DOPO IL BOOM DEI SITI PER IL TRASPORTO MERCI

La Lombardia vara la STRETTA contro gli insediamenti logistici fuori controllo

Via libera della giunta lombarda alla nuova legge regionale che punta a frenare il consumo di suolo con l’adozione di criteri più stringenti per lo sviluppo degli insediamenti logistici con rilevanza sovracomunale. L’assessore Terzi: con questa legge apriamo una nuova fase. La regione darà le linee guida, criteri e indirizzi

29 luglio

29 Lug 2024

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La Lombardia vara la STRETTA contro gli insediamenti logistici fuori controllo

Stop alla diffusione incontrollata di magazzini e depositi di merci. La Lombardia vara la stretta fissando nuove regole per contrastare questo fenomeno con criteri uniformi, nell’intento di coniugare interessi economici e salvaguardia del territorio riducendo il consumo di suolo, e colmare anche il vuoto normativo in materia. E’ l’obiettivo del  progetto di legge per disciplinare la localizzazione degli insediamenti logistici di rilevanza sovracomunale, approvato il 26 luglio scorso,  con il voto favorevole della maggioranza e del Pd, dal Consiglio regionale lombardo. La versione finale della legge è  il risultato dell’unificazione del testo di iniziativa della Giunta lombarda e del testo che aveva invece come primo firmatario Matteo Piloni, consigliere regionale del Pd. Contrari il Movimento 5 Stelle, il Patto Civico e Alleanza Verdi Sinistra. Arriva così questa nuova norma per trovare una soluzione a una questione annosa – e destinata ancora a far discutere – e dal forte impatto se si considera lo sviluppo della logistica in Lombardia: qui il settore genera un indotto pari a 35 miliardi di euro (2% del Pil del Paese) con la presenza di 28.718 imprese che occupano 232.375 addetti e movimentano 400 milioni di merci circa.

Arriva la co-pianificazione tra gli enti per i nuovi insediamenti logistici

Lo strumento previsto dalle nuove norme è quello della co-pianificazione come procedura per conseguire l’intesa tra gli enti interessati. Il provvedimento individua le modalità e i criteri per la definizione, da parte delle province  e della Città Metropolitana di Milano, di ambiti territoriali idonei, cioè quelli nei quali sia verificata la sussistenza delle condizioni insediative necessarie e sufficienti per la localizzazione di insediamenti logistici di rilevanza sovracomunale. Interessati alla nuova normativa sono gli insediamenti (nuovi o in ampliamenti) con una superficie operativa, inclusi i parcheggi e le vie di accesso, superiori a  tre ettari. Sotto i tre ettari la competenza rimane del Comune. Sono qualificati insediamenti logistici di rilevanza sovracomunale le piattaforme logistiche non intermodali, i centri di magazzinaggio generale, i depositi di merci o veicoli.  Rientrano,  tra gli insediamenti logistici di rilevanza sovracomunale  anche quelli per l’esercizio delle attività di logistica o autotrasporto di merci e prodotti localizzati in aree la cui destinazione d’uso è sempre oggetto di specifica previsione nel piano di governo del territorio (PGT).

La giunta regionale definisce criteri e indirizzi, province e città metropolitana indicano gli ambiti idonei

Riguardo all’adeguamento degli strumenti di programmazione territoriale di Province e Città Metropolitana, viene distinta la posizione delle Province, che dovranno per la prima volta definire nei propri PTCP (Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale) gli ambiti territoriali idonei, da quella della Città metropolitana di Milano che, pur avendo già provveduto con l’adozione del piano territoriale metropolitano (PTM), è chiamata ad una rivalutazione delle indicazioni già fornite in tema di logistica sovracomunale. Entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, la Giunta stabilisce i criteri e gli indirizzi per la definizione degli ambiti territoriali idonei e le Province e la Città metropolitana entro 12 mesi dovranno a loro volta indicare gli ambiti idonei. Nel frattempo tutte le richieste di nuovi insediamenti o estensione di insediamenti esistenti vengono sospese eccetto quelle richieste in aree per le quali sia già inserita nel PGT la destinazione logistica. I principali criteri per la scelta degli ambiti territoriali idonei ad ospitare la nuova logistica saranno la presenza di infrastrutture della mobilità, quali tangenziali e strade ad alto scorrimento extraurbane e la ‘vocazione’ logistica dell’area in questione in base alla presenza di altre piattaforme logistiche in modo da utilizzare le infrastrutture esistenti

