L'intervento del Governatore

La proposta di Panetta: Pnrr a due velocità, proroga concordata oltre il 2026 solo per il SUD

Il Governatore rilancia la centralità degli investimenti pubblici, e la qualità della spesa, per liberare le potenzialità di crescita del Mezzogiorno. L’avvio del Pnrr ha dato un impulso alla ripartenza post pandemia. I numeri dicono però che il ritmo al Sud è inferiore a quello del CentroNord. Occorre procedere con rapidità ed efficacia. Ma se si configurasse un conflitto tra questi due obiettivi, la scelta deve cadere sull’efficacia. Il metodo del Pnrr va preservato anche per il futuro

20 Set 2024 di Maria Cristina Carlini

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La proposta di Panetta: Pnrr a due velocità, proroga concordata oltre il 2026 solo per il SUD

CONFERENZA G7-IEA SU "ENSURING AN ORDERLY ENERGY TRANSITION"

Il Pnrr imprime un deciso impulso alla crescita dell’economia del Mezzogiorno, pur procedendo a un passo più lento rispetto al Centro-Nord. E’ cruciale, dunque, che i progetti vadano avanti con rapidità a condizione, però, che non ne venga compromessa l’efficacia. Per scongiurare un rischio del genere, va valutata, se necessario, la possibilità di concordare un allungamento dei tempi.  E’ l’opzione prospettata dal Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che nel suo intervento, ieri a Catania all’evento “Il polso dell’economia- Mezzogiorno” per “In viaggio con la Banca d’Italia”, ha insistito su due punti chiave: è tornato a ribadire con forza la necessità e la centralità degli investimenti pubblici quale leva di crescita sicuramente per il Sud ma anche per lo sviluppo dell’intero Paese. Ma è tornato anche a battere sul tasto della qualità della spesa. “L’accumulazione di capitale nel Mezzogiorno sta ora beneficiando dell’attuazione del Pnrr, dell’utilizzo dei fondi strutturali e della ripresa degli investimenti delle Amministrazioni locali. Nell’ambito del Pnrr è stato opportunamente fissato l’obiettivo di destinare il 40 per cento delle risorse al Sud”, ha rilevato Panetta. Nel dettaglio, secondo le stime di Bankitalia contenute nella relazione del Governatore, il 42 per cento dei 114 miliardi per cui è possibile calcolare una ripartizione su base territoriale è stato assegnato al Mezzogiorno. Per le misure che richiedono una gara, gli importi già banditi sono pari al 64,7 per cento nelle regioni meridionali e al 78 nel Centro Nord. Le gare che si sono chiuse ammontano al 72 per cento degli importi banditi nel Mezzogiorno e al 76 per cento nel Centro Nord. Gli interventi avviati o completati ammontano al 45 per cento nel Mezzogiorno e al 48 nel Centro Nord.

“È essenziale realizzare i progetti speditamente, per stimolare l’economia meridionale in una fase di debolezza del ciclo internazionale. Ma – ha avvertito Panetta –  non al costo di pregiudicarne l’efficacia. Qualora a causa dell’ingente ammontare degli investimenti insorgesse un
conflitto tra i due obiettivi – efficacia e rapidità – sarebbe preferibile salvaguardare il primo e valutare la possibilità di concordare, per queste regioni, un allungamento dei tempi di realizzazione dei progetti”. Inoltre, alle risorse del Pnrr si aggiungeranno quelle del nuovo ciclo di programmazione dei fondi strutturali e del Fondo di sviluppo e coesione. “Complessivamente – indica Panetta-  i finanziamenti disponibili nel decennio in corso sono stimabili nel 5 per cento del PIL del Mezzogiorno ogni anno; il Fondo perequativo infrastrutturale per il Mezzogiorno potrebbe aggiungerne altri”.  Ma occorre, ha incalzato ancora il Governatore, “assicurare un impiego efficiente delle risorse, anche preservando in futuro il metodo del PNRR, che prevede obiettivi ben definiti, un costante vaglio delle modalità di utilizzo delle risorse e interventi a sostegno delle amministrazioni più deboli dal punto di vista gestionale”.

