MANIFESTO DEI SERVIZI
Le imprese: STOP discriminazione negli appalti, ora nuovo correttivo
La Consulta dei Servizi, in rappresentanza di 45 mila imprese che occupano oltre un milione di addetti, lancia il Manifesto dell’Economia dei Servizi. La principale richiesta al Governo e alla politica è quella di superare con un nuovo corretivo una “inaccettabile discriminazione” del Codice degli Appalti tra servizi e lavori. In assenza di norme sulla revisione dei prezzi, le imprese si sono fatte carico degli aumenti dei costi delle materie prime e dell’energia. Ma questa situazione non può durare all’infinito.
E’ un esercito composto da un milione di lavoratrici e lavoratori e 45 mila imprese che genera un volume della produzione di 70 miliardi; un esercito che ogni giorno h24, 7 giorni su 7 si prende cura del Paese erogando servizi di pulizia di luoghi pubblici e di lavoro, igienizzazione degli ospedali, mense scolastiche e ospedaliere, raccolta e gestione dei rifiuti, vigilanza privata, fornitura di dispositivi medici, sanificazione e sterilizzazione di dispositivi medici, servizi di welfare e sociosanitari. Ora, questo esercito rinserra le fila ed è pronto a battersi per richiamare l’attenzione ma, soprattutto, l’azione del Governo e della politica contro l'”inaccettabile discriminazione” operata dal codice degli appalti tra lavori e servizi con un ulteriore correttivo, per parificare le norme tra i due settori e introdurre sistemi obbligatori e continuativi di revisione prezzi. A dar voce, con toni duri – è stata ventilato anche il rischio di una serrata – a queste richieste la Consulta dei Servizi, che conta ventidue organizzazioni in rappresentanza delle imprese del comparto, che ha presentato un Manifesto dell’Economia dei Servizi, dal titolo “Invisibili negli appalti, indispensabili per il Paese”. Perchè, hanno avvertito, senza questo settore “l’Italia si ferma”. Il grido d’allarme di questo fronte compatto e trasversale è arrivato ieri, nel corso di una conferenza stampa alla Camera, organizzata dalla deputata e responsabile del Dipartimento Lavori Pubblici di Forza Italia Erica Mazzetti e alla quale hanno partecipato Chiara Braga, capogruppo del Pd a Montecitorio e il deputato di Fratelli d’Italia, Massimo Milani. Una significativa presenza bipartisan quella della politica, che ha riconosciuto i problemi denunciati dalle imprese e, al contempo, ha assicurato l’impegno a intervenire in tempi rapidi anche con il decreto Infrastrutture, approvato dal Governo, come ha indicato Mazzetti.
La Consulta dei Servizi è composta dalle associazioni nazionali Agci Imprese sociali, Agci Servizi, Angem, Anid, Anip, Anir, Assiv, Assosistema, Confcooperative Federsolidarietà, Concooperative Lavoro e Servizi, Confedersicurezza, Fipe, Fnip, Legacoop Sociali, Legacoop Produzione e Servizi, Univ, Unioneservizi e Uniferr. A queste si aggiungono tre filiere: Afidamp, Fondazione Scuola Nazionale Servizi, Issa. A presentare il Manifesto è stato Andrea Laguardia, vicepresidente di Legacoop Produzione e Servizi. “Gran parte dell’economia generata dai nostri settori è frutto delle politiche e della spesa derivante dal pubblic procurement, malgrado questo, crediamo che al settore non venga data la giusta rilevanza, a partire dal riconoscimento di un principio sacrosanto che è quello del riequilibrio contrattuale”, ha detto. “In questi anni caratterizzati da instabilità economica che ha visto aumentare a dismisura i costi delle materie prime e dell’energia, in assenza di norme sulla revisione prezzi, le imprese si sono fatte carico degli avvenuti aumenti con senso di responsabilità, per non fermare i servizi essenziali continuando ad erogarli senza intaccare qualità e numero di cittadini raggiunti. Questa situazione non può durare all’infinito”.
