il settore del Gnl a livello nazionale, i terminali di rigassificazione italiani hanno immesso in rete 14,7 miliardi di metri cubi, di cui oltre il 61% proveniente proprio dal terminale Adriatic LNG, arrivando a coprire complessivamente il 24% della domanda di gas: numeri in leggera flessione rispetto all’anno precedente, anche per effetto delle fermate per manutenzione di alcuni terminali, (nel 2023 erano stati importati 16,6 miliardi di metri cubi). Solo nel 2024 sono state 76 le navi metaniere ricevute dal Terminale, provenienti in prevalenza da Qatar e Stati Uniti ma anche da Nord Africa e Sud America. “Per il terzo anno consecutivo – dichiara Alfredo Balena, direttore delle relazioni esterne di Adriatic Lng – abbiamo raggiunto il nostro miglior risultato operativo, assicurando un flusso costante di energia al Paese: nel 2024 il tasso di affidabilita’ operativa ha raggiunto il 99,7% rispetto ad un tasso di utilizzo del terminale tra i piu’ alti a livello europeo”. E’ in fase di conclusione l’iter autorizzativo di un progetto di incremento della capacita’ di rigassificazione del terminale di 0,5 miliardi di metri cubi annui. Dal 2009 (anno di avvio delle attivita’) a oggi, il Terminale ha accolto oltre 1.200 navi metaniere, provenienti da oltre 10 Paesi, immettendo in rete oltre 100 miliardi di metri cubi di gas.
Nucleare, Ey stima in Italia un mercato da 46 miliardi e 117 mila occupati
L’Italia sta intraprendendo un percorso legislativo volto a riconsiderare l’energia nucleare come una risorsa strategica all’interno del proprio mix energetico, in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione e sicurezza energetica. Il disegno di legge approvato dal Governo si inserisce, infatti, in un contesto normativo europeo che disciplina la sicurezza nucleare, la gestione dei rifiuti radioattivi e la promozione di fonti energetiche a basse emissioni. Grazie ad una rete di partnership italiane ed europee che favoriscono la crescita e l’innovazione nel settore, il Paese sta consolidando il proprio ruolo come attore di primo piano
nello sviluppo delle tecnologie nucleari avanzate e punta a definire una strategia per il reintegro dell’energia nucleare nel mix energetico entro il 2027 e a coprire tra l’11% e il 22% della domanda elettrica nazionale entro il 2050. In questo contesto, gli SMR (Small Modular Reactors, reattori avanzati con una capacità massima di 300 MWe per unità ovvero circa un terzo della potenza di un reattore convenzionale), rappresentano una delle opzioni più promettenti per il rilancio del nucleare in Italia, grazie alla loro flessibilità e ai potenziali vantaggi in termini di sicurezza. Secondo le stime EY, contenute in un’analisi sul tema “Nucleare Italia: il punto della situazione”, lo sviluppo del nuovo nucleare in Europa e Italia potrebbe generare un mercato complessivo di circa 46 miliardi di euro per la filiera industriale italiana, con un valore aggiunto di 14,8 miliardi di euro e la creazione di circa 117.000 nuovi posti di lavoro. Risulta dunque cruciale puntare ad un piano di sviluppo delle competenze per coprire l’intero spettro di figure professionali necessarie attraverso, ad esempio, percorsi formativi specifici per tecnici, ingegneri e operatori del settore, con particolare attenzione alla progettazione e costruzione di impianti, alla gestione operativa dei reattori e allo smaltimento sicuro dei rifiuti radioattivi o ancora facendo leva sulla formazione di profili provenienti dagli istituti tecnici superiori. Paola Testa, EY Europe West Energy &Resources Consulting Leader, commenta: “Il disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri il 28 febbraio 2025 rappresenta un passo significativo verso la sostenibilità energetica. L’energia nucleare, se gestita in modo sicuro e responsabile, può contribuire alla riduzione delle emissioni di carbonio e garantire una fonte energetica stabile che possa affiancare le rinnovabili e mantenere stabile la baseline produttiva. I futuri decreti legislativi dovranno abilitare anche investimenti e fondi per la creazione di piattaforme di sviluppo tecnologico che si muovano nella realizzazione di alleanze industriali a presidio e protezione della filiera energetica e nucleare italiane ed europea. D’altronde, l’investimento nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie avanzate, come la fusione nucleare realizzabile in un futuro non troppo lontano, potrebbe portare a innovazioni cruciali per il futuro energetico del Paese”.
