La giornata

Macron scommette su Lecornu. Oggi in piazza ‘Bloquons tour’

  • Appalti: al Mit siglato Protocollo d’intesa sull’utilizzo intelligenza artificiale
  • Architetti, all’Ordine di Roma Christian Rocchi in pole per la presidenza, Marco Campagna il più votato
  • Webuild: inaugurata in Etiopia la Grand Ethiopian Renaissance Dam, il più grande progetto idroelettrico in Africa
  • Gastech, Jørgensen (UE): lavoriamo per renderci ancor più indipendenti dalla Russia. Piani futuri da 100 miliardi
  • Clima, studio Ue: record emissioni globali nel 2024, +1,3% annuale

09 Set 2025

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Alta tensione in Francia. Come previsto, ieri, l’ex premier Francois Bayrou ha rassegnato le dimissioni al  presidente Emmanuel Macron  che, con tempi anche più rapidi di quelli promessi, ha sciolto il nodo della successione, nominando un suo fedelissimo, il ministro delle Forze Armate Sebastien Lecornu. L’esigenza di fare presto è  stata anche dettata dalla scadenza di venerdì con l’aggiornamento del giudizio da parte di Fitch che attualmente ha un rating di AA- con outlook negativo. “Il presidente della Repubblica mi ha affidato il compito di costruire un governo con una direzione chiara: la difesa della nostra indipendenza e della nostra potenza, il servizio al popolo francese e la stabilita’ politica e istituzionale per l’unita’ del Paese. Desidero ringraziarlo per la fiducia che mi ha dimostrato nominandomi primo ministro”, ha dichiarato Lecornu. Oggi si svolgerà il passaggio di consegne con l’ormai ex premier Bayrou.  “Il   presidente sta sparando l’ultima cartuccia del macronismo, trincerato con il suo piccolo quadrato di fedelissimi. Dopo le inevitabili elezioni legislative, il primo ministro si chiamerà Jordan Bardella”, ha commentato Marine Le Pen. “La risposta di Macron all’uscita di scena di Bayrou: da ora in poi è assolutamente uguale a prima. Solo le dimissioni dello stesso Macron potranno porre fine a questa triste commedia di disprezzo del Parlamento, degli elettori e della decenza politica”, ha dichiarato Jean-Luc Mélenchon, leader della ‘France Insoumise’ . Ma quella  di oggi  sarà anche una giornata di proteste e scioperi contro il governo mentre una ulteriore mobilitazione è attesa per il 18 settembre. Il movimento ‘Bloquons tout’, l’onda degli indignati, minaccia di paralizzare il Paese. Nato in rete, il movimento post-gilet gialli composto da tante anime unite dall’anti-macronismo è la nuova incognita della République. Il ministro dell’Interno uscente, Bruno Retailleau, che circa 80.000 tra poliziotti e gendarmi verranno dispiegati per garantire l’odine pubblico ai quattro angoli della Francia, a partire da alcune “zone sensibili”, come strade, tangenziali, stazioni, aziende, università, e promesso “tolleranza zero”. Alla vigilia della mobilitazione, circa 30 atenei hanno riunito assemblee generali per decidere il da farsi. A Parigi, i militanti hanno deciso di bloccare diverse porte d’accesso alla capitale (tra cui La Chapelle, Bagnolet, Montreuil, Italie, Orléans) e proseguire i blocchi in mattinata. Previsti disagi anche nel trasporto ferroviario, così come negli aeroporti.

Ponte sullo Stretto, Morelli (Cipess) firma la delibera, ora firma di Meloni e invio alla Corte dei Conti

“La tempistica dell’iter della Delibera, che ha approvato il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina, è confermata. Dopo la seduta del 6 agosto si sono concluse, entro i termini, le procedure, comprese le verifiche di finanza pubblica, previste dalla norma preliminari ed essenziali per l’esame della Corte dei Conti”. Lo ha dichiarato il sottosegretario di Stato con delega al Cipess Alessandro Morelli. “Con la mia firma di oggi la delibera verrà sottoposta alla firma del presidente del Consiglio e immediatamente inviata alla Corte dei Conti, dopo il cui esame e registrazione, verrà pubblicata in Gazzetta Ufficiale e avviati i cantieri come annunciato dal ministro Salvini. Il rispetto delle procedure e dei tempi previsti per norma sono la garanzia della correttezza delle decisioni che impediranno inutili allungamenti dei tempi”. Ieri, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini,  Ha incontrato il sindaco di Messina Federico Basile. Presenti anche Pietro Ciucci, amministratore  delegato della società Stretto di Messina, e Aldo Isi, amministratore delegato di RFI. L’incontro, propedeutico all’avvio dei lavori, è servito a verificare il rispetto delle tempistiche previste e ad approfondire alcuni temi cruciali: le questioni legate alle risorse idriche del territorio, la viabilità, gli aspetti abitativi nonché la formazione dei lavoratori locali per creare nuove opportunità e posti di lavoro per i giovani del territorio. In particolare nell’ambito delle opere anticipate presentate dal Comune e approvate dalla delibera CIPESS del 6 agosto – che sarà efficace con la registrazione della Corte dei conti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale – si è convenuto sull’opportunità di dare priorità ai progetti riguardanti la riqualificazione della rete idrica e stradale nonché lo sviluppo di unità residenziali.  Per il progetto di collegamento dei raccordi ferroviari del ponte alla linea esistente, sono state illustrate le opzioni tecniche che hanno portato all’individuazione dell’attuale soluzione ‘Contesse’ rispetto alle soluzioni precedenti. RFI si è impegnata a sviluppare uno studio di ottimizzazione progettuale per ridurre gli impatti sul quartiere di Contesse, che sarà presentato a breve. L’obiettivo condiviso è l’istituzione di un “tavolo permanente” sul Ponte, per affrontare in maniera costante tutte le questioni legate all’opera, nell’interesse delle comunità coinvolte. Dopo l’incontro odierno sul versante siciliano, seguirà a breve un analogo appuntamento sul lato calabrese.