Per Panetta, devono essere privilegiati gli interventi strutturali in grado di accrescere la capacità produttiva. “Tra le esigenze più pressanti si segnalano quelle di contrastare la crisi idrica e di rafforzare la rete elettrica, essenziale per l’attività delle imprese e per sfruttare il
vantaggio comparato nella produzione di energie rinnovabili. Vanno inoltre migliorati i collegamenti sia tra le città meridionali, sia tra queste e il resto del Paese, potenziando il sistema portuale e aeroportuale e le reti stradali e ferroviarie”.

‘Eppur si muove’: il Mezzogiorno è cresciuto più del resto del Paese

E’ stato proprio l’avvio dei progetti del Pnrr a dare un significativo apporto, insieme al Superbonus, alla crescita del Mezzogiorno negli anni post pandemia. Anni in cui (tra il 2019 e il 2023) ha conseguito risultati migliori di quelli dell’intera economia italiana.  In questi quattro anni, il prodotto è aumentato del 3,7 per cento, contro il 3,3 nelle altre regioni; le esportazioni sono cresciute del 13 per cento, 4 punti in più del Centro Nord. L’occupazione è salita del 3,5 per cento, a fronte dell’1,5 nel resto del Paese. Il tasso di disoccupazione è sceso di 3,6 punti, il doppio che nelle regioni centro-settentrionali. Secondo gli indicatori congiunturali di Bankitalia, l’espansione dell’economia meridionale è  proseguita nel primo semestre di quest’anno. Una ripartenza che segue anni duri,  ha sottolinea Panetta ripercorrendo nella sua analisi  l’ultimo quindicennio, con la crisi finanziaria e quella dei debiti sovrani  che hanno dato origine a una prolungata fase di contenimento dei saldi di bilancio e a un crollo degli investimenti pubblici che hanno colpito il Sud con durezza, provocando tra il 2007 e il 2019 una contrazione del PIL di ben 10 punti percentuali a fronte di 2 nel resto del Paese. Gli investimenti in rapporto al PIL sono scesi per la prima volta dagli anni cinquanta al di sotto dei valori, pur bassi, del Centro Nord.

Gli ‘indizi’ per lo sviluppo

“La crescita osservata negli anni più recenti è in parte dovuta a fattori temporanei, ma la ripresa in atto riflette anche i processi di ristrutturazione e di consolidamento produttivo innescati dalla precedente recessione, con l’espulsione dal mercato di imprese deboli, meno efficienti e più piccole. Progressi sono emersi anche nel campo della tecnologia, dalla produzione di semiconduttori, microsistemi ai settori aerospaziale e farmaceutico. La durata dei processi civili si è dimezzata, il grado di digitalizzazione della Pubblica amministrazione è aumentato. Sono indizi – ha detto Panetta – che denotano un potenziale di sviluppo del Mezzogiorno che può essere liberato con politiche appropriate”.

Panetta vede anche chance di crescita per il Mezzogiorno nella fase di incertezza globale che stiamo attraversando. “Gli shock geopolitici hanno reso palesi i rischi della delocalizzazione produttiva. Le imprese dei principali paesi pongono enfasi maggiore che in passato sulla sicurezza degli investimenti e delle forniture di input strategici, in particolare l’energia. Emerge la tendenza a collocare le attività produttive entro i confini nazionali o in paesi affidabili sul piano economico e politico”. In questo contesto,  “le regioni meridionali garantiscono condizioni di stabilità geopolitica ed economica, sono prossime ai maggiori centri economici europei e al Mediterraneo; sono dotate di una forza lavoro sottoutilizzata e di poli scientifici di qualità; rappresentano un mercato di sbocco con 20 milioni di abitanti; offrono evidenti vantaggi nella produzione di energia rinnovabile. Sfruttare queste opportunità richiederà un deciso miglioramento del contesto produttivo locale e un potenziamento delle politiche di attrazione dei capitali”.

Progresso economico ma anche e soprattutto progresso sociale. “Il rafforzamento della legalità, il contrasto all’economia sommersa, l’uso appropriato delle risorse pubbliche sono i presupposti non solo per lo sviluppo economico ma ancor più per il progresso sociale. L’esodo di molti giovani meridionali non è solo motivato dalla ricerca di migliori opportunità di lavoro, ma riflette la diffusa percezione di un contesto in cui non possono realizzare appieno i loro talenti. Il riassorbimento di divari territoriali così radicati richiede perseveranza e lungimiranza, una chiara visione strategica e principi etici”.

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