CONGIUNTURE
La crescita del Pil va a passo LENTO, Bankitalia e Csc concordi
IN SINTESI
Prudenza, molta prudenza. Per l’economia italiana non ci sono segnali di accelerazione. La crescita procede a un passo lento e moderato e a sostenerla sono i servizi, in particolare il turismo, che compensano la debolezza della manifattura e la frenata delle costruzioni. Concordano, dai loro punti di osservazione, le analisi della Banca d’Italia e del Centro Studi di Confindustria, contenute, rispettivamente, nell‘ulttimo Bollettino economico e Congiuntura Flash. Una cautela mostrata, del resto, soltanto pochi giorni fa dal Governatore, Fabio Panetta, che aveva raccomandato di non lasciarsi andare ad eccessivi ottimismi.
Le stime Bankitalia verso +0,7% nel 2024
Le più recenti proiezioni di Bankitalia indicano un aumento dello 0,6% quest’anno, (dello 0,8% escludendo la correzione per le giornate lavorative), dello 0,9% nel 2025 e dell’1,1% nel 2026. L’asticella dello 0,6% dovrebbe avere, comunque, una lieve oscillazione in rialzo allo 0,7%. Infatti, questo scenario non include le informazioni dei conti economici trimestrali pubblicati il 31 maggio dall’Istat nei quali la crescita del Pil già acquisita è stata rivista leggermente al rialzo. Pertanto, a parità di condizioni, incorporando questo dato nel quadro previsivo, la stima di crescita media annua per il 2024 risulterebbe più elevata per un decimo di punto. L’attività sarebbe sostenuta dai consumi e dalle esportazioni, che beneficerebbero della ripresa del reddito disponibile e della domanda estera. A rallentare marcatamente sono invece gli investimenti, frenati ancora sia dalle condizioni di finanziamento nel complesso restrittive, seppure in graduale miglioramento, sia dal forte ridimensionamento degli incentivi all’edilizia residenziale. Questi fattori sarebbero mitigati dalla crescita della spesa per infrastrutture e dalle misure di stimolo agli investimenti privati previste dal Pnrr. La prima parte dell’anno ha visto una moderata espansione dello 0,3% sospinta dall’ulteriore espansione nelle costruzioni e dal recupero nei servizi a fronte del calo dell’industria. La crescita è proseguita a ritmi contenuti anche nel secondo trimestre, ancora sostenuta dai servizi ma frenata ancora dalla manifattura e anche delle costruzioni. Il valore aggiunto delle costruzioni sarebbe sceso, infatti, rileva Bankitalia, a seguito della riduzione dei benefici fiscali legati al Superbonus. Il quadro degli investimenti risulta meno favorevole.
Centro studi Confindustria: crescita lenta
Anche quella che fotografa Il Centro Studi di Confindustria, pur non fornendo percentuali, è una “crescita lenta”. “Il pil cresce (poco)”, avverte. Nel secondo trimestre, i servizi hanno frenato pur restando in crescita, l’industria prosegue il calo, nonostante il recupero di maggio. Il fatturato dell’industria ha recuperato in aprile (+0,8% in volume) ma l’indice RTT anticipa una lieve flessione a maggio (-0,4%). La produzione, dopo quattro mesi di calo, è risalita solo di +0,5% a maggio: -1% acquisito nel secondo trimestre. Le prospettive sono “fiacche”.
I consumi spingono la crescita, andamento favorevole
Secondo Bankitalia, oltre al principale sostegno della domanda estera, un’importante spinta alla crescita arriva dai consumi. Quelli delle famiglie sono tornati a salire, recuperando solo in parte la netta flessione del trimestre precedente.
L’inflazione resta bassa, all1,1% nel 2024. Il turismo frena la crescita
Negli ultimi mesi, l’inflazione complessiva è rimasta su valori bassi e la componente di fondo si è ridotta lievemente, indica Bankitalia. La disinflazione si è confermata lenta per i servizi, per effetto sia delle componenti i cui listini si adeguano con ritardo all’andamento dell’indice generale sia delle voci connesse con il turismo per la quale la domanda resta elevata. Secondo le imprese l’inflazione al consumo si manterrebbe al di sotto del 2 per cento nel breve e nel medio termine. L’inflazione si manterrà su valori contenuti, all’1,1% quest’anno e a poco più dell’1,5% nella media del biennio 2025-26. A scaldare i prezzi sono i servizi relativi al turismo. Anche per effetto della ripresa della domanda, dall’estate del 2022, in Italia l’inflazione relativa alle attività turistiche (alloggi, ristoranti, pacchetti vacanze e trasporti) è stata nettamente superiore a quella della media dei servizi.
Ancora alta è l’inflazione nell’Eurozona mentre in Italia è bassa e stabile (+0,8% annuo a giugno) con i prezzi core scesi per la prima volta sotto la soglia della Bce, +1,9%, sottolinea il CSC. Nell’area euro invece l’inflazione totale è scesa solo di un decimo di punto a giugno +2,5% da +2,6% di maggio e la core è ferma al +2,9%. Il divario Eurozona-Italia nella dinamica di fondo dei prezzi ə salito quindi a un punto: questo determina un tasso reale più alto nel nostro Paese.
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Red.Diac