LA GIORNATA
Meloni: “L’Ue cambi approccio sul clima o l’Italia voterà contro”
- Feneal Uil, Franzolini nuovo segretario generale: “priorità la contrattazione e la difesa della bilateralità”
- Architetti e ingegneri, Fondazione Inarcassa: “Senza riforma fiscale a rischio la libera professione”
- Saipem: nei primi 9 mesi ricavi in crescita a 11 miliardi, utile +7,3% a 221 milioni
IN SINTESI
Giorgia Meloni dice no all’ipotesi di istituire il voto a maggioranza (abolendo l’unanimità) per le votazioni del Consiglio europeo e avverte la Commissione sul Green Deal: senza modifiche l’Italia voterà contro la proposta di revisioni dei piani ‘verdi’. E’ la linea illustrata ieri dalla premier in Parlamento alla vigilia del Consiglio europeo in agenda oggi a Bruxelles, che oltre ai dossier di politica internazionale dall’Ucraina al Medio Oriente, della difesa europea e dei migranti, affronterà anche la questione del clima. Al centro del Consiglio, ci sarà la proposta di emendamento della Commissione Europea alla Legge europea per il clima, con la quale si intende fissare un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni nette del 90% entro il 2040, quale tappa intermedia verso l’obiettivo già previsto della neutralità climatica nel 2050. L’Italia ‘sostiene, e continuerà a sostenere, un ambizioso percorso di riduzione delle emissioni’ ma senza ‘rincorrere un approccio ideologico’ che produce ‘danni al nostro tessuto economico-industriale’, ha detto Meloni. Per questo ‘l’Italia non potrà sostenere la proposta della Commissione di revisione della Legge clima europea così come formulata ad ora, a maggior ragione se non sarà accompagnata da un vero e sostanziale cambio di approccio’. La premier chiede ‘un intervento coraggioso alla Commissione per correggere un ampio numero di scelte azzardate compiute in passato con il Green Deal’, altrimenti non sosterrà ‘nuove iniziative autodistruttive e controproducenti per inseguire gli interessi di bizzarre maggioranze parlamentari in Europa’. Sul tema della possibile riforma del voto in Consiglio europeo, con il passaggio dalla regola dell’unanimità a quella della maggioranza, Meloni ha chiarito di non essere favorevole: “sarebbe utile per l’Ucraina ma varrebbe anche su molti altri temi e su molti altri temi le posizioni della maggioranza potrebbero essere abbastanza distanti dalle nostre e dai nostri interessi nazionali e la mia priorità rimane difendere gli interessi nazionali italiani’.
A tre anni dal suo insediamento a Palazzo Chigi, Meloni ha detto di essere “fiera del fatto che in questi tre anni questo governo, avendo poche risorse a disposizione, ha stabilito una strategia e l’ha perseguita senza tentennamenti. Abbiamo scelte delle priorità: famiglia, potere d’acquisto, salari, sanità, sostegno alle imprese che assumono. In ogni legge di bilancio abbiamo aggiunto un pezzetto”.
Le comunicazioni sul Consiglio europeo hanno riacceso ieri lo scontro tra la premier Meloni e la segretaria Pd Elly Schlein. “Il segretario del principale partito di opposizione ha affermato in un contesto internazionale che in Italia e’ a rischio la liberta’ e la democrazia perche’ governa l’estrema destra e ha subdolamente collegato queste affermazioni all’attentato subito dal giornalista Sigfrido Ranucci. Quindi – ha attaccato la premier – dopo Meloni complice dei morti in mare e la Meloni complice di genocidio abbiamo anche la Meloni complice, o mandante, questo spero che ce lo chiarisca la segretaria del Pd, dell’attentato a Ranucci”. Si tratta, aggiunge Meloni, di “dichiarazioni gravissime” perche’ “gettano ombre e fango sull’Italia, sulla sua democrazia e sulla maggioranza che i cittadini scelgono” e questo “l’Italia rischia di pagarlo”. “Non e’ lei a decidere cosa devono dire le opposizioni”, ha ribattuto Schlein. “Lei oggi festeggia tre anni del suo governo, ma gli italiani non hanno niente da festeggiare, i salari si sono abbassati, le tasse sono ai massimi dal 2020, sono aumentai i lavoratori poveri e le nascite sono scese, gia’ dall’anno scorso”.
Energia, bilaterale Pichetto con ministro canadese
Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha avuto oggi una videoconferenza con il ministro dell’Energia e delle risorse naturali del Canada, Tim Hodgson. Secondo quanto riporta un comunicato, il colloquio è stato un’occasione di confronto in vista della ministeriale G7 energia e ambiente che si terrà a Toronto a fine ottobre e in vista dell’incontro bilaterale previsto tra i due ministri a margine del G7 per lanciare il Dialogo Italia – Canada sull’energia nel quadro del Partenariato strategico riaffermato dai Premier Meloni e Carney al vertice G7 di Kananaskis. Pichetto ha ringraziato il Canada per l’ottimo lavoro svolto dalla Presidenza G7, confermando il sostegno dell’Italia affinché la prossima ministeriale di Toronto sia ambiziosa e concreta: “Vogliamo proseguire la storica collaborazione tra i nostri Paesi – ha sottolineato Pichetto – ma anche ampliarla per rafforzare la sicurezza energetica e costruire una transizione energetica sostenibile, sul principio di neutralità tecnologica”. Nel corso del bilaterale si è parlato di minerali critici e nucleare. “Per noi è importante lavorare con voi per creare catene del valore dei minerali critici più sicure, sostenibili e resilienti” ha evidenziato il Ministro Pichetto Fratin, che sul nucleare ha aggiunto: “l’Italia è pronta per condividere le migliori pratiche per facilitare l’accesso agli strumenti di finanziamento e la promozione di approcci efficaci in materia di licenze. Il ministro ha altresì auspicato un rafforzamento della cooperazione e scambio di migliori pratiche sia sul piano bilaterale che in ambito G7”. Infine, Pichetto Fratin ha evidenziato quanto l’Italia ritenga “essenziale il ruolo dei carburanti sostenibili, dall’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni fino ai biocarburanti, utili per decarbonizzare i settori hard to abate, inclusi i trasporti.
