La giornata

Abolito l’ABUSO d’ufficio, l’industria torna a crescere a maggio

  • Unem: l’elettrico non basta, biocarburanti e low carbon da 1,7 a 8,8 milioni nel 2040
  • Al via l’iter per l’ampliamento della Città giudiziaria di Piazzale Clodio a Roma, firmato il protocollo d’intesa
  • Permessi di costruire, nei primi tre mesi crescono numero di abitazioni e superficie abitabile, ai massimi degli ultimi sette trimestri
  • Alleanza tra Edison e Webuild per lo sviluppo della filiera idroelettrica
  • Oice: dopo il boom di fine 2023 crollano le gare Pnrr nel secondo trimestre

10 Lug 2024

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L’abolizione dell’abuso di ufficio è legge. La Camera ha approvato ieri con 199 voti a favore e 102 contrari il disegno di legge che – all’articolo 1, comma 1, lettera b) – cancella l’articolo 323 del codice penale e che a febbraio era stato già votato dal Senato. Con la maggioranza hanno votato anche Italia Viva e Azione. Grande soddisfazione del ministro della Giustizia Nordio, soprattutto per la larga maggioranza con cui l’approvazione è avvenuta. Nella legge approvata – che per entrare in vigore attende la promulgazione del presidente Mattarella, la pubblicazione in Gazzetta ufficiale e la vacatio legis di quindici giorni – anche altre disposizioni di modifica del codice penale.
Dell’abolizione dell’abuso di ufficio si parlava da anni. A sollevare la questione erano stati soprattutto i sindaci per superare una delle maggiori cause del fenomeno della “paralisi della firma” ad opera dei funzionari pubblici.
Arriva anche la prima buona notizia dall’inizio dell’anno per la produzione industriale che registra la prima crescita congiunturale mentre, però, continua la lunga serie negativa su base tendenziale. Secondo il rapporto dell’Unem, i consumi di prodotti petroliferi si ridurranno di 8 milioni di tonnellate al 2030 mentre saliranno biocarburanti e carburanti low carbon.  Parte l’iter per l’ampliamento per l’ampliamento della Città Giudiziaria a Roma, obiettivo è realizzare i lavori in 5 anni. Nel primo trimestre aumenta il numero delle abitazioni e delle superfici abitabile, in calo l’edilizia non residenziale. Alleanza industriale tra Edison e Webuild per lo sviluppo dei pompaggi idroelettrici in Italia. L’ultimo report dell’Oice certifica il forte calo nel primo trimestre del numero e del valore delle gare Pnrr.

La produzione industriale fa +0,5% a maggio

La produzione industriale italiana torna a  vedere rosa. Dopo un primo quadrimestre cupo, il mese di maggio segna una ripartenza con un aumento congiunturale dello 0,5%. E questo non è poco se si confronta il dato con le performance negative delle principali economie europee, Germania in primis. Ma la serie nera continua, invece, a livello tendenziale. Rispetto a maggio 2023, la produzione industriale cala del 3,3%. Si tratta del 16mo mese consecutivo, cioè da gennaio 2023, e anche l’andamento degli ultimi tre mesi mostra una dinamica debole. Più nel dettaglio, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, l’indice destagionalizzato mensile mostra un calo congiunturale solo per i beni strumentali, -1%, mentre si osserva un aumento consistente per l’energia, +3%, e più contenuto per i beni di consumo e i beni intermedi, +0,7% per entrambi i settori. L’attività estrattiva e l’attività manifatturiera aumentano dello 0,2%, la fornitura di energia elettrica, gas e vapore ad aria registra un incremento del 25%. Per la produzione industriale, l’anno era partito male con il calo di gennaio (-1,5%), la crescita zero di febbraio, e poi di nuovo due mesi negativi  con -0,5% di marzo e -1% di aprile.
Al netto degli effetti di calendario, a maggio 2024 l’indice complessivo registra una flessione in termini tendenziali del 3,3% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 come a maggio 2023). Si registra un aumento tendenziale solo per l’energia (+2,5%); mostrano un calo, invece, i beni intermedi (-1,8%), i beni di consumo (-2,7%) e i beni strumentali (-6,4%). I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+4,8%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+3,0%) e la fornitura di energia elettrica, gas, valore ed aria (+2,6%). Le flessioni più ampie si registrano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-11,1%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-7,0%) e nella fabbricazione di macchinari e attrezzature (-5,7%). In questi primi cinque mesi dell’anno, la flessione tendenziale ha mantenuto un passo relativamente costante: -3,7% a gennaio, -3,4% a gennaio, -3,3% a marzo e -3% ad aprile. Analizzando l’andamento del trimestre, la produzione industriale tra marzo e maggio cala dell’1,6% rispetto al trimestre precedente dicembre-febbraio. Ancora più ampio il segno meno su base tendenziale: il calo è, infatti, del 3,4% nel periodo gennaio-maggio 2024 rispetto al corrispondente periodo del 2023.
Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, si tratta di “un risultato particolarmente significativo poiché supera le aspettative di mercato, che prevedevano una crescita zero, e in controtendenza agli altri Paesi europei”. “Ora – ha detto – dobbiamo consolidare la ripresa con il piano Transizione 5.0 pienamente operativo nelle prossime settimane e che metterà a disposizione delle aziende 15 miliardi di euro per il loro ammodernamento verso la duplice transizione digitale e green”.
Il dato arrivato ieri dall’Istat completa il quadro sullo stato di salute delle più importanti economie europee. Vale la pena di ricordare il crollo, inaspettato, della Germania con la produzione industriale calata del 2,5% su base mensile e del 6,7% su base annua, con la performance particolarmente negativa dell’automotive e anche dell’edilizia. Soffre l’industria francese:  dopo i lievi rialzi di aprile, si registra un calo del  2,1% rispetto al mese precedente e dello 0,4% su base a annua. Più amplia la flessione del comparto manifatturiero, qui il calo è stato del 2,7% rispetto al mese precedente e del 3,9% anno su anno. La produzione industriale spagnola destagionalizzata e corretta per il calendario è diminuita dello 0,1% rispetto al mese precedente ed è aumentata dello 0,4% su base annua.

