La MAXI INCHIESTA
Sei arresti, Catella e Tancredi ai domiciliari. Dubbi sull’accusa a Sala
Dopo gli interrogatori di garanzia il 23 luglio scorso, ieri ē arrivata la decisione del gip che ha accolto la richiesta di arresto per i sei indagati nella maxi inchiesta sull’urbanistica milanese. Ai domiciliari il ceo di Coima Catella e l’ex assessore Tancredi. Il gip ha espresso invece dubbi sull’accusa più grave mossa a Sala sul parere favorevole al Pirellino. Coima redistribuisce alcune deleghe.
Un “sistema tentacolare e sedimentato, nel quale una parte della classe politica, dei dirigenti comunali, dell’imprenditoria e delle libere professioni prospera piegando a proprio uso le regole esistenti” o aggirandole. La ricostruzione della Procura di Milano è stata accolta dal giudice per le indagini preliminari, Mattia Fiorentini, che ha anche accolto l’arresto per i sei indagati nella maxi inchiesta sull’urbanistica. L’attesa decisione del gip è arrivata ieri, a distanza di una settimana dagli interrogatori di garanzia. Non è però una vittoria piena per la procura, perche’ il gip nelle 400 pagine in cui motiva le misure cautelari mette in forte discussione una delle accuse, la piu’ grave, ipotizzata per il sindaco Giuseppe Sala, quella relativa al parere favorevole per il Pirellino, uno dei tanti grattacieli all’ombra dei quali si sarebbero consumate le trame illecite.
Per il gip, invece, “sussiste il concreto e attuale pericolo – anzi, la pressoché certezza – che gli indagati, laddove non sottoposti a misura cautelare, continuino ad alimentare e lucrare sul sistema illecito da loro promosso e cavalcato, commettendo reati della medesima specie”. Di qui la decisione che dispone l’arresto in carcere per Andrea Bezziccheri, imprenditore e patron di Bluestone, e i domiciliari per l’ex assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi, il fondatore di Coima Manfredi Catella, l’ex componente della Commissione paesaggio del Comune Alessandro Scandurra, l’ex presidente della stessa Commissione Giuseppe Marinoni e il manager Federico Pella. I reati di cui rispondono, a vario titolo, sono corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità.
Per il giudice il raggio d’azione degli indagati “non è per nulla definito dai loro incarichi formali, bensì dalla rete di relazioni in cui sono inseriti, che li protegge e che si estende al di là delle qualifiche rivestite”. Se lasciati liberi di muoversi e di comunicare “possono continuare a gestire i propri interessi privati avvalendosi di terzi compiacenti e di un sistema che avalla – e addirittura patrocina – quel conflitto di interessi persistente da cui hanno avuto origine gli episodi corruttivi”.
L’ex assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano, Giancarlo Tancredi, “nonostante non abbia agito per interessi personali, può continuare ad avvantaggiare persone di suo gradimento, in cambio della loro fedeltà ‘alla linea’ e della disponibilità a intervenire sui progetti di interesse dell’amministrazione per cui lavora tuttora (nonostante l’aspettativa), sfruttando le conoscenze acquisite in tanti anni trascorsi a occuparsi dell’urbanistica milanese” sostiene il giudice Fiorentini. Del resto, “ha dichiarato di non ritenere che le sue ingerenze nell’attività della commissione, così come la sponsorizzazione di iniziative speculative intraprese da membri della stessa (dietro il paravento di un’attività accademica), integrino profili di responsabilità penale, ciò che disvela una mancata comprensione della rilevanza penale della propria condotta”. Per il gip “assai indicativo della permeabilità dell’assessore alle iniziative dei privati e dell’asservimento della pubblica funzione agli interessi economici di questi ultimi, è anche l’appunto rinvenuto nella disponibilità di Tancredi” durante la perquisizione domiciliare: si tratta – a dire del giudice – di una strategia suggerita da Carlo Masseroli, ex assessore del Comune di Milano e attuale manager di Nhood Service Italy srl nello sviluppo dei piani