Appalti: al Mit siglato Protocollo d’intesa sull’utilizzo intelligenza artificiale

È stato sottoscritto oggi, presso la sede centrale del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), un protocollo d’intesa per l’utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale (IA) a supporto delle Stazioni Appaltanti. La convenzione è stata firmata dal MIT, dal Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa e da ITACA (Istituto per l’innovazione e la trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale), con l’adesione di Invitalia e IFEL in qualità di partner di progetto. L’accordo, della durata di 24 mesi, nasce nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – investimento M1C1 – 1.10. L’obiettivo è rafforzare la digitalizzazione dei contratti pubblici e la qualificazione delle stazioni appaltanti, attraverso l’implementazione della piattaforma OpenDigitApp – E-Contract Hub. La sottoscrizione di questo documento rappresenta un passo concreto verso la sinergia digitale tra amministrazioni pubbliche, consentendo la condivisione di competenze giuridiche, tecnologiche e amministrative. Questa intesa è un esempio di collaborazione istituzionale sulla condivisione di dati pubblici al servizio dei cittadini e degli operatori del settore, contribuendo a un’amministrazione più digitale, efficiente e trasparente. Tale iniziativa è in linea con i principi del nuovo Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 36/2023) e con le Linee guida AgID per l’adozione dell’intelligenza artificiale nella PA. Il protocollo definisce i termini per la condivisione, l’elaborazione e la valorizzazione, tramite tecnologie IA, della giurisprudenza amministrativa in materia di contratti pubblici, con particolare riferimento ai dati pubblicati sul portale OpenGA. La sperimentazione prevede l’estrazione e la strutturazione di dati tratti da sentenze e pareri pubblicati, l’integrazione nella piattaforma DigitApp e l’utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale per la creazione di strumenti di consultazione, ricerca e supporto alle decisioni. I dati trattati saranno interoperabili e condivisi attraverso la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND).

Tra i risultati attesi figurano strumenti di consultazione e ricerca avanzati basati su intelligenza artificiale;  moduli prototipali per il supporto operativo ai RUP e alle stazioni appaltanti; dataset arricchiti e anonimizzati; raccomandazioni di policy e linee guida operative a supporto delle amministrazioni pubbliche. I dati che saranno acquisiti grazie all’accordo con il Segretariato generale della Giustizia Amministrativa consentiranno di implementare la sezione DigitApp dell’HUB Contratti pubblici, la nuova piattaforma varata dal MIT lo scorso gennaio per la digitalizzazione e la qualificazione delle stazioni appaltanti. DigitApp è l’applicativo che digitalizza il Codice dei contratti pubblici e lo rende consultabile in modo interattivo. La piattaforma consente di navigare con semplicità tra articoli, allegati, effettuare ricerche semantiche avanzate e confrontare le diverse versioni del testo normativo. All’interno di DigitApp si inserisce il chatbot “AI4RUP”, un assistente digitale intelligente in sperimentazione da luglio per supportare direttamente i RUP. L’integrazione tra l’HUB Contratti Pubblici, supporto giuridico, DigitApp e il suo chatbot rende oggi il portale del MIT un punto di riferimento unico, capace di coniugare innovazione digitale e certezza interpretativa. Da un lato, si offrono strumenti per semplificare la ricerca e la navigazione normativa, dall’altro si garantisce assistenza qualificata e aggiornamento costante, rafforzando il ruolo del RUP come figura cardine nella corretta gestione delle procedure e nella realizzazione degli interventi pubblici. Una cabina di regia — istituita da questo documento e composta da rappresentanti di ciascuna parte — monitorerà e coordinerà le attività, assicurando coerenza con gli obiettivi strategici del PNRR. Tutti i risultati della sperimentazione saranno pubblicati sui canali istituzionali e sulla piattaforma DigitApp, garantendo la diffusione e la trasparenza.

Architetti, all’Ordine di Roma Christian Rocchi in pole per la presidenza, Marco Campagna il più votato