Unem: l’elettrico non basta, biocarburanti e low carbon da 1,7 a 8,8 milioni nel 2040

Si è svolta ieri mattina l’assemblea annuale di Unem, Unione energie per la mobilità. Oltre al quadro internazionale e nazionale, dalla relazione è emerso che i consumi petroliferi sono destinati a diminuire, ma a crescere sarà la componente rinnovabile che, in base all’attuale normativa comunitaria, al 2030 nei trasporti dovrà arrivare al 29%. “Le nostre stime dicono che i consumi di prodotti petroliferi al 2030 si ridurranno di quasi 8 milioni di tonnellate rispetto ad oggi, mentre i biocarburanti e gli altri carburanti low carbon passeranno dagli attuali 1,7 milioni a circa 6 nel 2030 e a 8,8 nel 2040. Prodotti essenziali per traguardare gli obiettivi europei e per continuare a soddisfare le esigenze del parco auto che circolerà nei prossimi anni e che sarà ancora in larga parte composto da veicoli dotati di un motore endotermico alimentato da carburanti liquidi e gassosi”.

Guardando alle proiezioni 2023-2040, per quanto riguarda i veicoli leggeri Unem stima una riduzione del parco nazionale dagli attuali (2023) 36.480 a 30mila unità dove elettriche e ibride Hev copriranno la quota maggiore, seguite dalle plug-in. Per quanto riguarda i veicoli pesanti, invece, anche alla fine del terzo decennio si stima una prevalenza delle vetture a gasolio a fronte della sparizione di quelle a benzina, una moderata crescita di quelle a metano-gpl-gnl e un minimo aumento di quelle alimentate elettricamente.

Per i trasporti “le soluzioni da mettere in campo per la transizione nel settore dei trasporti sono diverse ma devono essere concrete e sostenibili economicamente”, ha detto aprendo i lavori il ministro Gilberto Pichetto Fratin. “Siamo per un approccio realistico e concreto fondato sulla neutralità tecnologica. Per decarbonizzare i trasporti c’è la strada dell’elettrico a cui vanno affiancate altre soluzioni come biocarburanti, in cui il nostro Paese rappresenta un’eccellenza, e idrogeno soprattutto per il trasporto pesante”. E aggiunge: “Il Governo porterà questa posizione anche in Europa. Transizione sostenibile, senza ideologia ma con pragmatismo e una politica industriale che faccia della transizione energetica, anche nei trasporti, uno strumento efficace per creare ricchezze e sviluppo. In caso contrario il rischio è quello della deindustrializzazione. Uno scenario che non ci appartiene, non vogliano e non possiamo permetterci”. Alcuni dati in proiezione: “Per quanto riguarda l’Italia, la riconversione delle bioraffinerie assicura una produzione attuale di biocarburanti pari ad oltre 750.000 tonnellate che, in prospettiva futura, raggiungeranno 1,1 milioni di tonnellate, soprattutto di biocarburanti avanzati (secondo i numeri Pniec). In questo settore l’Italia vanta una leadership tecnologica importante a livello internazionale e su queste basi si fonderanno le future trasformazioni delle raffinerie italiane”.

