LO STUDIO CRESME/ANCE LOMBARDIA
In Lombardia il Pnrr va avanti, nove opere su dieci appaltate. Bertazzi (Ance): guardare oltre il 2026
Il Pnrr fa bene alle imprese lombarde. Nel triennio 2022-2024 su 22,5 miliardi di aggiudicazioni totali sul territorio lombardo, il 51%, pari a 10,6 miliardi, è andato alle imprese lombarde (si veda il grafico nella foto). Ancora meglio nel primo semestre 2025, quando hanno vinto il 68% di gare. La preoccupazione ora è per il dopo-2026.
L’89% delle opere Pnrr e il 98% dell’investimento programmato dal piano in territorio lombardo è in corso. Il Piano europeo viaggia in questa regione con estrema regolarità, come dimostra lo scouting effettuato da Cresme Europa Servizi per Ance Lombardia nell’ambito del Rapporto “Il mercato delle opere pubbliche per le imprese di costruzioni nelle province della Lombardia 2019-2025”, presentato ieri a Milano dal direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini. Dei 99 cantieri lombardi monitorati al 30 giugno 2025, per un valore complessivo di 2,2 miliardi di euro, 12 sono stati ultimati e 72 sono in corso di realizzazione con un avanzamento medio del 30%, mentre il 46% è oltre il 50% di avanzamento. Solo 11 cantieri non sono ancora partiti, rappresentando meno dell’1% del valore totale.
La giornata di ieri è stata l’occasione per capire di più su accelerazioni e rallentamenti, punti di forza e criticità, conferme e sorprese della macchina Pnrr in senso lato. Il quadro fornito dal Cresme riguarda lo stato di avanzamento di tutte le opere, suddivise per provincia. Ma l’obiettivo del lavoro era anche capire che impatto ha avuto e stanno avendo i cinque anni del Pnrr sul tessuto imprenditoriale regionale e che cosa lascerà il Pnrr dopo il 2026. È la preoccupazione di chiunque faccia impresa in questi settori oggi.
Negli anni del Pnrr, le imprese lombarde hanno accentuato il predominio, in termini di numero di gare e di importi vinti, sul territorio di casa. Nel triennio 2019-2021 avevano vinto il 58% delle 4.651 aggiudicazioni effettuate, con un peso in termini di valore del 51% (6,4 miliardi su 13,1). Nel periodo 2022-2024 la quota delle gare vinte da imprese lombarde è salita al 65% (4.085 su 7.743), mentre la crescita in valori assoluti è stata notevole, a 10,6 miliardi, pur restando in termini percentuali al 51%. Nel primo semestre 2025 la quota delle gare vinte è salita addirittura al 68%, mentre gli importi sono saliti al 54%. Da notare che crescono, rispetto al primo semestre 2024, sia gli importi vinti, da 1.473 a 1.827 milioni, sia il peso del Pnrr sul totale, dal 7 al 12% (dopo il biennio d’oro con il 2021 al 41% e il 2023 al 27%).
Interessante la valutazione qualitativa del presidente di Ance Lombardia, John Bertazzi. “La maggior parte delle opere sono state realizzate da piccole e medie imprese – dice Bertazzi – che in questi anni si sono strutturate investendo in risorse e maestranze per poter rispondere al meglio alle esigenze del mercato. Ora però è necessario guardare avanti, a quello che potrà accadere dopo il 2026, per fare tesoro di quanto accaduto e per non disperdere un patrimonio di risorse materiali e immateriali che le imprese hanno costruito in questi anni”.
Alle imprese va riconosciuto un ruolo decisivo nel risultato di portare a termine il Pnrr nei termini previsti. “Il lavoro non è concluso – dice ancora Bertazzi – e in questo ultimo anno saremo chiamati a compiere un ultimo grande sforzo per completare lavori che, in molti casi e per ragioni non dipendenti dalla volontà delle imprese, sono stati consegnati alle stesse in ritardo, rispetto al cronoprogramma”.
Ora la preoccupazione è tutta per il dopo-2026. “L’aumento degli sconti di gara – dice Bertazzi – si sta iniziando a vedere, abbiamo l’aumento dei partecipanti alle procedure, la situazione di stallo del mercato privato che ha rilevanti effetti nella realizzazione delle opere di urbanizzazione: tutti segni di una contrazione del mercato delle opere pubbliche. A questo si affianca il sempre maggior ricorso alle società in house da parte della P.A. che rischia di espellere dal mercato molte imprese. Infine, le difficoltà introdotte dalla recente normativa sul Partenariato Pubblico Privato che, con la limitazione del diritto di prelazione, ha reso ancora meno conveniente per le PMI la partecipazione a questa tipologia di gare”.
Alle PMI spetta confermare il salto fatto in questi anni. “Queste imprese – dice Bertazzi – costituiscono l’ossatura del nostro sistema industriale e per tale motivo è fondamentale sostenerle, favorendo la loro partecipazione alle gare pubbliche, prevedendo la realizzazione delle opere per lotti funzionali, cosa prevista dalla normativa (anche europea), spesso non attuata”.
“Nei prossimi anni – conclude Bertazzi – saremo chiamati ad affrontare nuove sfide sia nella manutenzione del patrimonio pubblico e delle infrastrutture, sia nella realizzazione di opere nuove, come quelle destinate al Social Housing, come previsto dagli orientamenti della Commissione europea per la programmazione di bilancio 2028-2034. Occorre, pertanto, iniziare, fin da ora, a ragionare concretamente, per essere pronti ad affrontare queste nuove sfide, facendo tesoro di tutto quanto di buono è stato fatto in questi ultimi anni”.