Ponte sullo Stretto, Salvini: “entro fine mese la risposta della Corte dei Conti, con ok via ai cantieri”
“Tra questa settimana e la fine di ottobre la Corte dei Conti darà la sua risposta sul percorso del Ponte sullo Stretto. Se ci sarà l’ok, come mi auguro, sulla regolarità delle procedure vuol dire che a novembre i primi cantieri saranno sulle sponde della Sicilia e della Calabria, dopo un secolo di chiacchiere”. Così il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, intervenendo al Forum di Conftrasporto-Confcommercio. “I più contrari al ponte, che riduce i tempi di percorrenza, sono gli pseudo ambientalisti” perché “abbiamo ambientalisti da ricovero in Italia che preferiscono 4 ore di coda a Messina e Villa San Giovanni”, ha spiegato Salvini.
Feneal Uil, Franzolini nuovo segretario generale: “priorità la contrattazione e la difesa della bilateralità”
Da ieri alla guida della categoria delle lavoratrici e dei lavoratori delle costruzioni Uil c’è il friulano Mauro Franzolini, sindacalista impegnato nella Uil fin dal 1987. A deliberarlo il Consiglio Generale FENEALUIL, che ha riunito, a Roma i suoi componenti e ha eletto all’unanimità Franzolini nuovo segretario generale. Circa 200 i partecipanti, con numerosi ospiti fra i quali il segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri, la segreteria confederale, i segretari generali delle categorie, numerosi segretari regionali confederali e i presidenti dei servizi Uil. Entra a far parte della nuova segreteria, inoltre, Andrea Merli, già responsabile della formazione nazionale e delle politiche internazionali, che da oggi si occuperà di contrattazione dei materiali da costruzione – Legno, Cemento, Lapidei e Laterizi – insieme con i segretari nazionali Pierpaolo Frisenna responsabile delle politiche organizzative, Francesco Sannino responsabile della contrattazione edile, Stefano Costa responsabile salute e sicurezza, mercato del lavoro e appalti, Vincenzo Mudaro – tesoriere nazionale.nIl Consiglio ha, inoltre, deliberato l’avvio della stagione congressuale che si concluderà con la celebrazione del XIX Congresso della categoria nei giorni 13-14-15 maggio 2026 a Taranto.
Franzolini subentra a Vito Panzarella, che ha guidato con successo la Federazione dal 2014, portando avanti una crescita costante dei suoi iscritti e un innalzamento qualitativo della categoria estremamente importante che ne ha fatto una federazione coesa e forte, apprezzata dalle lavoratrici e dai lavoratori e punto di riferimento nel panorama sindacale attuale. Appena eletto il neo segretario ha voluto ricordare la figura di Giulio Regeni. Giovane ricercatore italiano che si trovava in Egitto nel 2016 per una ricerca sui sindacati indipendenti egiziani, quando è stato rapito, torturato e ucciso. “Giulio era un ragazzo impegnato per la verità e la giustizia dei più deboli, il suo esempio non va dimenticato ma ricordato, e per questo non smettiamo di chiedere verità e giustizia sulla sua morte.”
Franzolini si è detto onorato di essere stato scelto per rappresentare la categoria e felice di continuare l’opera riformista iniziata da Panzarella.
“Mi auguro che anche la politica riesca a ritrovare la spinta riformista di cui questo Paese ha bisogno per rispondere alle esigenze di un lavoro che cambia. Da parte nostra massima apertura al confronto sulle tematiche che ci riguardano per garantire la tutela degli interessi di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori. Per questo rimaniamo concentrati sui rinnovi contrattuali, sia nazionali che territoriali – ha spiegato – attraverso i quali vanno difesi i diritti e l’uguaglianza delle condizioni di lavoro, va recuperato e migliorato il potere di acquisto in un’ottica di maggiore redistribuzione dei profitti. Bene in questo senso la detassazione degli aumenti contrattuali inserita in manovra. Ma occorre rimettere al centro la dignità lavorativa riportando ordine nel sistema delle tutele, perché il dumping contrattuale non diventi normalità. Su questo, ancora una volta, il Presidente Mattarella è stato chiaro”.
E proprio contro il lavoro povero e il lavoro privo di tutele promosso nei contratti pirata Franzolini ha richiamato l’attenzione sul sistema bilaterale edile “parliamo di un modello – ha sottolineato – che va replicato in altri settori e non di certo abolito, un patrimonio di prestazioni e competenze fortemente attaccato nell’ultimo anno attraverso interlocuzioni di frange della politica con associazioni imprenditoriali poco rappresentative e che non comprendono i suoi vantaggi straordinari. Noi continuiamo a lavorare, di concerto con le controparti datoriali, per efficientare questo strumento ancora di più e mostrare quanto utile sia per avere un settore sano, regolare e sicuro. Le ultime inchieste giudiziarie che coinvolgono gli appalti così come i continui incidenti nei cantieri e nelle fabbriche, mostrano chiaramente quanto ancora ci sia da fare, quanti lavoratori siano in realtà fantasmi persi tra le maglie della lunga catena dei subappalti, ricattati, sfruttati e senza alcun diritto contrattuale. Per questo vanno premiati i sistemi virtuosi come il nostro che rendono visibili gli invisibili, fanno emergere il lavoro nero e danno dignità al lavoro. Al governo diciamo di confrontarci senza pregiudizi e di dialogare con noi lavorando insieme anche su questo, per colpire e smantellare le condizioni che permettono la disapplicazione delle norme. Servono più controlli, veri e non prestabiliti, una seria qualificazione delle imprese, formazione continua e di qualità, una strutturazione del settore che favorisca anche l’’innovazione tecnologica che tanto può fare anche per la salute e la sicurezza.” Ultimo punto affrontato dal neosegretario è l’impegno sulla crescita organizzativa “il lavoro portato avanti in questi anni da chi mi ha preceduto è stato straordinario, la nostra federazione è cresciuta tantissimo grazie all’impegno di tutti ma anche alla passione che Vito ci ha saputo trasmettere. Ascoltare, comprendere e aiutare lavoratrici e lavoratori è la nostra missione e occorre tenerlo presente sempre. Proseguiremo sulla strada del rinnovamento e dell’efficienza per essere sempre più rappresentativi e far sì le ragioni della Uil e della Feneal, cioè di chi rappresentiamo, siano ascoltate.”