Al via l’iter per l’ampliamento della Città giudiziaria di Piazzale Clodio a Roma, firmato il protocollo d’intesa

Un protocollo di intesa per la realizzazione dell’intervento di ampliamento della Città Giudiziaria di piazzale Clodio, a Roma. A siglarlo ieri nella sede della Regione Lazio sono stati il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri. Il Protocollo è finalizzato alla definizione condivisa delle azioni, delle procedure e delle relative tempistiche da attuare per la costruzione di un nuovo edificio che sia in grado di ospitare le strutture e il relativo personale, nel periodo in cui alcuni immobili che costituiscono la città giudiziaria di Piazzale Clodio, verranno ristrutturati e rinnovati. Al termine di questa riorganizzazione, il nuovo edificio edificato accoglierà in via definitiva le ulteriori funzioni legate all’attività giudiziaria che a oggi necessitano di una nuova e adeguata collocazione.  L’obiettivo è portare a termine l’opera in 5 anni. Per ragioni di efficienza, efficacia ed economicità, l’edificio dovrà essere situato nell’area parco di Monte Mario, limitrofa alla Città Giudiziaria, minimizzando il consumo di suolo. L’intesa prevede l’istituzione di un Tavolo tecnico che avrà il compito di individuare e definire le procedure amministrative più idonee, rapide ed efficaci volte a conseguire gli effetti urbanistici, ambientali e paesaggistici funzionali alla realizzazione dell’intervento. L’obiettivo è quello di predisporre un cronoprogramma che possa scandire e coordinare le attività da attuare per favorire anche una riqualificazione complessiva del quadrante di Piazzale Clodio. “Oggi è una bella giornata. Quei palazzi vivono sofferenza. E lo dico guardando Nordio. Il palazzo” della Cittadella giudiziaria “è uno dei più brutti che l’architettura moderna abbia creato e richiama all’afflizione e la pena. Mi auguro che il nuovo palazzo” diventi l’immagine “della giustizia e della speranza”, ha detto Rocca.

Permessi di costruire, nei primi tre mesi crescono numero di abitazioni e superficie abitabile, ai massimi degli ultimi sette trimestri

Nel primo trimestre 2024, sulla base delle autorizzazioni riguardanti il comparto residenziale, si registra una crescita congiunturale sia del numero di abitazioni, +4,3%, sia della superficie utile abitabile, +3,9%, al netto dei fattori stagionali. L’edilizia non residenziale registra, invece, una consistente flessione ,-8,5%, rispetto al quarto trimestre 2023. A rilevarlo è l’Istat nel report sui permessi di costruire. I dati del trimestre attestano i livelli più elevati degli ultimi sette trimestri mentre la superficie non residenziale continua ad essere caratterizzata da un andamento altalenante, dopo la rilevante crescita dell’ultimo trimestre dello scorso anno. Nel primo trimestre dell’anno, la stima del numero di abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali, al netto della stagionalità, è pari a 14.393 unità; la superficie utile abitabile si attesta poco al di sotto degli 1,22 milioni di metri quadrati, mentre quella non residenziale è di circa 2,54 milioni di metri quadrati. Sempre nel primo trimestre di quest’anno, il settore residenziale evidenzia un lieve aumento sia del numero di abitazioni (+1,6%) sia della superficie utile abitabile (+1,0%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La superficie dei fabbricati non residenziali, nel primo trimestre dell’anno, mostra, in termini tendenziali, un incremento del 6,1%. Nella nota sull’andamento dell’economia italiana, l’Istat segnala poi il ritorno alla crescita, ad aprile, della produzione nelle costruzioni: dopo due mesi di flessione, ad aprile ha registrato un incremento congiunturale rispetto a marzo del 2,3%. Nella media febbraio- aprile, la produzione è però diminuita dell’1,2% rispetto al trimestre precedente.