Dl Salva Milano, Cgil: le forze politiche presentino emendamenti per modificare radicalmente il suo impianto
“Nel ribadire il nostro giudizio negativo, già espresso in audizione sia alla Camera che al Senato, su un disegno di legge profondamente sbagliato, chiediamo alle forze politiche di presentare entro il termine del 12 marzo emendamenti che consentano una modifica radicale del suo impianto”. A dichiararlo è la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi sul ddl Salva Milano. Per la dirigente sindacale “bisogna riaffermare alcuni punti fermi che devono guidare lo sviluppo delle città, col ruolo centrale del pubblico nell’orientare le trasformazioni urbane, e la partecipazione dei cittadini, contrastando un mercato libero senza regole”.
Nello specifico, “è urgente una normativa di riordino complessivo della disciplina del settore, urbanistica e edilizia, per evitare che norme settoriali, motivate da situazioni particolari, assumano pericolosamente una dimensione nazionale. L’obiettivo – afferma – deve essere quello di rispondere alle esigenze di rigenerazione urbana, soprattutto nelle aree in cui sono maggiori le condizioni di disagio, le contraddizioni e le disuguaglianze sociali, economiche e di benessere. La visione deve essere complessiva, tenendo insieme riqualificazione edilizia, innovazione sociale, garanzia della fornitura di servizi, aspetti ambientali. Al contrario – sottolinea Barbaresi – la normativa in discussione consente la realizzazione di interventi fortemente impattanti attraverso titoli abilitativi diretti e semplificati (SCIA), senza il ricorso a strumenti urbanistici di attuazione e senza adeguato corrispettivo economico, in una fase caratterizzata da forti tagli agli Enti locali. Alla necessità di una visione organica che guidi le scelte, il Governo risponde con previsioni addirittura commissariali per il risanamento di ambiti più fragili, riproponendo il ‘modello Caivano’, in deroga alle disposizioni ordinarie e alla normativa vigente, senza un confronto con le comunità locali per un percorso collettivo e condiviso”.
“Nella previsione di nuovi interventi di edilizia abitativa – ribadisce la segretaria confederale della Cgil – è necessario partire dai reali bisogni della popolazione cui le abitazioni devono essere destinate, soprattutto delle fasce più deboli. Esiste un’emergenza cui non si dà risposta. Si annunciano periodicamente Piani casa per l’edilizia residenziale pubblica, ma senza fondi adeguati, procrastinati nel tempo e privi di organicità. Il Governo – conclude – non si dimostra all’altezza nemmeno su questo fronte. Tale inadeguatezza, se non corretta, rischia di produrre gravi danni da oggi e per gli anni futuri”.