Si sono chiuse l’8 settembre con il raggiungimento del quorum, le elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Roma e provincia per il quadriennio 2025-2029. Al di là dei numeri assoluti, il dato rilevante è stato quello relativo all’affluenza, che conferma il significativo trend di crescita degli ultimi otto anni, nelle ultime tre elezioni: nel 2025 ha votato oltre il 34% degli aventi diritto, più di un architetto su tre iscritto all’Ordine di Roma; solo quattro anni fa, nel 2021, aveva votato un iscritto su quattro; mentre otto anni fa erano uno su cinque. Lo scrutinio, trasmesso in diretta online sul canale Youtube dell’Ordine, ha confermato, alla seconda tornata elettorale, il raggiungimento del quorum previsto per la validità del voto – pari a 3.747 dei 18.735 iscritti – ma anche riportato – come anticipato – una percentuale di votanti nettamente superiore rispetto agli appuntamenti elettorali degli anni passati, a conferma di una crescita costante della partecipazione degli iscritti all’appuntamento elettorale. Nel 2017 i votanti rappresentavano circa il 20% degli iscritti (20,6%), con 3.718 votanti su 18.081 iscritti. La percentuale è salita al 25% nel 2021 (25,06%), con 4.690 votanti su 18.716 iscritti. Fino ad arrivare, oggi – nel 2025 -, a oltre il 34%, con 6.485 votanti su 18.735 iscritti. Una crescita, sugli otto anni, in termini percentuali, del 74,4% dei votanti: non un raddoppio, ma quasi. Lo scrutinio dei voti ha indicato i 15 nuovi Consiglieri eletti, tutti appartenenti al progetto «PRO-architettura in movimento» (in totale i gruppi candidati al voto erano cinque). I candidati più votati sono stati Marco Campagna con 1909 preferenze e Christian Rocchi con 1.860, che è in pole per la nomina alla presidenza. Il risultato elettorale, sottolinea l’Oar, va oltre la dimensione numerica: testimonia la crescente sensibilità della comunità professionale verso i temi della professione e del ruolo sociale dell’architetto – portati avanti con continuità dall’Ordine negli ultimi anni -, ma anche la voglia di partecipazione, di confronto e di responsabilità condivisa. In un contesto segnato da difficoltà economiche e sociali, dunque, gli architetti dimostrano di voler essere sempre più presenti, attenti e consapevoli rispetto alle sfide comuni. Una testimonianza di un lavoro solido svolto in questi anni per sensibilizzare gli iscritti e valorizzare il ruolo dell’architetto non solo come professionista, ma come figura che contribuisce al benessere della comunità e alla qualità della vita urbana e sociale. La tornata elettorale a Milano è invece cominciata ieri, 9 settembre.

Trasporti, Salvini incontra il presidente di Art Zaccheo

l vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha incontrato oggi presso la sede del Ministero il presidente dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, Nicola Zaccheo. ​L’incontro, concreto e cordiale, riferisce il Mit,  è stato un’occasione per fare il punto sulle principali tematiche di comune interesse. In particolare, è stata posta attenzione alle prescrizioni che consentono la circolazione sulla linea AV Roma-Firenze solo ai treni con velocità superiore ai 200 km/h, escludendo di fatto i convogli regionali oggi in servizio. E’ stata sottolineata la questione dei pendolari e degli studenti della suddetta linea ferroviaria, per le necessità degli stessi segnalate dai vari territori. Nel corso della riunione, il Presidente dell’Autorità ha illustrato al Ministro l’esito del procedimento avviato nei confronti di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), delle Regioni interessate e Trenitalia, che prevede una possibile deroga – anche parziale – alle prescrizioni, così da garantire la continuità del servizio per i pendolari e per gli studenti. Al termine dell’incontro, le parti hanno concordato sulla necessità che l’Autorità prosegua l’analisi degli impatti delle diverse opzioni, con l’obiettivo di individuare una soluzione equilibrata che salvaguardi gli interessi in campo, mettendo al centro le esigenze dei viaggiatori.

Webuild: inaugurata in Etiopia la Grand Ethiopian Renaissance Dam, il più grande progetto idroelettrico in Africa

Giornata storica ieri per l’Etiopia con l’inaugurazione  della Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD), il più grande progetto idroelettrico mai realizzato in Africa. Un’opera monumentale progettata e realizzata da Webuild, che segna l’inizio di una nuova era per il Paese, proiettandolo al centro della transizione verde del continente. Alla cerimonia ufficiale hanno preso parte Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, al fianco del Primo Ministro etiope Abiy Ahmed Ali e dei capi di Stato dei paesi africani che con l’Etiopia condividono uno scopo comune di crescita e unità. Per le dimensioni straordinarie e la complessità ingegneristica senza precedenti, GERD, commissionata dal cliente Ethiopian Electric Power, si afferma come una delle opere infrastrutturali più ambiziose e avanzate realizzate a livello globale negli ultimi anni. Con una capacità installata di oltre 5.000 MW e una produzione annua attesa di 15.700 GWh, GERD è in grado di generare energia per una quantità equivalente a tre centrali nucleari di medie dimensioni. Il bacino artificiale, lungo 172 chilometri, può contenere fino a 74 miliardi di metri cubi d’acqua, dimensioni che rendono GERD il progetto idroelettrico più grande d’Africa.

La diga principale è alta 170 metri e lunga 1.800 metri alla sommità ed ha un volume di 10,7 milioni di metri cubi di calcestruzzo, detenendo per questo il record assoluto come la più grande diga a gravità in RCC mai costruita in Africa per volume dello sbarramento. Il cantiere ha inoltre stabilito un record mondiale il 28 dicembre 2014, posando 23.000 metri cubi di calcestruzzo di tipo RCC (rullato compattato) in sole 24 ore, risultato dell’eccellenza ingegneristica e organizzativa del progetto. GERD è un’opera che ha contributo a trasformare il territorio, generando un impatto economico e sociale positivo sui territori: attorno al cantiere è nata una vera e propria città, con un ospedale, due ambulatori attrezzati, una scuola, impianti sportivi, una fabbrica per la produzione di injera – piatto tradizionale etiope – e infrastrutture viarie che resteranno come eredità per le comunità locali. Oltre 25.000 persone, in gran parte etiopi, hanno lavorato alla costruzione del progetto, acquisendo competenze e professionalità che potranno applicare anche in altri progetti futuri. Il progetto idroelettrico incarna la realizzazione di una visione di lungo periodo, e rappresenta uno strumento di crescita del Paese, in linea con gli obiettivi del Piano Mattei del Governo Meloni, che punta a coinvolgere imprese italiane su grandi progetti funzionali allo sviluppo dei paesi africani.