Alleanza tra Edison e Webuild per lo sviluppo della filiera idroelettrica

Edison e Webuild hanno sottoscritto un accordo programmatico per lo sviluppo dei progetti di pompaggio idroelettrico, infrastrutture altamente strategiche per la transizione ecologica e la sicurezza energetica nazionale. In base all’accordo, i due gruppi avviano una stretta collaborazione, per la definizione e realizzazione dei progetti relativi al pompaggio di Pescopagano (Potenza) in Basilicata e di Villarosa (Enna) in Sicilia sviluppati da Edison. I due progetti di pompaggio sono parte della strategia di Edison per la crescita delle energie rinnovabili in Italia, che prevede di portare al 2030 la capacità green installata del Gruppo a 5 GW (dagli attuali 2 GW) e congiuntamente di realizzare almeno 500 MW di accumuli, in quanto strumenti necessari per non disperdere l’energia rinnovabile prodotta nei momenti di maggiore disponibilità e garantire la sicurezza della rete elettrica. Le due iniziative, oltre alla realizzazione di nuovi invasi e di importanti opere di ingegneria completamente sotterranee per assicurare la maggiore compatibilità con il territorio, prevedono l’utilizzo di invasi esistenti, sui quali dovranno essere attuati interventi volti a ripristinare la piena funzionalità delle infrastrutture incrementandone sia i livelli di sicurezza, sia i volumi di acqua immagazzinabili anche per ulteriori usi pubblici e per il contrasto alla siccità. I progetti di Pescopagano e di Villarosa sono in attesa della conclusione degli iter di autorizzazione presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e di concessione presso le rispettive regioni, con l’obiettivo di partecipare alle prime aste competitive, organizzate da Terna, per acquisire nuova capacità di accumulo attraverso contratti di approvvigionamento di lungo termine, nell’ambito della disciplina del Mercato a termine degli stoccaggi (MACSE), in via di definizione. L’accordo di cooperazione, attraverso il know-how e le competenze specifiche dei due grandi gruppi italiani, è volto a ottimizzare i progetti e le relative modalità costruttive, assicurando le migliori condizioni per rilanciare significativi investimenti privati nel Sud del Paese, per circa 1,2 miliardi di euro, garantendo ricadute nelle filiere “storiche” italiane del comparto civile e manufatturiero, oltre a benefici socio-economici nei territori coinvolti, con un effetto moltiplicatore pari a 2,96. La filiera italiana dell’idroelettrico genera un fatturato pari a 28 miliardi di euro, di cui 15 miliardi derivanti dall’export e con un saldo commerciale pari  a 8 miliardi di euro, attestandosi al primo posto in Ue. Il PNIEC ha identificato i sistemi di accumulo come necessari per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, prevedendo l’installazione di  nuovi sistemi di accumulo per oltre 10 GW entro il 2030, di cui 6 GW utility scale (batterie e pompaggi idroelettrici, localizzati principalmente al Sud e nelle isole) e i rimanenti in batterie distribuite. I sistemi di stoccaggio di energia elettrica sono essenziali per il sistema elettrico nazionale. La possibilità di accumulare energia elettrica garantisce sicurezza e stabilità alla rete, permettendone la regolazione e prevenendone i blackout. I sistemi di accumulo sono dunque una condizione essenziale per l’incremento nella rete nazionale della quota di energia rinnovabile non programmabile, come quella ad esempio proveniente da fotovoltaico ed eolico.

Oice: crollano le gare Pnrr nel secondo trimestre

Nel secondo trimestre del 2024 sono stati pubblicati 202 bandi di progettazione e altri servizi tecnici relativi ad appalti Pnrr per un valore di 92,7 milioni di euro, relativi a 864,9 milioni di lavori. Rispetto al primo trimestre del 2023, il secondo trimestre 2024 mostra un calo del 22,9% nel numero dei bandi e dell’8,5% nel valore dei servizi a base d’asta, con un conseguente impatto anche sul valore dell’importo dei lavori cui i servizi si riferiscono, che cala infatti del 52,5%. Nel primo trimestre del 2024, infatti, erano state 262 le gare rilevate, per oltre 101 milioni di servizi tecnici e 1,8 miliardi di lavori. Il confronto con il secondo trimestre 2023 evidenzia un vero crollo del valore dei servizi, ancora più pesante -86,6%. Sono i principali dati contenuti dal report dell’Oice sui bandi di progettazione Pnrr e altri servizi tecnici, che certificano, dunque, una netta riduzione del numero e del valore delle gare rispetto al boom di fine 2023. Si riduce molto anche il peso delle gare PNRR, rapportato a tutte le gare per servizi tecnici: il valore passa dal 47,9% del primo trimestre del 2024 al 16,1% del secondo trimestre 2024, mentre nel secondo trimestre del 2023 la percentuale del valore dei servizi tecnici delle gare PNRR sul totale dei servizi tecnici rilevati dall’Osservatorio OICE era al 31,9%. Dalla redazione di PFTE (il progetto di fattibilità tecnico-economica) la domanda PNRR si sta spostando nettamente verso la fase esecutiva: l’importo dei servizi messi in gara per direzione lavori, coordinamento sicurezza, collaudi, validazione e per la progettazione esecutiva richiesta nell’appalto integrato nel secondo trimestre del 2024 rappresenta il 92,6% dell’importo totale mentre nel trimestre gennaio-marzo 2024 raggiungeva il 65,6% e l’84,7% nell’ultimo trimestre 2023.