Arrivano le nuove Linee guida per le imprese per favorire l’accesso alle facilitazioni nel rimborso dei finanziamenti bancari
Unire le forze per sostenere le imprese italiane, con questo obiettivo Abi e le principali
associazioni di rappresentanza delle imprese – Agci, Casartigiani, Cia-Agricoltori Italiani, Claai, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcooperative, Confedilizia, Confesercenti, Confetra, Confimi Industria, Confindustria, Copagri, Legacoop – hanno definito delle “Linee Guida” per aiutare le aziende in temporanea difficoltà finanziaria a ottenere misure di facilitazione nel rimborso del finanziamenti bancari, come la sospensione del pagamento delle rate. L’iniziativa è stata messa a punto grazie al dialogo e al confronto costruttivo tra la rappresentanza delle banche e delle imprese per individuare i percorsi più efficaci a favorire il rimborso dei prestiti bancari. Le Linee Guida spiegano, in modo chiaro e semplice anche per i non specialisti, le procedure da seguire e sintetizzano il quadro delle regole europee in materia, fornendo alle imprese gli strumenti necessari per gestire eventuali difficoltà finanziarie con maggiore consapevolezza e
preparazione. Vengono messe in evidenza, in particolare, la necessità per le imprese di intervenire tempestivamente, anche con il supporto di consulenti di propria fiducia, non appena emergono segnali di difficoltà, e l’importanza di avviare e mantenere un dialogo costante con la banca riguardo all’andamento della propria situazione economica-finanziaria. Ciò anche al fine di favorire una ripresa regolare del rimborso una volta terminato il periodo di sospensione. Nelle Linee Guida sono anche indicate, d’intesa con il Fondo di garanzia per le PMI, ISMEA e SACE, le modalità e le condizioni per ottenere l’allungamento delle garanzie da questi prestate sui finanziamenti per i quali è richiesta la sospensione del rimborso delle rate. L’iniziativa fa parte dei lavori del Tavolo di Condivisione Interassociativo (cosiddetto Tavolo CIRI), che è il forum di dialogo tra l’Abi e le principali associazioni d’impresa su tutte le questioni di interesse comune relative in particolare all’accesso al credito. Nell’ambito dei lavori del Tavolo, l’Abi e le associazioni di impresa concordano che le
disposizioni di vigilanza di matrice europee sulle misure di facilitazione del rimborso dei crediti bancari, limitino la possibilità di applicazione di queste misure da parte delle banche in favore della clientela in temporanea difficoltà finanziaria. Per questo hanno chiesto e chiedono una loro rapida modifica alle istituzioni nazionali ed europee.
Ordine degli Architetti di Roma e Italia Nostra insieme per la salvaguardia del territorio e valorizzazione del patrimonio culturale
Primo: promuovere iniziative e attività di sensibilizzazione e divulgazione sui temi della salvaguardia del territorio, della sua riqualificazione negli ambiti degradati nonché della tutela e valorizzazione del suo patrimonio culturale e ambientale. Secondo: organizzare eventi, seminari, workshop e conferenze per la promozione delle buone pratiche di rigenerazione urbana, extraurbana, recupero di borghi e centri storici. Terzo: incentivare la partecipazione attiva dei cittadini e delle comunità locali nelle attività di recupero e valorizzazione del territorio. Quarto: individuare, a livello operativo, ambiti territoriali, nuclei e borghi storici ove poter sperimentare interventi di recupero e consolidamento, riqualificazione e valorizzazione, anche mediante la messa a punto di progetti-pilota. Sono questi i quattro obiettivi al centro del protocollo d’intesa siglato dall’Ordine degli Architetti di Roma e provincia e Italia Nostra Roma. Nello specifico, il protocollo d’intesa mira alla divulgazione e promozione della “Proposta di Piano Nazionale Straordinario per il Restauro, la Messa in Sicurezza e il Riuso del Patrimonio Storico, Architettonico Urbanistico dei Borghi e dei centri Storici Minori con priorità per le Aree Interne o Marginali a Maggiore Rischio Sismico”, meglio identificabile come “Piano Borghi”.
Il Piano Borghi è una proposta di intervento amministrativo/normativo che ha l’obiettivo di valorizzare l’ingente patrimonio storico, artistico, naturale e sociale delle aree interne e dei borghi. Detta proposta di Piano redatto da Italia Nostra ha già visto la sua divulgazione tramite tre convegni organizzati dall’Associazione e dall’OAR in tre Borghi della provincia di Roma – Zagarolo, Ariccia, Nettuno – e ora, al quarto convegno, a Tivoli, è stato siglato questo importante protocollo d’intesa. «È intendimento comune – si legge nel testo firmato dal Presidente OAR, Alessandro Panci, e dal Presidente di Italia Nostra Roma, Oreste Rutigliano – proseguire nel lavoro di formazione e informazione sulla medesima tematica che, partendo dal contesto di Roma e provincia, coinvolgerà nella fase successiva l’intero territorio nazionale, rinviando ai rispettivi comparti regionali e nazionali, oltre ai maggiori livelli istituzionali e governativi».