La realizzazione di GERD si inserisce in un percorso che vede Webuild protagonista in Etiopia da oltre 70 anni, con 30 progetti completati, in particolare nel settore idroelettrico. Tra questi, ci sono il Beles Multipurpose Project, con una centrale idroelettrica sotterranea – la più grande del Paese al momento della sua inaugurazione – e la diga Gibe III sul fiume Omo, alta 250 metri, che al momento della sua apertura era la diga in RCC più alta al mondo. È attualmente in corso la costruzione della diga di Koysha, il secondo progetto idroelettrico più grande dell’Etiopia dopo GERD, che contribuirà ulteriormente alla transizione energetica del Paese. Con GERD, Webuild conferma la sua leadership globale la sua capacità di consegna di grandi infrastrutture complesse e sostenibili. Il suo track record include la realizzazione di 318 dighe e impianti idroelettrici nel mondo, per una capacità totale di 53.659 MW. Ai progetti idroelettrici realizzati si affiancano anche i progetti che il Gruppo ha attualmente in corso, che garantiranno 14.000 MW di nuova capacità installata e forniranno energia pulita e accessibile a basso costo a milioni di persone in tutto il mondo, contribuendo a evitare l’emissione di 13 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. L’inaugurazione della Grand Ethiopian Renaissance Dam rappresenta una nuova tappa nel percorso di avanzamento e completamento dei progetti del Gruppo Webuild, che da inizio anno ha portato a termine oltre 10 progetti su scala globale, a conferma della solida capacità di delivery del Gruppo. Oltre a GERD, tra questi progetti ci sono una tratta strategica della Interstate 275 in Florida (USA), il nuovo Ospedale di Monopoli-Fasano in Italia e il progetto di risanamento ambientale Riachuelo a Buenos Aires (Argentina).

Porti, Gioia Tauro cresce: record storico e nuovi investimenti

Il Porto di Gioia Tauro continua a crescere e a investire, smentendo chi lo descrive come “snobbato”. Lo sottolinea il Mit in una nota. Nel 2024 lo scalo ha raggiunto il suo record assoluto movimentando quasi 4 milioni di TEU, con un +11% rispetto al 2023 (già massimo storico dopo il 2008), confermandosi così il principale hub italiano del Mediterraneo. Il Mit ha stanziato risorse decisive per circa 140 milioni di euro, destinate all’elettrificazione delle banchine, al consolidamento delle infrastrutture e a un piano triennale che punta su intermodalità, digitalizzazione e sostenibilità. “Alle chiacchiere rispondiamo con i fatti: Gioia Tauro è un porto che cresce, nonostante i profeti di sventura”, rimarca ancora il ministero guidato da Matteo Salvini.

Gastech, Burgum (Segr. USA): Stati Uniti partner affidabile. Investimenti, diversificazione e innovazione nel nostro futuro

“Gli USA vogliono essere un partner affidabile per l’UE. Lo scenario energetico sta cambiando rispetto a 20 anni fa: dal petrolio si è passato a parlare di tanti possibili sbocchi, anche perché la situazione geopolitica è mutata”. Così Doug Burgum, segretario degli Interni della presidenza degli Stati Uniti (Ministro degli Interni degli Stati Uniti), nel corso della Cerimonia d’Apertura di GasTech 2025, in corso di svolgimento a Rho Fiera Milano. “Innovazione, frazionamento e tanti altri fenomeni sono accaduti. Gli USA hanno fatto tanto nell’ambito energetico: lo sviluppo del “Settore Oil & Gas” è stato incredibile. Nell’ultimo anno da governatore, posso dirvi che il 75% degli investimenti è avvenuto nel settore della diversificazione. Siamo diventati completamente indipendenti dal petrolio: abbiamo investito sull’innovazione e le nostre scelte sono state premiate”.

Gastech, Jørgensen (UE): lavoriamo per renderci ancor più indipendenti dalla Russia. Piani futuri da 100 miliardi

“L’energia è nel centro di tutte le discussioni: porta sfide e sviluppo. Servono politiche che implementino il nostro modo. Le scelte che faremo porteranno a scenari che ci faranno capire le differenze fra prosperità e povertà”.
Così Ditte Juul Jørgensen, direttrice generale Energia, Commissione Europea, nel corso della Cerimonia d’Apertura di GasTech 2025, in corso di svolgimento a Rho Fiera Milano.
“Dopo il conflitto russo-ucraino, la UE si è messa insieme per collaborare. La roadmap energetica guarda al 2027, con degli obiettivi: il primo quello della diversificazione energetica, grazie anche ai nostri partner internazionali, il secondo quello della diminuzione della domanda di gas, obiettivo centrato riducendo la dipendenza del 17%, dal 2022 abbiamo aumentato produzione europea e capacità, sostituendo il gas russo con il nucleare. Terzo obiettivo quello della produzione dell’energia pulita: che ci dia un sistema sicuro e competitivo”.
“Abbiamo risposto alla situazione che ci si è presentata. La strada è ancora lunga, sappiamo che i costi stanno aumentando. Non sappiamo con precisione cosa avverrà nel futuro, ma abbiamo dei target a breve e a medio-lungo termine, incentrati sull’affidabilità delle reti energetiche che possano portare a una riduzione ulteriore della domanda. Abbiamo inoltre bisogno di energia globale, per staccarci ancor di più dalla Russia: abbiamo delle date e delle scadenze, vogliamo che i nostri partner diventino sempre più attivi perché vogliamo rafforzare le relazioni con loro grazie a degli accordi di reciprocità”.
“L’abbondanza energetica è un elemento interiore che riguarderà le nostre politiche. L’UE non è soltanto il mercato più grande che ci sia, ma vuole essere anche un mercato affidabile: abbiamo sicuramente tutte le carte in regola per operare in maniera trasparente e chiara. Siamo aperti per sviluppare nuovi piani di business e gestire al meglio le partnership. Vogliamo accelerare sull’obiettivo della Carbon Neutrality, che vuol dire produzione di energia, che sia pulita”.
“Abbiamo un piano di investimento da 100 miliardi di euro: creeranno posti di lavoro e una nuova economia. Tutto dev’essere pianificato e fatto in maniera trasparente con tutti i partner globali. Il commercio non sarà ostacolato e neppure la transizione energetica: la tecnologia è importante, ma dobbiamo capire che innovare non vorrà dire diventare dipendenti da altri elementi”.
“Saremo davanti a scelte da prendere: la sicurezza e la transizione energetica saranno elementi fondanti, dovremo trovare le soluzioni che garantiranno il futuro alle future generazioni”.