Architetti e ingegneri, Fondazione Inarcassa: “Senza riforma fiscale a rischio la libera professione”
“Senza una riforma fiscale, l’esercizio della libera professione in Italia è seriamente a rischio. Per questo chiediamo che le Società tra Professionisti possano accedere al regime forfettario”. È questo l’appello lanciato dalla Fondazione Inarcassa durante il tavolo di lavoro “Tra aggregazione e fiscalità: quale futuro per la competitività del mondo delle professioni”, tenutosi al CNEL. Secondo l’indagine presentata al tavolo di lavoro da REF Ricerche, il 90% degli architetti e quasi il 70% degli ingegneri esercita la professione in forma individuale, una percentuale nettamente superiore rispetto al resto d’Europa. Questo dato riflette un quadro normativo che scoraggia le forme aggregative. “Il modello individuale e frammentato della libera professione sta mostrando tutti i suoi limiti. Non garantisce più redditività, continuità né attrattività per i giovani, e fatica a competere con le grandi società commerciali. Serve una visione politica chiara: per evitare il declino della libera professione, è necessario investire nell’aggregazione, rimuovendo gli ostacoli fiscali e normativi” – ha dichiarato Andrea De Maio, Presidente della Fondazione Inarcassa, punto di riferimento di 175.000 architetti e ingegneri liberi professionisti iscritti a Inarcassa. “L’aggregazione professionale, infatti, consente di aumentare fatturato e redditività; accedere più facilmente agli appalti pubblici; affrontare con maggiore forza le sfide dell’internazionalizzazione; migliorare l’organizzazione e la gestione degli studi; facilitare l’ingresso dei giovani nella professione e favorire la conciliazione tra vita privata e lavoro. Nonostante gli evidenti vantaggi, le Società tra Professionisti (StP) – il principale strumento giuridico per promuovere l’aggregazione professionale grazie alla loro natura regolamentata – restano ancora marginali: nel 2024 se ne contano appena 956, a fronte di oltre 11.000 Società di Ingegneria, la cui natura, almeno dal punto di vista giuridico e fiscale, è prettamente commerciale” ha ribadito De Maio.
Dal punto di vista economico, le StP hanno registrato nel 2023 un fatturato aggregato di 400 milioni di euro, con una media di 500.000 euro per società e una crescita del 50% rispetto al 2019. Un segnale chiaro dell’efficienza di queste realtà, nonostante le dimensioni contenute. “La questione aggregativa è tutt’altro che secondaria – ha spiegato Fedele De Novellis, economista senior di REF Ricerche – dal nostro studio emerge che, a partire dal 2021, grazie ai fondi del PNRR, è aumentato il numero di bandi per servizi di architettura e ingegneria superiori al milione di euro. Se consideriamo che oltre il 90% degli architetti e quasi il 70% degli ingegneri opera in forma autonoma, è evidente che le StP vadano sostenute per favorire la concorrenza”. Uno dei principali ostacoli allo sviluppo delle StP è la difficoltà di accedere al regime fiscale agevolato, che prevede un’aliquota forfettaria del 15% fino a 85.000 euro di reddito. “Questa esclusione ha contribuito alla disgregazione del tessuto professionale aggregato già esistente” ha concluso De Novellis.
La richiesta della Fondazione Inarcassa. La Fondazione sottolinea come il regime forfettario, riservato ai singoli professionisti, abbia ostacolato la crescita delle piccole aggregazioni professionali, che spesso si sciolgono per beneficiare delle agevolazioni fiscali individuali. “Per far crescere il mercato dei servizi tecnici in termini di efficienza e qualità, è necessario incentivare l’aggregazione delle competenze e riqualificare le StP, soprattutto sul piano fiscale” – ha concluso De Maio. A sostegno di questa posizione, uno studio commissionato a CBE – Coopération Bancaire pour l’Europe evidenzia come in Europa il tema dell’aggregazione sia stato già affrontato e risolto, anche in relazione all’autonomia patrimoniale perfetta e alla responsabilità dei singoli soci. Inoltre, una recente survey tra gli iscritti alla Fondazione Inarcassa ha rilevato un forte interesse verso le forme aggregative, ostacolato però da barriere fiscali e giuridiche. Il tavolo di lavoro ha visto la presenza istituzione di Sandra Savino, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Marco Osnato, Presidente VI Commissione Finanze della Camera (FDI), Alberto Gusmeroli, Presidente X Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera (Lega), Anna Rossomando, Vice Presidente del Senato, 2° Commissione Giustizia (PD), Erika Stefani della 2° Commissione Giustizia al Senato (Lega), Vito De Palma della VI Commissione Finanze alla Camera (FI). All’evento hanno partecipato anche Massimo Giuntoli, Consigliere del CNEL e Massimo Garbari, Presidente di Inarcassa, insieme a numerosi rappresentanti Consigli Nazionali.
Ue: Cgil a europarlamentari, non smantelliamo pilastri della sostenibilità
“In vista del voto in plenaria al Parlamento europeo sulla proposta di Direttiva comunitaria 2025/81, così come emendata dalla Commissione Giuridica (JURI), esprimiamo forte preoccupazione per l’indebolimento sostanziale dei contenuti delle Direttive europee 2022/2464 sulla rendicontazione di sostenibilità e 2024/1760 sul dovere di diligenza aziendale (due diligence)”. È quanto si legge in una lettera inviata dalla Cgil, a nome del segretario confederale Christian Ferrari, a tutti gli europarlamentari italiani. Nella missiva, il sindacato chiede di “votare contro la proposta di utilizzare il testo approvato dalla Commissione JURI come base per il negoziato all’interno del Trilogo”. Secondo la Cgil, la nuova Direttiva “indebolisce ulteriormente i contenuti rispetto a quanto inizialmente formulato dalla Commissione europea, vanificandone la portata e smantellando di fatto due pilastri normativi delle politiche comunitarie in materia di sostenibilità”. La preoccupazione maggiore, sottolinea la Cgil, è che “se la plenaria del Parlamento europeo approvasse la decisione di adottare il testo deliberato dalla Commissione JURI come base per l’avvio del negoziato nel Trilogo, non ci sarebbe più possibilità di migliorarlo, con il rischio concreto che vengano introdotti ulteriori peggioramenti”. Per queste ragioni, la Cgil, anche raccogliendo le sollecitazione della Confederazione europea dei sindacati, invita a votare contro e considera “necessario un approfondito e un ulteriore dibattito all’interno del Parlamento europeo, affinché possano essere introdotti nuovi elementi migliorativi nel testo”.