Dichiara il Presidente OAR Panci: «Siamo sempre propensi a sottoscrivere accordi con realtà associazionistiche che rivolgono una forte attenzione al paesaggio e al territorio, in un contesto di dialogo, di confronto su alcune tematiche a noi care. L’accordo di oggi è il risultato di una serie di incontri che abbiamo condiviso con Italia Nostra, parlando in particolare dei borghi e dei centri storici. La sua finalità quindi è proprio portare avanti quelle attività, cercando di renderle ancora più incisive, innanzitutto attraverso la divulgazione dei caratteri che noi vogliamo mettere in luce e conservare. L’intento è far comprendere come questi elementi possano essere inseriti in una strategia di valorizzazione legata non solo agli aspetti paesaggistici, ma anche al mantenimento di specifiche culture e realtà economiche esistenti nei centri stessi, spesso agricole, che possono sopravvivere solo se le persone abitano, gestiscono e utilizzano quei luoghi». Il convegno organizzato a Tivoli con il titolo “Valorizzazione dei borghi e centri storici sottoposti a rischio sismico” e nel quale è stato siglato il protocollo d’intesa, ha coinvolto anche l’Ordine degli Ingegneri di Roma e provincia (OIR) e l’Ordine dei Geologi del Lazio. Spiega Panci: «La scelta di firmare il protocollo nell’ambito di un evento condiviso non solo con Italia Nostra, ma con altri Ordini professionali è coerente con il nostro modo di operare, che si basa sul fare rete: unirsi su tematiche comuni, discuterne, dibatterne, arrivare a ragionare insieme da più punti – anzi, proprio con l’obiettivo di conoscere i punti di vista di ciascuno – consente di intervenire più efficacemente sul territorio».
Dichiara il Presidente di Italia Nostra Roma Rutigliano: «Molti sono convinti che gli architetti del nostro tempo siano orientati solo alla modernità e talvolta ad innovazioni che puntano a stupire. E invece, lavorando insieme all’Ordine degli Architetti di Roma e provincia, ho visto che la tutela e la conservazione della bellezza tipica di questi territori viene costantemente messa al centro. È stata una piacevole sorpresa vedere quanti architetti svolgono la loro professione in tal senso. E questo ci conforta ancora di più circa la giustezza della battaglia che porta avanti Italia Nostra, che certamente non ha fastidio o orrore per tutto ciò che è moderno, ma che allo stesso tempo dedica tutte le proprie energie alla tutela della bellezza di questo nostro grande Paese. Quello tra Italia Nostra e Ordine degli Architetti di Roma è stato un inatteso e felice incontro. L’attenzione per il mondo dei borghi e dei piccoli centri storici ci ha fatto riscoprire un immenso compito di conservazione e tutela da svolgere, direi anche da percorrere, insieme».