Rinnovabili, Monti (Edison): In ritardo di 22 anni, accelerare accumuli e più nucleare

“Per le rinnovabili servono gli accumuli a breve (batterie) e a medio-lungo termine (pompaggi idroelettrici) in una logica sinergica e complementare per garantire la stabilità della rete e massimizzare i benefici per il Paese”. Lo dice il numero uno di Edison Nicola Monti. Come riporta il Corriere della Sera, Edison e Teha hanno dato vita allo studio ‘Lo stato della transizione energetica in Italia: principi e policy per garantire sicurezza e competitività’, da cui risulta come l’Italia raggiungerà gli obiettivi di riduzione dell’anidride carbonica previsti per il 2030 dalla legge Ue sul clima (-55% rispetto ai livelli del 1990, il cosiddetto Fit for 55) nel 2052. Non soltanto con 22 anni di ritardo, ma due anni dopo il target per tutti i Paesi Ue: il net zero al 2050. L’Italia – al pari di tutti gli altri Paesi Ue – ha presentato a Bruxelles un piano su energia e clima (Pniec), che dettaglia come intendiamo raggiungere i target e prevede che al 2030 il 63,4% dell’elettricità sia prodotto dalle rinnovabili. La fonte più indietro è l’eolico: la produzione del vento nel 2024 si è fermata a 22 terawattora a fronte di un target al 2030 di quasi 65 TWh. Il ritardo — sempre in base allo studio — è stimato in circa 10 anni. Il fotovoltaico è in ritardo di 5 anni. Per quel che riguarda la crescita della capacità installata, l’eolico è indietro di circa 8 anni, il solare di 4 anni. “Occorre prendere una decisione seria sul nuovo nucleare — dice ancora Monti — che deve essere sviluppato in un’ottica europea perché serve una filiera forte. In pompaggi idroelettrici e nucleare di nuova generazione, l’Italia ha le competenze per trasformare la sfida in un volano di crescita”.

Clima, studio Ue: record emissioni globali nel 2024, +1,3% annuale

Nel 2024 le attività umane in tutto il mondo hanno immesso nell’atmosfera un numero record di 53,2 gigatonnellate (Gt) di emissioni di CO2 equivalente (CO2eq), senza contare le emissioni derivanti dall’uso del suolo, dai cambiamenti nell’uso del suolo e dalla silvicoltura (LULUCF). Secondo gli ultimi dati del database sulle emissioni per la ricerca atmosferica globale (Edgar) della Commissione europea contenuti nello studio del Joint Research Center Ue (‘Emissioni di gas serra globali’), si tratta di un aumento dell’1,3% rispetto all’anno precedente (665 Mt di CO2eq, ovvero all’incirca la quantità emessa dalla Germania nel 2024). Nello stesso periodo, le emissioni di gas serra dell’UE, escludendo le attività Lulucf, si sono ridotte dell’1,8%, ovvero di circa 60 Mt di CO2 equivalente. Le emissioni di gas serra provenienti da Cina e Stati Uniti sono rimaste relativamente stabili.
Secondo gli ultimi dati del database sulle emissioni per la ricerca atmosferica globale (Edgar) della Commissione europea, le emissioni globali di gas serra derivanti dalle attività antropiche sono aumentate in media di quasi l’1,5% all’anno dal 1990 e, di conseguenza, nel 2024 saranno superiori del 65% rispetto al 1990. Nel 2024, le otto economie con le maggiori emissioni – Cina, Stati Uniti, India, Ue, Russia, Indonesia, Brasile e Giappone – hanno contribuito collettivamente al 66,2% delle emissioni globali di gas serra. Solo l’Unione Europea e il Giappone hanno ridotto le proprie emissioni rispetto all’anno precedente (rispettivamente -1,8% e -2,8%), mentre tutti gli altri le hanno mantenute piuttosto stabili (Cina: +0,8%; Stati Uniti: +0,4%; Brasile +0,2%) o le hanno aumentate (India: +3,9%; Russia: +2,4%, Indonesia: +5% – l’aumento relativo più elevato). In termini assoluti, l’India registra l’aumento maggiore, con 164,8 Mt di CO2eq in più di emissioni rilasciate nel 2024 rispetto al 2023. Ciononostante, tutti i principali emettitori hanno ridotto l’intensità delle loro emissioni in termini di emissioni di gas serra per unità di Pil.

