IL DOCUMENTO CONCLUSIVO DELL'INDAGINE CONOSCITIVA

La Camera sul riordino degli INCENTIVI: alt alla frammentazione, durata decennale, allargare su tessuti edilizi più ampi

Oggi il voto della commissione Ambiente su una relazione messa a punto dalla maggioranza, con nove proposte finali. Inevitabile per il centrodestra qualche sottolineatura critica sul Superbonus, ma complessivamente il tono del documento è costruttivo, per cercare un punto di equilibrio condiviso e sfruttare al meglio le aperture previste dal PNIEC. Si riconferma la volontà di rispettare gli obiettivi delle politiche europee e della direttiva case green (che però si vuole anche modificare per garantire maggiore gradualità). “In Italia ci sono forse troppi strumenti di incentivazione mal gestito, alcuni sovrapposti o in conflitto fra loro”. Modulazione degli incentivi in base alle performance energetiche, ma anche al livello del reddito e alla caratteristiche dell’edificio.

04 Mar 2025 di Giorgio Santilli

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La Camera sul riordino degli INCENTIVI: alt alla frammentazione, durata decennale, allargare su tessuti edilizi più ampi

PALAZZO MONTECITORIO GIORNO ESTERNO

“In Italia ci sono forse troppi strumenti di incentivazione mal gestiti, alcuni sovrapposti o in conflitto fra loro”. La razionalizzazione delle agevolazioni per l’efficientamento energetico nel settore immobiliare è uno dei punti fortemente raccomandati dal documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sul sistema degli incentivi che la comissione Ambiente della Camera voterà oggi.

Diario DIAC è venuto in possesso della relazione di 50 pagine messa a punto dalla maggioranza che inevitabilmente contiene qualche sottolineatura critica sul Superbonus, ma complessivamente si sforza di tenere un tono costruttivo, per cercare un punto di equilibrio condiviso e sfruttare al meglio le aperture previste dal PNIEC e gli obblighi della direttiva “case green”.

In più punti si riconferma la volontà di adeguarsi alle previsioni della direttiva, anche se il documento non manca di ribadire che si cercherà anche di modificarla in sede europea per garantire una maggiore gradualità degli obiettivi. Il cuore del documento è la modulazione dei nuovi incentivi con più attenzione alle performance energetiche rispetto al passato, ma si conferma anche la graduazione delle agevolazioni in base al livello del reddito e alla caratteristiche dell’edificio. Fra le novità assolute l’indicazione che i nuovi incentivi siano relativi non solo al singolo edificio, ma si allarghino a “tessuti edilizi e urbanistici più ampi”, quindi come leva di più ambiziose azioni di rigenerazione urbana.

Le quattro pagine delle conclusioni della relazione finiscono con l’indicazione di nove raccomandazioni che vogliono evidentemente diventare il quadro entro cui inserire le nuove politiche sul tema dopo la cesura dei mesi scorsi sul Superbonus. “In conclusione – è l’ultimo capoverso della relazione – si reputa necessario, nell’ambito dell’aggiornamento delle strategie, della revisione delle misure esistenti e della definizione di nuovi strumenti, puntare a misure e incentivi per la riqualificazione dell’edilizia privata e pubblica, che dovrebbero operare in una logica di maggiore sinergia rispetto alla sfida posta dal perseguimento di obiettivi ambientali sempre più ambiziosi, sinergia sia sul piano dei vari meccanismi di agevolazione, sia del loro finanziamento che dovrebbe avvalersi di risorse nazionali ed europee. Le azioni da mettere in campo dovranno essere comunque improntate a una certa gradualità e programmate in un orizzonte temporale ampio tenendo comunque conto delle peculiarità del patrimonio immobiliare nazionale”.

Ma vediamo, di seguito, quali sono le nove raccomandazioni/priorità che sinteizzano le conclusioni del documento.

  1. La definizione di un quadro di strumenti stabile, al fine di evitare distorsioni sui prezzi, assicurare una maggiore sostenibilità nel tempo degli investimenti e tutelare l’affidamento di famiglie e operatori economici.
  2. Una razionalizzazione dei meccanismi di incentivazione, considerato che talune tipologie di spese sono agevolabili nell’ambito di vari regimi di sostegno e con l’esclusione delle spese che sarebbero sostenute anche in assenza di incentivi.
  3. Una forte semplificazione, nel duplice senso (normativo) di un testo unico delle agevolazioni e (procedurale) per una velocizzazione degli adempimenti a carico degli utenti finali.
  4. Una modulazione delle aliquote di incentivazione e dei meccanismi di finanziamento che tenga conto della situazione di povertà energetica dei beneficiari, del carattere più o meno energivoro degli edifici, del risparmio energetico generato ad esempio in termini di miglioramento di classi energetiche ovvero dell’energia primaria fossile risparmiata.
  5. Incentivi più mirati al raggiungimento degli obiettivi climatici, di risparmio energetico, di promozione dell’autonomia energetica da fonti rinnovabili, in modo da collegare le politiche di decarbonizzazione al PNIEC e utilizzare criteri di valutazione concentrati sul livello di emissioni risparmiato per metro quadrato.
  6. Riconfigurazione del sistema degli incentivi su tessuti edilizi ed urbanistici più ampi, anche al fine di massimizzarne l’impatto ambientale, sociale e di messa in sicurezza e di ricollegarne la funzione a finalità di autoproduzione energetica attraverso le comunità energetiche; in tale ambito, le operazioni di demolizione e ricostruzione possono svolgere un ruolo importante per finalità di miglioramento energetico e di rigenerazione urbana.
  7. Particolare attenzione alla qualità degli interventi agevolabili, allo scopo di puntare sull’utilizzo di tecnologie innovative e di materiali maggiormente prestazionali in termini di ecosostenibilità e riciclabilità.
  8. Conferma delle agevolazioni agli interventi per la riduzione del rischio sismico, con un maggiore peso dato all’impatto e al miglioramento della classe sismica, con la concessione di benefici crescenti in funzione della performance energetica e sismica raggiunta (come indicato dal PNIEC).
  9. Conferma del ruolo cruciale degli interventi riguardanti gli edifici pubblici e l’edilizia residenziale pubblica e sociale nell’ambito del miglioramento dell’efficienza energetica; al riguardo, appare necessario procedere alla revisione del conto termico (al fine di incrementarne l’utilizzo) e monitorare il nuovo strumento previsto dal PNRR (missione 7) per migliorare complessivamente l’accesso ai finanziamenti per le ristrutturazioni energetiche dell’edilizia pubblica, anche residenziale e sociale.

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