Saipem: nei primi 9 mesi ricavi in crescita a 11 miliardi, utile +7,3% a 221 milioni
Risultati in crescita per Saipem nei primi nove mesi del 2025. I ricavi arrivano a sfiorare gli 11 miliardi con un incremento dell’8,4%, di cui 3,7 miliardi realizzati nel terzo trimestre. Cresce la redditività con l’ebitda adjusted pari a 1,201 miliardi di euro pari al 10,9% dei ricavi (905 milioni di euro nel corrispondente
periodo del 2024 pari all’8,9% dei ricavi), di cui 437 milioni nel terzo trimestre (340 milioni di euro nel corrispondente trimestre del 2024). Il risultato netto vede un utile in crescita del 7,3% a 221 milioni di euro (206 milioni di euro nel corrispondente periodo del 2024), di cui 81 milioni nel terzo trimestre (88 milioni di euro nel corrispondente trimestre del 2024. Nello stesso periodo, la posizione finanziaria netta migliora di 161 milioni di euro, tenuto conto del pagamento di dividendi pari a 333 milioni di euro. L’acquisizione di nuovi ordini si attesta a 7,5 miliardi di euro nei primi nove mesi del
2025, mantenendo il valore del portafoglio al di sopra dei 30 miliardi di euro. Gli investimenti tecnici si attestano a 256 milioni di euro rispetto ai 246 milioni di euro nel corrispondente periodo del 2024, di cui 69 milioni nel terzo trimestre (52 milioni di euro nel corrispondente trimestre del 2024) e sono cosÏ ripartiti: per asset based services 137 milioni di euro; per energy carriers 7 milioni di euro; per il drilling offshore 112 milioni di euro. Il percorso di miglioramento delle performance operative, economiche e finanziarie avviato nel 2022 prosegue, sottolinea la società, anche nel terzo trimestre del 2025.
Accordo tra Acn e Terna per la sicurezza e resilienza cibernetica
Rafforzare ulteriormente la sicurezza e la resilienza dell’intera filiera elettrica e del settore energetico nazionale: questo è l’obiettivo primario del Protocollo di Intesa siglato oggi a Roma da ACN, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, e Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione in alta e altissima tensione. Il Protocollo, firmato da Bruno Frattasi, direttore generale di ACN, e Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato e direttore generale di Terna, dà il via alla collaborazione reciproca per rafforzare la sicurezza e la resilienza cibernetica dell’intera filiera elettrica e del settore energetico nazionale, attraverso lo scambio di informazioni e analisi tra Terna e l’Agenzia. “L’Agenzia svolge un ruolo centrale nella protezione delle reti, dei sistemi digitali e delle infrastrutture critiche, contribuendo alla resilienza cibernetica del Paese” commenta Bruno Frattasi, Direttore Generale di ACN a margine della firma. “In un contesto di minacce informatiche sempre più sofisticate e pervasive è essenziale unire le forze per proteggere e rafforzare le nostre infrastrutture critiche e contrastare gli attacchi cyber. In questa direzione va l’Accordo sottoscritto oggi con Terna che, oltre a rafforzare la sicurezza e la resilienza della filiera elettrica, potrà contribuire a portare importanti innovazioni nel settore energetico e a garantire una maggiore consapevolezza grazie ad attività come lo scambio informativo con i CERT, la formazione e lo sviluppo di competenze” conclude il Direttore Frattasi. “Terna gestisce un’infrastruttura strategica a livello nazionale: garantire il suo esercizio in sicurezza è una priorità, soprattutto in uno scenario di crescente complessità nel contrasto a minacce informatiche sempre più frequenti”, ha dichiarato Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna. “Il Protocollo siglato oggi dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e da Terna rafforza l’impegno condiviso, volto a proteggere infrastrutture sensibili per il Paese. Insieme potenzieremo le attività di prevenzione, monitoraggio e contrasto alle minacce cyber, tese ad incrementare il livello di percezione di tali rischi, nonché la loro gestione efficace, anche attraverso iniziative di condivisione di best practice e formazione dedicata alle nostre persone”, ha concluso l’AD di Terna. In dettaglio, le due organizzazioni collaboreranno per promuovere l’adozione di misure efficaci per lo scambio di informazioni e analisi su rischi, minacce, vulnerabilità e incidenti informatici. Il Protocollo, che avrà una durata di tre anni, prorogabili, si pone inoltre l’obiettivo di contribuire all’evoluzione della cybersecurity nel settore energetico nazionale, nel rispetto delle competenze attribuite a ciascun operatore di questo settore, offrendo soluzioni di sicurezza informatica innovative. Terna e ACN si impegnano a contribuire allo sviluppo di competenze specializzate in ambito di cybersicurezza attraverso la formazione di profili qualificati in grado di proteggere le infrastrutture critiche della Rete di Trasmissione Nazionale e dell’intera filiera elettrica, anche in collaborazione con università e poli scolastici.
Infrastrutture, Rixi: “raddoppio Finale-Andora opera strategica per il Ponente ligure, non più rinviabile”
Si è svolto ieri a Roma, presso il Ministero delle Infrastrutture, l’incontro convocato dal vice ministro Edoardo Rixi per fare il punto sul progetto di raddoppio ferroviario Finale-Andora, un’opera considerata strategica per il ponente ligure e per la mobilità lungo l’asse tirrenico. Al tavolo, oltre ai rappresentanti del Governo, erano presenti Regione Liguria, Provincia di Savona, sindaci del territorio e associazioni di categoria. “Ho incontrato tutti i protagonisti civili e istituzionali coinvolti nel progetto di raddoppio ferroviario tra Finale Ligure e Andora. E’ stato un confronto costruttivo, segnato da ascolto e dialogo, due valori fondamentali per portare avanti un’opera di questa portata nel rispetto dei territori e delle comunita’ locali. Quest’intervento, atteso da oltre 50 anni, non e’ piu’ rinviabile: un tassello fondamentale per il futuro della mobilita’, in grado di migliorare i collegamenti verso l’estero, sostenere l’economia e ridurre l’impatto ambientale del trasporto su gomma”, ha detto Rixi. “Oggi abbiamo la responsabilita’ di trasformare un sogno in realta’, lavorando insieme per superare ogni ostacolo e dare finalmente al nostro territorio la mobilita’ che merita. Un’opera che non viene imposta dall’alto, ma nasce dal dialogo e dalla volonta’ di costruire insieme il futuro della Liguria”. All’incontro hanno partecipato 13 sindaci del savonese, i presidenti della regione Liguria e della provincia di Savona, gli amministratori delegati di Rete ferroviaria italiana e Italferr, il commissario straordinario di governo, gli assessori regionali e i vertici locali delle associazioni di categoria coinvolti dall’opera.