Piano Mattei, firmato protocollo d’intesa con Etiopia

“Dal Kenya all’Etiopia, l’impegno dell’Italia per la lotta ai cambiamenti climatici e per una crescita sostenibile del continente africano si consolida e si rinnova. Dopo aver preso parte due anni fa al primo Africa Climate Summit di Nairobi, il sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza energetica, Claudio Barbaro, ha guidato la delegazione italiana alla seconda edizione del vertice, ospitato dal Governo etiope e dall’Unione Africana ad Addis Abeba dall’8 al 10 settembre. In occasione della seconda edizione dell’Africa Climate Summit (ACS-2), l’Italia rafforza la cooperazione con l’Etiopia nel quadro dell’iniziativa ‘Adaptation Accelerator Hub’. È stato infatti firmato un protocollo di intesa tra il Mase e il ministero etiope della Pianificazione e dello Sviluppo rappresentato dal viceministro per la Pianificazione e lo Sviluppo Seyoum Mekonnen”.
Lo fa sapere in una nota il Mase spiegando che si tratta di “un’iniziativa lanciata nel corso della presidenza italiana del G7 (2024) di grande valore strategico, pensata per accompagnare i Paesi più vulnerabili nella realizzazione di strategie di investimento nell’adattamento al cambiamento climatico attraverso progetti solidi e finanziabili, con particolare attenzione ai sistemi alimentari sostenibili, all’agricoltura resiliente e alla gestione integrata delle risorse idriche”.
L’Hub, prosegue la nota del Mase, “si propone come strumento innovativo per trasformare la pianificazione in azioni concrete che attraggano investimenti pubblici e privati a beneficio delle comunità locali”.
“La partecipazione dell’Italia a questo vertice rappresenta un passaggio importante per rafforzare la cooperazione con i Paesi africani e tradurre in azioni concrete la visione del Piano Mattei. Vogliamo contribuire a costruire partenariati capaci di generare benefici condivisi, sostenendo resilienza climatica, sicurezza alimentare e sviluppo inclusivo. L’avvio dell’Adaptation Accelerator Hub in Etiopia è un segnale chiaro del nostro impegno per una transizione giusta, che metta al centro le comunità più vulnerabili”, ha dichiarato il sottosegretario Barbaro.
Il contributo italiano – spiega il ministero – sarà orientato non solo a favorire la definizione delle priorità strategiche, ma anche a mobilitare risorse finanziarie pubbliche e private, coinvolgendo attori nazionali e internazionali interessati a sostenere le iniziative identificate. Verrà inoltre esplorata la possibilità di attivare il Fondo italiano per il clima, principale strumento pubblico nazionale per il perseguimento degli obiettivi stabiliti dagli accordi internazionali sul clima e sull’ambiente, a sostegno di specifici progetti sul territorio etiope.
“L’Italia è da tempo un partner affidabile nel percorso di sviluppo dell’Etiopia – ha dichiarato il viceministro per l’Ambiente Mekonen – apprezziamo in modo particolare il costante sostegno dell’Italia alle nostre azioni per il clima, soprattutto nel promuovere misure di adattamento. Mentre l’Africa si riunisce in questo vertice per inquadrare la finanza climatica come investimento, non come aiuto, questo protocollo d’intesa incarna proprio questo principio: collaborazione strategica, scalabile e incentrata sulle persone”.

Ocse: in Italia pochi laureati Stem, 36% in area umanistica e artistica

In tutti i Paesi dell’Ocse, i due settori di studio più popolari sono la scienza, la tecnologia, l’ingegneria, la matematica (le cosiddette materie Stem) e l’economia, l’amministrazione e la giurisprudenza, che rappresentano ciascuno il 23% dei laureati di percorsi triennali o equivalenti. In seconda posizione, seguono il settore delle arti e delle scienze umanistiche, delle scienze sociali, del giornalismo e dell’informazione, con il 22 % dei laureati. In Italia, il 21 % degli studenti universitari consegue una laurea triennale in uno degli ambiti Stem, il 20 % in economia, amministrazione e giurisprudenza e il 36 % nel settore delle arti e delle scienze umanistiche, in scienze sociali, giornalismo e informazione. E’ quanto emerge dal report Education at a glance 2025, pubblicato ieri dall’Ocse

Logistica, ricerca Manhattan Associates: sempre più Ia nei trasporti ma solo il 27% delle aziende italiane è già pronto

L’innovazione tecnologica sta diventando sempre più centrale nelle strategie delle aziende italiane del settore trasporti e logistica. È quanto emerge dalla nuova ricerca globale di Manhattan Associates Inc, azienda tecnologica leader nella logistica di distribuzione, realizzata in collaborazione con Vanson Bourne*, società di ricerca internazionale, su 1.450 senior decision-maker dei settori manifatturiero, retail, commercio all’ingrosso, beni di consumo e food & beverage in Nord America, America Latina, Europa e Australia. Dall’indagine risulta che il 27% delle aziende italiane ha integrato soluzioni di intelligenza artificiale e machine learning nei propri sistemi di gestione dei trasporti (TMS), segnando un primo passo concreto verso l’automazione e l’efficienza operativa. Sebbene ci sia ancora ampio margine di crescita, questo dato dimostra la volontà delle imprese di investire in tecnologie avanzate per rispondere al meglio alle nuove sfide del mercato. Roberto Vismara, Sales Director di Manhattan Associates Italia, ha affermato: “Il fatto che solo 3 aziende su 10 abbiano già integrato intelligenza artificiale e machine learning nei propri TMS evidenzia come ci sia ancora molta strada da fare. Le potenzialità del mercato italiano sono enormi, ma serve una spinta più decisa verso l’adozione di tecnologie avanzate per non perdere competitività. L’innovazione digitale non è più un’opzione, ma una necessità per affrontare le sfide di oggi e anticipare quelle di domani”.

