MEDIAE TERRAE DI GUIDO CASTELLI

L’assillo del commissario: dare un FUTURO alle Terre di Mezzo

Ricostruire, riparare, rigenerare: è una escalation di termini, di significati, di progetti quella con cui Guido Castelli, senatore della Repubblica eletto nelle liste di Fratelli d’Italia e da gennaio 2023 commissario alla ricostruzione del Cratere del Centro Italia, descrive la sua ambizione, il suo assillo: ridare un futuro agli 8mila chilometri quadrati delle zone colpite dal terremoto del 2016 e, con uno sguardo via via più largo, all’Appennino centrale e al Centro Italia.

24 Mar 2025 di Giorgio Santilli

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L’assillo del commissario: dare un FUTURO alle Terre di Mezzo

Guido Castelli, Fdi

Racconta le sue idee nelle 232 pagine del libro “Mediae Terrae” che ha appena pubblicato nella collana Historica di Giubilei Regnani. E le Terre di Mezzo sono per lui una vera passione.

Il progetto di Castelli va ben oltre la ricostruzione del Cratere, è molto articolato, è un programma politico di rigenerazione umana, economica e territoriale, ma l’idea di fondo è semplice e lui la usa come una leva possente a più riprese e in vari ambiti: se vuoi dare un futuro a un territorio, non lo devi ricostruire avendo in testa “quella visione datata e irrealistica del ‘dov’era, com’era’”, ma devi guardare avanti e costruire un territorio come lo vorranno i giovani che decideranno di non andare via e di restare, per valorizzare qui nel futuro la loro radice e la loro identità.

Certo, si devono usare tutte le tecnologie antisismiche e le analisi che consentono oggi di ricostruire con maggiori livelli di prevenzione e di sicurezza. Si deve dare grande attenzione al tema della riqualificazione energetica e più in generale all’impatto dei cambiamenti climatici (ma si sarebbe dovuto dare un incentivo più forte con il Sismabonus piuttosto che con l’Ecobonus). Si deve essere efficienti nella spesa utilizzando poteri autorizzativi e deroghe normative straordinarie.

Eppure, nel dramma di tanti lutti e di tanta devastazione, poter ricominciare quasi da zero può essere addirittura un vantaggio per risolvere problemi che inesorabilmente hanno prodotto il declino degli ultimi decenni.
Questo spiega perché l’assillo principale di Castelli, ripetuto all’infinito come il problema numero uno, sia lo spopolamento, il calo demografico. Contrastare lo spopolamento – nelle sue diverse facce – è la vera, grande sfida. Si contrasta con una ricostruzione efficiente e veloce. Si contrasta sviluppando filiere produttive di alta qualità, come quella legata al legno, con incentivi a nuove attività economiche. Si contrasta finanziando innovazione, start up e i quattro centri di ricerca legati alle Università del territorio e dedicati all’economia circolare, alla salute, ai beni culturali, al sistema agroalimentare. Si contrasta con due miliardi di euro spesi per rifare la rete stradale. Si contrasta fermando l’espansione incontrollata e “selvaggia” di boschi che ormai fanno il 70% del territorio del Cratere e aumentano i rischi di dissesti e frane, se non governati. Si contrasta ridando un ruolo centrale all’agricoltura che sia attività economica ma anche strumento di sostenibilità ambientale e gestione dei suoli.

L’emergenza è lo spopolamento

E il tema dello spopolamento fa già capire che commissario sui generis sia Castelli che non si accontenta dei poteri che gli sono stati dati per la ricostruzione dalla premier Meloni e poi accresciuti, non si accontenta di gestire progetti Pnrr/Pnc, di avere avuto risorse come mai successo in precedenza (sono previsti investimenti per 30 miliardi). Pensa in grande, chiama al suo tavolo esperti e centri studi che sanno guardare avanti, Ingv, Enea, Cresme, Symbola, con l’idea di studiare traiettorie e costruire un grande progetto politico per l’Appennino centrale, NextAppennino, e farne un Modello in un’Italia in cui metà dei comuni è soggetta a rischio sismico e i due terzi a rischi da dissesto idrogeologico.

Si avverte dalle parole di Castelli che sente di avere una delega piena della sua parte politica e della premier. Di aver messo a punto un progetto politico condiviso e ambizioso. L’ambizione di questo progetto è tale che Castelli rilancia, facendola propria, la proposta della Fondazione Magna Carta che si è spinta – in materia di governance del sistema – ben oltre gli ampi poteri già affidati alla struttura commissariale, “fino a immaginare la possibile costituzione di un ente autonomo (dunque con personalità giuridica, preferibilmente di diritto pubblico, che non esclude affatto il ricorso a strumenti di azione di diritto privato)”. Un soggetto “strutturalmente dotato di indipendenza e autonomia” che non abbia solo compiti esecutivi, ma pianifichi. Già, perché il pallino di Castelli e il tratto che lui stesso considera distintivo del suo mandato, è un commissario che fa pianificazione di lungo periodo, ben oltre i tempi e i ritmi dell’emergenza.

I dati sulla ricostruzione

Il saggio di Castelli non è solo un progetto politico. È anche un utilissimo strumento di informazione per gli aggiornamenti numerici che contiene sull’intera operazione Cratere.

Prendiamo, per esempio, i danni prodotti dal sisma. “Sono state registrate 31mila richieste di contributo dai privati per un importo complessivo di 13,5 miliardi di euro, con 11mila cantieri completati, con una spesa liquidata di circa 5,1 miliardi di euro per la ricostruzione privata, di cui 2,7 miliardi a partire dal primo gennaio 2023, pari al 52% dell’intero importo erogato dal 2017. Il record è stato raggiunto nel mese di ottobre 2024 con 168,5 milioni erogati”. E ancora: “In totale si prevedono 50.000 interventi per la ricostruzione privata per una spesa complessiva che supera i 20 miliardi di euro”. E il censimento finale dei danni consente di prevedere “ulteriori 800 interventi stimati per tre miliardi di euro, la quasi totalità localizzati nei Comuni più colpiti, focalizzati su opere di rigenerazione urbana e di mitigazione dei dissesti”.

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