Nell’ultimo trimestre le gare PNRR sono in controtendenza rispetto all’andamento di tutta la domanda pubblica per servizi tecnici che, invece, è in aumento sul trimestre precedente (+172,1% in valore e +10,6%, dati legati alla ripresa dopo lo stop di gennaio e febbraio dovuto all’impatto della digitalizzazione delle gare previsto dal nuovo codice appalti). I bandi di sola progettazione nel primo trimestre 2024 sono stati 11, il 5,4% del numero totale dei bandi PNRR emessi, con un -42,1% sul trimestre precedente. Le gare con progettazione e direzione dei lavori sono state 13, il 6,4% del totale (-51,9%), e quelle con altri servizi di architettura e ingegneria sono state 126, il 62,4% del numero totale (-13,7%). Gli appalti integrati sono stati 52, il 25,7% del totale dei bandi pubblicati, con un -25,7% sul trimestre gennaio-marzo 2024. Per quanto attiene all’importo delle procedure, i bandi di progettazione hanno raggiunto un valore di 2,3 mln, il 2,4% del valore totale dei bandi PNRR emessi, con un -89,5% sul trimestre precedente. Le gare con progettazione e direzione dei lavori valgono invece 4,6 milioni, il 5,0% del totale (-65,4%), mentre quelle con altri servizi di architettura e ingegneria toccano i 73,3 milioni, pari al 79,0% del totale (+30,6%). Il valore della progettazione affidata negli appalti integrati vale 12,6 milioni, il 13,5% del totale, +20,8% rispetto al trimestre precedente. Le stazioni appaltanti più attive per numero di bandi pubblicati nel trimestre aprile- giugno 2024 sono stati i Comuni che con 110 gare hanno rappresentano il 54,5% del numero totale dei bandi emessi, -29,6% sul primo trimestre del 2024 quando rappresentavano il 58,8% del numero totale delle gare pubblicate. La classifica per valore dei servizi affidati (per gli appalti integrati è stato calcolato il valore della progettazione) vede al primo posto sempre le Amministrazioni dello Stato con 34,2 milioni di servizi messi in gara, il 36,9% del valore totale, +238,4% rispetto al trimestre precedente quando rappresentavano solo il 10,4% dell’importo totale delle gare pubblicate. Il maggior numero di gare ha riguardato l’edilizia scolastica, sono 30 le gare pubblicate, il 14,9% del totale delle gare bandite, -21,1% sul primo trimestre 2024 quando rappresentavano il 14,5% del numero totale. Per valore dei servizi messi in gara, il primato spetta agli interventi sui viadotti con 14,1 mln, il 15,2% del totale -4,7% sul trimestre gennaio marzo 2024 quando rappresentavano il 14,6% del valore totale.

Per il presidente dell’Oice, Giorgio Lupoi, “i dati mostrano con tutta evidenza che gran parte della progettazione delle opere PNRR è stata avviata. Come era prevedibile adesso la domanda di servizi tecnici si sta concentrando sulla direzione lavori, il coordinamento della sicurezza, le verifiche e i collaudi per le opere in più avanzata fase di realizzazione. Le nostre società sono fortemente ingaggiate per rispondere a questa domanda, elevata in numero ma anche in qualità. Dagli associati ci vengono segnalate però due forti criticità: la prima, attualissima, sulle modalità di pagamento che in alcuni casi vengono differiti per il 70% a momenti successivi (con quote del 30/40% anche al collaudo delle opere); si tratta di comportamenti inaccettabili per i quali occorre intervenire anche per il futuro con un equilibrato contratto-tipo. Il secondo punto critico è l’anticipazione contrattuale, inspiegabilmente eliminata nel nuovo codice per il settore delle attività professionali, che anche nella disciplina PNRR alcune stazioni appaltanti non riconoscono. Su questi aspetti ci sembra assurdo che il nostro settore debba finanziare la Pubblica Amministrazione e non vedo perché non si attuino le stesse norme previste per il settore delle costruzioni”.

Red. Diac

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