Postel accelera la trasformazione digitale di imprese e Pa, ampliata la gamma di servizi business
Postel, società del Gruppo Poste Italiane, amplia la gamma di servizi business per favorire l’evoluzione digitale di grandi imprese, Pmi e Pubblica amministrazione grazie al contributo tecnologico di Amazon Web Services (AWS). Un’intesa che coniuga la specializzazione e l’affidabilità di Postel con le tecnologie all’avanguardia di AWS, per offrire alle aziende italiane un partner affidabile nel percorso di trasformazione digitale in atto. L’offerta di Postel include la vendita dei servizi nativi cloud di AWS, integrati con competenze specialistiche di consulenza e implementazione, incluso il supporto alla migrazione attraverso l’utilizzo di programmi e competenze specifiche, soluzioni standardizzate tra cui Landing Zone per la gestione sicura degli ambienti multi-
account, piattaforme dati di nuova generazione, soluzioni di Content Delivery Network e assistenti virtuali basati su Intelligenza artificiale. Questo approccio consente a Postel di sviluppare progetti su misura che valorizzano al massimo le potenzialità del cloud computing. Tra i servizi già disponibili, Postel offre soluzioni di backup e disaster recovery automatizzati in cloud, con opzioni di failover automatico e semi-automatico per garantire la continuità operativa.
La piattaforma dati di nuova generazione permette alle aziende di gestire e analizzare grandi volumi di dati, supportando processi decisionali più rapidi e accurati. Grazie alla collaborazione con AWS i clienti di Postel potranno accedere a servizi cloud scalabili e sicuri, beneficiando al contempo della consulenza di un partner che conosce profondamente le dinamiche del mercato italiano. Le soluzioni progettate da Postel, basate su tecnologie AWS, permetteranno alle aziende di rendere più efficienti i processi operativi, ridurre i costi IT e accelerare l’innovazione tecnologica.
Snam ottiene per il quinto anno consecutivo il Gold Standard dell’Unep
Snam ha ottenuto per il quinto anno consecutivo il riconoscimento Gold Standard del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) per la riduzione delle emissioni di metano, a conferma dell’impegno concreto e continuativo del Gruppo su questo fronte. Il riconoscimento, assegnato nell’ambito dell’iniziativa Oil & Gas Methane Partnership 2.0 (OGMP 2.0) promossa dall’UNEP, premia le aziende che adottano i più alti standard di trasparenza e accuratezza nella rendicontazione delle emissioni di metano e nell’efficacia delle azioni di mitigazione. Secondo quanto emerso dall’analisi annuale condotta su oltre 150 aziende a livello globale, Snam si è distinta per l’eccellenza nelle attività di monitoraggio, reporting e riduzione delle emissioni di metano. La Società aderisce volontariamente al protocollo OGMP 2.0 dal 2020. In linea con gli impegni assunti nell’ambito dell’iniziativa, Snam ha registrato nel 2024 una riduzione delle emissioni di metano del 13% rispetto all’anno precedente e del 63% rispetto alla baseline del 2015. Questi risultati si inseriscono in una strategia climatica più ampia, che ha visto nel 2024 una riduzione delle emissioni Scope 1 e 2 del 16% rispetto al 2023 e del 29% rispetto al 2022. Le emissioni Scope 3 sono diminuite del 10% rispetto al 2023 e del 15% rispetto alla baseline 2022, grazie alla riduzione dell’intensità emissiva della supply chain e alle minori emissioni delle società controllate. Il riconoscimento giunge a conferma dell’impegno di Snam nella riduzione delle emissioni di metano e, più in generale, del percorso verso la neutralità carbonica, con l’obiettivo di azzerare le emissioni Scope 1 e 2 entro il 2040 e raggiungere il Net Zero su tutte le emissioni, comprese le Scope 3, entro il 2050. La Società è inoltre impegnata nella decarbonizzazione del sistema energetico attraverso lo sviluppo di soluzioni innovative come, ad esempio, la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS), funzionale anche alla tutela della competitività delle industrie hard to abate.
Pilosio: rivoluzione green nel mondo dell’edilizia per i ponti e viadotti
Parte dal Friuli la rivoluzione green nel mondo dell’edilizia per ponti e viadotti. La Pilosio, storica azienda di Tavagnacco nota a livello internazionale per la produzione di ponteggi, casseforme e sistemi sospesi, ha ideato dopo un lungo periodo di ricerca, il primo sistema in PVC al mondo per salvaguardare fiumi e terreni dalla dispersione nell’ambiente dell’acqua e dei materiali residui contaminati provenienti da attività di ripristino nei grandi cantieri. L’innovativo brevetto, chiamato “BlueSky”, è stato sviluppato dal reparto R&D sotto il coordinamento del direttore generale di Pilosio Alessandro Zanatta e ha fatto il suo debutto assoluto sul cantiere del Ponte sul Fiume Po sull’autostrada A13 tra le province di Rovigo e Ferrara. Fino a ieri il ripristino di ponti e viadotti, che sovrastano fiumi o aree naturali, comportava un rischio ambientale significativo. Operazioni come l’idrodemolizione o l’idroscabbling, impiegate per rimuovere il cemento degradato, generavano infatti acque di lavaggio e detriti contaminate che, senza adeguate protezioni, finivano inevitabilmente per disperdersi nell’ecosistema sottostante. Ora con il BlueSky di Pilosio le regole cambiano. Il sistema è concepito per offrire un’installazione rapida e una grande semplicità d’uso. La sua struttura centrale è una vasca convogliatrice in PVC, completa di apposite sacche di raccolta. Questa viene fissata sotto le travi, contestualmente all’assemblaggio della piattaforma sospesa FlyDeck. Il fissaggio è reso agevole da morsetti a sgancio rapido. Il posizionamento è
ulteriormente facilitato da una speciale guida in alluminio, la FlyRail, che permette di far scorrere in avanti e di estendere il sistema con precisione. Una volta completata questa fase, si procede con l’installazione della rete di sicurezza e dei pannelli calpestabili FlyDeck che sono dotati di botole che si allineano perfettamente sopra le sacche di raccolta. Questa configurazione garantisce un’elevata efficienza operativa: il collettore sigilla completamente l’area sottostante e laterale della piattaforma, convogliando acqua e detriti direttamente nelle sacche che vengono poi svuotate mediante pompe a immersione.