Nel mirino della Consulta dei Servizi sta, dunque, il decreto correttivo del Codice degli Appalti che per il settore dei lavori ha abbassato la soglia per l’attivazione della revisione dei prezzi dal 5 al 3% con il riconoscimento del 90% dei costi eccedenti tale soglia, per i servizi è rimasta, invece, invariata al 5% con il riconoscimento soltanto dell’80%, anche in questo caso in relazione all’eccedenza rispetto alla franchigia. “Serve un ulteriore correttivo, per parificare le norme tra i due settori e introdurre sistemi obbligatori e continuativi di revisione prezzi”, chiedono le imprese. Questa situazione ha ripercussioni sul versante del lavoro. “In assenza di queste norme diventa difficile rinnovare i contratti nazionali di lavoro per proteggere il potere di acquisto dei lavoratori. E’ un attimo passare dal problema normativo a quello sociale. Allo stesso tempo chiediamo che al settore venga data la giusta attenzione, ad oggi non abbiamo interlocutori”.
A questa denuncia è arrivata una prima risposta. Un veicolo per intervenire sulla norma può essere, come si è detto, il Dl Infrastrutture, approvato lunedì scorso dal Consiglio dei ministri. “L’articolo 2 parla di codice degli appalti. Si può prevedere un emendamento specifico su questo tema”, ha detto Mazzetti. Ma c’è un altro impegno che è stato annunciato e che dovrebbe concretizzarsi a breve: un intergruppo parlamentare che affronti queste tematiche. “Anche nella mia veste di Presidente dell’intergruppo parlamentare Progetto Italia, propongo di istituire una sezione permanente dedicata ai servizi e alle forniture con il c.t.s. formato dalle stesse associazioni. È un passo necessario per portare questo comparto nella sede politica che merita. È una battaglia di giustizia economica che riguarda il paese reale ,ma anche di serietà politica condivisa oggi con i colleghi Braga e Milani”, ha detto Mazzetti riconoscendo che questo settore è stato spesso trascurato pur rappresentando oltre l’80% del valore degli appalti. “Un dato che parla da solo”. E la parlamentare ha ricordato le criticità segnalate in veste di relatrice per Forza Italia della riforma del Codice degli Appalti con il governo Draghi. Le criticità “sono emerse con forza nel momento in cui si è intervenuti con l’approvazione del correttivo. In particolare, la revisione prezzi è stata applicata ai lavori ma non ai servizi e alle forniture per l’ordinario. Questo crea una disparità evidente, che penalizza le imprese che ogni giorno garantiscono il funzionamento del Paese, anche nei momenti più difficili e per le fasce più deboli”. Modalità “discriminatorie” denunciate anche da Braga. Tanto più che “vanno a colpire una corposa parte delle attività economica del nostro Paese”, fatta di piccole e medie imprese. “Sono messi a repentaglio la sopravvivenza delle imprese e il riconoscimento degli aumenti contrattuali, in un settore dove il costo del lavoro è una voce che incide particolarmente”. Oltre alla necessità di correggere la norma, Braga ha anche sollecitato in materia una gestione che dal Mit si allarghi anche ad altri ministeri competenti, come Salute e Lavoro. L’esponente di FdI Milani ha proposto “l’istituzione di un monitoraggio in seno al Mef” sul settore.
«Accogliamo positivamente l’iniziativa della creazione dell’intergruppo parlamentare per i servizi: è un passo fondamentale per costruire un Codice degli Appalti realmente aderente alla realtà dei servizi continuativi e pluriennali, come la ristorazione collettiva. Bene anche la distinzione tra lavori e servizi, finalmente esplicitata nel nuovo impianto normativo”, ha commentato il presidente di Anir, Massimo Piacenti. “Tuttavia, siamo costretti a rilevare che, a oggi, l’unica vera innovazione per il nostro settore – l’introduzione della revisione ordinaria – non ha ancora prodotto effetti reali sulle dinamiche del mercato pubblico. È urgente intervenire con una definizione più chiara dell’istituto della revisione ordinaria, – prosegue Piacenti – limitando il margine di discrezionalità delle stazioni appaltanti. Serve una cornice più vincolante e uniforme, capace di garantire equità, continuità ed efficienza del servizio. Perché senza regole certe, non è solo a rischio la sostenibilità delle imprese, ma la qualità stessa dei servizi erogati alla collettività».
Dopo l’iniziativa di oggi, la Consulta ha già annunciato un altro appuntamento a Milano il 27 maggio e un seminario pubblico a roma, il 19 giugno, dal titolo “Con i Servizi cresce l’Italia”.