Maire: nuove commesse per un valore di 3,5 miliardi di dollari
Le controllate di Maire Tecnimont, KT Kinetics Technology e Nextchem si sono aggiudicate nuove commesse per un valore complessivo di circa 3,5 miliardi di dollari per la realizzazione di progetti petrolchimici e di idrotrattamento su base engineering, procurement e construction (EPC) e per ingegneria ad alto valore aggiunto per un progetto waste-to-chemical. Questi progetti – le cui attività di ingegneria sono gia’ state avviate – sono stati aggiudicati da parte di importanti clienti internazionali, in Sud Europa, Africa Sub-Sahariana ed in Asia Centrale e saranno eseguiti tramite le business unit di Maire Integrated E&C Solutions e Sustainable Technology Solutions. Alessandro Bernini, ceo di Maire, ha commentato: Siamo molto contenti per queste nuove commesse, che ci permetteranno di diversificare la nostra presenza geografica e confermano le nostre capacità di esecuzione di grandi progetti complessi, nonché il nostro know-how tecnologico nell’accompagnare i clienti nei loro percorsi di decarbonizzazione. Maire ieri ha annunciato l’acquisizione da parte di Azzurra Capital di una quota strategica di circa l’8% nel capitale sociale di Nextchem, la controllata di Maire a capo della business unit Sustainable Technology Solutions. Il corrispettivo totale per la partecipazione è di circa 110 milioni euro, che corrispondono a una valutazione implicita di Nextchem di 1,4 miliardi miliardi. Azzurra Capital fa parte di un gruppo internazionale di private equity focalizzato su investimenti in aziende leader nel loro settore e in grado di garantire una crescita sostenibile e una generazione di valore superiore. La sua esperienza di successo da investitore di lungo termine contribuirà ulteriormente al percorso di valorizzazione di Nextchem. A seguito dell’operazione, Maire deterrà circa l’82% del capitale sociale di Nextchem invariato, a seguito della delibera del Consiglio di Amministrazione di MAIRE di rinunciare al diritto di prelazione, avendo ricevuto il parere favorevole non vincolante del Comitato Parti Correlate), Azzurra Capital circa l’8%, Yousef Al Nowais il 5% e MI circa il 5%. I termini concordati della transazione, il cui closing è previsto entro maggio 2025, sono sostanzialmente in linea con quelli di Al Nowais.
Assagenti: Subito le decisioni sulla governance del porto di Genova e grandi opere
“Abbiamo la sensazione di camminare sulla sottile linea di demarcazione fra un futuro di forte rilancio dei traffici del porto di Genova e una stagnazione che inevitabilmente sfocia nel declino. Per questo il fattore tempo nelle scelte non può essere, e certo non è, più una variabile indipendente”. A esprimersi così è il presidente di Assagenti Genova, Gianluca Croce, con riferimento preciso sia alla governance del porto sia alle grandi opere che stanno trasformando porto e città in un gigantesco cantiere a cielo aperto. “Con tutta la stima per il lavoro prezioso che i due commissari stanno svolgendo – afferma Croce – non è accettabile che da più di un anno il sistema portuale più importante per l’economia italiana, quello che gestisce i porti di Genova e Savona, e attraverso il quale transita circa il 35% di tutto il traffico container del Paese, sia acefalo. I poteri commissariali, per legge e di fatto, sono circoscritti all’ordinaria amministrazione e il porto di Genova ha invece bisogno di risposte definitive e trasparenti sul piano regolatore, sulle concessioni, sulla gestione e sul recupero di spazi, su tematiche apparentemente accantonate come il destino delle aree siderurgiche. La velocità con cui il quadro geopolitico, economico, quello relativo alle rotte dell’interscambio commerciale via mare, non consente esitazioni o rinvii. Considerando che le imminenti elezioni comunali polarizzeranno le attenzioni della politica, è necessario e non più rinviabile la scelta del nuovo Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale al quale affidare in chiave manageriale il timone del porto”.
“E – secondo il presidente di Assagenti – anche un chiarimento in tempo reale “quasi quotidiano” sulla tempistica delle grandi opere che riguardano direttamente o indirettamente il porto, è connessa si alla nomina del Presidente, ma è comunque necessaria da subito. Lo è a maggior ragione per noi agenti marittimi che dobbiamo comunicare ai nostri principals quando la diga consentirà l’ingresso delle grandi navi container, quando i treni economicamente compatibili arriveranno in banchina, quando il Terzo Valico sarà operativo e se nel Porto di Genova sarà garantita la polifunzionalità. Come operatori portuali – conclude Croce – siamo pronti a rimboccarci le maniche e a collaborare su tutto e con tutti. Ma il mercato ha bisogno di certezze. Non domani, e forse nemmeno oggi. Ieri”.
Maria Cristina Carlini