Terzi: con questa legge la Regione Lombardia scrive un nuovo capitolo

“Con l’approvazione del Progetto di legge regionale sugli insediamenti logistici – ha commentato l’assessore regionale alle Infrastrutture e Opere pubbliche, Claudia Maria Terzi, dopo il via libera al provvedimento- la Regione Lombardia scrive un nuovo capitolo nel settore strategico della logistica, che rappresenta una realtà in forte crescita ed espansione. Per evitare fenomeni insediativi incontrollati, che talvolta rappresentano una delle maggiori criticità rispetto al consumo di suolo dei territori interessati agli insediamenti, Regione Lombardia ha deciso di affrontare la questione in considerazione della lacuna normativa e del valore della logistica”. Come ha spiegato, l’assessore regionale all’Ambiente e Clima, Giorgio Maione, “gli insediamenti logistici di rilevanza sovracomunale avranno localizzazione prioritaria nelle aree dismesse, in quelle da rigenerare o da bonificare. Un’ottima notizia per la Lombardia, in coerenza con gli obiettivi di contenimento del consumo di suolo e di rigenerazione urbana inseriti nel Programma regionale di sviluppo sostenibile. Ovviamente sempre con la condivisione da parte degli enti locali, anche per limitare gli impatti sulla viabilità”.

Piloni: legge necessaria ma la Regione doveva avere maggiori responsabilità

Come ha sottolineato nel corso del dibattito Piloni, primo firmatario del progetto di legge sullo stesso tema presentato tre anni fa dal suo gruppo e abbinato al testo della Giunta, “una legge era ed è necessaria non per mettere i bastoni tra le ruote al settore logistico ma per gestire in modo corretto le ricadute sul territorio di questo tipo di insediamenti. In questo testo, ci sono molti punti di contatto con la proposta di legge che avevamo presentato come gruppo Pd. Altri punti non ci sono: noi volevamo dare maggiori responsabilità alla Regione nell’individuazione dei siti dove collocare nuove logistiche perché conosciamo le carenze organizzative delle Province e le riteniamo inadeguate a gestire iter amministrativi di tale complessità. Manca anche un riferimento al complesso tema della qualità del lavoro della logistica. Su questi temi abbiamo presentato ordini del giorno ed emendamenti che ci auguriamo vengano approvati”.

Legambiente: intervento tardivo, già cementificati oltre 2 mila ettari di suoli agricoli

Questa, ha ricordato Legambiente Lombardia nei giorni scorsi, è una legge che gli ambientalisti reclamano da oltre 15 anni,  “per mettere ordine in un settore, quello della logistica industriale, esploso senza assenza di regole, indirizzi e politiche di accompagnamento, cementificando oltre duemila ettari di suoli agricoli e generando conflitti e disagio sociale”. Un intervento, però, tardivo: uno sviluppo che, “se governato, avrebbe  potuto essere una straordinaria opportunità per la nostra regione; invece, i benefici sono andati agli operatori speculativi, mentre al territorio sono rimasti immensi costi scaricati sull’ambiente e sulle condizioni di vita dei lavoratori”. Insomma, “quello della logistica è un esempio in negativo di come andrebbero impostate le politiche industriali. Per un governo dei processi di reindustrializzazione occorre una programmazione territoriale e una previsione di azioni pubbliche di accompagnamento che vincolino gli investimenti privati alle aree dismesse e includano i bisogni dei lavoratori in relazione al territorio”.

 

 

 

Red. Diac

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