La ricerca evidenzia comunque una crescente consapevolezza sull’importanza delle competenze digitali: il 63% delle aziende riconosce la formazione e l’upskilling come leve fondamentali per accelerare l’adozione dell’IA. Questo atteggiamento proattivo apre la strada a investimenti mirati nella crescita dei talenti e nell’attrazione di nuove professionalità, elementi chiave per rafforzare la competitività del sistema logistico italiano. Sul fronte della sostenibilità, il 26% delle aziende ha integrato criteri green nella pianificazione operativa dei trasporti. Un dato che indica una crescente sensibilità verso strategie di trasporto più consapevoli, in linea con le richieste normative e le aspettative dei consumatori. Anche la visibilità operativa si conferma un asset strategico per la crescita del settore: il 60% delle aziende italiane individua nella riduzione dei costi di trasporto il principale vantaggio derivante dall’adozione di tecnologie che migliorano il controllo e la trasparenza della supply chain. Infatti, questo approccio consente di ottimizzare risorse, ridurre sprechi e offrire un servizio sempre più efficiente e di qualità al cliente finale. A conferma di questa tendenza, ben l’87% delle aziende italiane considera la gestione dei trasporti una priorità strategica entro il 2030. Questa visione a lungo termine rappresenta una solida base per incentivare investimenti, innovazione e trasformazione digitale, consolidando il settore come punto di riferimento nello sviluppo economico del Paese. “Le aziende italiane stanno dimostrando una grande capacità di adattamento e una forte propensione all’innovazione. Investire in tecnologie avanzate e nella formazione delle persone è la chiave per rendere la supply chain più sostenibile, efficiente e resiliente,” conclude Vismara. “La ricerca effettuata insieme a Vanson Bourne conferma che il settore è pronto a cogliere la sfida e proseguire sulla via della digitalizzazione: è il momento di accelerare e trasformare la logistica italiana in un modello di eccellenza.”

Arpex:  entra nel capitale il fondo infrastrutturale Pioneer Point

Arpex, primario operatore italiano di soluzioni fotovoltaiche per il settore commerciale e industriale, comunica l’ingresso di Pioneer Point Partners LLP, società di investimento inglese specializzata nelle infrastrutture sostenibili, quale socio di maggioranza. consente ad Arpex di rafforzare la propria posizione nel mercato nazionale del fotovoltaico e di avviare un importante piano di sviluppo pluriennale. L’obiettivo è di evolvere progressivamente da installatore di impianti “chiavi in mano” a investitore e primario produttore diretto di energia in modalità behind the meter, ovvero con impianti dedicati anche all’autoconsumo in loco da parte delle aziende clienti. Fondata nel 2000 a Settimo Torinese (Torino), Arpex si è specializzata nel comparto energetico divenendo un player di riferimento nella progettazione, installazione e gestione di impianti fotovoltaici e agrivoltaici di medie e grandi dimensioni. Negli ultimi 15 anni la società ha sviluppato e realizzato oltre 200 impianti in tutta Italia, con una capacità totale di 150 MWp di energia rinnovabile per importanti istituzioni, imprese e utilities. Gli impianti costruiti da Arpex consentono alle società clienti proprietarie di immobili industriali commerciali di produrre, senza sostenere costi di investimento, energia pulita in loco e di beneficiare di significative riduzioni dei costi energetici, oltre che contribuire alla sostenibilità e alla valorizzazione degli edifici stessi. Arpex offre anche servizi completi di bonifica dell’amianto nella pre-installazione. Nell’esercizio 2024 la società ha realizzato ricavi per circa 17 milioni di euro, con un Ebitda pari a circa 5 milioni di euro. L’ingresso di Pioneer Point Partners nel capitale di Arpex prevede che i soci fondatori mantengano una quota di minoranza e continuino a guidare le attività operative di Arpex nel percorso di trasformazione in un operatore industriale di primo piano. Saranno affiancati nella prossima fase di sviluppo da un management team guidato da Antonio Urbano, già CEO di Sistema Rinnovabili, professionista dalla consolidata esperienza nel settore delle energie rinnovabili in Italia. Antonio Urbano, Presidente e Amministratore Delegato di Arpex Investimenti, holding che controlla la società, sottolinea: “Arpex nasce da una cultura tecnica che negli anni si è trasformata in un know-how industriale unico, riconosciuto e apprezzato da sempre più clienti. Il percorso societario evolve ora verso una nuova fase di crescita, grazie all’ingresso di un socio autorevole come Pioneer Point Partners, uno tra i principali investitori europei in infrastrutture sostenibili, che rafforza la credibilità finanziaria e l’affidabilità di Arpex come player nel percorso di decarbonizzazione delle imprese italiane”.

L’investimento iniziale del Fondo sarà utilizzato per finanziare una prima tranche di 50 progetti ready-to-build in portfolio, per arrivare nel medio-lungo periodo a sviluppare fino a 100 nuovi progetti all’anno. L’operazione rappresenta il terzo investimento in Italia del secondo fondo istituzionale di Pioneer Point Partners, Pioneer Infrastructure Partners II SCSp, che ha completato la raccolta ad aprile 2024 superando l’obiettivo iniziale di 800 milioni di euro e raggiungendo oltre 1,1 miliardi di euro di impegni. Nell’ingresso nel capitale di Arpex, la società di investimento Pioneer Point Partners è stata assistita da Prothea in qualità di advisor finanziario con un team guidato dal Managing Partner David Armanini e dal Senior Director Tommaso Angela. Lo studio legale internazionale Gianni & Origoni ha prestato assistenza sui profili legali dell’operazione con un team interdisciplinare guidato dai soci Fabio Ilacqua e Luigi Maraghini Garrone. Pioneer Point Partners è stata inoltre assistita da EY Parthenon per i servizi di due diligence finanziaria, con il team del partner Umberto Nobile e del director Stefano Robotti. Per gli aspetti fiscali e di strutturazione dell’operazione, Pioneer è stata assistita da CBA Studio legale e tributario, con un team guidato dal partner Michele Citarella e dall’associato Luca Vitale.

