BANKITALIA su economie regionali
La crescita del Sud sopra la media, con più investimenti diventa duratura
Dopo la pandemia, il Mezzogiorno è cresciuto a un ritmo superiore alla media nazionale. Ma questa ripartenza sembra legata a fattori temporanei. Per questo, avverte Bankitalia, occorre dare continuità agli investimenti per poter ridurre in modo strutturale il divario con il resto del Paese. Questo è tanto più necessario quanto più incombono anche i rischi legati al calo demografico e all’emigrazione del capitale umano più qualificato
IN SINTESI
Le misure espansive e gli investimenti del Pnrr hanno spinto la crescita del Mezzogiorno, che, dopo la pandemia, ha registrato un ritmo superiore al resto d’Italia. E’ questo l’elemento di “novità importante” che segnala la Banca d’Italia nel Rapporto Erit sulle economie regionali. Ma, avverte Palazzo Koch, questa crescita potrebbe riflettere fattori temporanei legati, appunto, alla portata degli interventi messi in campo per rispondere agli shock globale che al Sud hanno una maggiore rilevanza. Se poi si aggiungono fattori di rischio legati alla demografia in un’area che registra una crescita negativa e un’emigrazione verso le Regioni del Nord e all’estero soprattutto di cittadini qualificati e con più alti titoli studio, il quadro non è del tutto tranquillizante, nonostante le note positive.
‘occorre dare continuità alla ripresa con investimenti e innalzare la capacità produttiva’
Nel periodo successivo alla pandemia l’economia italiana ha registrato tassi di crescita medi superiori alle principali economie dell’area dell’euro; sulla base dei conti territoriali, non ancora aggiornati con la recente revisione dei conti economici nazionali1, la ripresa post-pandemica ha coinvolto tutti i territori, in misura maggiore le regioni del Nord e minore quelle del Centro, rileva Bankitalia. In contrasto con quanto avvenuto nelle passate crisi, nel Mezzogiorno il prodotto e l’occupazione sono cresciuti più della media nazionale. Ma proprio perchè c’è, come detto, il rischio che questa crescita sia determinata da fattori temporanei che non possono, pertanto, incidere in modo strutturale sulla riduzione del divario di sviluppo del Mezzogiorno, “è necessario – sottolinea Bankitalia – dare continuità alla ripresa in atto attraverso politiche che facciano leva sugli investimenti e sulla qualità delle istituzioni e dell’azione pubblica, con l’obiettivo di innalzare la capacità produttiva dell’economia meridionale”.
La crescita al Sud accentuata dall’espansione nelle costruzioni e nei servizi
Come indica il Rapporto Erit, nel 2023, dopo la robusta ripresa del biennio 2021-22, l’attività è cresciuta solo di poco in tutte le macroaree, rispecchiando la debolezza della domanda mondiale e le condizioni monetarie più restrittive. L’incremento è stato più accentuato nel Mezzogiorno, per effetto di una maggiore espansione dell’attività nei comparti delle costruzioni e del terziario e di una minore contrazione dell’industria. Le esportazioni reali sono aumentate nel Sud e nelle Isole, in contrasto con la riduzione registrata nel Centro Nord. Le misure di spesa del Piano nazionale di ripresa e resilienza e gli incentivi per la riqualificazione del patrimonio immobiliare hanno continuato a sostenere il settore dell’edilizia, che è risultato quello a più alta crescita nell’intero Paese. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, nella prima metà del 2024 il rialzo del PIL, leggermente più marcato nelle regioni meridionali, si è mantenuto modesto in ogni ripartizione; ha risentito ancora della fragilità della domanda interna e di quella estera. Nei prossimi anni
l’espansione dell’attività sarà influenzata significativamente dall’evoluzione demografica.
Sul versante delle imprese, le stime di Palazzo Koch indicano che nei nove mesi la produzione industriale e’ diminuita, con la domanda potenziale diminuita in tutte le macro-aree, soprattutto nel Nord Est e al Centro. Sono andati meglio i servizi: la quota di imprese con fatturato in espansione nei tre trimestri e’ stata elevata in tutte le ripartizioni (circa il 50% al Centro Nord e il 43% al Sud) e largamente superiore all’incidenza di quelle con vendite in calo (20% nel Nord Ovest, circa 16% altrove). L’attivita’ e’ stata sostenuta dal Pnrr che ha comportato un aumento degli ordini per il 15% delle imprese del Centro Nord e per l’8% nel Mezzogiorno; in particolare il settore informatico ha tratto vantaggio dai numerosi interventi destinati alla transizione digitale
Esaminando nel dettaglio il settore delle costruzioni, nel 2023 il valore aggiunto è salito a tassi elevati, seppure in diminuzione rispetto al biennio precedente, continuando a beneficiare degli investimenti pubblici, anche connessi con il PNRR, e degli incentivi per la riqualificazione e il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. Dati preliminari segnalano che la dinamica positiva ha riguardato tutte le aree, ma è stata superiore alla media nazionale al Centro e nel Mezzogiorno, grazie al maggiore contributo del comparto delle opere pubbliche. Sulla base delle informazioni sui nuovi bandi, questo settore dovrebbe continuare a crescere nel 2024. I permessi per costruire nuove abitazioni − un indicatore prospettico dell’attività nel comparto residenziale − sono invece diminuiti ovunque tranne che nel Mezzogiorno.
Nel 2023 ha accelerato la spesa per investimenti, sostenuta dai fondi di coesione
Il Rapporto Erit dedica un ampio capitolo alle politiche pubbliche e alle spese per investimenti. Nel 2023 i conti delle Amministrazioni locali sono migliorati. La spesa per investimenti ha accelerato, sostenuta in particolare dall’impiego nel Mezzogiorno dei fondi di coesione europei del ciclo di programmazione 2014-20, in via di completamento, e dalla progressiva realizzazione dei progetti connessi con il PNRR; la fase di forte espansione è proseguita anche nei primi nove mesi del 2024. In prospettiva, indica Bankitalia, è verosimile attendersi un ulteriore irrobustimento degli investimenti, per effetto dell’utilizzo dei fondi del ciclo 2021-27, ancora in fase di avvio, e dell’attuazione di altre misure del PNRR. Secondo le elaborazioni sui dati della Commissione nazionale paritetica per le Casse edili (CNCE EdilConnect), il 47 per cento delle gare bandite da novembre del 2021 e già aggiudicate ha avviato o terminato i lavori; l’incidenza di queste gare è più elevata nel Nord Est e nel Nord Ovest (50 per cento) e più contenuta al Centro e nel Mezzogiorno (45 per cento). Ad agosto del 2024 i lavori si sono conclusi per il 15 per cento delle gare aggiudicate, mentre per il restante 32 per cento sono ancora in corso, spesso con ampi ritardi rispetto ai tempi stimati. L’avanzamento dei lavori è leggermente minore nel Mezzogiorno.