speculativi sui nodi. Un presunto ‘pizzino’ “per costruire ad hoc un convenzionamento da impugnare successivamente in via amministrativa, per ottenere benefici in termini di superficie lorda”. Le misure cautelari sono dettate anche dalla “necessità di impedire che possano influire sulle prossime nomine dei nuovi componenti della Commissione per il paesaggio (allo stato da rifondare interamente), nonché di avvicinarli, allettarli, proporgli incarichi e investimenti o corromperli, con il fine di mantenere i privilegi raggiunti e di ripristinare gli equilibri che da anni governano i settori urbanistico ed edilizio cittadini” si legge nel provvedimento. Il precedente giudiziario di Bezziccheri, le sue disponibilità economiche rendono i domiciliari inidonei e per lui scatta il carcere per “la sua spregiudicatezza e l’utilizzo, da anni, di società operanti nel campo della speculazione immobiliare
Per il gip “nonostante gli elementi progressivamente emersi dalle indagini abbiano restituito un quadro cautelare ben più allarmante – e tale da far ritenere, assolutamente inidonee misure meramente interdittive” il carcere per i cinque incensurati appare sproporzionato. Marinoni, seppur abbia dismesso ogni qualifica pubblicistica, “vanta solidi rapporti e cointeressenze non solo con la politica, ma anche con progettisti e con l’imprenditoria operante nel campo edilizio; la sua capacità di operare dietro le quinte e di orientare la regia dell’edilizia cittadina è assoluta”. Le stesse considerazioni valgono – a dire del gip – per Scandurra, “figura di riferimento per costruttori e finanziatori” dato il lungo tempo trascorso nella Commissione per il paesaggio. Pella, Catella e Bezziccheri sono “imprenditori che operano su tutto il territorio nazionale e anche all’estero, motivo per cui, laddove non limitati nella loro libertà di movimento e comunicazione, possono replicare il medesimo modus operandi altrove, anche considerato il valore delle commesse su cui solitamente lavorano”. Le dismissioni delle cariche ricoperte “non impediscono la continuazione delle relazioni strategiche propedeutiche alla costruzione di rapporti clientelari, corsie privilegiate e scambi di natura corruttiva”.
A seguito della decisione del Gip, Coima ha comunicato agli stakeholder che “per garantire un’operatività efficiente, il Consiglio di Amministrazione di Coima SGR ha pianificato l’ampliamento delle deleghe già assegnate rispettivamente a: Gabriele Bonfiglioli (Chief Investment Officer, Coima SGR con 20 anni di esperienza in azienda), Matteo Ravà (Head of Fund & Asset Management, Coima SGR con 20 anni di esperienza in azienda), Fulvio Di Gilio (Chief Financial Officer, Coima SGR con 15 anni di esperienza in azienda). Le attività esecutive di development management e di building operations svolte da Coima REM sono già coordinate da Luca Mangia (Managing Director, Coima REM con 18 anni di esperienza in azienda).
“Al fine di consentire a tutti i nostri stakeholders attivi nelle diverse attività operative di poter svolgere ogni più opportuna verifica nel rispetto delle relative governance, abbiamo in corso l’approntamento di una data room con le informazioni utili sia a livello di governance, sia di management. In tal senso, provvederemo a breve a fornire separatamente tutte le indicazioni necessarie per poter avere un accesso riservato”, informa Coima.
“Sarà nostra premura aggiornarVi tempestivamente delle altre iniziative che attueremo nella linea aziendale già programmata, restando ovviamente a disposizione per ogni chiarimento si rendesse necessario”, aggiunge la società. “La squadra di Coima è competente e qualificata e saprà sicuramente gestire questa fase aziendale in modo eccellente. Sono prove che faranno crescere tutti noi, ferma la determinazione di Coima e del Dott. Catella di tutelare innanzitutto tutti i nostri stakeholders che ci hanno dato fiducia in questi 50 anni di storia, i nostri collaboratori e le loro famiglie”.
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