Con questo nuovo brevetto l’azienda friulana dimostra di non guardare solo all’atto vero e proprio del restauro edile, ma tiene conto di svariati aspetti legati alla sostenibilità: in primo luogo, la responsabilità di salvaguardare l’ambiente per preservare il futuro delle prossime generazioni e, in secondo luogo, la necessità di ottemperare alle normative europee che impongono alle aziende, per rimanere al passo con l’economia sempre più globalizzata, un core business che rispetti i piani di sostenibilità legati all’ESG. “Rispondiamo, a 360 gradi, alle esigenze dei cantieri, anche quelli più complessi”, commenta Nereo Parisotto, presidente di Pilosio. “Da quasi quarant’anni il nostro impegno è trasformare la visione in realtà, coniugando sicurezza, efficienza e rispetto per l’ambiente. Il BlueSky, montato in contemporanea con il ponteggio FlyDeck e la rete di sicurezza, è semplice da installare e garantisce risultati straordinari in termini di tempi, costi e tutela ambientale. Aspetti, questi, conclude Parisotto, che né noi, né le aziende per le quali operiamo, possiamo e vogliamo sottovalutare in quanto standard di eccellenza e garanzia di crescita del settore”.
Data center, Johnson Controls annuncia investimento in Accelsius
Johnson Controls, leader globale nell’efficienza energetica e nella gestione intelligente degli edifici, ha annunciato un investimento strategico multimilionario in Accelsius, azienda leader nella tecnologia di liquid cooling a due fasi e direct-to-chip per data center. Le soluzioni a due fasi sfruttano il passaggio di stato da liquido a vapore per dissipare il calore, consentendo un’estrazione termica più efficiente e una riduzione del consumo energetico. Il raffreddamento rappresenta una delle funzionalità più essenziali in un data center, in quanto garantisce in modo efficiente e affidabile la corretta temperatura dei chip, fondamentali per l’economia digitale e la vita di tutti i giorni. Tuttavia, poiché i sistemi di raffreddamento rappresentano dal 30% al 40% del consumo energetico totale di un data center, l’adozione di soluzioni di raffreddamento efficienti dal punto di vista energetico e idrico rimane una delle sfide più urgenti del settore.
“Con la rapida crescita dell’intelligenza artificiale, l’innovazione nei sistemi di raffreddamento è diventata una priorità per soddisfare le crescenti esigenze dei data center ad alta densità”, ha dichiarato Austin Domenici, Vice President e General Manager di Johnson Controls Global Data Center Solutions. “Sfruttando le nostre competenze all’avanguardia, la nostra missione è guidare il settore verso nuovi livelli di efficienza energetica lungo tutta la catena del raffreddamento”.
“L’elevata densità energetica dei carichi di lavoro legati all’AI sta portando i data center ad adottare il raffreddamento a liquido”, ha dichiarato Josh Claman, ceo di Accelsius. “Le nostre soluzioni di raffreddamento a due fasi direct-to-chip (D2C) utilizzano fluidi non conduttivi in circuiti altamente efficienti, offrendo una risposta ottimale alle esigenze dei carichi AI e HPC più impegnativi. Questa tecnologia consente un risparmio operativo (OpEx) del 35% rispetto al raffreddamento direct-to-chip a singola fase e una riduzione del costo totale di gestione compresa tra l’8% e il 17%”. Johnson Controls ha già introdotto numerose innovazioni rivoluzionarie per i data center, come il refrigeratore YORK® YVAM con cuscinetti magnetici, una soluzione che consuma il 40% di energia in meno all’anno rispetto alle altre soluzioni disponibili e che non richiede l’uso di acqua in loco, dimostrando come la tecnologia avanzata possa garantire sostenibilità e vantaggi concreti per la società. Questa tecnologia è stata recentemente inserita nella lista “Change the World” di Fortune e riconosciuta da ABI Research come leader nei data center, top innovator e top leader. L’azienda ha inoltre recentemente lanciato la piattaforma Silent-Aire Coolant Distribution Unit (CDU), che offre un’ampia gamma di capacità di raffreddamento scalabili, da 500 kW a oltre 10 MW, con design flessibili in grado di soddisfare le esigenze di qualsiasi data center. Grazie alle soluzioni complete di gestione termica di Johnson Controls, proprietari e operatori possono migliorare in modo significativo l’efficienza complessiva della struttura, riducendo il consumo energetico non IT di oltre il 50% nella maggior parte degli hub dei data center nordamericani.
Prosolia Energy, da gruppo ambientalista a multinazionale green
Talvolta gli ideali di gioventù possono diventare le fondamenta su cui costruire uno straordinario successo imprenditoriale. Almeno, questa è la storia di Prosolia Energy, una multinazionale da 19,2 milioni di utili e 56 milioni di nuovi investimenti nel 2024, leader nel settore delle energie rinnovabili, con sedi in sei paesi diversi (tra cui l’Italia) e clienti del calibro di Stellantis. L’azienda ha un’origine insolita e motivante, ispirata dai sogni di 4 amici che, nel 2003, muovevano i primi passi nell’età adulta tra Alicante e Valencia. Uno di loro era Juan Carlos Guaita, allora fondatore di un piccolo gruppo di ambientalisti spagnoli, chiamati “The Greens”, e oggi presidente di Prosolia Energy, uno dei più dinamici produttori indipendenti di energia, con l’ambizioso obiettivo di accelerare l’autoconsumo industriale e la generazione distribuita, per decarbonizzare il sistema energetico del Vecchio Continente. “Eravamo giovani e idealisti e sentivamo di dover fare qualcosa di concreto per mitigare i cambiamenti climatici, promuovendo il ricorso a fonti energetiche rinnovabili”, racconta Guaita. “Nelle aree rurali della Comunità Valenciana, a quel tempo, le case private non erano collegate alla rete elettrica. Decidemmo di partire da qui per realizzare quel cambiamento che sognavamo nel mondo: aprimmo una piccola società e iniziammo a sviluppare progetti di installazioni fotovoltaiche in modalità stand-alone, destinati a portare energia pulita negli immobili isolati della campagna valenciana”. La svolta avvenne relativamente presto, nel 2005, grazie a un’apertura normativa in Spagna, che permise alla società di cambiare modello di business: “fornire soluzioni di energia rinnovabile non più a immobili privati, ma a grandi consumatori industriali, per massimizzare il nostro impatto sull’ambiente e avere l’occasione di fare davvero la differenza nella creazione di un futuro più sostenibile”. Iniziò così una fase di rapida crescita della società, che si interruppe bruscamente nel 2010: l’effetto combinato di grandi cambiamenti sul fronte della normativa energetica in diversi paesi europei, tra cui la Spagna, e una crisi economica globale provocò “una catastrofe” aziendale. “Tra il 2010 e il 2015 attraversammo un momento di grande difficoltà: fummo costretti a chiudere la maggior parte delle sedi che avevamo aperto in Europa, Stati Uniti e Africa e licenziammo 250 dipendenti solo in Spagna”.