Ita Airways e United Airlines avviano l’accordo di codeshare, più connettività tra Italia e Usa

Ita Airways e United Airlines annunciano l’avvio di un nuovo accordo di codeshare per aumentare la connettività tra Italia e Stati Uniti, garantendo maggiori opzioni di viaggio per i loro passeggeri. I biglietti in codeshare sono in vendita da oggi per volare a partire dal 15 settembre. L’accordo contribuisce alla strategia di ampliamento del network della Compagnia italiana, che prevede la crescita delle connessioni di lungo raggio e l’espansione delle destinazioni intercontinentali raggiungibili dall’hub di Roma Fiumicino, al fine di cogliere le opportunità offerte dai mercati in crescita e rispondere alla domanda di una clientela sempre più internazionale. Il codeshare con United Airlines, dunque, si inserisce coerentemente nel piano di ITA Airways di incrementare la propria offerta in Nord America.

“L’accordo di codeshare con United Airlines rappresenta per ITA Airways un passo significativo nella sua strategia di espansione del network verso nuove destinazioni intercontinentali. – ha dichiarato Joerg Eberhart, CEO e Direttore Generale di ITA Airways. – Grazie a questa partnership consolidiamo la nostra presenza sul mercato statunitense – il secondo per importanza dopo quello nazionale – offrendo ai passeggeri la possibilità di raggiungere ulteriori mete negli Stati Uniti attraverso i collegamenti offerti dal nostro nuovo Partner, United Airlines, e saremo felici di trasportare passeggeri americani sui nostri voli da Roma Fiumicino verso destinazioni italiane e internazionali. L’iniziativa si inserisce in un più ampio percorso di crescita sui mercati internazionali, che culminerà con l’ingresso di ITA Airways in Star Alliance, previsto per il 2026, a seguito dell’integrazione nel Gruppo Lufthansa. Siamo orgogliosi di poter ampliare l’offerta di viaggio per i nostri clienti grazie alla sinergia con United Airlines.”

“United serve l’Italia da oltre 33 anni e oggi offre servizi diretti da Roma, Milano, Napoli, Venezia e Palermo verso gli Stati Uniti,” ha dichiarato Patrick Quayle, Senior Vice President, Global Network Planning and Alliances di United Airlines. “ITA Airways e United condividono l’impegno di offrire ai nostri clienti più scelte, più destinazioni e maggiori opportunità di esplorare – e con questa nuova collaborazione in ambito loyalty e codeshare, i nostri clienti beneficeranno di una connettività ancora maggiore e di un’esperienza di viaggio più fluida viaggiando sulle reti reciproche.”

I passeggeri Ita Airways potranno raggiungere nuove emozionanti destinazioni nel continente americano tramite le sinergie con il vettore statunitense, come Dallas, Denver, Honolulu, Houston e Newark, in aggiunta alle rotte già operate dalla Compagnia italiana di riferimento che, nell’attuale stagione Summer 2025, vola a Boston, Chicago, Los Angeles, Miami, New York, San Francisco, Washington. Contemporaneamente, i passeggeri United Airlines vedranno amplificate le loro opportunità di viaggio non solo nel Bel Paese – dove potranno usufruire dei voli in connessione per visitare alcune tra le più popolari mete nazionali, come Bari, Bologna, Firenze, Catania, Torino – ma anche in Europa e oltre – tra cui luoghi unici come, per esempio, Atene, Amsterdam, Malta, Monaco.

Assistal: Roberto Di Napoli eletto vicepresidente

Nell’ ultima riunione di Giunta di Assistal, l’Associazione Nazionale Costruttori di Impianti, dei Servizi di Efficienza Energetica – ESCo e Facility Management, aderente a Confindustria, i componenti di Giunta hanno accolto la proposta del Presidente Roberto Rossi e del Consiglio Direttivo, eleggendo all’unanimità Roberto Di Napoli quale Vice Presidente ASSISTAL con delega alla normativa tecnica e impianti. Roberto Rossi, Presidente ASSISTAL, dando il benvenuto all’ ing. Di Napoli nella squadra dei Vice Presidenti, ha commentato: “La competenza, la professionalità e l’esperienza di Roberto Di Napoli saranno un valore aggiunto per l’Associazione che ha davanti a sé sfide complesse nel corso delle transizioni in atto e in un contesto internazionale di incertezza e instabilità”. Roberto Di Napoli, dell’azienda associata Dussmann Service Srl, ha dichiarato: “Ringrazio i miei colleghi per il prestigioso incarico che accolgo con senso di responsabilità. Rinnovo il mio impegno, in continuità con il prezioso lavoro portato avanti da tutti voi, affinché Assistal sia ancora più inclusiva e possa esprimersi verso le Istituzioni e gli stakeholders con un’unica voce ancora più forte e incisiva nella salvaguardia degli interessi di un settore strategico per l’economia del Paese”.

 

 

 

Maria Cristina Carlini

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