Tra le sedi costrette a chiudere i battenti ci fu anche quella italiana. “Nel 2013 – ricorda Juan Carlos Guaita – chiamai Graziano (NdA: Cucciolini, attuale country manager Italia di Prosolia Energy) per annunciargli la chiusura della nostra sede di Prato. Nel 2022 lo richiamai: la bufera era passata e c’erano di nuovo le condizioni per riprendere il nostro lavoro insieme”. La stessa attenzione venne riservata al resto del team: appena possibile, c’impegnammo a riassumere la gran parte di coloro che eravamo stati costretti a licenziare. “Ho sempre sentito molto forte la responsabilità di prendermi cura di tutti i miei dipendenti e collaboratori, coi quali ho condiviso sia i momenti di sacrificio che i successi”, spiega il presidente di Prosolia Energy, che rivendica l’importanza di un’etica imprenditoriale, sempre attenta a conciliare sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Nel solo 2024, gli impianti rinnovabili realizzati da Prosolia Energy in Europa hanno permesso un risparmio di oltre 15 mila tonnellate di CO₂ emesse in atmosfera, equivalenti alle capacità di assorbimento di circa 500 mila alberi. Un paio di mesi fa, poi, la società ha avviato un grande progetto di riforestazione di 13,5 ettari di bosco a Pontevedra (Galizia), per compensare in modo volontario il 10% delle proprie emissioni di CO2, in vista dell’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2030. Juan Carlos Guaita ha le idee chiare a riguardo: “La tutela dell’ambiente non è una scelta volontaria, ma un imperativo globale”. E nessuno si stupisca se sembrano le parole di un attivista per il clima, perché il manager di oggi non rinnega nulla del giovane idealista che è stato. Quando gli si chiede quanto sia rimasto dell’originaria visione che animò la nascita di quel piccolo gruppo ambientalista dei primi anni Duemila nella multinazionale di oggi, Guaita non ha esitazioni. “Quella visione continua a guidare le nostre scelte, naturalmente coniugata con una strategia manageriale. Sono convinto che proprio l’equilibrio tra questi due obiettivi – l’impegno per l’ambiente e la crescita del business – sia il segreto del nostro successo. Senza quell’ideale a guidarla, Prosolia Energy sarebbe fallita, come molte altre aziende entrate nel settore delle energie rinnovabili solo per fini speculativi”.
Wayla introduce veicoli elettrici e firma una partnership con Atlante
Wayla, la prima startup italiana a fornire un servizio di van pooling in Italia, annuncia l’introduzione di 5 veicoli elettrici con ulteriori mezzi previsti nei prossimi mesi e la firma, per ricaricarli, di una nuova partnership con Atlante, azienda impegnata nello sviluppo di una delle più grandi reti di ricarica rapida e ultra-rapida del Sud Europa interamente alimentata da energia rinnovabile. Wayla impiegherà i nuovi Fiat E-Ducato come veicoli elettrici, dotati di batteria da 110 kWh e tecnologia di ricarica rapida da 150 kW, che consente di passare dal 20 all’ 80% di carica in poco più di 30 minuti. Queste caratteristiche garantiscono un’autonomia stimata tra i 300 e i 350 km per ogni mezzo. La collaborazione tra Wayla e Atlante consentirà ai veicoli elettrici della startup di ricaricarsi presso la rete di colonnine Atlante a condizioni dedicate, contribuendo a rendere il trasporto condiviso ancora più accessibile e sostenibile. I veicoli Wayla che viaggeranno sulle strade urbane avranno il logo Atlante, rendendo visibile la sinergia tra le due realtà, mentre i servizi di navetta della startup supporteranno eventi organizzati da Atlante, consolidando ulteriormente la partnership. Wayla nasce con l’obiettivo di rendere gli spostamenti cittadini più sostenibili, efficienti e sicuri. Attraverso una piattaforma digitale, la startup permette ai passeggeri di condividere tragitti ottimizzando il numero di veicoli in circolazione, riducendo così costi ed emissioni. Il servizio, già attivo a Milano e nella provincia di Monza e Brianza, rappresenta un’alternativa concreta alla mobilità privata, integrandosi con le altre opzioni disponibili e offrendo prenotazioni semplici e trasparenti, con tempi di percorrenza e costi comunicati in anticipo. Atlante è uno dei principali operatori per la realizzazione di una infrastruttura di ricarica rapida e ultra-rapida per veicoli elettrici, con una rete in rapida espansione in Italia, Francia, Spagna, Portogallo e presto Svizzera, che conta già oltre 1.000 stazioni. Milano e la provincia limitrofa rappresentano uno dei centri nevralgici della rete Atlante in Italia, con oltre 70 punti di ricarica in luoghi simbolo della città, come CityLife e il Mercato Agroalimentare Foody, oltre alle stazioni negli aeroporti, agli ingressi della città come l’hub in Via Gentile e sulle tangenziali milanesi come a Cascina Gobba e Muggiano. Tutte le infrastrutture Atlante, che in Italia conta oltre 1.500 punti di ricarica, sono alimentate da energia rinnovabile e integrate, dove possibile, con sistemi di accumulo e produzione fotovoltaica, a garanzia di un’esperienza di ricarica affidabile e sostenibile. La presenza capillare sul territorio di Milano e provincia riflette la visione di Atlante: favorire una mobilità urbana a zero emissioni, accessibile e interconnessa, in linea con l’evoluzione delle città e le nuove esigenze di mobilità condivisa.
“Integrare veicoli elettrici nella nostra flotta è per noi un impegno concreto verso città più vivibili e sostenibili. Vogliamo offrire ai nostri utenti un servizio che non sia soltanto efficiente, ma anche rispettoso dell’ambiente, affinché il van pooling diventi la scelta più naturale per cittadini e aziende. La partnership con Atlante rappresenta un passo fondamentale nella nostra missione di trasformare la mobilità urbana” dichiara Carlo Bettini CEO & Co Founder di Wayla. “Con Wayla condividiamo la stessa visione: trasformare la mobilità urbana in un’esperienza sostenibile, condivisa e connessa. Entrambe le nostre realtà nascono con l’obiettivo di innovare partendo dalle città e dalle persone, rendendo gli spostamenti più semplici, accessibili e rispettosi dell’ambiente. Insieme vogliamo dimostrare che tecnologia e collaborazione possono davvero rendere le nostre città più vivibili e a misura di futuro”, ha dichiarato Gabriele Tuccillo, CEO Atlante Italia. Con l’introduzione dei veicoli elettrici e questo accordo, Wayla intende accelerare il cambiamento verso una mobilità urbana più responsabile, accessibile e rispettosa dell’ambiente, portando benefici concreti a cittadini, imprese e comunità.
Italo e donne stem, finanziata una borsa di studio
Stando all’ultimo rapporto ISTAT, in Italia solo il 16,8% delle donne tra i 25 e i 34 anni possiede una laurea in ambito scientifico-tecnologico, contro il 37% degli uomini. Il tasso di occupazione femminile per l’area “scienze e matematica” è inferiore a quello maschile di 6,3 punti percentuali mentre per l’area “informatica, ingegneria e architettura” la differenza nei tassi di occupazione supera addirittura il 9%. Dati che mostrano come siano ancora fortemente presenti stereotipi che precludono alle donne l’accesso a determinati settori di studio con conseguente sbocco lavorativo, considerando determinate discipline ad esclusivo
appannaggio maschile. Per tali ragioni Italo prosegue il suo cammino per supportare le donne e contrastare simili disparità. Da ultimo, la società a marzo 2025 ha lanciato un progetto dedicato alle donne “dimenticate”: un’iniziativa volta a celebrare le figure femminili italiane che hanno lasciato un segno nella storia della scienza, della cultura e dei diritti, spesso poco conosciute dal grande pubblico e dalle nuove generazioni. Ieri, presso la Lounge Italo Club della stazione di Firenze Santa Maria Novella si è tenuto l’evento “Italo e le STEM: storie che ispirano il futuro”, un’occasione di dialogo sul ruolo delle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) come motore di crescita professionale, equità salariale e innovazione sociale. Tra le azioni concrete promosse da Italo nell’ambito del progetto figurano l’assegnazione di una borsa di studio STEM a una giovane ricercatrice per favorirne l’accesso a percorsi formativi di eccellenza e la dedica di un treno a Maria Del Rio, pioniera nella medicina e nella psichiatria italiana nota per aver integrato arte e scienza in percorsi terapeutici infantili, promuovendo la cura dei bambini con disturbi cognitivi (dopo che nella prima parte dell’anno già era stato dedicato un treno a Laura Bassi Veratti, prima professoressa universitaria in Europa). L’incontro ha visto la partecipazione di figure di spicco provenienti da ambiti diversi, unite dal desiderio di promuovere una cultura inclusiva e orientata al futuro come Martina Marmotta (Responsabile Sviluppo Organizzativo e Comunicazione Interna di Italo), Fabiana Giacomotti (giornalista e storica del costume, che cura anche la rubrica mensile su Italo Magazine dove racconta le storie di donne italiane che hanno contribuito allo sviluppo scientifico e tecnologico), Camilla Esclapon (medico veterinario e imprenditrice) e Valentina Pagliai (Responsabile Progetti Educativi di Robert F. Kennedy Human Rights Italia). L’obiettivo del progetto è quello di incoraggiare le future studentesse a intraprendere un percorso in ambito tecnologico-scientifico, promuovendone l’accesso, garantendone parità di retribuzione e opportunità di carriere. Un impegno che si inserisce nella visione del Gruppo Italo, da sempre attento all’innovazione, alla sostenibilità e alla valorizzazione delle persone.
Fs presenta il documentario ‘Andata e ritorno’ alla Festa del Cinema
Il treno come metafora di vita, strumento di connessione per raggiungere un lavoro, un sogno, un’occasione di libertà o di futuro.Alla Festa del Cinema di Roma il Gruppo FS presenta il documentario “Andata e Ritorno”, realizzato da Gruppo Creativo Multimedia per Ferrovie dello Stato Italiane, scritto e diretto da Roberto Campagna ed Elena de Rosa. Un documentario corale che racconta, attraverso il montaggio alternato, il viaggio di sei passeggeri alle prese con le gioie e le difficoltà quotidiane. Storie di un’umanità pendolare dove il treno non rappresenta più solo un mezzo di trasporto, ma un’opportunità di incontro e scoperta, motore di realizzazione, rivincita e affermazione personale. Il viaggio di Anna Maria Natale, insegnante precaria che dalla provincia di Caserta ogni giorno si dirige verso Roma per insegnare, si intreccia a quello di Alex Cesca, ragazzo con sindrome di Down di Civitanova Marche, che grazie al treno riscopre la propria autonomia per raggiungere quotidianamente il lavoro. Il percorso di Yakuba Camara, promessa del calcio che fa il pendolare per andare ad allenarsi, si rispecchia in quello di Gaia Karola Carafa, sciabolatrice pugliese dell’Arma dei Carabinieri, che punta al sogno olimpico. E poi ancora, il giovane compositore piemontese, Raffaello Basiglio, che trasforma il vagone del Frecciarossa in un improvvisato studio di registrazione di colonne sonore, mentre l’architetto lombardo Alberto Cavallari cattura in ritratti l’anima dei passeggeri con i quali condivide i viaggi. La capillarità del Gruppo FS diventa lo scenario vivo e autentico di questi micro-universi quotidiani. Ogni storia ha la sua voce, il suo paesaggio, il suo dialetto. Istantanee emotive che raccontano, nella semplicità di gesti abituali, come il viaggio diventi parte integrante di esistenze in continua evoluzione e movimento. Sullo sfondo delle storie dei protagonisti, il lavoro silenzioso di chi si prende cura dei passeggeri e garantisce ogni giorno viaggi sicuri e accessibili. Il documentario cinematografico segue con macchina a mano i movimenti dei personaggi, fotografando piani sequenza lunghi, respiri, silenzi e dettagli che parlano più delle parole. I dialoghi lasciano trapelare il dialetto, lingua dell’anima che rivela emozioni, paure e speranze e si fonde ai suoni dei treni, delle stazioni e di infinite altre possibili storie.